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Topolino 3239

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Cornelius
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    Re:Topolino 3239
    Risposta #15: Venerdì 22 Dic 2017, 15:10:54
    Al di là della simpatia, questa cover con troppo spazio agli strilli ha tolto la giusta atmosfera che invece si poteva dare in questo periodo

    Non è solo lo strillo in se ma anche la Ziche che trovo ottima nei suoi 'Che Aria tira' e buona nelle storie che illustra ma inadatta alle copertine. Questa in particolare, fra un Albero di Natale che prende tutta la pagina, la classica e affollata schiera di facce attonite e lo zione in primo piano (aggiungiamoci lo strillo-baloon molto scritto) è sicuramente una delle più brutte cover natalizie mai pubblicate (forse proprio la più brutta: trovatemene altre peggiori).

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    Andy98
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      Re:Topolino 3239
      Risposta #16: Venerdì 22 Dic 2017, 15:13:18
      Le ultime due storie sono veramente imbarazzanti anche per gli standard a cui siamo stati abituati di recente (ovvero di storie che non hanno grosse pretese al di là dell'intrattenere quei cinque minuti necessarie per leggerle): la storia di Manetta e di Rock Sassi porta avanti quella "scuola di pensiero" che concepisce i due sopracitati come degli imbecilli incapaci, e per di più si perde a metà con delle soluzioni incoerenti con quelli che erano i presupposti di partenza; senza contare, inoltre, che durante tutta la lettura è facile respirare quell'atmosfera di situazione trita e ritrita senza alcuno sviluppo accattivante (forse l'unico punto curioso sarebbe stato rendere i bambini autori del furto, e invece si tira fuori un colpevole dal nulla e che diventa scontato dal primo istante in cui viene introdotto). La storia di Paperina e Paperoga, invece, oltre che essere anti-natalizia al punto giusto (con la pretesa, poi, di portare un messaggio "simpatico" e raccontato col sorriso!), parte con uno spunto veramente sciocco (quando l'autore avrebbe potuto utilizzarlo per fare ironia sul consumismo che abbonda in questo periodo dell'anno) per non raccontare assolutamente niente, con una Paperina usata male nella sua sfumatura "egoista". Solitamente l'accoppiata Paperina-Paperoga è una valida alternativa ai duo Paperino-Paperina e Paperino-Paperoga, tuttavia si poteva addirittura fare una storia corale e sicuramente migliore del pasticcio illogico che è stato imbastito da Venerus, che in questo periodo mi pare abbia saputo sfornare in passato delle storie di ben differente qualità.

      Le storie a bivi sono per me un puro divertissement e nulla di più, non mi piace l'idea che il lettore debba giocare al posto del personaggio e fallo recitare secondo le sue scelte personali: per questo c'è l'immaginazione, che è sconfinata e sicuramente non esaurisce le molte (coerenti) casistiche possibili. Perché spesso il rischio è proprio quello di snaturare il personaggio pur di rendere possibile un ipotetico svolgimento.

      Evito di considerare la breve su Frozen e passo oltre.

      Temevo, infine, che il Nuovo canto di Natale fosse, in pura atmosfera "manierista", una strizzata a quella che era la storia in costume martiniana, e invece è proprio una rivisitazione moderna del breve romanzo di Dickens. Tuttavia non riesce comunque a sottrarsi da una piattezza assolutamente snervante e da una modernizzazione che, purtroppo, deve tenere conto delle solite limitazione imposte dall'alto. Oltretutto, pur adorando la genealogia imbastita da Don Rosa, non ho gradito le palesi strizzate alla famiglia di Paperone, ma forse è tutta l'atmosfera di buonismo costante a non rendermele gradite (purtroppo quella "magia" del Natale si fa sempre più distante...). Quando Topolino poteva giocarsi una carta preziosa in un periodo del genere ha scelto, piuttosto, di rappresentare nuovamente il Natale come quell'unico giorno dell'anno in cui, in maniera idealizzante, sono tutti amici l'uno con l'altro e si vogliono tutti bene indipendentemente dalle proprie avversità. Peccato che, come al solito, la distanza dalla realtà sia esponenziale, ormai... Non dico che la storia avesse dovuto dipingere una Paperopoli grigia e piena di odio, però non c'è mordente né contatto con la vicenda, non c'è incisività nel messaggio che intende comunicare.
      « Ultima modifica: Venerdì 22 Dic 2017, 15:58:21 da Andy98 »

