Altro numero interessante.
Paperino e l'Eredita di Babe (De Vita). Ancora De Vita autore completo con una caccia al tesoro di Paperino. Più frammentaria e facilona dell'Enigma di Mu, dato che segue pedissequamente alcune tappe del viaggio dei paperi per saltarne invece altre, ma nel complesso gradevole e divertente.
L'Asinello (Alvarado). L'adattamento di
questo straordinario mediometraggio. Non si tratterà di un adattamento disegnato benissimo, ma è scorrevole e "adattato" quanto basta da farsi leggere come un fumetto. Ma soprattutto è importante la sua presenza nella selezione, perché aiuta più di ogni altra cosa a gettare uno sguardo a quanto contemporaneamente usciva di Disney sul grande schermo.
Il Re degli Gnomi (Alvarado). Il prode cavaliere. Ma non un prode sceneggiatore, dato che la storiellina in questione è confusa e imbarazzante.
Topolino e il Violino Rapito (Fallberg/Jaime Diaz Studio). Ammetto che graficamente trovo la serie di Ser Lock veramente intrigante, con tutti i suoi simpaticissimi arzigogoli. Narrativamente questa storiellina si dimostra invece carente al massimo. Tutto avviene in modo forzato e senza la minima logica. E, no, non sembra voluto.
Paperino di Bergerac (Martina/Carpi). Non conoscevo questa parodia Disney, e in effetti non è molto conosciuta. L'ho trovata divertente e deliziosa, però. RIesce ad essere fedele alla vicenda, senza risparmiare di far ghignare il lettore in puro stile Martina. Il finale "pensoso" con Paperina invece l'ho trovato strampalato... e in un certo senso malinconico. Felicissimo di averla letta.
Topolino e la Trottola del Tempo (Martina/Asteriti). Il lato oscuro di Martina. Dopo averlo elogiato per le sue storie di paperi del periodo ecco piombare una storia degna della sua prima, sconclusionatissima fase. Pippo se ne salta fuori con una trottola che fa tornare il tempo al 1938. La aziona e l'abbigliamento e la casetta di Topolino si trasformano, ma i personaggi non sembrano accorgersene. Poi Topolino inizia ad indagare su un brutto caso insieme a Basettoni, come se nulla di tutto questo fosse successo. E il caso non c'entra assolutamente niente col presupposto di partenza. Al termine di tutto si spegne la trottola e casa di Topolino torna come prima e i personaggi realizzano la cosa. E finisce lì. Pare una storia scritta dormendo e sognando, oppure sotto una pesante sbronza.