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Almanacco Topolino (Panini 2021) - Discussione Generale

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PolliceSu   (2)

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PolliceSu   (2)
    Recensione "Almanacco Topolino" n°18
    Risposta #510: Lunedì 29 Apr 2024, 12:26:17
    Recensione Recensione "Almanacco Topolino" n°18




     Dopo quasi quattro mesi, possiamo finalmente leggere un nuovo numero di Almanacco Topolino, la prestigiosa testata curata da Davide Del Gusto che si propone di pubblicare inedite e curiose storie Disney di produzione estera, facendole conoscere al lettore italiano grazie alla presenza di un apparato critico volto a valorizzare e a inquadrare consapevolmente il lavoro svolto dagli autori.

     Il motivo della lunga attesa è purtroppo dovuto ad un indesiderato e repentino cambio di periodicità: se prima questa preziosa pubblicazione compariva sugli scaffali delle nostre edicole ogni due mesi, a partire da questo numero la sua uscita avverrà trimestralmente. Inoltre, il fatto che il precedente numero sia stato distribuito ad inizio dicembre, in occasione delle festività natalizie, ha fatto dilatare ulteriormente l’attesa.

     Tuttavia, il malumore passa di colpo non appena si butta un occhio al ricco sommario che, come evidenzia lo stesso Del Gusto nell’editoriale, è un primo passo verso la suddivisione in aree tematiche sempre più precise. Una di queste, quella più corposa in questo numero primaverile, è dedicata a una serie di esponenti misconosciuti della vasta famiglia dei Paperi, a partire da Douglas, lontano cugino di Zio Paperone apparso per la prima volta nella storia di produzione danese Zio Paperone e il lontano cugino (non presente in quest’albo).

     Il personaggio, che nella prima traduzione italiana viene chiamato Malcom, è in realtà fisicamente molto simile al ben più conosciuto parente ed è abbigliato come un cercatore d’oro. Peccato, però, che come si osserva nella piacevole storia in due tempi Zio Paperone In: Il figlio del Klondike (Lars Jensen/Miguel Fernández Martinez), non possieda assolutamente il talento del papero più ricco del mondo, tanto che gli unici suoi ritrovamenti consistono esclusivamente in pirite, conosciuta, non a caso, anche come “oro degli sciocchi”. Questa inaspettata scoperta, scambiata come veritiera dal popolo, costituirà l’occasione per una vera e propria corsa all’oro, che darà a Zio Paperone l’occasione giusta per sfruttare ancora una volta le sue grandi competenze in fatto di affari.

     
    Douglas, cugino di Paperone apparso più volte nelle storie di produzione danese, non possiede certo le rare doti del ben più conosciuto parente!

     L’avventura è davvero gradevole e scorrevole e i due autori strizzano l’occhio al lettore con una serie di rimandi tratti dall’opera di Carl Barks, non ultimi i due ratti Occhiorosso e Oliver, comparsi in Paperino e l’oro del pirata, storia d’esordio del Maestro dell’Oregon. Notevole anche la resa grafica. E’ sempre Lars Jensen ad occuparsi di nuovo del cugino Douglas nella simpatica e breve Zio Paperone in: due per uno, questa volta disegnata da Daan Jippes e esplicitamente ispirata alla barksiana Zio Paperone: due basette molto care. L’omaggio a Barks è ben riuscito e si è facilmente invogliati a rileggerlo.

     Parliamo ancora della famiglia dei Paperi nelle ultime due storie rimaste inedite nel nostro paese dell’interessante serie L’albero genealogico dei paperi, ad opera di Kari Korhonen, che si propone di approfondire, attraverso brevi ma efficaci episodi, la biografia e la personalità di alcuni antenati di Zio Paperone, a volte citati da Carl Barks e poi raffigurati da Don Rosa nel suo emblematico Albero Genealogico. Patrizio de Paperoni trova l’amore ironizza sull’avarizia del personaggio e racconta inoltre la sua singolare storia d’amore. Invece, ne I mesi perduti del duca Bambaluc De Paperoni ci tuffiamo nel Medioevo e prendiamo confidenza con questo originale antenato, maestro della vita nei boschi. Entrambe le storie sono riuscite veramente bene e lasciano molta soddisfazione al lettore, anche grazie ai particolari e caratteristici disegni di Korhonen.