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      Lucandrea
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        Re:Topolino 3239
        Risposta #17: Venerdì 22 Dic 2017, 16:00:18
        Al di là della simpatia, questa cover con troppo spazio agli strilli ha tolto la giusta atmosfera che invece si poteva dare in questo periodo

        Non è solo lo strillo in se ma anche la Ziche che trovo ottima nei suoi 'Che Aria tira' e buona nelle storie che illustra ma inadatta alle copertine. Questa in particolare, fra un Albero di Natale che prende tutta la pagina, la classica e affollata schiera di facce attonite e lo zione in primo piano (aggiungiamoci lo strillo-baloon molto scritto) è sicuramente una delle più brutte cover natalizie mai pubblicate (forse proprio la più brutta: trovatemene altre peggiori).

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        Kim Don-Ling
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          Re:Topolino 3239
          Risposta #18: Venerdì 22 Dic 2017, 16:01:43
          Quando a Lucca la De Poli parlò di un nuovo Canto di Natale, con zio Paperone alle prese coi social eppure perfettamente credibile nella parte oggi come 70 anni fa, devo dire che ero poco convinto della bontà delle sue affermazioni. Due mesi dopo, sono qui non solo a ricredermi, ma a fare i complimenti alla coppia Bosco Ziche per questo Canto di Natale 2017.
          La trama è tutto sommato semplice, ma proprio partendo dalla semplicità dell'assunto di base del Canto di Natale, viene perfettamente innestato un contesto attuale che, guardando agli odierni rapporti umani che intercorrono via social, appare meno banale e più ricco di spunti di quanto potrebbe sembrare alla prima occhiata.

          Il nuovo Canto di Natale è così il pezzo forte di un numero il cui resto, purtroppo, non è altrettanto riuscito. La breve di Frozen è più presentabile rispetto alle DuckTales, pur con una trama di una esilità incredibile, però mi piace trovare una breve con personaggi dei Classici a fianco dei due universi di paperi e topi sempre sfruttati in ogni possibile circostanza.
          La storia a bivi, che pure a molti è piaciuta, a me non ha convinto molto... bello il finale toccante, divertente la cornice del Polo Nord, ma le altre strade mi hanno un po' deluso.
          Delle altre due storie, poi, poco da salvare. La storia di Manetta e Rock Sassi mi ha letteralmente confuso e non ho capito la soluzione del mistero alla prima lettura, perché mi sembrava estremamente contorta. Quanto a Paperina e Paperoga, è stato un crescendo di illogicità che ha quantomeno portato a un finale carino, per quanto preceduto da pagine e pagine che mi hanno lasciato perplesso.

          In conclusione, è un libretto che mostra come si possano ancora fare buone storie, con personaggi che osserviamo da decenni e che sanno ancora muoversi nel mondo di oggi; ma purtroppo, tante altre storie non raggiungono la qualità che ogni lettore spera di trovare ogni settimana.
          "Se nato cigno nessuno ti trasformerà in avvoltoio"

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            Re:Topolino 3239
            Risposta #19: Sabato 23 Dic 2017, 23:32:37
            Ho avuto la netta impressione che nella storia di Manetta quello fosse un orfanotrofio e che sia stato cambiato in un Centro Sportivo solo in seguito. Altrimenti alcune cose non hanno senso
            Ranocchiate, il webcomic ranocchioso: http://www.shockdom.com/webcomics/ranocchiate/

