La storia di Casty procede bene, come ci ha abituati l’autore. Non sarei però così rigido come alcuni di voi nei giudizi; è vero, la seconda puntata scorre via più velocemente della prima, ma mi sembra più un errore di prospettiva, che altro. Se la seconda puntata fosse stata letta nell’albo precedente, come secondo tempo di un’unica storia, forse la sua “velocità” avrebbe destato meno fastidio. Letta come singola storia, invece, sembra avere una struttuta più veloce della prima puntata. Da rimarcare inoltre un’ottima resa dei personaggi, con un Bippo “one-shot” che sembra fare il verso a simili personaggi gottfredsoniani e che rimane subito nel cuore come fosse un personaggio di vecchia data.
Sulla storia della scomparsa di Zio Paperone non dirò molto, se non che segue la scia delle precedenti. Vedremo dove si andrà a parare.
Molto piacevole, seppur breve, la storia di Vito, con un Paperino alle prese con un duplice scontro con due vicini che non ricordo, a memoria, di avere mai visto insieme (sbaglio?). I disegni di Amendola rendono bene il clima “cittadino”, o “quotidiano”, se preferite, di questa storia.
Le ultime due storie, di Salati e di Panaro, mostrano infine quella che dovrebbe essere la base di ogni Topolino. Avventure ben strutturate, di solido mestiere, senza sbavature, che mostrano esperienze e avvenutre dei nostri personaggi. Anche delle variazioni sul tema possono risultare piacevoli: la solita e, un po’, (ab)usata coppia Paperino-Paperoga, qui, riconvertita in un Paperina-Paperoga, ne trae giovamento; il solito Paperino, abituato a fare da aiutante (spesso suo malgrado) di suo zio nelle ricerche di tesori sparsi per il mondo, mostra di poter svolgere da solo la stessa attività, sostenendo bene la storia.