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Topolino 3553

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di Fabrizio Fidecaro

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K: Ritorno nel Klondike
Topolino e la settimana bianca in giallo
Orazio e il flagello Curiazio
Qui, Quo, Qua e la giungla delle sorprese

Topolino 3553

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Samu
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PolliceSu   (1)
    Topolino 3553
    Mercoledì 27 Dic 2023, 18:42:44
    Sommario

    K - Ritorno nel Klondike
    (Primo e secondo tempo)
    Soggetto e sceneggiatura di Luca Barbieri
    Disegni di Francesco D'Ippolito
    Chine di Lucio De Giuseppe
    Colori di Manuel Giarolli

    Topolino e la settimana bianca in giallo
    Soggetto e sceneggiatura di Gabriele Panini
    Disegni di Giulia La Torre
    Chine di Matteo Devicenzi
    Colori di Ilaria Castagna

    Orazio e il flagello Curiazio
    Soggetto e sceneggiatura di Francesco Vacca
    Disegni e chine di Lucio Leoni
    Colori di Valentina Mauri

    Qui, Quo, Qua e la giungla delle sorprese
    Soggetto e sceneggiatura di Sune Troelstrup
    Disegni di Giorgio Cavazzano
    Chine di Alessandro Zemolin
    Colore di Egmont

    Dal Diario di Paperina - Palestra creativa (tavola autoconclusiva di Giulia Lomurno con i colori di Valentina Mauri)

    Copertina (disegno di Claudio Sciarrone, colori di Andrea Cagol):

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      Re:Topolino 3553
      Risposta #1: Mercoledì 27 Dic 2023, 19:42:17
      Mio figlio prende in mano il topolino in oggetto: 'papà c'è un errore'. pag 18..c'è "dal" ripetuto due volte.
      a parte questo posso solo confermare che la copertina non mi piace per nulla per quanto le regalo mezzo punto avendola in mano rispetto a come la vedevo nell anteprima.
      Grazie Babbo anche per quella volta nel 1980 in cui sei tornato a casa con un Topolino in mano chiedendomi se mi andava di leggerlo...non ho più smesso.

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      Ruhan
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      PolliceSu
        Re:Topolino 3553
        Risposta #2: Mercoledì 27 Dic 2023, 21:14:51

        a parte questo posso solo confermare che la copertina non mi piace per nulla
        Anche a me non piace moltissimo. Posto che devo ancora acquistare il numero in edicola, da quello che vedo online (dai canali social ufficiali del Topo), il becco sembra avere qualcosa di strano nella colorazione che me lo fa apparire come staccato ed estraneo rispetto al resto. Non so se sia solo un mio problema di gusto personale, ma penso sia un discorso di differenza di qualità di ombreggiatura tra piumaggio e vestiti (da una parte) e becco (dall'altra). I primi hanno toni più scuri e freddi. Il becco, per quello che mi pare di capire, troppo caldi in relazione ai primi due.

        Ma può darsi sia un problema che non mi si presenterà nella copertina fisica :D

        « Ultima modifica: Mercoledì 27 Dic 2023, 21:21:54 da Ruhan »

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          Re:Topolino 3553
          Risposta #3: Mercoledì 27 Dic 2023, 21:39:39

          a parte questo posso solo confermare che la copertina non mi piace per nulla
          Anche a me non piace moltissimo. Posto che devo ancora acquistare il numero in edicola, da quello che vedo online (dai canali social ufficiali del Topo), il becco sembra avere qualcosa di strano nella colorazione che me lo fa apparire come staccato ed estraneo rispetto al resto. Non so se sia solo un mio problema di gusto personale, ma penso sia un discorso di differenza di qualità di ombreggiatura tra piumaggio e vestiti (da una parte) e becco (dall'altra). I primi hanno toni più scuri e freddi. Il becco, per quello che mi pare di capire, troppo caldi in relazione ai primi due.

          Ma può darsi sia un problema che non mi si presenterà nella copertina fisica :D
          Il becco ha qualcosa di strano anche nel disegno, non solo nella colorazione.

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            Re:Topolino 3553
            Risposta #4: Mercoledì 27 Dic 2023, 21:54:26

            a parte questo posso solo confermare che la copertina non mi piace per nulla
            Anche a me non piace moltissimo. Posto che devo ancora acquistare il numero in edicola, da quello che vedo online (dai canali social ufficiali del Topo), il becco sembra avere qualcosa di strano nella colorazione che me lo fa apparire come staccato ed estraneo rispetto al resto. Non so se sia solo un mio problema di gusto personale, ma penso sia un discorso di differenza di qualità di ombreggiatura tra piumaggio e vestiti (da una parte) e becco (dall'altra). I primi hanno toni più scuri e freddi. Il becco, per quello che mi pare di capire, troppo caldi in relazione ai primi due.

            Ma può darsi sia un problema che non mi si presenterà nella copertina fisica :D
            Il becco ha qualcosa di strano anche nel disegno, non solo nella colorazione.
            Mi rincuori.
             
            Lo avevo scritto anche io, inizialmente, nel mio primo post. Ma l'ho cancellato, prima di pubblicare, perché non sapevo bene che cosa avesse di sbagliato.