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            Thomas
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              Re:Topolino 3239
              Risposta #20: Lunedì 25 Dic 2017, 19:06:49
              Topolino e il pupazzo perduto conferma la bravura di Vito Stabile, a suo agio anche nelle storie a bivi, che credo non siano semplici da gestire. Buona l'idea dell'antefatto e dell'epilogo, che fanno da cornice alla storia; bella anche la partecipazione dello zione come ospite speciale. Voto 8

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              Cornelius
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                Re:Topolino 3239
                Risposta #21: Lunedì 25 Dic 2017, 23:45:27
                ZIO PAPERONE E IL NUOVO CANTO DI NATALE
                Il Gigatron di Archimede ha diverse caratteristiche, tecnologiche e oniriche: queste ultime permettono a Paperone di rivedersi bambino (con i suoi familiari), giovanotto (con la sua 'fiamma') ma anche di vedere cose future (il famigerato 2117, già conosciuto nella nuova Storia e Gloria) e permettono agli autori (qualora ce ne fosse bisogno) di calcare la mano sui buonismi natalizi. Se un tempo l'eterogeneità degli ospiti alle cene o ai pranzi di Natale era data dall'incontro fra paperi e topi, adesso è caratterizzata dalla presenza di 'buoni' e 'cattivi': vedere invitare al Deposito Rockerduck e Nonno Bassotto (due acerrimi nemici dello zione), oltre che Brigitta (ma questa è un'altra storia), più che a 'spirito natalizio' fa pensare a 'masochismo spirituale'.

                TOPOLINO E IL PUPAZZO PERDUTO
                Il bivio 'stabiliano' convince anche se, di base, continuo a non sopportarlo. Per me le storie di 'Topolino' e i suoi protagonisti sono cose 'serie', con una loro 'spina dorsale' (quando c'è) fra soggetto e sceneggiatura: mi diverto così e non con il giochino dei bivi (per quanto contraddittorio possa sembrare ciò). Però Vito riesce a dare una 'spina dorsale' anche al bivio o meglio, più 'spine dorsali', con un prologo ed un epilogo 'esterni' alla storia e una 'bizzarrometa' che è sicuramente un accennato ma geniale filo conduttore. E inserisce, in una storia topesca, il 'suo' Paperone in uno dei bivi più divertenti. Come scritto in altre occasioni, il nuovo autore ha già un 'tocco' speciale, quello di un (giovane) maestro.

                Olaf - Gara di slitta con sorpresa
                Sicuramente una sorpresa quella di trovare una breve dal cartone Frozen, un mondo che non conosco. Belli i disegni di Cangialosi e Razzi come la composizione delle tavole. Ottimi i colori di M.C. Di Genova

                MANETTA, ROCK SASSI E IL NATALE IN GIALLO
                Più che buonismo natalizio qui vedo una certa ipocrisia nel non dare il giusto nome a determinati istituiti (come già fatto notare) e dove la beneficenza è organizzata solo su idea di Rock Sassi per risolvere un caso, dunque un mezzo per arrivare al fine e non un fatto positivo di per sé (d'altronde il fine giustifica i mezzi, come si suol dire).

                PAPERINA, PAPEROGA E IL PACCHETTO PACCHIANO
                Paperina continua a prostrarsi nei riguardi delle sue conoscenze nobili, sperando sempre di entrare nelle loro grazie (e nei giri che contano).
                Per il suo scopo anche Paperoga gli diventa simpatico (quando di norma non lo calcola) e lo sfrutta per arrivare ad un (per lei) entusiasmante finale.
                Ciò non toglie che anche per il papero col pon pon ci possano essere dei vantaggi, almeno all'inizio (finché dura).
                « Ultima modifica: Martedì 26 Dic 2017, 00:12:58 da Cornelius Coot »

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                Thomas
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                  Re:Topolino 3239
                  Risposta #22: Martedì 26 Dic 2017, 11:29:59
                  MANETTA, ROCK SASSI E IL NATALE IN GIALLO
                  Più che buonismo natalizio qui vedo una certa ipocrisia nel non dare il giusto nome a determinati istituiti (come già fatto notare) e dove la beneficenza è organizzata solo su idea di Rock Sassi per risolvere un caso, dunque un mezzo per arrivare al fine e non un fatto positivo di per sé (d'altronde il fine giustifica i mezzi, come si suol dire).

