Grazie anche a Gunni per il benvenuto ed a Leonard e Lyla per avermi spiegato la citazione: tonto io a non averla colta subito.
Purtroppo ho grossissime difficoltà a connettermi la sera e durante il weekend, al contrario della gente comune, e posso farlo poco durante il giorno, per quanto vorrei davvero essere più attivo sul forum. Quindi ho preparato il post a casa e lo ho appena corretto, senza sapere che Gunni ha quasi fatto quel che stavo per anticipare io due righe dopo: vi riporto quel che ho scritto.
Posso avanzare una proposta? Finora abbiamo discusso dei personaggi di PKNA un po’ a spaglio, alla “come capita capita” (algoritmo di selezione della posta alla Pkmail per diretta ammissione del curatore in una epocale risposta su non ricordo quale numero), preferendo concentrarci di più sulle storie in sé e per sé considerate, per merito delle favolose recensioni di Everett e Leonard.
Proponevo quindi di cambiare punto di vista e di recensire non le singole storie, ma i personaggi comprimari di PKNA (per ora limitatamente a questa serie, riservando ai topic di PK2 e frittole i post relativi ai personaggi di queste collane, ovviamente trattando in queste sedi le successive evoluzioni che un personaggio possa avere avuto), dividendoci i compiti tra noi, non tanto per raccontare le vicende del personaggio, ma per darne una nostra visione ed interpretazione.
Ho visto infatti che, benché le recensioni iniziali dovrebbero già di per sé invogliare chiunque a fare sforzi per procurarsi ex novo la collana, gira e rigira a commentare siamo noi che già avevamo PKNA (più o meno completo) prima di iniziare a postare, senza che nessun neofita si sia mai unito: spero che qualche recensione sui personaggi convinca di più tanti ad avvicinarsi a questo capolavoro assoluto.
Tolgo subito un probabile dubbio a Grrodon, qualora leggesse il mio post: ho lurkato anche sul PKK (e pure parecchio) senza mai iscrivermi (punizione suprema per me stesso
), ed anche a me piacerebbe diffondere maggiormente la cultura di PK. E noialtri fanatici con queste recensioni sui personaggi, avremo qualche certezza in più per discutere, posto che qualcuno di noi fisserà un po’ di punti fermi, per quanto personali, e gli altri potranno agevolmente commentare ed integrare con i loro post, come abbiamo fatto sinora con le singole storie, alternando post sulle uscite e sui personaggi, a seconda di come ci gira la giornata. Che ne dite? Vale la pena di organizzarsi un po’?
Comincio quindi io trattando di Xadhoom, così da fare capire quel che intendo. Probabilmente Lyla mi scaglierà una lancia di Ronginus addosso per averle fregato il personaggio tanto adorato...
Xadhoom. Il suo nome da battaglia in xerbiano significa creditore, perché la dottoressa Xado ha un grosso credito da esigere da Evron: tutto il suo popolo, soggiogato quando ella, primo scienziato del pacifico pianeta, aveva lasciato il suolo natale per assorbire le energie della vicina stella azzurra di Xerba, trasformandosi in un essere dalle sconfinate potenzialità energetiche e di manipolazione della materia, tanto da potere esplodere come una nova se perdesse il controllo. Sin dallo 0/3 a lei dedicato, Xadhoom si identifica con i suoi sensi di colpa e con la sua voglia di vendetta. Ella stessa crede ed afferma che la sua esistenza non sia sorretta da altro, eppure... eppure noi lettori abbiamo da subito la sensazione che Xado sia molto di più.
Un po’ perché ella non rinuncia a fare esperimenti da scienziato sul povero Paperinik, sul quale vorrebbe provare qualche forma di energia sconosciuta per vedere quale lo stenderebbe al meglio (cosa che testimonia come la sua voglia di conoscenza non sia venuta meno), un po’ perché alla fine dell’albo ci viene lasciata la sensazione che una grande amicizia sia appena nata tra PK e Xadhoom, come dimostra il fatto che quest’ultima si rifiuti di dire a PK cosa sia una nova di fronte all’ignoranza di lui, per non terrorizzarlo.