            Avevo ipotizzato si trattasse della parte inferiore del becco che mi pareva sproporzionata rispetto a quella superiore. Troppo lunga?

            Però, non ne ero sicuro e per evitare di fare ipotesi azzardate, ho editato :D
            « Ultima modifica: Mercoledì 27 Dic 2023, 22:30:44 da Ruhan »

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            Samu
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              Re:Topolino 3553
              Risposta #5: Mercoledì 27 Dic 2023, 22:46:51
              Bella la storia ambientata nelle gelide terre del Nord, nei pressi di uno scenario classico quale quello del Klondike, luogo mitico della giovinezza e della fortuna di Zio Paperone, foriero di ricordi ed esperienze di vita vissuta da parte del vecchio Scrooge.
              L'affermazione di quest'ultimo sia in ambito economico nel suo primato finanziario che come uomo (o papero, che dir si voglia) di valore - come mostrato da questa nuova incursione nei ricordi affidati ai suoi diari - passa attraverso la maturazione di esperienze che lo vedono affrontare sfide ardue da portare a termine, contrapposto a figure losche, invidiose del suo successo, del suo proverbiale "fiuto" per la ricchezza e decise a mettergli i bastoni tra le ruote lungo il suo cammino.
              I disegni vividi di Francesco D'Ippolito supportano la godibile sceneggiatura di Barbieri conferendo lucentezza e smalto alla messa in scena di questo tuffo tra le memorie del papero più ricco del mondo, proponendo un uso della gabbia più libero e disinvolto rispetto alla tradizione, con rapidi cambi di inquadratura che rendono dinamica e briosa la fruizione della storia.

              Molto graziosa anche la storia che ha per protagonista l'aggiustatutto topolinese per antonomasia.
              Quella che Francesco Vacca racconta nell'arco di poco meno di una ventina di tavole è una deliziosa storia di vita quotidiana, nella quale lo spirito disincantato di Orazio nei confronti della ripetitività del proprio lavoro di tutti i giorni incontra la goffaggine di un cugino simpatico ma terribilmente catastrofico, che finisce per ispirare tenerezza di quante gliene capitano e di quanti danni si ritrova (ahilui) responsabile.
              Mi è piaciuta la gestione del rapporto tra i due cugini, così come ho apprezzato la vicinanza di Clarabella alla causa del buon Curiazio, i momenti di tenerezza col fidanzato e l'affettuosità che viene fuori tra i due parenti ritrovati.
              Il carattere genuinamente dinamico e vivace dei personaggi viene abilmente recepito e trasposto su carta dai disegni pimpanti e squisitamente espressivi di un Lucio Leoni di cui amo la capacità di rendere frizzanti gli interpreti della vicenda, per mezzo di uno stile immediatamente riconoscibile e delizioso nella sua effervescenza.

              Simpatica la rubrica sul disegno del volto di Paperina con la maestra d'eccezione Silvia Ziche mentre la storia finale di importazione danese mi è risultata intrigante fino al colpo di scena che spiega l'origine del misterioso tempio esplorato dal gruppo dei Paperi.
              Da quel punto in poi il mio interesse per la storia è scemato nettamente...
              Ciò che prendo di buono di questo racconto, a livello narrativo, è sicuramente l'ambientazione esotica di un territorio inospitale quale quello della giungla che, unito al clima di mistero che vi si respira, mi ha trasmesso un buon coinvolgimento e le simpatiche scenette con protagonisti i due zii in delle vesti decisamente estranee al loro ordinario.
              Il comparto grafico rientra infine tra le note positive che colgo di questa vicenda, animato dalle matite splendide di un Maestro quale Giorgio Cavazzano che ha contribuito significativamente a farmi immergere nel contesto di fitta vegetazione laddove si svolge il cuore narrativo della storia.
              Un cenno in particolare dell'abilità interpretativa del Maestro riguardo alla messa in recita dei personaggi in questa storia voglio riservarlo, nello specifico, alla vignetta in cui Paperino (immaginandosi come un vero duro, temprato dall'esperienza) accarezza l'occasione della vita di prendere parte al suo programma preferito e diventare così una celebrità del piccolo schermo.
              Trovo sia splendida la sua espressione ammaliata ed incantata da una tale prospettiva, che si vede in modo palpabile come non riesca a trattenere l'entusiasmo, tipico di una personalità comune cui si presenta una possibilità straordinaria per "bucare" quello schermo nel quale per il momento segue soltanto le gesta di altri arditi avventurieri.

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              mari_comix
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                Re:Topolino 3553
                Risposta #6: Giovedì 28 Dic 2023, 11:57:27
                Come illustratrice confermo che la composizione è sbagliata, non solo il becco ma proprio il busto e la mano che tiene la bacchetta, sono strani, il busto schiacciato con il viso che sembra troppo grande e il becco attaccato così. Ancora non ce l’ho fisicamente in mano da vedere

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                paolobar
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                  Re:Topolino 3553
                  Risposta #7: Giovedì 28 Dic 2023, 12:01:18
                  non mi è ancora arrivato (le poste... come detto un po' sotto voce da bertani ieri) ma non è che paperino è ripreso in prospettiva dal basso?

