Il titolo del topic è scherzoso, ma l'argomento è serio.
Innanzitutto voglio mettere la mani avanti: questo non vuol essere un topic ad personam, cribbio (citazione). Io espongo il mio caso - e chiunque oggi o domani si trovi in simile situazione può benissimo fare la stessa cosa - e penso possa essere utile anche per affrontare la questione da un punto di vista generale.
Come gli afecionados del forum forse sanno, ho qualche difficoltà a trovare la mia strada nella vita. Riassumendo in pochissime righe ho una laurea in Scienze della Comunicazione e ho lavorato in piccoli giornali e piccole radio. Sono senza lavoro da ormai tre anni, dopo un'intervento chirurgico che mi ha tenuto fermo per dei mesi. Sono tornato a posto ma non posso più fare lavori pesanti e portare pesi.
Perchè non trovo lavoro? Quello che so fare e ho fatto non interessa a nessuno. Al massimo ti offrono di collaborare gratis e purtroppo io di aria non posso vivere. Quello che non so fare sono disposto a impararlo ma a 31 anni nessuno vuole insegnartelo (e c'è anche da dire che quasi per ogni lavoro occorre un percorso di studi. Io ho fatto il mio e come ho detto porta a lavori che per la maggior parte non sono pagati). Quello che non c'è bisogno di imparare perchè chiunque è in grado di farlo, come scaricare le casse all'Esselunga, non lo posso fare perchè ho il midollo danneggiato.
Questo serviva solo a dare il quadro della situazione, non è di questo che vi voglio parlare.
A ottobre dell'anno scorso, non sapendo dove sbattere la testa, vengo casualmente a conoscenza della Green Card Lottery. Per chi non lo sapesse, è una lotteria che mette in palio ogni anno tot Green Card (credo 50mila). La Green Card è in pratica il permesso di soggiorno statunitense. Decido di partecipare, così, per gioco. Non lo avevo mai fatto. A maggio scopro che ho vinto.
Il primo pensiero è stato che cul... Però accanto all'euforia si è anche presentata la paura. Ad ogni modo ho compilato il questionario on line che è il passo successivo. Aver vinto infatti non significa essere certi di avere la Green Card.
L'altro giorno mi arriva un'email in cui mi fissano l'appuntamento per l'intervista col console americano. Questo è praticamente l'ultimo passaggio. E anche qui provo euforia e terrore.
L'appuntamento è per il 4 gennaio - che tra l'altro è il mio compleanno (sembra destino, a volerci credere) - e, anche se in ogni momento puoi decidere di rifiutare, a quel punto dovrei aver deciso. Se accetto, da quel giorno ho 6 mesi per andare in America.
I miei dubbi:
1) Il mio inglese fa pietà.
2) Qui non sto trovando alcunchè ma niente mi dice che lì andrà meglio
3) Io sono molto legato a mia mamma. Dal punto di vista affettivo mi strazia vivere lontani, da quello pratico lei dovrebbe trovarsi una casa più piccola, afforntando quindi da sola un trasloco e tenendo anche conto che la casa in cui viviamo ha comunque un affitto più basso del normale e non sarebbe facile trovarne una con un affitto ancora più basso
4) Vincere la Green Card significa avere diritto di vivere e lavorare permanentemente in Usa. Se da una parte è una botta di fortuna, dall'altra significa arrivare in un luogo che non conosci, che parla una lingua che non è la tua, senza un lavoro, senza conoscere nessuno, senza sapere niente di niente. Banalmente, dove dormi? Dove vai una volta fuori dall'aereoporto?
5) La nostra situazione economica è tutt'altro che florida. Se i problemi pratici che ho citato nel punto precedente ci sono, è ovvio che nel momento che hai qualche soldo sono più facilmente risolvibili.
Quello che invece mi spinge a partire:
1) Gli Stati Uniti mi hanno sempre affascinato. Lo so, quel che vediamo al cinema e in tv è diverso dalla realtà.
2) L'unico legame che ho qui è mia mamma. Non ho amici "veri" né fidanzata. Se fossi solo al mondo - non equivocate - non sarei qui a scrivere ma a fare la valigia.
3) Che nessuno si offenda, non ho mai nutrito il minimo patriottismo. Mi mancheranno le vie che percorrevo da bambino ma mi mancherebbero allo stesso modo se andassi a vivere in Piemonte. Non esiste per quel che mi riguarda un "mi mancherà l'Italia"
4) Con tutto il rispetto del mondo, non riesco a comprendere quelli che dicono (come è accaduto ad esempio per il terremoto di quest'estate) "sono nato qui e voglio morire qui". Li rispetto, ci mancherebbe. Facciano come vogliono. A me sinceramente l'idea di vivere in posti diversi mi piace di più (e sinceramente credo anche aiuti ad avere una certa apertura mentale)
5) E questo forse è il punto più importante. Se resto, a meno di avere un colpo di fortuna, siamo destinati al fallimento. Sono molto crudo e onesto. Farei fatica a dire queste cose dal vivo, perchè avrei paura di scorgere sguardi di pietà o commiserazione. Al computer parlare è spesso più facile. Cerco lavoro attivamente da due anni. Nel marzo del 2018 mia mamma andrà in pensione e con la sua pensione non potremo più pagare l'affitto (che come vi ho detto è più basso della norma). Da qui al suo pensionamento ci sono 15 mesi circa. Perdonatemi, ma trovo altamente improbabile che ciò che non è accaduto in due anni accada in questi 15 mesi. Capisco che sembra cinico come discorso ma è esclusivamente pratico. Andare in Usa e non farcela significa "fallire economicamente" tra sei mesi. L'alternativa è "fallire economicamente" tra 15. Solo che forse - dico forse - negli Usa c'è qualche speranza. A volte ho l'impressione che l'unica differenza sia che qui so che la strada è senza uscita mentre lì è allo stesso modo senza uscita ma ancora non lo so. Il fatto è che - a meno che accada quanto non accaduto in questi due anni, cose come ho detto alquanto improbabile - quello che temo possa succedere se andrò in America ho la certezza che accadrà - anche se tra un anno e mezzo circa - se resto in Italia.
Cosa ne pensate?