Così come non esiste "l'opinione del Papersera", ma opinioni espresse sul Papersera o "Le recensioni del Papersera" bensì le recensioni pubblicate sul Papersera, non esiste "il paperseriano medio", ma esistono persone che - tra le altre cose - frequentano il Papersera.
Sarà il risultato di questo sondaggio (interessante!) a dirci - in media - cosa acquistano i frequentatori del Papersera.
Tuttavia suggerirei attenzione su questo punto.
Se ad esempio leggo un articolo scritto da Tizio su un giornale, a meno che Tizio non sia un giornalista noto, non dirò "Tizio ha scritto" ma "il giornale ha scritto", inevitabilmente imputando al giornale l'opinione di Tizio, che il giornale in modo ugualmente inevitabile deve aver approvato prima della pubblicazione. Poi può darsi che l'editore in prima persona si discosti personalmente dall'opinione di Tizio, ma editorialmente l'ha avallata.
Nel nostro caso immagino che gli ottimi recensori del Papersera non abbiano ancora un proprio nome dotato di notorietà pubblica, il che facilmente potrebbe far dire a lettori esterni (cioè non utenti del Papersera) che 'il Papersera dice che...'.
Cioè all'editore - al di là delle responsabilità legali che derivano da quanto pubblicato - viene necessariamente e socialmente imputato il contenuto delle pubblicazioni, anche se firmate da articolisti, e ciò vale per qualunque tipologia di edizione (cartacea o virtuale, come siti web e specificamente blog o persino forum, dove è opportuna una moderazione. Anche Facebook e Google, pur non potendo verosimilmente avere tutto e sempre sotto controllo, sono tenuti a rimuovere contenuti offensivi o disdicevoli dietro segnalazione, il che evidenzia gli obblighi di sorveglianza e le relative responsabilità).
Il discorso riguarda cioè la percezione dei contenuti da parte dei soggetti esterni, che si limitano a prendere atto di ciò che leggono e di dove lo leggono.
Altro semplice esempio (ma non editoriale): vado a mangiare al 'Gambero Rosso' e dirò che si mangia benissimo o malissimo, pur senza conoscere nè riferire il nome dei cuochi (a meno che non siano master chef!), imputando al ristorante la qualità del servizio.
Circa il "il paperseriano medio", in definitiva non è altro - come dicevi - che la media dei frequentatori del Papersera, non la vedrei 'compromettente' come espressione. Ovviamente IMHO.