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                    Re:Topolino 3553
                    Risposta #8: Giovedì 28 Dic 2023, 12:04:23
                    Sembra più una cover egmontiana che paniniana. Quasi una 'intrusa' nel periodo migliore del Libretto riguardo la qualità delle sue copertine. Al di là dei difetti estetici, posso capire la presenza del solo Paperino che nell'anno in arrivo festeggerà il suo 90° ma avrei preferito comunque una immagine corale, magari con qualche personaggio a sorpresa che poteva anticipare un suo prossimo rientro nelle storie che verranno.

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                      Re:Topolino 3553
                      Risposta #9: Giovedì 28 Dic 2023, 13:05:52
                      Mio figlio prende in mano il topolino in oggetto: 'papà c'è un errore'. pag 18..c'è "dal" ripetuto due volte.
                      Aspetta che arrivi a pag. 56

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                        Re:Topolino 3553
                        Risposta #10: Giovedì 28 Dic 2023, 19:39:07
                        Mio figlio prende in mano il topolino in oggetto: 'papà c'è un errore'. pag 18..c'è "dal" ripetuto due volte.
                        Aspetta che arrivi a pag. 56
                        Francamente è desolante. Succedeva anche una volta, beninteso, ma non con questa frequenza. Se un po' dell'attenzione che Bertani dedica a tenere lontane dalla rivista le storie "poco in linea col Topolino attuale" andasse alla "revisione delle bozze", ci guadagnerebbero un po' tutti.

                        La copertina, senza troppi giri di parole, è orrenda.
                        "I social danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Ora hanno lo stesso diritto di parola dei premi Nobel"

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                          Re:Topolino 3553
                          Risposta #11: Giovedì 28 Dic 2023, 20:21:21
                          non mi è ancora arrivato (le poste... come detto un po' sotto voce da bertani ieri) ma non è che paperino è ripreso in prospettiva dal basso?
                          Sì.

                          Però il collo sembra partire troppo in basso rispetto alle spalle, come se sorgesse dal busto. E la testa è costruita in modo strano. Pare quasi che il disegnatore abbia avuto difficoltà dettate dal cercare di non coprire eccessivamente la scritta dietro (al fine di non renderla irriconoscibile) e che questo si sia tradotto in una composizione artificiosa di busto, collo e testa.

                          E adesso che me lo fa notare @mari_comix, la mano destra ha qualcosa di profondamente sbagliato. Le prominenze del palmo sono troppo ravvicinate. Ma, soprattutto, il pollice sembra essere montato sottosopra.
                          « Ultima modifica: Giovedì 28 Dic 2023, 20:23:27 da Ruhan »

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                            Re:Topolino 3553
                            Risposta #12: Venerdì 29 Dic 2023, 10:53:52
                            La copertina, senza troppi giri di parole, è orrenda.
                            Anzi, di più.
                            Non capisco come la redazione possa aver dato luce verde.


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                              Re:Topolino 3553
                              Risposta #13: Venerdì 29 Dic 2023, 11:31:52
                              La copertina, senza troppi giri di parole, è orrenda.
                              Anzi, di più.
                              Non capisco come la redazione possa aver dato luce verde.
                              E nessuno ha ancora parlato di quello strano "accenno di gamba"...

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                                Re:Topolino 3553
                                Risposta #14: Venerdì 29 Dic 2023, 14:29:48
                                La copertina non incontra il mio gusto personale. :shocked:
                                ... non ferma a Verkuragon!

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                                  Re:Topolino 3553
                                  Risposta #15: Venerdì 29 Dic 2023, 15:42:47
                                  Sì, è decisamente una brutta copertina. Mi ricorda quella della Flash Edition, dove c'è il corpo di Topolino senza collo che copre parzialmente la testa come se fossero due cose separate

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                                    Re:Topolino 3553
                                    Risposta #16: Sabato 30 Dic 2023, 12:38:43
                                    Ahimè, con l'avanzare dell'età non ho più le certezze di una volta :crazy: ma nella prima storia del numero (e anche qui non so se ci va uno SPOILER ALERT), "K - Ritorno nel Klondike", si incontrano Paperone e Famedoro, quanto mi sembra di ricordare che nel "Torneo monetario" davano l'impressione di non essersi mai visti prima.

                                    Non che sia così cruciale seguire il "canone", anzi... ma ormai tendo a dare per scontato che le nuove storie che si ambientano nel passato tendano a non stravolgere l'immaginario condiviso :-)

                                    Comunque storia gradevolissima e d'Ippolito che ormai da tempo è una certezza di qualità, mentre sulla copertina....  :minishock:
                                    « Ultima modifica: Sabato 30 Dic 2023, 12:40:41 da FL0YD »
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                                      Re:Topolino 3553
                                      Risposta #17: Sabato 30 Dic 2023, 15:36:57
                                                                                                                                                     K
                                                                                                                                    Ritorno nel Klondike
                                      __________________________________________________________________________________________________________________________
                                                                                                                                                 
                                                                                                                                    Attenzione : Spoiler   :oh:

                                      Agganciandomi a quanto scritto da Floyd - a proposito: bentornato!   :-)   il 'tabù' barksiano della non conoscenza tra Paperone e Famedoro in quello che 'doveva' essere il loro primo incontro nel Torneo Monetario del 1956 è stato fino all'altro ieri in qualche modo 'rispettato':  sia da Don Rosa, nella Saga in cui i due paperi giovanissimi si incontrano nel 1887 in Sud Africa non rivelando le loro identità e dimenticandosi, nel 'frattempo' (giusto 69 anni), quell'episodio;  sia da Marco Gervasio il quale, nell'altra 'saga' (quella di Fantomius), fa diventare Cuordipietra sindaco di Paperopoli in un anno (l'ultimo o uno degli ultimi) nel quale Paperone è in giro per il mondo prima del 'grande ritorno'.

