Il 25 agosto di 22 anni fa ci lasciava Carl Barks, alla veneranda etŕ di quasi cento anni. Aveva visto trascorrere un intero secolo, il XX, era stato testimone del radicale mutamento vissuto dalla societŕ, in nome di un progresso sempre piů esasperato. Tutto questo egli lo aveva trasposto nelle sue storie, con piglio satirico ed ironia ci aveva fatto riflettere su noi stessi, mentre leggevamo le sue meravigliose storie di Paperino, Zio Paperone...Proprio quest'ultimo personaggio, il piů celebre tra tutte le sue numerose creazioni e quello a cui l'autore era piů affezionato, da comparsa secondaria, destinata ad una sola storia, assurse in breve tempo al rango di protagonista, di fulcro attorno al quale non ruotavano solo le esistenze dei suoi nipoti, ma anche la stessa Paperopoli; una creatura dalla personalitŕ sfaccettata, imprevedibile, meravigliosamente umana. Una caratteristica che mi ha sempre colpito delle storie del Maestro dell'Oregon č infatti l'umanitŕ dei personaggi, che non appaiono come semplici macchiette, bensě come uomini in sembianze di paperi: i suoi protagonisti amano, soffrono, provano invidia, rancore, gelosia, sono generosi e taccagni, aridi o compassionevoli...Hanno quella mutevolezza e, al contempo, coerenza che li rende pari alle piů grandi personalitŕ delle opere di Shakespeare.
Carl Barks č giŕ stato ampiamente omaggiato e studiato qui sul forum, a lui sono stati dedicati interessanti e approfonditi articoli, e nella sezione delle storie le sue creazioni migliori sono giŕ state ampiamente discusse; ciononostante, trovo risulti utile aprire una discussione riguardante tutte le storie dell'Uomo dei Paperi, in modo da seguire il lusso costante della sua creativitŕ e ispirazione. Tramite questi post, esaminerň di volta in volta un periodo specifico della sua produzione: inizialmente la loro frequenza sarŕ abbastanza elevata, mentre in seguito, con la ripresa della scuola, i tempi si allungheranno, anche se mi riprometto di curarne almeno uno al mese. In conclusione, qualora la collocazione della discussione nel thread delle storie non dovesse essere appropriata, chiedo ai moderatori se possono spostarla. Grazie.
1942-1945: I primi anni
Dopo una proficua collaborazione con gli studios di Walt Disney per la realizzazione di numerosi cortometraggi, nel 1942 Carl Barks, allor quarantunenne, debutta nel mondo del fumetto e, per la precisione, in quello dei comic book , allora in fase nascente e di iniziale sviluppo. Fino ad allora, l'unico contatto avuto in precedenza per tale medium era consistito nella stesura dei soggetti per uno sparuto gruppo di strisce giornaliere di Donald Duck; la trama veniva poi sviluppata da Bob Karp e disegnata da Al Taliaferro.
Va perň detto che la prima storia di Barks non č un granchč, e non contiene neanche i paperi ai quali in seguito il Maestro dell'Oregon voterŕ la sua intera produzione. "Pluto salva la nave"(Pluto saves the ship), realizzata in collaborazione con Jack Hannah e Nick George per la sceneggiatura, e con i disegni di Bruce Bushman, mostra tutte le incertezze di un gruppo di autori che non ha ancora preso piena confidenza con questa modalitŕ di narrazione, e infatti, piů che un vero fumetto, questa storia rappresenta il tentativo di trasporre sulla carta le sequenze di un cortometraggio animato.
"Paperino e l'oro del pirata"(Donald Duck finds the pirate gold), apparsa sullo storico numero 64 del periodico antologico Four Colour Comics, rappresenta il vero e proprio inizio di quell'epopea fumettistica che porterŕ l'Uomo dei Paperi ad essere considerato il piů grande narratore del novecento. La trama intessuta da Harry Revees e Homer Brightman č semplice ma efficace( fin dai tempi di Stevenson, le cacce al tesoro dei pirati hanno saputo avvincere generazioni di lettori), ed č sorretta dall'ottima sceneggiatura di Bob Karp, che sa arricchire la vicenda con divertenti gag e situazioni di serio, se non mortale pericolo, accentuate da un'atmosfera a tratti cupa e minacciosa. Per quanto riguarda i disegni, essi sono suddivisi tra Barks e Hannah, autori rispettivamente delle tavole 1,2,5,12-40 e 3,4,6-11,41-64. Se il secondo appare incerto nel tratteggiare le fisionomie dei Paperi e presenta un tratto spoglio e privo di dettagli, l'allora nascente Maestro dell'Oregon si distingue per un disegno acerbo ma giŕ efficace, particolareggiato e dinamico nel raffigurare i vari comprimari.