                  Credo che Rock organizzi la raccolta fondi al solo scopo di aiutare i bambini; solo in seguito, in modo casuale, scopre il legame tra l'istituto e il furto.

                  *

                  Piumo Anatracci
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                    Re:Topolino 3239
                    Risposta #23: Giovedì 28 Dic 2017, 07:26:22
                    Quando a Lucca la De Poli parlò di un nuovo Canto di Natale, con zio Paperone alle prese coi social eppure perfettamente credibile nella parte oggi come 70 anni fa, devo dire che ero poco convinto della bontà delle sue affermazioni. Due mesi dopo, sono qui non solo a ricredermi, ma a fare i complimenti alla coppia Bosco Ziche per questo Canto di Natale 2017.
                    La trama è tutto sommato semplice, ma proprio partendo dalla semplicità dell'assunto di base del Canto di Natale, viene perfettamente innestato un contesto attuale che, guardando agli odierni rapporti umani che intercorrono via social, appare meno banale e più ricco di spunti di quanto potrebbe sembrare alla prima occhiata.
                    Mi sento di condividere ogni tua parola, virgola, spazio.

                    In prima lettura mi aveva colpito pochino e lasciato un senso di nostalgia verso i bei tempi andati e la magia del Natale e "eeeh, noi che abbiamo vissuto gli anni '80" e "ohccom'erabelloTopolinounavolta" (plausibile che io sia ormai divenuto un vecchio scarpone inacidito), in seconda la rivisitazione assume un suo perché.
                    Forse si poteva essere meno concisi durante i viaggi nel tempo che fu, che è e che sarà, rendendo la narrazione meno frenetica, allungando la storia (non il brodo).
                    Immagino che per avere una sessantina di tavole la Panini avrebbe diviso la storia in un prologo di una pagina, una prima parte, una seconda parte in modo da vendere tre copie anziché una. Strano che non ci abbiano pensato...
                    Grunf.
                    Maledette libellule!

                    *

                    Topolino08
                    --
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                      Re:Topolino 3239
                      Risposta #24: Giovedì 28 Dic 2017, 16:43:54
                      Il numero natalizio di Topolino si preannuncia da molti anni a questa parte come uno dei più interessanti e ben riusciti della stagione, complici atmosfere e situazioni di evidente natura che arrivano a toccarci nel profondo, coinvolgendoci nei canonici festeggiamenti magari insieme a parenti o amici per costituire l'ideale quadretto famigliare tanto caro all'artista, ma anche ahimè al brand di un'azienda. Il concetto di "Natale" ha infatti perso col tempo il suo vero significato di celebrazione religiosa radicata agli statuti teologici, diventando purtroppo l'ennesima fonte di lucro per multinazionali e speculatori nonché la prova più evidente di come il consumismo imperversi nella società moderna.
                      Nelle ultime occasioni il suddetto Topo di Natale medio si prefiggeva di rappresentare un piccolo dono per quanti l'avessero acquistato, un gentile omaggio al quale rifiutare era pressoché impossibile data la bontà di iniziativa che, nella sua limpida artificiosità, appariva quasi sincera. A testimonianza del fatto anche le storie in esso contenute erano di stampo natalizio nel vero senso del termine, cercavano ovvero di trasmettere al lettore (o ai lettori sempre intercalando il discorso in un ideale collettivo) quel senso di spirito natalizio basato su rinunce, condivisioni e affetto. Così facendo quanto ne derivava riusciva a comunicare una morale piacevole e il più delle volte credibile (questo esempio dovrebbe chiarire ogni dubbio) oltre che a intrattenere il consumatore con trame e svolgimenti degni del miglior periodo del settimanale.

