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Gli anni d'oro di Topolino n°35 (1934-35)

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    Re: Gli anni d'oro di Topolino n°35 (1934-35)
    Risposta #15: Venerdì 19 Nov 2010, 08:58:34
    Topolino nel paese dei califfi l'ho sempre adorata, come è con la colorazione nuova?

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    casmiki
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      Re: Gli anni d'oro di Topolino n°35 (1934-35)
      Risposta #16: Venerdì 19 Nov 2010, 10:27:07
      Le tavole domenicali di questo numero sono davvero ottime! Mi è piaciuta molto quella sul Mongelato, veramente divertente... Ma anche le altre come quella del campeggio (soprattutto dalla tavola in cui appare il puma docile),  Il mistero dei cappotti (prima apparizione di Paperino), Tip e Tap... Forse quella che mi è piaciuta meno è quella di Piedidolci.

      Per quanto riguarda le strisce giornaliere, ho trovato molto bella Topolino contro il bandito pipistrello, soprattutto per il duello finale, pieno di comicità (il cactus, colpito dalle uova ecc.). Anche Topolino e l'elefante è bella, anche perché ho scoperto come veniva introdotto Eli Squick nelle strisce. Riprende il filone dell'animale o essere selvaggio che causa guai a Topolino come lo struzzo Oscar, Giovedì ecc. Devo ancora (ri)leggere Topolino nel paese dei califfi, l'unica storia (insieme al Mistero dei cappotti) che avevo già letto.

      A pagina 123 (sesta vignetta) c'è un minibaloon vuoto. Era così anche nell'originale? A pagina 149 Tip Tap chiamano Paperino Papero e non zio Paperino. Nell'originale forse lo chiamavano Duck (il cognome) invece di Unca Donald?

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        Re: Gli anni d'oro di Topolino n°35 (1934-35)
        Risposta #17: Venerdì 19 Nov 2010, 18:02:50
        Io ricordo ancora una vecchia traduzione di una tavola di Tip e Tap, in cui Topolino diceva:
        "Questo è Donald Duck... ma potete chiamarlo lo zio Paperino".
        E poi Paperino se la prendeva perché voleva essere chiamato Mr. Duck.
        15 novembre 1976: l'ultima striscia di Floyd Gottfredson, l'Uomo dei Topi.
        Grazie, Floyd.


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          Re: Gli anni d'oro di Topolino n°35 (1934-35)
          Risposta #18: Venerdì 19 Nov 2010, 19:14:50
          La migliore delle tre storie a strisce è indubbiamente Topolino alla caccia del bandito pipistrello. La differenza la fa la meravigliosa sequenza del combattimento finale tra il nostro eroe e il cattivo, pieno di azione, colpi proibiti e ribaltamenti di scena.

          Personalmente non apprezzo troppo le storie Topolino-alle-prese-con-un-animale-che-fa-disastri-ma-poi-lo-salva-dal-cattivone (tipo la storia della leonessa Lea) e Topolino e l'elefante non fa eccezione.
          Topolino nel paese dei califfi: mi è molto piaciuta la seconda parte con le scene del deserto, ma il paese arabo è così stereotipato da risultare per niente credibile e rende la storia un po' troppo invecchiata.


          Meravigliose le tavole settimanali, sia quelle autoconclusive che quelle a continuazione. Topolino principe azzurro è un piccolo gioellino che ho sempre adorato. Ma anche Topolino sul Mongelato e il Topolino e il mistero dei cappotti sono di buon livello. Molto divertenti le autoconclusive con Tip e Tap.

          Uno dei maggiori protagonisti di queste tavole è Orazio, di cui vengono mostrati lati del carattere che purtroppo sono andati un po' persi e contribuirebbero a dare più spessore al personaggio odierno decisamente sottopotenziato.