Ed è proprio il tema dell’amicizia, secondo me, quello più ricorrente nelle storie di Xadhoom, di quella che la lega al nostro eroe preferito. Se
Ombre su Venere ci lascia solo intendere che i due partono assieme quali alleati per una missione attorno al pianeta contro gli Evroniani per salvare Fangus, sta di fatto che ancora alla fine dell’episodio Xadhoom avverte l’ormai amico di allontanarsi prima che lei faccia saltare tutto in aria. Ed ancora in
Spore, la ragazza entra in scena, secondo me, non solo per bruciare il campo di spore evroniane, ma altresì per salvare l’amico PK dal diventare un simpatico brodino di piume corrose dall’acido prodotto dalle spore.
Certo, i modi dell’aliena sono ancora parecchio rudi verso PK, ma chi di noi non ha un amico apparentemente scontroso, che però farebbe qualunque cosa pur di aiutarci quando ne abbiamo davvero bisogno? Insomma, non è poi così grave lo sfondamento di un vetro della Ducklair Tower in
Le sorgenti della luna, se poi, nella stessa storia, Xadhoom versa calde lacrime quando si trova a volere friggere PK, che ritiene erroneamente coolflamizzato, per evitargli una (secondo lei) ben grama esistenza quale schiavo degli evroniani.
Ma è nell’accoppiata
Stella Cadente – Metamorfosi che la psicologia di Xadhoom ci viene rivelata al meglio, e ci rendiamo conto noi lettori di come solo Paperinik, oltre a noi stessi, abbia capito quanto l’aliena sia molto di più di quel che lei stessa crede di essere: Xadhoom, quando parla di sé stessa, non fa altro che considerarsi la vendetta vivente causata da un senso di colpa strisciante; ma Paperinik la vede già come un essere ancora capace di provare ben altri sentimenti, oltre all’odio ed al rancore.
La frase finale di
Metamorfosi, numero che segue al bacio “bollente” dalla Xerbiana al papero per ringraziarlo d’averle salvato la vita in
Stella cadente, ben ce lo rivela: all’osservazione di Uno secondo la quale Xadhoom non è in grado di trasformarsi in Xado perché non è capace di controllare le sue emozioni, PK ribatte in sostanza (grazie, Enna, per la tua alta poesia in queste cose) che l’aliena potrebbe certamente farcela, se solo avesse un poco di fiducia in sé stessa. E questo dimostra ancora una volta di più quanto l’amicizia tra gli eroi sia diventata gigantesca, posto che PK arriva a conoscere Xadhoom meglio di quanto lei non conosca sé stessa, dandole la forza di continuare a vivere dopo un’esperienza fortemente traumatica come quella vissuta in
Metamorfosi. E soprattutto, PK dimostra di avere una fiducia cieca nei confronti della Xerbiana, come solo un vero amico saprebbe fare. Xadhoom capisce tutto questo, ed il suo ringraziamento finale a PK altro non è se non la conferma che la fiducia dell’amico è molto ben riposta. E soprattutto è per la ragazza la conferma, qualora ne avesse avuto di bisogno, che la sua solitudine è finita.
