Recensione Topolino 3513 Chi avrebbe mai detto che con un colpo di coda la carriera di
Rodolfo Cimino si sarebbe allungata di ben undici anni, raggiungendone ben sessantadue nel 2023. Un percorso lungo e glorioso che ha impresso negli animi di tutti i lettori tantissime storie dai generi più disparati: dai
fantascientifici Ki-Kongi alla
romantica Reginella non è un caso che sia ricordato da tutti più come un cantastorie che uno sceneggiatore.
E non è un caso che uno dei suoi cicli più amati sia quello dei
Racconti attorno al fuoco,
una raccolta di fiabe labilmente legate da una cornice campestre, con Nonna Papera nel ruolo di matriarca narratrice. Nove istanze seguite da
altre intitolate a Minni e
un non meglio precisato numero di soggetti perduti che solo di recente hanno visto la luce pubblica in coda alla ristampa su
Le serie imperdibili. Uno di questi, però, ha avuto la fortuna di venir scelto per essere disegnato e pubblicato sul settimanale, a una certa distanza dalla scomparsa di Cimino.
Previo
adattamento di Tito Faraci, e con i
disegni di Giampaolo Soldati,
La Leggenda del Console Paolo e della tenace Lucilla apre quindi
Topolino 3513. Ad accogliere i lettori è
tutta una serie di stilemi ben noti agli amanti dell’autore friulano già dalla prima vignetta, una classica quadrupla che riprende l’intera famiglia dei paperi attorno al fuoco.
A seguire l’ambientazione inizia a prender forma grazie a Paperone che, come al solito, si è già fatto prendere dalle atmosfere del racconto, ambientato ai tempi dell’antica Roma, che pervaderanno varie gag della storia su cui spicca
il classico mezzo di locomozione bizzarro.
Se la trama mantiene in tutto e per tutto le classiche atmosfere ciminiane,
non si può dire però lo stesso dei dialoghi, che risultano più semplici e meno specifici. Sicuramente vengono a mancare i “paroloni” arcaici cui Rodolfo ci ha abituato per decenni e che hanno costruito anche
buona parte della fama culturale della stessa rivista.
Da Paperone a Caracalla
Molto validi sono i disegni di Soldati, che
costruiscono una solida ambientazione romana senza però tradire gli evidenti layout di Rodolfo, notoriamente più propenso a disegnare le sceneggiature piuttosto che scriverle.
È forte lo stacco che colpisce i lettori passando da una storia classica (in più sensi) come quella di apertura a
Topi nella nebbia, quarto e penultimo episodio de
Gli Evaporati, la storia-evento scritta da
Bruno Enna per i disegni e i colori di
Davide Cesarello. Il duo è stato capace di imbastire un’avventura decisamente atipica, sicuramente destinata ad essere ricordata a lungo grazie a atmosfere e scelte narrative quasi totalmente inedite per la rivista. E chi è lettore di lunga data di Topolino sa quanto questo possa essere difficile.
Avevamo lasciato Topolino al seguito di Macchia Nera, ritrovato in stato confusionale ai piedi di una sorta di aurora boreale generato, da un macchinario di origini sconosciute. Nell’atto di toccarlo Topolino semplicemente svanisce. Scopriamo che in realtà
l’intera scena è accaduta poco tempo dopo il giorno della grande scomparsa e che ora Macchia è prigioniero dei marinai di “Capitan” Topolino.
Episodio di rivelazioni e colpi di scena, ma anche di smascheramenti, come quello di Manetta, in realtà
dimentico del proprio passato da poliziotto e manipolato da Gambadilegno, sempre più vero antagonista degli eventi di questa saga.
Una scelta sicuramente rinfrescante per il personaggio, da decenni ridotto a macchietta.
A rendere ancora più convincente il suo nuovo ruolo è anche
la recitazione data da Cesarello, che dona a tutti i personaggi
movimenti frenetici e guizzanti. Unica nota vagamente negativa è l’inflazione di didascalie interne che, per ben quattro volte interrompono la lettura con espliciti rimandi ai precedenti episodi: precauzione pressoché inutile considerando pagina riassuntiva di Nucci. Chiude l’episodio un colpo di scena intrigante che rimandiamo alla scoperta del lettore.
Un Gambadilegno particolarmente felino![/size][/i]
Enrico Faccini firma
Sette polpette!, una breve e fulminante comica su cui val poco spendere parole: come con tutte le storie dell’autore, sarebbero sicuramente inutili quando una lettura è sicuramente più esaustiva e coinvolgente.
Si chiude così l’albo.
Ah no!
Capovolgendolo, infatti, troviamo
una copertina ed una storia inedite.
Scoiattoli dallo spazio profondo è il secondo episodio di
Once Upon a Mouse… in the Future, serie dedicata al centenario disneyano. Come la precedente, i testi sono di
Francesco Artibani, assieme a
Valeria Camerini,mentre i disegni e i colori di
Ivan Bigarella (autore anche della copertina), ormai tra le punte del settimanale.
La trama parodizza i classici corti animati (per la precisione
Trailer Horn, 1950) che contrapponevano Paperino e Cip & Ciop, qui al loro ritorno tra le pagine di
Topolino, ma ricollocandoli in un lontano futuro su un imprecisato pianeta alieno. A rendere ancora più particolare l’operazione editoriale è
la colorazione, addirittura eseguita a mano con tempera tradizionale, che dona tutto un altro spessore alle vignette, già d’effetto grazie all’impostazione a tutta pagina.
Voto del recensore:
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