     
    Kari Korhonen porta le lancette dell’orologio nel Medioevo per raccontare la singolare storia di questo antenato già citato da Carl Barks

     In generale, troviamo che l’idea di dare spazio nell’Almanacco a questa serie sia stata davvero vincente, perché permette anche al pubblico nostrano di godere di piacevoli e divertenti storie dedicate a personaggi che altrimenti rimarrebbero nel limbo.

     Un’interessante chicca è l’inserimento della one-page Paperino e Della- La Prima Pasqua (Evert Geradts/Carmen Pérez/Comicup Studio), che strappa una risata raffigurando i due personaggi in una ben congegnata situazione comica.

     La sezione dedicata ai Classici Made In Usa è incentrata su Al Hubbard, efficacemente presentato da Davide Del Gusto nel redazionale introduttivo. Ci vengono proposte due storie ispirate ai classici dell’animazione disneyana, di grande interesse filologico per l’esiguo numero di ristampe viste finora. Lillo e la foresta incantata, sceneggiata da Del Connell, costituisce un’efficace carrellata di numerosi personaggi già noti sul grande schermo e, nel complesso, nonostante la vastità degli incontri sia notevole, non risulta assolutamente dispersiva ed è anzi un interessante esperimento che mette in evidenza il grande talento di Hubbard. In Le tre fate buone e il ladro misterioso, che vede ai testi Carl Fallberg, i personaggi sono sicuramente meno numerosi ma non per questo la storia risulta meno intrigante. Al contrario, lo sviluppo della trama non è affatto scontato e si tratta di una piccola perla che merita di essere ricomparsa in edicola. In sintesi, lode a questa breve ma eccellente trattazione di Al Hubbard, che valorizza con maestria la produzione dell’autore americano.

     
    In una graziosa one-page inedita in Italia, ricompare il personaggio di Della Duck, questa volta in versione infantile

     Nel presente Almanacco si conclude inoltre la ristampa delle varie storie realizzate nel 2001 nell’ambito del progetto dedicato al centenario della nascita di Carl Barks e lo si fa davvero in grande, con uno dei numerosi capolavori di Don Rosa, ovvero la spassosissima Bassotti Contro Deposito, che ci permette di godere delle dettagliate planimetrie del Money Bin, seppur in una versione differente rispetto a quella presente nella Don Rosa Library. La storia è entusiasmante in ogni suo aspetto e costituisce un efficace esempio del genio di Don Rosa, che unisce sapientemente la comicità mai gratuita alla precisione filologica. Interessante anche l’one-page Zio Paperone-La trappola dei bassotti, sempre di produzione donrosiana, che ironizza ancora una volta sui Beagle Boys. Come se non bastasse, Davide Del Gusto arricchisce la sezione con un eccellente “Portfolio Egmontiano”, che riprende alcune delle storie-omaggio a Carl Barks attraverso una serie di copertine a loro dedicate.

     Come sempre, in apertura e chiusura dell’albo troviamo due storie italiane pubblicate originariamente sulla serie storica mondadoriana di Almanacco Topolino. Ad inaugurare il numero è la ben riuscita Zio Paperone e il ritratto sottratto (Disney Studio Program/ Carlo Chendi/ Luciano Bottaro), assente dalle edicole italiane dal lontano 1982 e che resta nella memoria soprattutto per la magnifica veduta del castello di Rapallo, città natale di Bottaro. Al netto di ciò, la trama è comunque piacevole e risulta leggermente sopra la media di altre produzioni dello studio Program. In chiusura troviamo invece Topolino e il conte di Montetristo (fratelli Barosso/ Luciano Gatto), discreto giallo ben architettato e coadiuvato dagli ottimi disegni di Gatto ma che, a conti fatti, risulta forse il contenuto meno entusiasmante proposto in questo numero.