"Paperino e l'anello della mummia"(Donald Duck and the mummy's ring)rappresenta la prima prova di Carl Barks come autore unico di una storia lunga. E subito rivela la sua classe insuperabile. La storia procede spedita, sull'onda di misteri inspiegabili e apparizioni inquietanti, che portano chiaro debito di ispirazione dal film The mummy di Boris Karloff, il tutto in un'ambientazione affascinante, raffigurata con maestria da Barks seguendo le illustrazioni del National Geographic. Peccato per il finale, un po' affrettato e che personalmente mi ha lasciato abbastanza deluso.
"Paperino e la scimmia"(Donald Duck in Too many pets ) , realizzata in collaborazione con Merril de Maris per la sceneggiatura, č una storiellina tutto sommato dimenticabile, con qualche momento apprezzabile ma nulla piů, e anche il tratto del Maestro mi appare piů affrettato del solito.
Si prosegue con "Paperino e l'oro gelato"(Donald Duck in Frozen gold), storia ambientata nel profondo nord e che vede come antagonista un'insolita versione di Pietro Gambadilegno, qui chiamato Bob la Volpe. Nonostante l'idea sia meno potente e intrigante della storia precedente, lo svolgimento rimane comunque eccellente: gag a ripetizione, situazioni di pericolo mortale per i nostri protagonisti e una sequenza memorabile:
Paperino che cammina cieco in mezzo ai ghiacci
. Ingredienti perfetti per una storia che non risulterŕ tra le migliori di Barks, ma rimane comunque una piccola perla.
"Paperino e il mistero della palude"(Donald Duck in Mistery of the swamp), l'ultima tra le "lunghe" di questo periodo, č quella che ho apprezzato di piů per il mirabile dosaggio di elementi che avvincono e invogliano il lettore a proseguire la storia: una palude misteriosa in cui avvengono fatti inspiegabili, un piccolo popolo nascosto al riparo di essa, una fuga rischiosa e mirabolante. Se a ciň si aggiungono gli ottimi disegni di un Barks in maturazione, ecco un'ottima vicenda destinata a rimanere negli annali del fumetto Disney.
Passiamo ora alle storie brevi, le cosiddette ten pages, destinate alla collana mensile Walt Disney's Comic and Stories. Contrariamente alle coeve lunghe, qui Barks non raggiunge fin da subito l'eccellenza. Le prime, infatti, sebbene di gran lunga migliori rispetto ad altre dimenticabili brevi che escono contemporaneamente, non riescono a mantenere ottimi livelli nell'intero arco della narrazione. Se di " Paperino e i corvi" trovo esilarante Paperino travestito da vecchietta che si getta in mezzo al campo da rugby, di "Paperino e il gorilla" apprezzo lo scontro papero-animale e di "Paperino e lo squalo" le baruffe con il predatore marino; se mi ha sempre divertito il cinismo di "Paperino aviatore" e le spassose contese "zio vs nipoti" di "Paperino e il grande trappolatore", "Paperino nel Far West" e "Paperino in Il cattivo perdente", esse non sono storie di cui posso dirmi completamente soddisfatto. A partire dalle successive ten pages l'Uomo dei Paperi affina lo stile e nascono quindi piccoli capolavori di comicitŕ: "Paperino e i buoni vicini"(che segna l'esordio di Jones con le fattezze che gli conosciamo, dopo la fugace apparizione in "Paperino aviatore"), "Paperino venditore di frullini", "Paperino sciatore", "Paperino e l'uomo di ferro", "Paperino chimico pazzo", "Paperino presenta I tre sporchi piccoli paperi" e "Paperino in meglio le ragazzine" hanno il ritmo indiavolato e spassoso tipico dei migliori cortometraggi, e si rivelano godibili anche ottant'anni dopo. Purtroppo, a questi gioiellini seguono storie piů opache, seppur godibili, come "Paperino al mare", "Paperino fotoreporter", "Paperino e il falco"e "Paperino equilibrista". In mezzo a queste, spiccano capolavori di comicitŕ quali "Paperino e il topo", dall'irresistibile ritmo a sketches da cortometraggio, "Paperino motorizzato" e soprattutto "Paperino numismatico", indimenticale nella sua spassositŕ delirante, perfettamente congegnata.