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            Re: Gli anni d'oro di Topolino n°35 (1934-35)
            Risposta #19: Venerdì 19 Nov 2010, 22:16:06
            Uno dei maggiori protagonisti di queste tavole è Orazio, di cui vengono mostrati lati del carattere che purtroppo sono andati un po' persi e contribuirebbero a dare più spessore al personaggio odierno decisamente sottopotenziato.
            Per esempio, lui e Topolino si facevano un sacco di scherzi! Un tempo i personaggi erano davvero più giocherelloni (e più "giovani dentro") di oggi!

            Tornando alla prima tavola di Paperino con Tip e Tap, il pennuto dice "Niente da fare! Non sono lo zio di nessuno, io!"... Le ultime parole famose!   ;D

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              Re: Gli anni d'oro di Topolino n°35 (1934-35)
              Risposta #20: Sabato 20 Nov 2010, 02:26:37
              Per esempio, lui e Topolino si facevano un sacco di scherzi! Un tempo i personaggi erano davvero più giocherelloni (e più "giovani dentro") di oggi!

              Tornando alla prima tavola di Paperino con Tip e Tap, il pennuto dice "Niente da fare! Non sono lo zio di nessuno, io!"... Le ultime parole famose!   ;D
              Quoto. Orazio oggi è troppo "serio".

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                Re: Gli anni d'oro di Topolino n°35 (1934-35)
                Risposta #21: Domenica 21 Nov 2010, 01:36:00
                Topolino nel paese dei califfi: mi è molto piaciuta la seconda parte con le scene del deserto, ma il paese arabo è così stereotipato da risultare per niente credibile e rende la storia un po' troppo invecchiata.

                Quoto. Il motivo per cui l'ho sempre trovata interessante e mi diverto sempre a rileggerla, è che è la prima avventura in cui Topolino si porta appresso Pippo, quindi mi piace il comportamento di Pippo nelle varie sequenze drammatiche.
                Per il resto, so che non vuol dir niente, ma è solo una considerazione: un leguleio traffichino come Lupo, che è stato un avvocato, non ce la vedo adesso a percorrere chilometri di deserto per affari loschi. Insomma, lui è più il tipo che comanda facendo meno fatica, ed è anche più anzianotto di Pietro. Però è anche vero che, dopo l'avventura della Valle Infernale, ha perduto il lavoro di avvocato, quindi si adatta come può ;D
                « Ultima modifica: Domenica 21 Nov 2010, 01:36:29 da Sam_Spade »
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                  Re: Gli anni d'oro di Topolino n°35 (1934-35)
                  Risposta #22: Lunedì 22 Nov 2010, 02:11:52
                  Per il resto, so che non vuol dir niente, ma è solo una considerazione: un leguleio traffichino come Lupo, che è stato un avvocato, non ce la vedo adesso a percorrere chilometri di deserto per affari loschi. Insomma, lui è più il tipo che comanda facendo meno fatica, ed è anche più anzianotto di Pietro. Però è anche vero che, dopo l'avventura della Valle Infernale, ha perduto il lavoro di avvocato, quindi si adatta come può ;D

                  Anche nella Valle Infernale aveva percorso chilometri di deserto per affari loschi ;)
                           
                  In memoria di chi ci ha "cucinato" tante storie memorabili...

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                    Re: Gli anni d'oro di Topolino n°35 (1934-35)
                    Risposta #23: Lunedì 22 Nov 2010, 14:29:20
                    Insomma, lui è più il tipo che comanda facendo meno fatica, ed è anche più anzianotto di Pietro.
                    Questo è anche il ruolo di Squick, che fa da coscenza di Pietro, ma anche Squick si fa delle belle passeggiate nel deserto! (vedi il Gorilla Spettro; Il tesoro di Clarabella) ;)

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                      Re: Gli anni d'oro di Topolino n°35 (1934-35)
                      Risposta #24: Martedì 23 Nov 2010, 16:12:56
                      Visto che in questo numero si parla di Squinch, è giusto riportare qui quanto David Gerstein scrisse riguardo questo personaggio, con parole che un po' sono in disaccordo e un po' completano quanto detto da Becattini e Boschi sull'albo:

                      Citazione
                      [size=10]
                      I've been a Jew since the day I was born, but I never knew Eli Squinch was supposed to be Jewish as well! In the original English, Squinch speaks in an exaggeration of an old-fashioned Boston accent, which I've never heard associated with Jewish stereotypes before—and his surname, Squinch, is not very Jewish-sounding at all. Eli doesn't even have the big nose traditionally given to Jewish characters... just a big chin.
                      A Jewish character in 1930s American comics would be a lot more obvious than this, for better or worse. [/size]

                      Citazione
                      [size=10]Eli can also be short for Elias—Walt Disney's father, who definitely wasn't Jewish!
                      And I've also known Eliezers who weren't Jewish. As a general rule, in films and comics from the 1930s-1950s, "biblical" sounding names were commonly given to stereotypical hillbillies and New Englanders—maybe even more so than Jews. These names included Eli, Jeb (short for Jebediah), Jake (Jacob), Ezra, Ham, Moe (Moses), Abe (Abraham), and of course Zeke (short for Ezekiel); Zeke Wolf is obviously more of a hillbilly than a Jew, and his diet makes that immediately clear (-:
                      Of course, for a gag, Zeke Wolf DID disguise himself as a Jew in the original version of THREE LITTLE PIGS, and that brings me to your other question—whether the authors might have wanted to make Squinch Jewish but didn't want to be too obvious about it. Honestly, I've never known 1930s Disney cartoons/comics to be that cautious; Squinch's debut postdates THREE LITTLE PIGS by only one year.
                      [/size]

                      Citazione
                      [size=10]Squinch's accent doesn't resemble the one spoken in Boston today. You'll notice that I called it an "old-fashioned" Boston accent. It mixes an unusual kind of drawl ("ter" for to, "b'en" for been, "tomorrer" for tomorrow, "ye" for you) with ancient expressions like "by tunket" and "gol-dinged." The R is dropped from some words ("yestiddy" for "yesterday"), but added to others where it would not normally belong.
                      As a boy I spent a lot of time with my grandparents in New Hampshire, about 100 KM from Boston. Now and then I'd meet a very old person who spoke sort of like this.
                      Here's Cal Stewart, a comedian from 1904, performing "I'm Old, But I'm Awfully Tough"(http://www.archive.org/details/CalStewart_part1). Notice the accent: R's sometimes, but not all the time; mispronounced words such as "thar" for "there," "gal" for girl. The character describes himself as being from "way back in New England," the region where Boston is.
                      This is how I "hear" the Squinch voice—the song's title could describe Squinch, too, though the song itself is about a good guy, not a villain!
                      In this play (http://www.archive.org/details/captaincranberry00brid), "Captain Cranberry," the action takes place in Cape Cod, Massachusetts, not a far drive from Boston—you'll find characters with Biblical names ("Obadiah"), and numerous uses of Squinch's words like "ter" for "to" and the expression "by Tunket!"
                      (This is actually more research into Squinch's dialect than I've done before. Interesting stuff.)
                      [/size]
                      « Ultima modifica: Martedì 23 Nov 2010, 16:13:47 da Sam_Spade »
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                        Re: Gli anni d'oro di Topolino n°35 (1934-35)
                        Risposta #25: Mercoledì 30 Mar 2011, 18:52:32
                        Un altro buon numero, come sempre, pieno di storie mail lette.
                        Non male il Bandito Pipistrello, specie il finale, e anche il Paese dei Califfi risulta una storia frenetica, con un inseguimento infinito pieno di colpi di scena e personaggi deliranti (i vari arabi oppure il cammello ubriaco d'acqua ;D).
                        Molto divertente Topolino e l'Elefante, specie con l'utilizzo di Squick.

                        Belle le tavole domenicali, il Lago Polveroso con un divino orazio selvaggio e il mongelato. Meno convincente il Principe azzurro.
                        E bello vedere in queste tavole la convivialita di Topolino e i suoi amici che fanno gite insieme e insieme si divertono.

                        Gran bel numero come sempre.

                         

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