Se poi, le prime due parti della trilogia di Xadhoom poco aggiungono in questo senso, come ho già evidenziato è in
Sotto un nuovo Sole che la psicologia della nuova Xadhoom letteralmente esplode. Ormai la Xerbiana sa che la sua ricerca è finita, che parte del suo popolo è scampato, e che potrebbe semplicemente limitarsi ad aiutare i suoi a trovare un nuovo pianeta dove stanziare, vicino ad un sole (grazie, Vertighel); ma l’aliena sa anche che di questo popolo di cinici, interessati solo alla loro sopravvivenza anche a scapito di sconosciute specie aliene (per me la cosa era davvero voluta dallo sceneggiatore Alessandro Sisiti), non fa più parte, non solo per questioni “fisiche”, ma anche perché i valori nei quali Xadhoom crede sono cambiati e non sono più quelli del suo popolo. Xadhoom è diventata un’eroina a tutto tondo, che ha compreso come un’esistenza non possa reggersi solo sulla vendetta e sui sensi di colpa: condivide ormai gli ideali di Paperinik (definito dalla stessa come “un vero amico” che la ha aiutata a superare i momenti più difficili) e non quelli dell’apparentemente perfetto, ma sotto sotto egoista, popolo di Xerba. Eppure l’aliena non esita a sacrificarsi pur di aiutare questo popolo che quasi la disprezza ormai, non accettando il suo cambiamento di valori, perché nella sua mente questa è l’unica cosa giusta da fare, la sola che un eroe come PK farebbe. PK è anche il solo che comprende il dramma di Xado, ed è l’unico che apparirà davvero psicologiamente sconfitto alla fine dell’avventura. Potrebbe forse fermare Xadhoom, la sua amica del cuore, in nome del loro legame d’amicizia, ma non lo farà, appunto perché dentro di sé ha capito le motivazioni della ragazza, preferendo perderla piuttosto che condannarla ad un eventuale successivo suo rimorso per non avere fatto quel che lei riteneva corretto, per quanto difficile sia stato accettare tale decisione per il vecchio mantello tarlato.
Ancora, Paperinik proverà a fare di tutto per recuperare la coscienza dell’amica intrappolata nella cartuccia di memoria evroniana nell’ultima apparizione di Xadhoom,
Nell’ombra. Lo vuole fare per lei e per sé stesso, in nome del loro legame d’amicizia, che lo spinge a voler dare all’eroica aliena una seconda possibilità, anche per recuperare quella parte di sé stesso che Paperinik sente di avere perso, senza però che ciò possa in alcun modo essere letto come un atto di egoismo. Quando alla fine, però, il nostro papero capirà che non c’è più nulla da fare per riavere con sé la sua amica, a lui non rimarrà altro che versare calde lacrime durante il ritorno sulla Terra dopo l’attacco alla nave dei mercenari spaziali, perché quella che è stata la sua migliore amica (assieme a Lyla) lungo la storia non era e non poteva essere più al suo fianco. Complimenti a Macchetto e Pastrovicchio per questo struggente addio, al termine del quale tutti noi abbiamo compreso quanto PK abbia pianto per la perdita di Xadhoom, pur avendoci mostrato il dramma del papero mascherato solo in una mezza vignetta dell’ultima pagina.
Ed ammettiamolo: la grandiosità del personaggio di Xadhoom è dimostrata dal fatto che una lacrimuccia di commozione è scesa anche sulle guance di noi lettori, che, al di là degli scenari spaziali e delle guerre galattiche, abbiamo certamente vissuto il dramma di perdere una persona alla quale eravamo legati in modo apparentemente indissolubile, non tanto per la scomparsa di quest’ultima, ma perché le circostanze della vita ci avevano allontanati, per qualche arcana ed inspiegabile ragione, da lei.
Ancora una volta il fumetto di PK ha parlato ai nostri cuori come ben pochi altri hanno fatto, ed è proprio la presenza di personaggi come Xadhoom che ha fatto di PK un capolavoro: perché, se spogliamo i detti personaggi delle loro caratteristiche eroistiche e dei loro superpoteri, essi altro non sono se non una proiezione di noi stessi, che in quei personaggi ci ritroviamo, che in loro viviamo le nostre esperienze e che tramite loro ne facciamo di nuove senza neanche allontanarci dal divano di casa, traendo tante lezioni di vita da sessanta pagine di tavole illustrate e dialogate.
Come sempre, aspetto commenti sull’idea in sé di fare queste recensioni, nonché sulla recensione stessa.
PS per chi non segue Evangelion, sperando che sia l'ultima citazione che mi sfugge: la lancia di Ronginus è un giavellotto a doppia punta, lungo una quindicina di metri, fatto di un materiale più duro del diamante, che spezza qualsiasi cosa o campo energetico: capirete quindi che, se qualcuno ve lo scaglia addosso, non è una cosa molto piacevole!