Il numero di questa settimana mi ha soddisfatto, rivelandosi una piacevole e godibile lettura.
La mia preferita è la storia che mi sono tenuto per ultimo in fase di lettura, ovvero "Il regno di cristallo", nuovo episodio della saga che vede protagonista il Capitano Nemo insieme alla sua ciurma di curiosi esploratori.
Questo primo episodio, sempre a firma della premiata ditta Artibani & Pastrovicchio, ha dalla sua una bella carica di mistero e di avventura. Le battute di Paperino/O' Quack e i simpatici siparietti comici che fanno capolino nella vicenda (vedasi la sequenza ambientata nella locanda) si inseriscono bene nella trama di mistero orchestrata da Artibani, dando vita ad un insieme molto apprezzabile e gustoso da leggere.
Un'ottima ripartenza per il ciclo che omaggia Jules Verne e i suoi racconti, che mi lascia curioso ed interessato riguardo ai punti aperti che lascia con sé questo primo capitolo di tre.
Le restanti storie (ben sei) si ripartiscono, per numero di pagine, tra brevi e storie di media lunghezza (dalle 20/24 tavole) e posso dire che le ho lette con piacere, senza trovare tra queste nessun "anello debole". Ho gradito la caccia al tesoro di stampo bucolico con i nipotini e Ciccio protagonisti nella storia ambientata alla fattoria di Nonna Papera, così come ho trovato piacevole la storia di Newton e Pico alle prese con lo studio della forza di gravità, vicenda che mi ha riscattato dalla lettura insipida e poco ispirata delle due storie precedenti del ciclo.
Per quanto prevedibile, ho trovato graziosa anche la breve con protagonista Kranz ben disegnata dalla giovane Giulia La Torre (una delle firme più "novizie" nel comparto grafico del settimanale) e le due brevi della serie Love Quack che, nella loro semplicità, mi hanno strappato qualche buon sorriso.
Trovo inoltre azzeccata la scelta di Intini e Ziche nell'alternanza grafica della serie e il fatto che l'autore del ciclo, Giorgio Fontana, abbia deciso (come afferma lui stesso nell'intervista a corredo delle storie) di spostare, di episodio in episodio, il punto di vista degli inizi della storia amorosa dei due paperi focalizzandosi una volta sul "bel marinaio" in blusa e l'altra sulla graziosa papera col fiocco rosso.
Infine, è stata molto piacevole la lettura della storia di chiusura.
Leggendo la firma di Moscato alle prese con Pippo immaginavo ci potesse essere un ritorno del preciso e raffinato bis-cugino Posidippo e così è stato. Ho gradito molto l'inserimento, nella trama, del personaggio di Orazio che ho trovato calzante ed appropriato nel suo utilizzo come controparte dell'inappuntabile Posidippo, vista l'attenzione che hanno entrambi per fare sì che tutto ciò che gli capiti sotto mano funzioni a dovere. Mi diverte sempre poi il vedere le reazioni di Pippo riguardo all'eccessiva smania del cugino di essere impeccabilmente perfetto in tutto, specie nella puntualità e nel soppesare in modo sistematico ogni passo della sua vita e ogni cosa lui faccia.
In questo caso nello specifico, il classico pippide amico del Topo dalle grandi orecchie si ritrova ad avere a che fare con un intero borgo di "precisini", per cui le sue reazioni all'eccessiva perfezione che vede e constata di persona in giro per il paese non possono che tradire una esasperazione e un netto distacco nel modo di vivere e di comportarsi che viene reso in maniera calzante dal tratto espressivo, dinamico e sempre bello a vedersi di Lucio Leoni.