     
    Una bellissima veduta aerea di Rapallo e del suo castello. Si tratta della città natale del disegnatore Luciano Bottaro che è comparsa più volte nelle sue storie a fumetti

     Come di consueto, una lode a parte va fatta agli eccellenti redazionali di Davide Del Gusto, ricchi di aneddoti interessanti anche per chi è già appassionato da tempo e capaci di contestualizzare in modo encomiabile tutto ciò che è presentato nella pubblicazione.

     Concludiamo, come di consueto, con un giudizio eccellente relativamente a tutti i contenuti di Almanacco Topolino, probabilmente la collana più interessante dal punto di vista filologico proposta attualmente in edicola e punta di diamante della schiera di pubblicazioni Disney distribuite in questo momento.

     Alla luce di ciò, la periodicità trimestrale è una scelta che ci lascia particolarmente amareggiati e crediamo pertanto che in questo momento sia molto importante sostenere questa collana, affinché possa continuare serenamente il proprio percorso e magari ritornare ad una periodicità più frequente.



    Voto del recensore: 5/5
    Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
    https://www.papersera.net/wp/2024/04/29/recensione-almanacco-topolino-n18/

      Re:Almanacco Topolino (Panini 2021) - Discussione Generale
      Risposta #511: Sabato 4 Mag 2024, 20:28:30
      Sta venendo pompata un po' troppo ultimamente questa testata... Carina come alternativa alle classiche storie ma non è niente di che, in questo numero poi è decisamente eccessiva la valutazione da 5/5.
      Presente su instagram come: La gazzetta del papero

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        Re:Almanacco Topolino (Panini 2021) - Discussione Generale
        Risposta #512: Domenica 5 Mag 2024, 00:02:04
        Sta venendo pompata un po' troppo ultimamente questa testata... Carina come alternativa alle classiche storie ma non è niente di che, in questo numero poi è decisamente eccessiva la valutazione da 5/5.
        Rispetto la tua opinione ma la penso completamente all'opposto. Fin dal suo esordio ci ha fatto leggere storie interessanti e poco note al pubblico nazionale. Nessuna scadente. Devo poi dire che tutti gli editoriali sono fatti benissimo e superiori a quelli degli attuali Grandi Classici. Editoriali da cui ho sempre imparato qualcosa del mondo Disney. Sono anche io molto, molto rammaricato di questa scelta editoriale di trasformarla in trimestrale..che spesso prelude alla chiusura.

          Re:Almanacco Topolino (Panini 2021) - Discussione Generale
          Risposta #513: Domenica 5 Mag 2024, 08:18:20
          Sta venendo pompata un po' troppo ultimamente questa testata... Carina come alternativa alle classiche storie ma non è niente di che, in questo numero poi è decisamente eccessiva la valutazione da 5/5.
          Rispetto la tua opinione ma la penso completamente all'opposto. Fin dal suo esordio ci ha fatto leggere storie interessanti e poco note al pubblico nazionale. Nessuna scadente. Devo poi dire che tutti gli editoriali sono fatti benissimo e superiori a quelli degli attuali Grandi Classici. Editoriali da cui ho sempre imparato qualcosa del mondo Disney. Sono anche io molto, molto rammaricato di questa scelta editoriale di trasformarla in trimestrale..che spesso prelude alla chiusura.


          Non ho detto che all'inizio era una brutta testata (anzi, all'inizio dava quel qualcosa in più che ora sento mancare), ho detto che ultimamente (negli ultimi numeri) non ha niente di particolare che mi faccia sussultare dalla sedia.


