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Topolino 3504 - Recensione di Paolo Castagno

Non c’è dubbio che la storia più attesa del Topolino 3504 – e anche la migliore del numero – sia la prima parte de Le avventure del Capitano Nemo: Il regno di cristallo di Francesco Artibani e Lorenzo Pastrovicchio che riprendono i protagonisti della “saga” di Pippo nei panni epici del capitano Nemo, affrancandosi per questo nuovo episodio dai racconti di Verne, pur mantenendo le atmosfere di fine Ottocento. Dalle tavole della storia si percepiscono infatti sia l’ottimismo derivante dalla rivoluzione industriale nell’Europa continentale, sia l’atteggiamento dei personaggi avventurosi ed entusiasti di avere a disposizione macchinari “futuristici” per intraprendere imprese meravigliose, come Pippo-Nemo con il suo radiocomando, o il loro misterioso nemico con macchine volanti e piovre robot (probabilmente ispirate graficamente alle sentinelle del film Matrix), o anche Paperino alle prese con il mini sommergibile. La trama procede speditamente ed è ricca di eventi, il racconto prende anche una piega drammatica in chiusura che crea egregiamente l’attesa per il prossimo episodio. Molto interessante l’uso della figura di Pippo, che riesce a spaziare – restando assolutamente credibile – dal consueto atteggiamento spensierato e sopra le righe, a quello deciso e razionale che il ruolo di capitano del Nautilus richiede. Simpatica la citazione del dottor Oss/Osso che riprende sì il personaggio di Verne de “Une fantaisie du docteur Ox”, ma strizza l’occhio al nostrano Dottor Oss di Mino Milani e Grazia Nidasio. La copertina delle avventure del Dottor Oss, con un’evidente ispirazione a quelle dei libri di Jules Verne Inaspettatamente piacevole si è rivelata la lettura delle due brevi Colpo di fulmine (e non solo) e Chi è questo bel marinaio? ispirate alle strisce quotidiane di Al Taliaferro. Un esperimento che – grazie anche alla qualità dei disegnatori coinvolti, Stefano Intini e Silvia Ziche – mi ha soddisfatto e che mette a confronto due diverse metodologie di racconto: la striscia quotidiana (breve e fulminante) e le pagine del comic book più dilatate e verbose. Da valutare se l’effetto sorpresa di questa settimana sarà ugualmente piacevole nelle prossime storie della serie Paperino & Paperina in: Love Quack, ma comunque lo giudico positivamente, anche per il fatto di diffondere il nome e il lavoro di Taliaferro ai lettori più giovani con ben sei pagine di approfondimenti redazionali introdotti dall’autore della serie Giorgio Fontana. La simpatica serie dell’appena citato Giorgio Fontana Newton e Pico in viaggio nel sapere continua con un episodio dedicato alla forza di gravità, stavolta con i disegni di Simona Capovilla. Forse non è tra i migliori della serie, ma centra comunque l’obiettivo di incuriosire i lettori su argomenti interessanti presentandoli in una forma facilmente comprensibile (certo, mentre leggevo mi era venuta la curiosità di vedere come avrebbero semplificato la teoria di Einstein sulla gravità intesa come curvatura dello spazio-tempo… peccato!). Le due storie Il Dottor Kranz e la missione… incompiuta (sceneggiatura di Davide Aicardi e disegni di Giulia La Torre) e Qui, Quo, Qua e il segreto cigolante (sceneggiatura di Augusto Macchetto e disegni di Ottavio Panaro) mi hanno annoiato: l’elevazione di personaggi secondari come il Dottor Kranz e Ciccio a protagonisti fallisce per l’ennesima volta. Le storie con una trama esile e sviluppate solo intorno a delle gag sono forse oggi fuori dal perimetro che si sta dando il settimanale, rimandando ad un’epoca ormai chiusa: sembrano storie di vent’anni fa… Siamo all’autocitazione incompleta di Macchetto? Chiude l’albo una godibile storia di Roberto Moscato che diverte per l’uso dei personaggi e ribadisce la bravura del sottovalutato Lucio Leoni, che dà il meglio di sé nelle espressioni di Pippo e nella realizzazione di vignette ricche (di personaggi o di dettagli è lo stesso) che non risultano mai pesanti o troppo affollate. Cercando di sintetizzare in un semplice voto un numero del genere non è semplice (ammesso che abbia senso). L’effetto montagne russe nella qualità delle storie mi farebbe propendere per un “2 stelle”, ma la storia di apertura non può non avere più peso nella valutazione generale. Se non vi siete annoiati a leggere fin qui, mi dilungo in una considerazione di carattere generale, extra-albo: in un periodo storico dove fruizione e consumo di prodotti di intrattenimento sono fatti in maniera rapida, superficiale e con un’attenzione limitata, già orientata verso il “what’s next” (testimonianza ne siano l’alto numero di visite ai thread di preview o anticipazioni nel nostro forum) non sarebbe preferibile mettere in chiusura di fascicolo la storia principale, così da congedarsi dal lettore con il meglio della proposta settimanale? Tanto più nel caso in cui sia un “prima puntata”, così da lasciare in sospeso il racconto e creare una continuità narrativa con il numero della settimana seguente? In sintesi, ho l’impressione che una volta arrivati a fine fascicolo la storia letta in apertura sia già “acqua passata”, e che la valutazione complessiva dell’albo sia condizionata dall’ultima cosa letta.

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Topolino 3504

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Milo
Bassotto
PolliceSu

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PolliceSu
    Re:Topolino 3504
    Risposta #30: Sabato 18 Feb 2023, 23:24:45
    Quale sarebbe la giusta motivazione?

    Immagino che l'effetto sia dovuto principalmente al fatto che il segnalibro si trovi nella scia turbolenta del libro e ne subisce l'effetto "risucchio", come quando in F1 si dice che una macchina è nella scia di quella davanti.

    Poi magari entrano in gioco altri elementi che non ho preso in considerazione, ma sicuramente un corpo in caduta non può generare il vuoto dietro di sé.
    Milo

     

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