                                      Luca Barbieri è dunque il primo autore a sfatare questo tabù, facendo incontrare i due paperi in una presentazione 'ufficiale' antecedente il Torneo, con tanto di nome e cognome. E dico che ha fatto bene, dal momento che il tycoon sudafricano è ormai talmente 'spendibile' nelle varie narrazioni presenti e passate (dal Sud Africa al Klondike, da PaperBridge a Fantomius, dalla Paperopoli di un tempo a quella attuale) che il 'laccio' barksiano della non reciproca conoscenza con il rivale gli stava un po' stretto.

                                      Però, al tempo stesso, mi chiedo perché Barbieri non abbia tenuto conto del capitolo donrosiano del Terrore del Transvaal nel quale i due giovani avventurieri si erano visti per la prima volta giusto dieci anni prima del Klondike. Considerando la situazione piuttosto 'indimenticabile' che li aveva visti protagonisti in Sud Africa e il fatto che fisicamente siano ancora giovani in questi Diari, mi sembra strano che entrambi non si siano ricordati di ciò accadde fra loro appena si sono 'rivisti' in Canada, al di là dei nomi che non sapevano. Vendicare quella 'sconfitta in casa' avrebbe giustificato ancor più quella rabbia espressa da Cuordipietra nei confronti di Paperone in questo episodio diviso in due parti.

                                      Per cui rendo merito a Barbieri di aver 'sdoganato' la conoscenza ufficiale fra i due protagonisti prima del Torneo Monetario ma gli faccio notare che una continuity con la Saga di Don Rosa non ci sarebbe stata male; anzi, avrebbe reso ancora più 'pepata' tutta la situazione venutasi a creare in Klondike. A questo punto mi chiedo se anche Gervasio potrebbe far tornare Famedoro nella Paperopoli di Fantomius con Paperone questa volta presente e desideroso di vendicare quell'anno in cui il rivale ha fatto il bello e il cattivo tempo nella 'sua' città. Tutti i 'lacci e lacciuoli' non ci sono più.

                                                                                   
                                      « Ultima modifica: Sabato 30 Dic 2023, 17:48:07 da Cornelius »

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                                        Re:Topolino 3553
                                        Risposta #18: Sabato 30 Dic 2023, 22:06:35
                                        Ritengo abbastanza insensato, soprattutto in tempi di continuity così stretta, contraddire non solo Don Rosa (che non mi piace ma ha indubbiamente posto dei paletti importantissimi) ma anche Carl Barks.
                                        Per cosa poi? Per scrivere una storia banalotta e assolutamente non centrata come questa, che sembra voler calcare le orme di Rosa in modo però decisamente inferiore. La sua opera, che pur non apprezzo, è decisamente più ragionata, studiata, magniloquente e soprattutto più riuscita di questo K.

                                        Tra l'altro lo stesso Barbieri aveva detto di aver agito negli "spazi bianchi" lasciati proprio da Rosa e Barks...
                                        « Ultima modifica: Sabato 30 Dic 2023, 22:10:47 da Grande Tiranno »
                                        Catturamento Catturamento!

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                                          Re:Topolino 3553
                                          Risposta #19: Sabato 30 Dic 2023, 23:06:08
                                          Cornelius, nella saga Paperone si presenta usando il suo vero nome ma non sa il nome del suo rivale.

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                                            Re:Topolino 3553
                                            Risposta #20: Domenica 31 Dic 2023, 01:06:07
                                            Ho letto il 3553. Parto con le impressioni.

                                            K - Ritorno nel Klondike (Primo e secondo tempo)

                                            Storia buonina; tutto sommato, godibile. Non brillante, sinceramente. Mi trovo d'accordo con @Grande Tiranno: l'intreccio è un po' banale. La divisione in due parti e l'allungamento di pagine, anziché essere utilizzati per regalare una trama più ricca, vengono sprecati per spalmarci due diverse vicende. Il risultato che ne consegue è fisiologico: due parti che corrispondono a due vicende rese in maniera sbrigativa e scontatissima. Tra l'altro, con incipit molto simile, dato che si tratta — in ambo i casi — di sfide. Anziché una sola vicenda resa bene, ecco due vicende, ma rese male.
                                            Io avrei eliminato la sfida della ricerca dell'oro (abbastanza noiosa e non all'altezza, fin dall'idea stessa) e tenuto solo la prima che aveva parecchio potenziale ed è stata in grado, almeno agli inizi, di intrigarmi. In tal modo, Barbieri avrebbe potuto espanderla — ulteriormente — nella seconda parte e donarci un numero maggiore di situazioni e difficoltà lungo il percorso in slitta. Invece, il fatto di inserire la seconda sfida, ha sciupato gli spazi e costretto lo sceneggiatore a concludere la prima in tutta fretta, sprecando un'occasione.