          Poi "nessuna scadente" mi sembra adesso che si stia esagerando... Il 90% di quello che viene proposto è banale e insapore con curiosità che non dicono poi nulla, prendi ad esempio la prima storia dell'ultimo numero cosa ha di particolare? Che una parte di storia si svolge a Rapallo? Mah ok, sarò io ma a finire di leggere un numero ci metto l'intero bimestre/trimestre tanto mi annoia leggerlo.
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            Re:Almanacco Topolino (Panini 2021) - Discussione Generale
            Risposta #514: Domenica 5 Mag 2024, 10:42:16
            ... Il 90% di quello che viene proposto è banale e insapore con curiosità che non dicono poi nulla, prendi ad esempio la prima storia dell'ultimo numero cosa ha di particolare? Che una parte di storia si svolge a Rapallo? Mah ok, sarò io ma a finire di leggere un numero ci metto l'intero bimestre/trimestre tanto mi annoia leggerlo.
            De gustibus... ;)
            L'importante è che ripubblicando cose non viste da decenni, quando non inedite in Italia, continui a distinguersi per contenuto dalla gran massa di pubblicazioni tutte uguali che ristampano ad nauseam le stesse storie. Queste ultime magari utili al conto economico di Panini ma che con buona approssimazione perlopiù soddisfano il lettore occasionale.
            Tanto è vero che chi si gode l'Almanacco conta ogni nuova uscita come il raro parto di una specie animale che si sa bene essere in via di estinzione.                     

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              Re:Almanacco Topolino (Panini 2021) - Discussione Generale
              Risposta #515: Domenica 5 Mag 2024, 17:43:42
              Sta venendo pompata un po' troppo ultimamente questa testata... Carina come alternativa alle classiche storie ma non è niente di che, in questo numero poi è decisamente eccessiva la valutazione da 5/5.
              Rispetto la tua opinione ma la penso completamente all'opposto. Fin dal suo esordio ci ha fatto leggere storie interessanti e poco note al pubblico nazionale. Nessuna scadente. Devo poi dire che tutti gli editoriali sono fatti benissimo e superiori a quelli degli attuali Grandi Classici. Editoriali da cui ho sempre imparato qualcosa del mondo Disney. Sono anche io molto, molto rammaricato di questa scelta editoriale di trasformarla in trimestrale..che spesso prelude alla chiusura.


              Non ho detto che all'inizio era una brutta testata (anzi, all'inizio dava quel qualcosa in più che ora sento mancare), ho detto che ultimamente (negli ultimi numeri) non ha niente di particolare che mi faccia sussultare dalla sedia.


              Poi "nessuna scadente" mi sembra adesso che si stia esagerando... Il 90% di quello che viene proposto è banale e insapore con curiosità che non dicono poi nulla, prendi ad esempio la prima storia dell'ultimo numero cosa ha di particolare? Che una parte di storia si svolge a Rapallo? Mah ok, sarò io ma a finire di leggere un numero ci metto l'intero bimestre/trimestre tanto mi annoia leggerlo.
              Ovviamente i gusti non si discutono, e ci sta che a te non piaccia l'impostazione di Almanacco.
              Per quanto riguarda le storie italiane in ristampa... non direi che occorre cercarvi qualcosa di speciale o di particolare. Sono presenti perché hanno esordito sull'Almanacco storico, e spesso erano realizzate da Maestri disneyani. Sono però pur sempre avventure degli anni Sessanta o Settanta, ci sta che siano fumetti Disney "standard", a volte più godibili, altre meno. La loro funzione è di memoria storica e di raccordo con le origini della pubblicazione. Davide, con i suoi articoli, ne approfitta per segnalare qualche curiosità, anche all'acqua di rose, ma soprattutto evidenziando evoluzioni stilistiche nel tratto del disegnatore di turno - cosa rara da trovare in questi apparati redazionali - o facendo paragoni con altre avventure disneyane che condividono temi, sviluppi o personaggi.

              Chiaramente però il valore aggiunto dell'attuale fase di vita della testata, per me ma credo in generale, è rappresentato da alcune chicche americane irristampate da decenni, magari con i personaggi dell'animazione disneyana, e le inedite straniere. Nel primo caso si tratta di una vera e propria continuazione di quanto faceva Luca Boschi sui Grandi Classici, nell'altro si offre materiale nuovo per i lettori italiani ampliando il loro sguardo rispetto alla sola produzione italiana.
              Due elementi di grandissima importanza, per quanto mi riguarda: ovviamente, se non è quello che si cerca da un albo Disney, ci sta che non sia la propria "tazza di tè" e si preferiscano altre collane.

               

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