                      Nel volumetto della passata settimana ritroviamo quell'idea di "armonia" davvero in pochissimi spunti, dato che il resto incarna molto chiaramente anche se a tratti implicito il problema del consumismo sovraesposto, tanto che a brillare sono i primi due racconti proposti, ancora una volta i migliori dell'albo. In questi ultimi però persistono comunque molteplici handicap che li rendono imperfetti e non del tutto convincenti sotto certi aspetti e che ora cercherò di analizzare.

                      I pregi essenziali di Zio Paperone e il nuovo Canto di Natale sono racchiusi nell'idea di fondo (rivisitare in chiave moderna uno dei migliori lavori di Dickens) e nel bello svolgimento, pieno di citazioni argute a fatti/eventi/persone di barksiana memoria. Il viaggio dello Zione in una realtà psichedelica contornata di ricordi è ben condotto da Marco Bosco che riesce a estrapolare dall'opera originale i valori etici fondamentali che la animano, riadattandoli al target della rivista e all'atmosfera cibernetica della nostra quotidianità. Dal canto suo Silvia Ziche alleggerisce un plot già di suo terso e pacato con le solite rappresentazioni sì semplicistiche ma sempre efficaci ed evocative.Naturalmente l'episodio della giovinezza scozzese non sarebbe mai stato preso in considerazione da un Don Rosa per il racconto della vita del personaggio men che mai quello nel Klondike, ma questi e altri riferimenti al trascorso paperoniano sono senza dubbio molto intriganti dal momento che ci offrono i frutti di una scuola di pensiero finalmente diversa dall'autore sopracitato. Un'ipotetica idea di continuity viene fra l'altro conservata con la motivazione onirica finale, non proprio eccelsa ma convincente. Qualche novità in fondo non guasta mai. I difetti si ritrovano infatti non tanto a livello tecnico (è l'ennesima prova più che discreta della coppia Bosco-Ziche, non dimentichiamolo) quanto a livello morale. Il fatto che una festa cristiana qual è a tutti gli effetti il Natale venga abolita in concomitanza della rimozione dei canonici doni sottolinea infatti ancor di più quell'ideologia buonista nei confronti di tale festività, tanto da depauperarne le genesi. Un peccato in tal senso, dato che l'intera sequenza tende a limitare gli ottimi acuti delle tavole precedenti, proprio in dirittura di arrivo.

                      Anche Topolino e il pupazzo perduto di Vito Stabile, con il suo titolo quanto mai ingannevole riesce a strappare qualche acuto (pregevole il riferimento al Canto di Natale cinematografico) senza però convincere fino in fondo questa volta su un piano tecnico/contenutistico. Malgrado lo sceneggiatore riesca a spaziare tra i vari generi di bivi e quindi di possibili conclusioni alcuni di essi risultano incoerenti con altri e i fatti di base narrati, teoricamente comuni per tutti i finali, tendono a non ripresentarsi in certi casi. Di riflesso la trama resta monca e a tratti addirittura confusa. Se a questo sommiamo l'evitabile cornice lappone e alcune prospettive non proprio eccelse di un Mazzarello in calo appare evidente come una storia valida dai sani principi possa apparire snaturata pur consapevole dei suoi obiettivi "domestici": intrattenere e far sorridere, cosa che accade in diversi punti.

                      Come già detto il resto dell’albo (due storielle di media lunghezza) personifica il concetto consumistico dell’introduzione in una visuale davvero scarsa non solo tecnicamente. Tra i troppi difetti figurano palesemente l'out character di Manetta e Rock Sassi nel Natale in giallo e l'assenza di un vero filo logico alla base del Pacchetto pacchiano, ma sono solo alcuni dei tanti obbrobri presenti.
                      Di fronte a tanta pochezza non tengo parole.

