Recensione Topolino Fuoriserie 10 - PK - Esprimi un desiderioContinua la rotazione ciclica delle trame succedute al plot unico di Roberto Gagnor, che ha inaugurato la testata Topolino Fuoriserie. Se in quella prima fase era ben identificabile un filo conduttore (a posteriori rinominato come “
Saga dei Galaxy-Gate”), in quella corrente
Alessandro Sisti ha preferito un approccio alternato, introducendo o reintroducendo diversi temi a lui notoriamente cari. Ed ecco quindi che
I, decima istanza della testata, riprende la
Soave Signora introdotta in
La danza del Ragno d’Oro e messa temporaneamente da parte in favore prima degli En’tomek in
Makemake, riprendendoli a piene mani da
Cronaca di un ritorno, e poi di Axel Alpha in
Il Principio di Voyda, ripescando direttamente da
Zona Franca. Zen, fisica e quanti: tre generi che sono l’ossatura di PK, tre ataviche passioni di Sisti. A fare da collante,
Xadhoom, creatura sempre amata dall’autore e primo personaggio ad apparire in questa storia, appollaiata sulla cima della Ducklair Tower.
Ma torniamo con le zampe a livello suolo. La trama si prende i suoi tempi e
le prime tre pagine sono spese in un nostalgico scorcio paperopolese, subito dopo aver congedato Dunia impegnata nelle ferie natalizie. E no, non si tratta di una vacanza fuori stagione: è l’intero albo ad essere settato un mese prima della sua data d’uscita. L’acido scambio tra Angus e Paperino fa da apertura ad alcune atmosfere che sicuramente riportano a casa i più nostalgici tra i Pkers. Xadhoom a zonzo per la torre porta con sé vibes da
Stella Cadente, albo dal titolo visibilmente in continuity col soggetto di quest’analisi, così come
la ricerca degli xerbiani, che inevitabilmente ricorda
Le Sorgenti della Luna. Un albo che prende i lettori più incalliti e li fa sedere, comodi, in poltrona, prima di colpirli con le novità più interessanti.
Estratti di ordinaria follia. Parte della storia vede Paperino fuori scena a causa dello zione
Prima fra tutte è proprio
la Soave Signora, anonima antagonista che sembra portare avanti ideali utopici ma con pochi scrupoli. Già introdotta nel
Ragno d’Oro, ma quasi sempre fuori campo, a questo giro vi scende in prima persona, girando per Paperopoli con un outfit da fare invidia a Elsa di
Frozen ed
elargendo doni. Anzi, desideri: simili a caramelle e capaci di creare “metarealtà” costruite su ciò che alberga nel cuore di chi le utilizza
. Ma quello che risiede in Xadhoom è un desiderio terribile, che si porta dietro la profonda psicologia del personaggio e i sensi di colpa che ne attanagliano l’essere fin dagli esordi. Esemplificativa è la proiezione di un’altra se stessa cui velocemente decide di arrendersi e lasciarsi… terminare.
La Soave Signora si mostra come un personaggio mellifluo, ma apparentemente non animato da cattive intenzioni. Gran parte della sua personalità risiede nella gestualità fluidamente conferitale da
Davide Cesarello, tradendo splendidamente le origini animate di questo universo. I suoi utopici moventi la pongono in una posizione molto interessante di un ipotetico triangolo narrativo con Paperino/Paperinik e Xadhoom.
Emotivamente repressa e estremamente razionale la seconda, estremamente emotivo e apparentemente poco razionale il primo, entrambi vessati dalla vita, giungono alla stessa conclusione davanti allo spiraglio di una realtà migliore, ponendosi dall’altro lato dello spectrum rispetto alla composta ed eterea Soave. Un rapporto fatto di complementarietà e contrasti che sicuramente conferma questo filone come il mio preferito tra i tre in corso.
Un sorriso sì sincero quanto gelido
Lo showdown finale passa da una rapida risoluzione del falso dilemma etico ad una sequenza cinematografica: PK e Xadhoom cercano disperatamente l’”accesso” alla propria realtà d’origine per poi combattere gli amorfi scalatori della Ducklair Tower e concludere la sequenza in una grossa esplosione, provocata dal papero mascherato.
“Chi troppo vuole nulla stringe” recita un antico adagio, ed è poetico che sia proprio questo principio a chiudere un albo incentrato sui desideri. E mentre da qualche parte altrove riprendono le danze, con più foga e meno posatezza, l’albo si chiude con un cliffhanger particolarmente riuscito e che getta le basi per una possibile congiunzione dei filoni narrativi.
L’albo è di una solidità narrativa ineccepibile, con un Sisti ormai padrone del numero di pagine ridotto rispetto sia alle storie di PKNA che a quelle di PKNE. Le quarantotto tavole raccontano in maniera concitata il secondo confronto con la minaccia para-misterica e nonostante ciò si prendono il tempo per alcune scene che ne equilibrano il ritmo. Su tutte sicuramente quella di Paperino frettolosamente impegnato nel raggiungere Paperone per una spedizione off-screen.
Piccoli escamotage narrativi che però servono a reintegrare l’universo pikappico in quello Disney Standard nel 2023 così come nel 1996 in
Xadhoom!, con le Giovani Marmotte e la
Master Story. Sarà un caso che al centro di entrambi gli albi vi è
Xadhoom, una figura ormai trasversale lungo tutta la storia di Pikappa e, nonostante ciò, ancora in grado di dirci qualcosa.
La psicologia del personaggio è graffiante: i sentimenti negativi e i sensi di colpa che porta nel suo cuore la rendono ancora oggi tra le figure più tridimensionali dell’intero cast disneyano, capace di incidere nell’animo del lettore più distratto. Un utilizzo della prospettiva dinamico e d’effetto[/size][/i]
I disegni di
Davide Cesarello, qui alla prima prova con Pikappa,
si prestano in maniera eccellente all’agitazione dei personaggi. Nulla di sorprendente per chi aveva già letto le sue più recenti storie con Paperinik, dov’era palese la frenesia grafica dell’autore, che qui sembra esplodere ancora di più, grazie alle movenze della Soave. Ancora una volta
a spiccare, però, è Xadhoom, che nei tratti somatici sembra riprendere quella delle prime bozze di Lavoradori. Arcigna e severa nello sguardo,
nulla di paragonabile a quella un po’ troppo scanzonata e “caduta dalle nuvole” di Mazzarello, nonostante le numerose scene in cui Xadhoom ha mostrato – e stavolta a ragione – un repertorio di espressioni più vasto del solito.
Nonostante
una colorazione più altalenante (seppur non ai livelli del piattume cromatico dei primi albi) e che sicuramente
avrebbe avuto bisogno di un qualche trattamento di post-produzione in più, storia, dialoghi, narrazione e disegni consacrano
l’episodio tra i più riusciti della collana, lasciando poco spazio alle criticità viste in precedenza. “Esprimi un desiderio”. Ecco, questa decima istanza di PK su
Topolino Fuoriserie ha esaudito il mio.
Voto del recensore:
4/5Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
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