Che la Disney sia sponsor ufficiale del Pride è sicuramente un'ottima notizia. Non ricordo se in altre manifestazioni simili nel mondo sia mai stata coinvolta in maniera così diretta. Riguardo la 'quota arcobaleno' tra i lavoratori di Disneyland Shangai, la notizia mi lascia perplesso: rispetto alle quote rosa riservate alle donne in alcuni campi (tipo quello politico in paesi nordeuropei), dove la differenza di genere è evidente, qui dovrebbe esserlo meno. Non tanto per i trans o i trav (sono compresi anche loro tra i nuovi dipendenti?) o per le lesbiche riconoscibili per aspetto e atteggiamento maschili o per i gay riconoscibili da aspetto e atteggiamento femminili, ma più che altro per tutti quei ragazzi e ragazze gay che hanno un aspetto e un atteggiamento rispettivamente maschili e femminili.
Voglio dire: potrebbero esserci intrusioni di persone che, pur non essendo gay o lesbiche, facciano finta di esserlo per ottenere un posto di lavoro?
A meno che la direzione del parco non voglia una 'prova' confutata del loro orientamento sessuale ma ciò andrebbe contro una certa 'privacy', apparentemente in contraddizione con la scelta fatta. Al contrario, ragazzi e ragazze gay (ma anche uomini e donne, se non c'è un limite di età) con comportamenti rispettivamente maschili e femminili, potrebbero non essere creduti come tali se tra gli addetti alla selezione del personale ci fosse l'idea che gli uomini devono per forza essere effeminati e le donne mascoline.
Detto ciò faccio anch'io i complimenti a Tang. Paperparade scrive che è un peccato tu sia andato a vivere così lontano ma io, al contrario, penso che che sia stato un bene (non solo perché mi sembra tu stia vivendo benissimo l'esperienza e, egoisticamente parlando, per le monete donrosiane).
Come ambasciatore arcobaleno stai facendo e farai fare, insieme ai ragazzi locali, piccoli grandi passi al movimento LGBT cinese che, al momento, mi pare confinato solo nelle metropoli più grandi, Shanghai e Hong Kong e non so quanto Pechino, città più tradizionale (rapporto similare ad Israele con Tel Aviv e Gerusalemme - il diavolo e l'acqua santa - ma anche all'Italia con Roma e Milano - la città del papa e quella della moda).