                      *

                      Max
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                        Re:Topolino 3239
                        Risposta #25: Venerdì 29 Dic 2017, 14:41:39
                        Un numero tutto sommato buono anche se in occasione del Natale mi sarei aspettato qualcosa di più dalla copertina, se non un effetto speciale almeno un'illustrazione più memorabile. Non dimentichiamo infatti che la settimana in cui è uscito è fra le più favorevoli alla vendita, perciò con le loro ampie tirature il numero natalizio e il Natalissimo sono dei veri e propri biglietti da visita per il fumetto Disney.
                        Il nuovo Canto di Natale parte da un'idea bella e riuscita, ma poco sfruttata a mio parere. La storia avrebbe potuto essere ben più lunga e profonda. Credo sia da apprezzare la citazione donrosiana di Fergus, Piumina, Matilda e Ortensia (i colori, però, sono terribili: possibile che prima di andare in stampa nessuno si sia accorto che la casacca del Klondike di Paperone è rossa/marrone e non certo verde, che Matilda è bionda e via dicendo?). Al netto degli strafalcioni cromatici, comunque, resta un caso fortunatamente non isolato di "riconoscimento ufficiale" di quella continuity di cui tanto si è parlato.
                        Per il resto, sorprende la carenza di giochi, oltre alla faccia tosta ( ;D non riesco a chiamarla diversamente) di voler far passare un orfanotrofio per un centro sportivo, in cui i bambini (che di sportivo non hanno nemmeno l'ombra, al pari dell'edificio) dormono a ridosso del Natale "in vista della trasferta sciistica del giorno dopo". Dai, su.

                        *

                        Dippy Dawg
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                          Re:Topolino 3239
                          Risposta #26: Lunedì 8 Gen 2018, 22:42:47
                          Può darsi che sia perché avevo temporaneamente spento il cervello, però... devo dire che le ultime due storie non mi sono dispiaciute del tutto!
                          Probabilmente, le ho prese per quello che sono: delle storielle quasi senza trama, basate sulle gag (soprattutto visive), da leggere senza farsi troppi problemi!
                          Certo, non sono storie di questo tipo che fanno la spina dorsale di una pubblicazione come Topolino, ci vorrebbe ben altro... :(

                          Comunque, c'è una cosa che ho apprezzato moltissimo di questo numero: a parte il cameo nella storia di Vito, si può notare la sostanziale assenza di Babbo Natale!
                          Visto che quella che dovrebbe essere la ricorrenza della "Natività di Nostro Signore" (non lo dico io, lo dicono tutti i calendari!) è diventata un'inutile festicciola che serve solo per fare regali e cenoni, trovo giusto che non venga rappresentato neanche quello che è il simbolo per eccellenza del Natale laico e consumistico!
                          Io son nomato Pippo e son poeta
                          Or per l'Inferno ce ne andremo a spasso
                          Verso un'oscura e dolorosa meta

                          *

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                            Re:Topolino 3239
                            Risposta #27: Martedì 9 Gen 2018, 16:52:08
                            [...] c'è una cosa che ho apprezzato moltissimo di questo numero: a parte il cameo nella storia di Vito, si può notare la sostanziale assenza di Babbo Natale!
                            Visto che quella che dovrebbe essere la ricorrenza della "Natività di Nostro Signore" (non lo dico io, lo dicono tutti i calendari!) è diventata un'inutile festicciola che serve solo per fare regali e cenoni, trovo giusto che non venga rappresentato neanche quello che è il simbolo per eccellenza del Natale laico e consumistico!

