Vol 17 - 1996
Me lo ricordo bene il 1996, l'anno di Pk. C'era fermento nell'aria, e c'era anche un Topo che non aveva voglia di stare fermo, ma voleva andare oltre. Ed ecco quindi storie che volevano parlare dei personaggi, giocando a metterli in discussione, decostruendoli etc. E se eri bravo ti uscivano capolavori, se non lo eri... bé i danni ce li portiamo avanti ancora oggi.
Paperinik e il Ritorno a Villa Rosa (Michelini/Carpi). Ottimo inserimento. All'epoca fece sfracelli ritrovarsi una storia del genere sul Topo, in un momento in cui la continuity e le gervasiate non erano ancora pane quotidiano. Michelini è più semplicione qua e là, ma Carpi compensa. E in generale la storia è una perla, che in un certo senso chiude il cerchio in attesa dello step successivo, che fu Pk.
Amelia in: un Amore di Strega (Palmas/Barbucci). Che oggi Barbucci sia nemico giurato della Disney è una cosa molto triste e molto brutta. Una perdita artistica che non ci voleva proprio. Una storia come questa ci mostra come questo disegnatore avesse in mano le chiavi del futuro. Rientriamo in quel genere di storie introspettive/decostruenti che se solo perdi un attimo di attenzione mentre le scrivi crei un pastrocchio immenso, ti incasini con continuity, caratterizzazioni e altre complicazioni. E invece Palmas ne esce molto bene, realizzando una vicenda a cui poi anche Il Patto della Luna di Vito strizzerà l'occhio.
Zio Paperone Contro Tarzone (Cimino/Celoni). Ciminata classica, arricchita dal guizzo di un artista che già si vedeva che aveva molto da dire. Un bel compromesso direi.
Topolino e l'Uomo dei Sogni (Panaro/Perina). Una storia che nel corpus di Panaro si è sempre distinta. Sensibile, dolce, toccante e capace di toccare, sia pur con semplicità, temi insoliti per Disney. Sì, mi riferisco al bambino cieco. Mi colpì all'epoca, e mi ha colpito ancora. Altro grande inserimento.