Papersera.net

Premesso che sono d'accordo su Van Horn, ottimo autore, come si fa a definire Vicar un orrore ?????
e' uno dei pochi che dopo Barks ha colto il vero spirito dei paperi, le sue storie ti trascinano in un mondo parallelo dove tutto è Disney ! purtroppo in Italia siamo abituati ad ossannare troppo alcuni autori e a denigrarne senza motivo altri, soprattutto se stranieri

Che sensazione di déjà vu. Ventino, mi pare di averti già detto che io prediligo gli stranieri. Anzi, sostanzialmente mi interessano solo loro, se fosse per gli autori italiani non me ne fregherebbe una mazza di fumetto Disney. Quindi il tuo "purtroppo in Italia etc...", che già mi hai rivolto una volta, non si applica al mio caso (anche perché non vivo in Italia, e ho iniziato ad apprezzare il fumetto Disney quando già vivevo all'estero, leggendolo in altre lingue e ad opera di autori non italiani). Sto qui continuamente a dire che Cimino e Martina sono dei cani (yep, l'ho detto in un topic e sono sopravvissuto!  ), che Scarpa è più sopravvalutato del latte di cocco, che Casty è scarso, che bla bla... e mi devo sentire dire che osanno gli italiani e denigro gli stranieri?   
Te l'ho spiegato quando ho detto che le storie che disegna di recente Rota non sono un granché (storie che ho letto, mentre te mi sa di no). Te lo ridico adesso. Ma 'na terza volta non te lo rispiego.

La frase "Vicar ha colto il vero spirito dei paperi, le sue storie ti trascinano in un mondo parallelo dove tutto è Disney" non ha alcun senso per me. Una frase del genere la puoi dire per un autore che sia anche sceneggiatore. Vicar è un disegnatore, non scrive storie (se ne ha scritte non le ho lette). Orrore era inteso in senso grafico. Non mi piace il suo disegno.
Poi "orrore" è qui usato in un senso amichevole, non l'orrore sussurrato da Marlon Brando alla fine di quel noto film. Essù, facciamo a capirci.

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Monkey, tu mi stai tanto simpatico, ma lasciati dire che hai dei gusti veramente incredibili. Per usare un eufemismo.
E sono felice che tu sia un'eccezione.

Che sensazione di déjà vu. Ventino, mi pare di averti già detto che io prediligo gli stranieri. Anzi, sostanzialmente mi interessano solo loro, se fosse per gli autori italiani non me ne fregherebbe una mazza di fumetto Disney.

Si tratta di una interpretazione del mondo Disney totalmente differente, in Italia -IMHO- decisamente più indirizzata all'intrattenimento infantile (con alcune eccezioni), tendenza che, tra l'altro, si è andata sempre più sclerotizzando. Detto ciò, Rota ha dei meriti enormi ma lo considero esaurito da un po'. Il suo meglio l'ha dato anni fa, ormai sembra quasi fuori dal tempo. Molto meglio un V.H.

La frase "Vicar ha colto il vero spirito dei paperi, le sue storie ti trascinano in un mondo parallelo dove tutto è Disney" non ha alcun senso per me. Una frase del genere la puoi dire per un autore che sia anche sceneggiatore. Vicar è un disegnatore, non scrive storie (se ne ha scritte non le ho lette). Orrore era inteso in senso grafico. Non mi piace il suo disegno.

Vicar, da quello che so e ho visto, non ha mai scritto una parola. E' un illustratore, non è lui che costruisce i mondi in cui ci immerge il suo tratto (che tra l'altro non piace per nulla nemmeno a me).

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Monkey, tu mi stai tanto simpatico, ma lasciati dire che hai dei gusti veramente incredibili. Per usare un eufemismo.
E sono felice che tu sia un'eccezione.

A dire il vero Cimino non piace neppure a me

Sto qui continuamente a dire che Cimino e Martina sono dei cani (yep, l'ho detto in un topic e sono sopravvissuto!  ), che Scarpa è più sopravvalutato del latte di cocco, che Casty è scarso, che bla bla... e mi devo sentire dire che osanno gli italiani e denigro gli stranieri?    

Vedi che banalizzi le tue stesse tesi? Ecco perché la gente non ti prende sul serio. (O forse, a ben pensarci, troppi ti prendono troppo sul serio ).



