Arriva anche la mia recensione... ho evitato spoiler sul finale, ma c'è sempre qualche piccolo, inevitabile accenno alle trame...
Topolino n°2848
Eccomi a commentare questo nuovo numero del “Topo”, in cui ogni storia è senza dubbio piacevole, ma sono due in particolare che mi spingono a consigliarne l’acquisto e a renderlo un numero positivo. Ma partiamo con la prima storia, ovvero Zio Paperone e il digitale extraterrestre (Sisti - Mottura). Sisti lo trovo davvero un ottimo autore: anche partendo da temi che, nelle storie Disney, possono non essere graditi a svariata gente, come la tecnologia e la televisione, in questo caso, riesce a sviluppare un intreccio più che buono, simpatico e non banale. Lo spunto per raccontare la vicenda è una delle sempre più frequenti sfide Paperone vs. Rockerduck, questa volta nel campo dei nuovi decoder; è proprio lo zione a scoprire che essi, a causa di una modifica apportata illegalmente dai Bassotti, riescono a ricevere trasmissioni extraterrestri, con tutti i vantaggi e le complicazioni del caso. Immagino come la trama possa sembrare quantomeno un po’ scontata, letta così, ma sono convinto che, un po’ per l’ottima gestione delle tavole, un po’ per le simpatiche gag, un po’ per l’originalità che si riesce a individuare in diversi punti, un po’ per la simpatia che suscitano i personaggi mossi da Sisti, la storia alla fine non risulti affatto male, anzi, l’ho trovata senza dubbio buona. Mi ripeto un’ultima volta riguardo i personaggi: quei mostriciattoli alieni sono buffissimi e simpatici e i bassotti sono goffi e impacciati al punto giusto, ma certo non “malvagi”; l’unica pecca in questo campo è forse lo stratagemma adottato da Rockerduck, utilizzato svariate volte da diversi autori, ormai forse sin troppo di frequente. Aggiungo: io nella storia non leggo una critica alla tecnologia, anzi, al contrario, mi sembra quasi una lode ai miracoli che può compiere, ma ciò non influisce più di tanto nella vicenda. Passando alla seconda storia del numero, incontriamo il terzo e ultimo episodio della nuova e breve saga Topolino e la crociera nera (Ziche). Sono felicissimo di dire che la qualità della storia non è affatto calata nel corso della vicenda, mantenendosi su ottimi livelli sino alla conclusione. In quest’ultima parte, Basettoni e Minni raggiungono i carcerati vicino alla crociera, per trattare il riscatto di Topolino, tenuto in ostaggio; in quest’impresa, ad aiutarli, incontreremo nientemeno che Gambadilegno, che così trova spazio anche lui in questa piccola quanto ottima avventura. Più che limitarmi a commentare l’ultimo episodio, come promesso, cercherò ora di dire la mia un po’ più sulla saga in generale. In queste tre settimane, la cosa che mi ha colpito di più è stata sicuramente la splendida caratterizzazione che la Ziche ha saputo dare ai suoi personaggi: in primis Pippo, che indubbiamente ha avuto un ruolo molto minore in quest’ultimo episodio, si è dimostrato il più vicino allo stile classico degli ultimi anni, assumendo un ruolo da spalla tontolona e ingenua, ma senza dubbio sincera e tenera, dimostrandosi un comprimario eccezionale, simpaticissimo; Topolino è capace di dimostrare qualche debolezza, di apparire più “umano” (...) e meno imbattibile, tanto ai nemici quanto allo stress da troppo lavoro e alla stanchezza, finendo così con l’essere molto più apprezzabile che non in altre storie, in cui viene calato nei panni del saputello invincibile; Minni è altrettanto ottima, legata al classico quanto Pippo, superorgogliosa e gelosa del suo compagno, anche se a lui cerca di non darlo a vedere. A parte questo, l’idea in sé della storia è geniale, dello stato microscopico e sovraffollato, del regnante devoto al proprio paese ma buffo e impacciato, della crociera-progione e così via... tutto naturalmente condito dal solito stile caricaturale e dinamico tipico della Ziche, tanto nella sceneggiatura quanto nei disegni, e da una serie di gag davvero esilaranti. La successiva breve storia, dieci tavole in tutto, Una supplenza per Paperoga (Savini - Amendola), è senza dubbio simpatica, anche se non troppo originale, né nello sviluppo né nella conclusione. Il protagonista della storia è Paperoga, che si investe per un giorno dell’incarico di supplente di musica nella disastrosa classe dei nipotini. Comunque, a parte la conclusione, non dico prevedibile, ma usata già più volte, la storia si fa leggere, senza dubbio, pur essendo una veloce e semplice riempitiva. Amendola, invece, mi sembra ancora una volta piuttosto arrugginito rispetto a tempi non lontani, e ho notato una certa rigidità nelle espressioni dei personaggi e nei loro movimenti; personalmente poi, il becco che fa a Paperoga non mi piace affatto, anzi, è proprio bruttino. E’ quindi la volta di Gastone e l'apporto fortunato (Panaro - Molinari), in cui Paperino e cugino vanno in vacanza insieme, con la speranza che quest’ultimo riesca a risollevare le sorti del primo, frustrato dalle ripetute e continue sfortune. Non è certo la prima volta che vediamo i due cugini andare in vacanza insieme, e quindi la storia potrebbe apparire un po’ scontata, ma sono abbastanza convinto che non sia così: è vero, è uno spunto già sfruttato, ma lo sviluppo non è così prevedibile come si potrebbe immaginare e, in generale, gode di un paio di buone trovate come il tour per un vecchio castello, con tanto di velocissima caccia al tesoro, e il simpatico finale. Un’altra nota più che positiva della storia sono sicuramente i disegni: è un peccato che un’autrice sì degna come la Molinari non compaia più spesso tra queste pagine. L’ultima storia del numero, Papergerone e l'assedio dei Rockobassottus (Michelini - Chierchini), è una parodia dal sapore molto classico, che ricalca gli eventi dell’assedio di Siracusa da parte dei Romani, avvenuto nel 212 a.C., durante la Seconda guerra punica. Michelini è un altro di quegli autori che mi piacerebbe vedere più spesso, ma la cui presenza si è sempre più affievolita negli ultimi anni, a partire dal nuovo millennio. Abilissimo nel rivestire di panni disneyani gli eventi dell’assedio, così come Chierchini si prodiga per una ricostruzione realistica della città di Siracusa, delle navi e del popolo romano. Il ruolo del famoso tiranno siracusano è naturalmente impersonato da Paperone, quello di Archimede da Archimede (!), mentre Rockerduck e i Bassotti coprono il ruolo degli assedianti romani. Il buon Fabio non si dimentica del sistema degli specchi ingegnato dal grande scienziato, che sono frutto di più di una simpatica gag. A parte questo, sono rimasto affascinato dall’atmosfera della storia, dall’attenta ricostruzione storica, dalla trama interna comunque originale e avvincente e dal finale imprevedibile. I miei complimenti agli autori, davvero! Concludendo, il numero lo considero davvero positivo, e il merito di ciò è soprattutto della storia finale, e dell’ultimo, divertente episodio della saga della Ziche.
_Gunni Helm