                                            Non so, invece, esprimermi sulla questione dei paletti. O meglio. Trovo che i paletti servano per essere aggirati e non distrutti. Né rispettati con estrema sacralità, ma nemmeno eliminati. Aggirati. Mantenuti e aggirati.
                                            Il fatto di essere costretti a girarci attorno costringe, chi scrive, a tirar fuori situazioni che — altrimenti, senza quei paletti — non potrebbero venir fuori. Sono uno sprone. L'impressione, in questa storia, è che l'autore abbia voluto scegliere la soluzione più semplice. In tutti i casi.

                                            Però, devo dare merito a Barbieri per i dialoghi e il respiro del susseguirsi delle vignette. Sono elementi che mi sono piaciuti. Tutto molto scorrevole e convincente, su quel versante. Anche il fronte delle battute e delle gag è intelligente e non ingenuo. Specie quelle che vedono protagonista Paperone. Un Paperone arguto e con la battuta pronta.

                                            Una nota di demerito va, però, al rapporto tra quest'ultimo e Doretta; nel numero, in anteprima, veniva annunciato che vi sarebbe stato un approfondimento su quel lato. L'approfondimento non è pervenuto, per quanto mi riguarda.

                                            Nulla di negativo da dire, invece, riguardo il reparto grafico. Fantastici i disegni, le chine e la colorazione.
                                            Le atmosfere fredde dell'America del Nord sono rese tramite una colorazione ricca; anziché optare per il semplice bianco affiancato da un unico tono di ombre, la neve viene resa quasi solo tramite ombreggiature, in molteplici toni di blu e azzurro. Cosa che arricchisce le tavole.
                                            Tavole già ricche, per via del dinamismo donato dalla costruzione delle vignette, con personaggi che fuoriescono dalla vignetta e un ritmo mai banale nella sequenza delle scene.

                                            Mi è piaciuta la resa grafica di Soapy Slick e Jack McCluscky.

                                            Voto: direi un 2.5/5, perché il reparto grafico è notevole o avrei dato — personalmente — un 2.


                                            Topolino e la settimana bianca in giallo

                                            Nonostante il titolo, di "giallo" ci sono solo gli stivaletti di Topolino. Si tratta di una lunga gag comica che sarebbe potuta durare una o due tavole. Storia breve e senza pretese, se non quella di stabilire un equivoco e costruirci attorno qualche pagina. Riesce nel suo intento di strappare qualche sorriso, specie nella conclusione. Ma nulla di incredibile.

                                            Voto: 1.5/5


                                            Orazio e il flagello Curiazio

                                            Mi ha stupito. Parte come una storiella, ma si evolve in una vicenda più profonda. Francesco Vacca scrive una storia che esplora il personaggio di Orazio, dandogli una dignità da protagonista e un'approfondimento introspettivo, non dico inediti, ma rari. Mi è piaciuto molto anche il modo in cui è stato tracciato qualche contorno del suo rapporto con Clarabella, andando oltre le solite due o tre situazioni trite e ritrite.
                                            Il picco lo si raggiunge con l'entrata in scena di Curiazio, cugino di Orazio. Parte come una storiella superficiale su Orazio che tenta di evitarlo e darsi per disperso, ma si trasforma in una storia abbastanza profonda, in cui l'iniziale situazione assume caratteri malinconici. Quella che doveva essere una gag, davanti ad un Curiazio scoperto consapevole della sua condizione (e con cui si riesce ad empatizzare, grazie alla buona scrittura dei dialoghi), si trasforma in una parabola nella quale ci si sente in tristissimo imbarazzo — assieme ad Orazio — per l'iniziale comportamento di quest'ultimo e per averne riso. Pensi che Curiazio sia solo una macchietta, ma ti rendi presto conto che, in realtà, si tratta di un personaggio sofferente e rassegnato. Ne hai riso e ti senti in colpa: la colonna sonora da film comico muta — improvvisamente — in quella di una commedia malinconica.
                                            Ma la vicenda va, poi, oltre: Orazio capisce meglio se stesso, proprio grazie all'incontro con lo sgangherato cugino.

                                            Voto: un 3.5 meritato per via del coraggio introspettivo applicato su un personaggio che, spesso, fa solo da contorno e l'intreccio della vicenda, con un saliscendi di registri (dal comico, al profondo).


                                            Qui, Quo, Qua e la giungla delle sorprese

                                            Bella storia. Una o due vignette mi hanno fatto ridere di gusto. Specie quelle che vedono Paperino nelle vesti di fissato del cellulare e le reazioni di Paperone alla cosa.

                                            Dialoghi scritti bene e in modo convincente. Battute che non brillano, ma scorrono e sono credibili, non ingenue.

                                            Bello anche il ribaltamento di trama. È una delle cose che apprezzo di più: una storia che parte secondo i canoni di un certo genere narrativo e rivela di appartenere ad un genere misto. Ribaltamento che si affianca ad un altro rivolgimento, sul versante comico. Lo scambio di ruoli tra Qui, Quo, Qua novelli baby-sitter (da una parte) e Paperino è Paperone tornati bambini (dall'altra) è abbastanza riuscito. Poteva essere reso meglio ed è stata (secondo me) un'occasione mancata a livello di gag potenziali. Ma non è da bocciare.
                                            Il finale è buono. Il fatto che la vicenda si concluda con una delusione rende tutto molto meno scontato.