Scherzi a parte, ci sono dei redazionali inerenti l'"American style" in senso approfondito? Non so, penso a quelli di Andrae nella Gottfredson Library (non pretendo quel grado di approfondimento, ma mi riferisco a quel tipo di approccio, insomma).

tanto Don Rosa, tanto Barks... nonostante i dubbi sorti dalle anticipazioni dei mesi scorsi, questo si è rivelato un ottimo vol., in linea con le precedenti uscite della testata, da acquistare senza indugio

 

Vedi che banalizzi le tue stesse tesi? Ecco perché la gente non ti prende sul serio. (O forse, a ben pensarci, troppi ti prendono troppo sul serio ).

Ma figlioli miei, ma perché dovrei voler essere preso sul serio?
Chi si prende sul serio non ha capito molto di questo secolo a queste malinconiche latitudini.  

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Monkey, tu mi stai tanto simpatico,

Thanks!

Ottimo volume , che a me e' piaciuto piu' del precedente, ma forse sono di parte, preferendo i paperi ed in particolar modo Barks e Rosa. Di quest'ultimo troviamo una bella selezione di storie dinamiche e divertenti, che rileggero' piu' che volentieri anche se dovrei gia' averle tutte su Zio Paperone. Sono rimasta anche piacevolmente sorpresa dal ritrovare "Paperino ed il bagno forzato"del 1950 che rappresenta per me l'albo Disney piu' vecchio (ereditato) che ho. Qui e' indicato come "Paperino in Regole e regolamenti" e nel portfolio alla fine del volume troviamo anche la cover colorata a pastelli e regalata da Barks ad un suo fan...Che fortuna!!!
Non perdetevi questo n.4, e' un piccolo riassunto di Paperino  attraverso gli anni e delineato da autori diversi ad un prezzo mediocre. Ne vale davvero la pena.

Piccolo appunto: alla presentazione de "Il Papero che cadde sulla Terra", pag.15, dove si dice che e' ispirata al titolo del romanzo  di fantascienza The Man Who Fell To Earth di Walter Tevis,  si poteva citare anche il più noto e omonimo film con protagonista David Bowie. Magari Don Rosa voleva citare proprio quello, chi lo sa?

P.s. il libro me lo ricordo bello, ma triste, qualcun'altro lo ha letto?

A parte Paperino e il superdinamo, Gastone e la fortuna senza limiti, Paperino - il papero del passato e del futuro e Paperino e lo scalognofugo triplo ci sono storie molto leggere e senza pretese, non paragonabili a quelle dei numeri precedenti di questa gran bella testata. Comunque c'è da dire che sono pur sempre storie di Don Rosa e di Barks quindi, seppur non molto avvincenti, sono sempre assolutamente valide.

Piccolo appunto: ma la barksiana Gastone e la fortuna senza limiti, su di un vecchio volume che posseggo si chiama Gastone e la prova del lavoro mentre alla prima pubblicazione viene chiamata Paperino e l'amuleto del cugino Gastone, mentre ufficialmente in inglese è Gladstone's Terrible Secret. Quindi mi chiedo.. ma tradurla semplicemente dall'inglese era tanto difficile? 

Piccolo appunto: alla presentazione de "Il Papero che cadde sulla Terra", pag.15, dove si dice che e' ispirata al titolo del romanzo  di fantascienza The Man Who Fell To Earth di Walter Tevis,  si poteva citare anche il più noto e omonimo film con protagonista David Bowie. Magari Don Rosa voleva citare proprio quello, chi lo sa?

In un albo francese in cui la storia è ristampata (un Tesori anche quello, per restare in topic  ) si fa riferimento al film di fantascienza con Bowie, non al libro.

Nell'integrale americana (in cui l'autore suole commentare abbondantemente le storie), Rosa non dice niente sul riferimento del titolo.

Data la sua passione per il cinema e per la fantascienza, è più probabile che si tratti di un riferimento al film. Comunque Rosa dice nel volume fantagraphics che la storia l'ha scritta nella metà degli anni '70, per pubblicarla su una fanzine, ovviamente con protagonisti umani e non paperi. Mi sa quindi che deve essere un riferimento al film. Viceversa sarebbe una grossa coincidenza.

Comunque, come per tutte le sue storie di paperi troppo fantascientifiche, Rosa giudica questa sua storia non granché. Sono d'accordo (cioè, non è che non la consideri un granché, intendo che non è un capolavorissimo dei suoi). Le storie tipo questa o il solvente universale sono quelle in cui regala le trovate visive più spettacolari, ma sono anche un po' pesanti da leggere, con tutti quegli spiegoni che azzoppano un po' il ritmo.

