Bruno Enna si dimostra un abile narratore ed un grande intrattenitore anche quando ha a disposizione un numero limitato di tavole.
Nelle sole venti tavole presenti in chiusura del numero in edicola da oggi e che fungono da presentazione alla storia vera e propria che comincerà a partire dalla prossima settimana, l'autore sardo è riuscito a tenere alta la mia attenzione e a farmi sentire attratto da quanto mi si stava raccontando oltre che a farmi divertire col suo stile ironico ma anche graffiante (vedasi la chiusura di Paperone riferita al rivale Duckan.
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Questa storia parte molto bene quindi dal punto di vista di una narrazione che si rivela essere intrigante e che mi solletica parecchio nel suo concentrarsi su un contest a sfondo televisivo che riguarda i megaricchi paperopolesi ed è molto, molto sfiziosa anche nel suo comparto grafico curato dal sempre ottimo Alessandro Perina.
E non so a voi, ma a me quel Bob Tycoon già da ora non me la conta giusta...
Mi posso pure sbagliare, ma ho il sentore che dietro questo sconosciuto riccone si possa celare, in realtà, l'identità di un certo Cuordipietra Famedoro.
Voi che dite?
Molto carina la breve di Rudy Salvagnini e Lucio Leoni che, in verità, è una storia che rimane più sul pensato e sull'ipotetico piuttosto che presentare una trama che si articoli in modo concreto e sempre tenendo i piedi per terra su solide basi realistiche.
Ma posso dire che l'ho parecchio apprezzata proprio in questo suo aspetto, che la rende dinamica ed un bel leggere, e dove la logica del pensiero proprio ed unico di Pippo si scontra inevitabilmente con il raziocinio più lineare di Topolino e viceversa, dando vita ad alcuni siparietti comici che ho gradito tanto nelle ipotesi irrealizzabili nel concreto quanto negli scambi di battute tra i due.
Mi ha poi colpito in positivo la storia di copertina (che mi piace particolarmente per il suo colore solare e vivace dello sfondo in cui sono immersi i personaggi) e ne ho apprezzato soprattutto la seconda parte rispetto alla prima.
A fine lettura, mi sono ritrovato abbastanza soddisfatto del senso di coralità che emerge nella storia così come mi è piaciuto il focus sulle due aspiranti GM ed ho provato una buona sensazione di coinvolgimento e di empatia nei confronti dei giovani protagonisti di questa vicenda che - da quanto ha annunciato il direttore - dovrebbe chiudere il ciclo di Vacca e Ferracina sulle Giovani Marmotte.
Sicuramente, la storia non la ritengo riuscita sotto tutti i punti di vista (l'intorpidimento degli adulti già discusso da Photomas mi trova concorde, così come la facile prevedibilità della "oscura mente" dietro al progetto di impossessarsi del celebre Manuale giusto per citare due esempi) ma, nell'insieme, devo dire che ho apprezzato questa storia.
Nonostante ciò un altro appunto lo voglio fare comunque: non ho capito perché ci fosse bisogno di attendere una nuova storia delle Giovani Marmotte per essere in grado di capire la funzionalità e il senso della "centrifuga albumizzante" inventata da Newton e che si rivela l'elemento-chiave di questa nuova storia.
Uno dei motivi per cui la precedente storia del ciclo - quella ambientata nella "Terra delle Nuvole" - mi aveva lasciato insoddisfatto era proprio il risultato di questo senso di inconcludenza per cui non c'erano elementi che mettessero il lettore al corrente del perché fosse stato inventato questo marchingegno e a quale scopo fosse realmente indirizzato.
È vero che si tratta di un ciclo di storie che naturalmente degli elementi in comune devono averceli ed è ovvio che sia così però non credo ci sia bisogno di dovere aspettare cinque mesi per capire un determinato aspetto di una vicenda uscita venti numeri prima e che giunge alla sua completa spiegazione dopo tutto questo tempo!
Sono a favore di una giusta autonomia per ogni singola storia che esce sul settimanale, per cui il fatto di lasciare dei punti troppo aperti quando si giunge alla fine di una storia mi lascia sempre interdetto e questo è un aspetto che, da parte mia, ci tengo ad evidenziare perché preferisco di gran lunga quando le storie hanno un loro carattere abbastanza indipendente che le faccia chiudere in maniera completa e autonoma senza il bisogno di coinvolgere avventure passate o future.
In merito a Foglie Rosse, invece, credo che si stanno costruendo le basi per un prosieguo della storia che può avere le sue giuste carte da giocarsi in termini di intensità e climax della vicenda.
Questo episodio è ancora transitorio e mi ha intrattenuto in modo sì sufficiente ma non mi sento ancora esaltato da quanto ho letto finora della serie dall'Interludio in poi.
Mi ha deluso il fatto che proprio quando ero arrivato ad un buon punto della trama che credevo venisse sviluppato maggiormente nel corso di questo stesso episodio mi sono invece ritrovato, nel giro di due pagine, alla sua tavola conclusiva lasciandomi spiazzato e inappagato visto che si è troncato quando avevo voglia di continuarne la lettura per saperne di più.