                                            Beh, poi, alle matite abbiamo Cavazzano, quindi, non credo ci sia molto altro da dire. Scene ricche, nonostante il contesto "giunglesco". Contesto nel quale è facile essere ripetitivi. Cavazzano, evita il pericolo con maestria, invece. Come al solito.

                                            Bella l'astronave-palazzo quando riparte: mi ha ricordato PK per via dei particolari geometrici della struttura e le ombre rese tramite l'intreccio della china.
                                            Ottima anche la colorazione delle vignette.

                                            Voto: 3/5


                                            Dal Diario di Paperina - Palestra creativa

                                            Tavola autoconclusiva abbastanza banale. Si poteva fare meglio. Specie perché l'idea di una gag tra Paperina e Paperoga era molto buona e ricca di inesplorate possibilità.

                                            Voto: 1/5


                                            Voto finale del numero:
                                            Direi un 2.5 di media


                                            Bonus:

                                            - Oltre agli errori segnalati, ce n'è anche uno a pagina 133; "volevano" anziché "volevamo".
                                            - Bella l'intervista alla Zichè.
                                            - L'anteprima di "Topolino fuori dai radar" fa ben sperare; il rapporto tra Topolino e Irk, che Faraci preannuncia, si inserisce nel solco del suo percorso artistico: tentare di smarcare Topolino dai cliché maturati nei decenni, attraverso il contrasto e il lasciare che altri personaggi lo "colpiscano" e punzecchino, per sagomarlo, "sperfezionarlo" e umanizzarlo in modo credibile. Non mi piace moltissimo, però, ciò che annuncia Casty, ovvero l'uso di una colorazione e di espressioni solari per smorzare i momenti drammatici. Spero non si scada nel noir che non vuole fare il noir, come accade spesso con gli horror che appaiono su Topolino.
                                            Mi piace, però, il fatto che sia ambientato in uno sfondo urbano e cittadino. Idea ripresa anche nella copertina del 3554 e che mi ha ricordato le ambientazioni di MMMM. Speriamo bene.
                                            « Ultima modifica: Domenica 31 Dic 2023, 03:19:20 da Ruhan »

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                                              Re:Topolino 3553
                                              Risposta #21: Domenica 31 Dic 2023, 01:29:23
                                              Tra l'altro lo stesso Barbieri aveva detto di aver agito negli "spazi bianchi" lasciati proprio da Rosa e Barks...
                                              L'aveva detto, ma già dal primo capitolo era ovvio che non fosse così. Paperone e Doretta bff, Beagle Bob... Già Cuordipietra era "chiamato" con alcuni indizi, perciò si poteva intuire dove si volesse andare a parare.

                                              Nella storia di questa settimana, Soapy afferma che Paperone lo ha mandato in prigione. Questo accade alla fine dell'ottavo capitolo della Saga, appena prima che Paperone trovi la pepita uovo d'anatra. Da lì in poi, Scrooge rimarrà nel Klondike altri due anni, quindi potremmo incastrare questi avvenimenti lì. Se non fosse che Soapy è interdetto a tornare in Canada dalle Giubbe Rosse (e infatti lo vediamo solamente nel suo ufficio a Goldboom, in Alaska).

                                              Non sono il più grande donrosiano al mondo e, anzi, ritengo che la sua opera funzioni molto meglio da sola, come lettura personale (che è infatti il modo in cui lui stesso la interpreta), che non come canovaccio da seguire e a cui fare aderire tutto il resto. Ma qui si è deciso di avere a che fare con un periodo della vita di Paperone già raccontato e con personaggi che già hanno una storia e un carattere. Detto ciò, Paperone e Cuordipietra non si conoscono all'esordio del tycoon sudafricano. Certo, sono paperi anziani e possono essersi scordati (Don Rosa ha fatto il giochino del nome e può andare bene), però non penso sia sano rinnegare tutto così giusto per andare a riempire il passato di Paperone.

                                              Non avrei avuto niente da dire se Barbieri mi avesse voluto raccontare come Zio Paperone ha guadagnato il suo primo miliardo sulla Luna nel 1960, anzi lo avrei anche potuto trovare un esperimento interessante, forse. O in qualsiasi altro luogo o epoca, con personaggi nuovi. Ma questo luogo, questa epoca e questi personaggi esistono, e non sono granché riconoscibili nelle storie che portano il marchio K, di cui apprezzo i colori.

                                              *

                                              Cornelius
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                                                Re:Topolino 3553
                                                Risposta #22: Domenica 31 Dic 2023, 02:32:20
                                                Paperone e Doretta bff, Beagle Bob...
                                                In effetti nella intro a K Marco Nucci scrive della amicizia di Paperone con la carismatica Doretta Doremì quando sappiamo che fra i due c'è stato subito un certo feeling che andava oltre. Lo stesso Nucci nella Lampada Bisestile crea un finale tenero e romantico fra i due già anziani per cui questa sua precisazione 'amicale' in una storia dove Doretta si vede che è già 'presa' da Paperone contraddice la sua stessa recentissima narrazione.