                            Il Natale è una festa preesistente al Cristianesimo, anche nel nome, dato che prima in molte zone del mondo si festeggiava in corrispondenza del solstizio d'inverno la "rinascita del sole", ovvero l'inizio di un nuovo ciclo in cui le giornate riprendevano ad allungarsi dopo aver toccato il minimo annuale di ore di luce: i latini lo chiamavano "Natalis Solis". Oggi c'è il Natale cristiano, religioso, ma anche un Natale laico ma non per questo meno degno di considerazione: è quello da sempre festeggiato dai personaggi Disney, fra i cui simboli oltre al Babbo Natale c'è anche l'albero, ed in cui non necessariamente il consumismo deve essere un elemento fondamentale, ma può essere benissimo vissuto come festa di convivialità e serenità familiare, come effettivamente avviene in genere a Paperopoli e Topolinia, e negli anni '50 era addirittura occasione quasi unica di incontro fra i due universi.

                            *

                            Gancio
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                              Re:Topolino 3239
                              Risposta #28: Mercoledì 17 Gen 2018, 12:07:22
                              Il Natale è una festa preesistente al Cristianesimo...
                              Ecco, mancava giusto qui l'illuminato di turno venuto a dissipare le nebbie dalle menti dei poveri stolti.
                              Sei un po' in ritardo rispetto alla media dei tuoi colleghi, ma l'intenzione resta comunque apprezzabile, grazie di cuore!

                              i latini lo chiamavano "Natalis Solis".
                              Semmai è Dies Natalis Solis Invicti,
                              traducibile come "Giorno di nascita del Sole Invitto" (nel senso di invincibile, mai sconfitto).

                              ma anche un Natale laico ma non per questo meno degno di considerazione

                              "Natale Laico" è una contraddizione in termini, un'aberrazione logica.

                              Oggi il Natale è una festività cristiana, non ha altri significati.
                              Ma anche a voler ritornare alle origini, il solstizio d'inverno celebrava il momento in cui la notte più lunga si sposava col giorno più corto e da li partiva il rinnovamento del mondo attraverso i giorni che ricominciavano ad allungarsi: anche quella era - indiscutibilmente - una festività religiosa, è evidente.

                              Dunque non ha alcun senso parlare di "laicità" in correlazione al Natale.


                              ma può essere benissimo vissuto come festa di convivialità e serenità familiare,
                              Si ok, ma festa di cosa?
                              Le feste - storicamente - erano particolari giorni destinati alla celebrazione di determinate ricorrenze, quasi sempre di carattere religioso (non saprei se ve ne fossero di altro genere), ma comunque legate ad un qualcosa - appunto - da festeggiare.

                              Questo tuo "natale laico vissuto come festa di convivialità e serenità" di preciso cosa festeggerebbe?

                              L'unica risposta è quella consumistica... pranzi e cene (d'altronde, tu stesso parli di convivialità, immagino ben sapendo che il termine deriva dal latino convivium, cioè "banchetto"), regali e addobbi, e tutti i simboli quali Babbo Natale che nulla hanno da spartire col significato che concorrono a festeggiare, nulla.
                              « Ultima modifica: Mercoledì 17 Gen 2018, 15:26:59 da Gancio »
                              Tritumbani fritti!

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                              Solomon Cranach
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                                Re:Topolino 3239
                                Risposta #29: Mercoledì 17 Gen 2018, 12:35:17
                                Predicare bene e razzolare male, Gancio? Anche tu non mi sembra che ti stia ponendo in maniera molto diversa rispetto a Max.
                                Quanto al ritardo di Max, di nuovo non non mi pare che tu stia messo molto meglio: c'era davvero bisogno di riaprire una discussione ferma a otto giorni fa per scatenare un po' di sana polemica?

                                Mah, contento tu...
                                « Ultima modifica: Mercoledì 17 Gen 2018, 12:39:52 da Solomon Cranach »
                                « L'UNICA DIFFERENZA FRA LA FOTOCAMERA E NOI
                                È CHE LA FOTOCAMERA, QUESTA STUPIDA, NON SBAGLIA MAI,
                                MENTRE NOI SBAGLIAMO IN CONTINUAZIONE, IN OGNI DISEGNO.
                                ED È QUESTO CHE CREA LA MAGIA!
                                »

                                J. Giraud

                                 

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