Curiosità per chi ha appena letto o sta per leggere la storia. Lo scienziato della storia doveva essere Archimede, lo si vede anche nello storyboard. Poi discutendo con Byron Erickson Rosa si è reso conto che era troppo incompetente per essere Archimede (che ha poco senso pratico ma non è scemo). Quindi ha optato per uno scienziato preso da una vecchia storia degli anni '40 di Barks.

Grazie per la risposta al mio messaggio con anche ulteriori informazioni sulla storia. Mi sa che dovro' decidermi a fare un pensierino sull' omnia di Don Rosa in inglese.

Piccolo appunto: ma la barksiana Gastone e la fortuna senza limiti, su di un vecchio volume che posseggo si chiama Gastone e la prova del lavoro mentre alla prima pubblicazione viene chiamata Paperino e l'amuleto del cugino Gastone, mentre ufficialmente in inglese è Gladstone's Terrible Secret. Quindi mi chiedo.. ma tradurla semplicemente dall'inglese era tanto difficile? 

Tutte le 10-pagers barksiane con Paperino pubblicate da agosto 1944 a settembre 1959 hanno come titolo semplicemente Donald Duck, senza alcun sottotitolo che le distingua tra di loro. In alcuni casi un sottotitolo viene inventato e aggiunto dagli editori delle ristampe moderne, ma non sempre e non nel caso della storia in questione. "Gladstone's Terrible Secret" è un titolo ufficioso inventato da Inducks per evitare confusione con le altre storie intitolate Donald Duck.

Volume eccellente, certo quando si parla di Don Rosa e Barks difficile che non sia così, ma le brevi di Don Rosa qui contenute, che non avevo mai letto, sono una più bella dell'altra e secondo me tra le cose più belle scritte dall'autore.
I suoi disegni sono così ricchi di particolari e nonostante questo le storie hanno un ritmo indiavolato come l'avventura nello spazio con la caduta di Paperino che sembra non finire mai, Paperino giardiniere, quella della 313 e la storia sul grattacielo.
Notevoli (come sempre) anche le storie di Barks come il Super Snooper di cui è bello vedere il confronto con quella di Don Rosa che riprende la trama del Maestro dell'Oregon.

p. s. Non sarebbe male, secondo me, se anche su Uack usassero il formato di T.I. con poco meno di due euro in più sul prezzo di copertina avremmo circa 100 pagine in aggiunta, in modo da velocizzare la ristampa delle storie di Barks e soci.

Davvero bello questo quarto volume, fin dalla copertina. Ho riletto volentieri delle ten page che sono autentici gioiellini di umorismo e satira sociale (riscopro che certa educazione 'moderna' e tollerante nei confronti dei figli risale agli anni '20 e si sviluppa soprattutto nel secondo dopoguerra, sebbene Barks la critichi a suo modo sembrando preferire il battipanni - o la verga, in questo caso - come anche gli autori italiani faranno per molti decenni).

Molto interessanti e approfonditi i redazionali: non sapevo che il personaggio alternativo a Jones creato in Italia negli anni '60 fu chiamato Anacleto Mitraglia non a caso, visto che Mitraglia è il nome che i traduttori italiani avevano dato al Jones americano venti anni prima, nel 1943.

Non sapevo di una storia di Barks 'congelata' perché in uscita nel periodo natalizio e con un utilizzo della canzone sacra Silent Night associato ad azioni troppo sconvenienti di Mister Jones nei confronti di Paperino. L'autore verrà comunque regolarmente pagato per questa storia (anche se non è scritto quando sarà pubblicata - appurerò sulla Omnia di Barks).

Per fortuna che l'autore dell'Oregon delineò Archimede pensando che sarebbe stato un character saltuario e non che avrebbe avuto un albo tutto suo, altrimenti l'altezza che lo caratterizza non ci sarebbe stata, visto che Barks avrebbe preferito farlo della stessa taglia dei paperi, per comodità.

Un bel disegno di Harry Reeves (compagno di lavoro di Barks nell'animazione disneiana dei tardi '30) delinea un profilo realista di Carl mentre fuma la pipa.
Altri interessanti disegni a colori nell'ultima pagina raffigurano diversi profili di Mister Jones delineati da Barks per uso personale, quando questo personaggio inizialmente pensato come uno dei tanti vicini di Donald divenne, al contrario, 'il vicino'.