                                                Magari questi Diari di Barbieri sono più interessati ai contrasti con storici nemici come Soapy Slick, Cuordipietra e Nonno Bassotto alias Beagle Bob ma anche Cuornero (secondo la Saga donrosiana) per cui anche lui, come Famedoro, dovrebbe essere una 'vecchia conoscenza' dello zione già ai tempi del Klondike che vengono dopo quelli del Mississippi e del Transvaal. Ma in entrambi i casi abbiamo visto che non è così.

                                                Questi Diari di Barbieri sono sicuramente interessanti e ben illustrati da D'Ippolito ma mixano una serie di personaggi e situazioni creando qualche contraddizione non da poco visto che, come scrive Simone, si svolgono in un luogo e in un periodo che sono stati ben storicizzati da diversi autori negli ultimi 70 anni. Gli 'spazi bianchi' ricordati da Grande Tiranno sembrano ricercati per creare situazioni ex novo ed in effetti Barbieri non ha tenuto conto né del Barks cronologicamente futuro né del Don Rosa cronologicamente passato.

                                                Sdoganando la conoscenza ufficiale tra ZP e CF ante Torneo da la possibilità anche ad altri autori di scrivere nuovi soggetti 'storici' che arricchirebbero ulteriormente la rivalità fra i due paperi (non bastassero le storie al presente) ma queste nuove ipotetiche narrazioni sarebbero ancora più interessanti se collegate a ciò che Don Rosa ha raccontato nella sua saga. Collegamenti che non limiterebbero le possibilità di racconto ma, al contrario, lo renderebbero ancor più interessante e coerente.
                                                « Ultima modifica: Domenica 31 Dic 2023, 11:31:26 da Cornelius »

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                                                  Re:Topolino 3553
                                                  Risposta #23: Domenica 31 Dic 2023, 02:45:31
                                                  Non so, invece, esprimermi sulla questione dei paletti. O meglio. Trovo che i paletti servano per essere aggirati e non distrutti. Né rispettati con estrema sacralità, ma nemmeno eliminati. Aggirati. Mantenuti e aggirati.
                                                  Il fatto di essere costretti a girarci attorno costringe, chi scrive, a tirar fuori situazioni che — altrimenti, senza quei paletti — non potrebbero venir fuori. Sono uno sprone. L'impressione, in questa storia, è che l'autore abbia voluto scegliere la soluzione più semplice. In tutti i casi.
                                                  Mi trovi d'accordo. Un bell'esempio di come si aggirano i paletti ce lo ha dato proprio Don Rosa, col semplice ma funzionale escamotage di Cuordipietra che non dice il suo nome a Paperone. Qui, come hai scritto, l'impressione è quella di un autore che forse ci ha pensato un po' e poi ha rinunciato.

                                                  L'unica possibile scappatoia che intravedo - ma forse la mia è solo un'illusione - è il fatto che si stia parlando di "diari", il che può far pensare che gli eventi narrati non siano del tutto corrispondenti a quelli reali, ma siano il frutto di una serie di arricchimenti e rielaborazioni compiute da Paperone nel corso degli anni. E quindi potrebbe starci che anche stavolta Cuordipietra non si sia presentato, ma in seguito Paperone - avendo ormai capito chi fosse - abbia modificato qualcosa del loro incontro per evidenziare l'identità del misterioso antagonista a un possibile lettore (magari pensando di dare alle stampe i diari) o semplicemente per essere sicuro di ricordarsene ad una futura rilettura. La stessa cosa per il suo rapporto con Doretta, che potrebbe essere più vicino a quello da lui desiderato che a quello reale.
                                                  "I social danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Ora hanno lo stesso diritto di parola dei premi Nobel"

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                                                    Re:Topolino 3553
                                                    Risposta #24: Domenica 31 Dic 2023, 03:05:48
                                                    Non so, invece, esprimermi sulla questione dei paletti. O meglio. Trovo che i paletti servano per essere aggirati e non distrutti. Né rispettati con estrema sacralità, ma nemmeno eliminati. Aggirati. Mantenuti e aggirati.
                                                    Il fatto di essere costretti a girarci attorno costringe, chi scrive, a tirar fuori situazioni che — altrimenti, senza quei paletti — non potrebbero venir fuori. Sono uno sprone. L'impressione, in questa storia, è che l'autore abbia voluto scegliere la soluzione più semplice. In tutti i casi.
                                                    Mi trovi d'accordo. Un bell'esempio di come si aggirano i paletti ce lo ha dato proprio Don Rosa, col semplice ma funzionale escamotage di Cuordipietra che non dice il suo nome a Paperone. Qui, come hai scritto, l'impressione è quella di un autore che forse ci ha pensato un po' e poi ha rinunciato.

