Un errore di battitura ci sta. Può capitare di scrivere 1957 invece di 1975, o 1958 invece di 1968.
Ma, se nell'articolo di commento tu scrivi come se l'errore fatto fosse la verità, ossia ad esempio riportando i film di "Ritorno al futuro" a trent'anni e non a venti dopo "Topolino e la bussola del Khan", allorquando l'errore di battutura è immediatamente riconoscibile da qualsiasi appassionato anche non super-esperto (come deve essere chi cura una testata filologica come i GCDns), allora qualcosa non va, ma pesantemente.
Non puoi non accorgerti che "Topolino e la bussola del Khan" NON è e NON può essere del 1958, se sei l'esperto che cura questa testata. Non puoi, semplicemente perché, se curi i GCDns, DEVI saper riconoscere subito il tratto di Scarpa e classificarlo per periodi. Ma anche di De Vita, di Chierchini, di Barks e di tutti quegli altri autori che tu stesso hai scelto di pubblicare.
Se fai questi errori insistendovi sopra, o non hai le qualità di esperto che ti servono per scrivere gli articoli di commento sui GCDns, o, peggio ancora, hai scritto di una storia senza averla davvero letta: quindi l'hai commentata a casaccio e per sentito dire, non genuinamente.
In ognuno dei due casi ti sei screditato davanti ai tuoi lettori. Ma pesantemente (e due).
E hai screditato la testata.
Non sono cose da poco per chi spende i suoi soldi in un'edizione divulgativa: chi la compra ha il diritto di avere informazioni corrette da gente che davvero sa ciò di cui si parla.
Sennò, lasciamo perdere gli articoli di commento e facciamo un mero tutto fumetto: se il presunto fiore all'occhiello è in realtà dannosa gramigna, tanto vale sbarazzarsene, e godersi il resto senza essere infastiditi da cose che dovrebbero essere interessanti e veritiere, ma che invero recano solo molestia seppur inutilmente indorata.