                                                    L'unica possibile scappatoia che intravedo - ma forse la mia è solo un'illusione - è il fatto che si stia parlando di "diari", il che può far pensare che gli eventi narrati non siano del tutto corrispondenti a quelli reali, ma siano il frutto di una serie di arricchimenti e rielaborazioni compiute da Paperone nel corso degli anni. E quindi potrebbe starci che anche stavolta Cuordipietra non si sia presentato, ma in seguito Paperone - avendo ormai capito chi fosse - abbia modificato qualcosa del loro incontro per evidenziare l'identità del misterioso antagonista a un possibile lettore (magari pensando di dare alle stampe i diari) o semplicemente per essere sicuro di ricordarsene ad una futura rilettura. La stessa cosa per il suo rapporto con Doretta, che potrebbe essere più vicino a quello da lui desiderato che a quello reale.
                                                    Ipotesi suggestiva la tua. Ma concordo con quella vocina che ti grida "è tutta un'illusione!". Perchè ha fatto visita anche al sottoscritto. Temo, davvero, che Barbieri si sia semplicemente trovato davanti ad una difficoltà che non ha saputo o voluto affrontare a dovere. Peccato, perché l'idea di esplorare il passato di Paperone apre molte possibilità.

                                                    Io spero che qualcuno gli faccia presente queste cose e che si vada veramente verso l'ipotesi da te suggerita. Perché è piena di potenzialità narrative. Si immagini, ad esempio, un episodio o più episodi nei quali venga raccontata la versione corretta delle vicende. Hai tutto: hai una trama su cui giocare e da stravolgere; hai un tipo di incipit già pronto: succede qualcosa (Che cosa? Perché? Chi è intervenuto?) nei giorni nostri e Paperone è costretto a raccontare la verità; e hai anche la possibilità di rifarti al canone Donrosiano (nessuno lo ha costretto a toccare proprio quei periodi legatissimi al Don, come dice @Simone Cavazzuti ahah) e al suo ricchissimo materiale.

                                                    Ma temo che nulla di tutto ciò avverrà. Vedo incertezze nella gestione della stessa trama. Come scrivevo, l'uso dei due tempi ha senso quando si vuole espandere una storia. Qui, la mia impressione, è stata quella di leggere una storia e, poi, una seconda più piccina. Avrei preferito una sola vicenda arricchita di vari percorsi e difficoltà, piuttosto che due vicende banali e scarne. Anche qui, sembra che l'autore abbia scelto, frettolosamente, la soluzione più semplice: trovare varie linee narrative tra loro coerenti e il cui intreccio desse un unico risultato è ben più complesso di inventare due sfide a percorso lineare e scontato. E lo stesso è avvenuto con la questione dei paletti o del tipo di rapporti tra i personaggi: ignorarli era la via più semplice. E Barbieri ha scelto quella. Non capisco, a questo punto, perchè mettere le mani su vicende e periodi così delicati e legati, di per sé, ad un canone ben conosciuto per essere nato con l'aspirazione ad essere un canone che fa il canone, canonicamente. Anzi. Lo capisco. Anche qui, l'autore ha scelto la via più semplice. Inventare di sana pianta sarebbe stato più difficile. Pescare da un canone e dal suo novero di personaggi e rapporti deve essergli apparsa come la scelta più semplice. Anche per l'effetto "aspettativa" che avrebbe generato nei fan. Il difficile sarebbe stato seguirlo e incastrarci tutto. E, infatti, non lo ha fatto.

                                                    Mah.
                                                    « Ultima modifica: Domenica 31 Dic 2023, 03:17:30 da Ruhan »

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                                                      Re:Topolino 3553
                                                      Risposta #25: Domenica 31 Dic 2023, 10:32:59
                                                      IO il numero lo boccio aimè...e non solo per la copertina  :silly:

                                                      Già non sono un amante dell ambientazione 'klondike' e mi rendo conto col passare degli anni che amo paperone principalmente quando è contestualizzato ai suoi nipoti, è evidentemente un personaggio le cui avventure solitarie mi prendono poco...con eccezioni fortunatamente. Onestamente non mi importa nulla dei paletti altri, per me possono anche scrivere che il primo milione glielo hanno dato gli alieni e nel klondike vendeva smartphone ai minatori ma cerfo di giudicar una storia per quello che mi da in quel momento.

                                                      La gialla...non è gialla, è una one-page sotto steroidi come profondità

                                                      La prima cosa che ho pensato leggendo quella del cugino è stata 'ma c'è davvero bisogno del ennesimo personaggio pasticcione ?'. paperoga lo adoro..poi ci metti sgrizzo (che non mi piace) adesso abbiamo Curiazio in cui non trovo davvero nulla di particolare che me lo possa far ricordare in futuro.

                                                      Salvabile l ultima coi disegni di Cavazzano che però ho trovato meno in forma che in altre storie , qualche viso dei nipotini in particolare.

                                                      P.S. Buon 2024 a tutti

                                                      Grazie Babbo anche per quella volta nel 1980 in cui sei tornato a casa con un Topolino in mano chiedendomi se mi andava di leggerlo...non ho più smesso.

                                                      *

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                                                        Re:Topolino 3553
                                                        Risposta #26: Domenica 31 Dic 2023, 10:42:26
                                                        Cornelius, nella saga Paperone si presenta usando il suo vero nome ma non sa il nome del suo rivale.
                                                        Non ricordavo questo particolare, fondamentale all'epoca per restare fedele al racconto barksiano ma ininfluente se collegato all'ultimo Diario K: il breve periodo trascorso fra il primo incontro nel Transvaal e il secondo nel Klondike (un decennio) fa si che anche se CF non si fosse presentato con le sue generalità sarebbe dovuto restare impresso nella memoria di Paperone visto che due ventenni dovrebbero riconoscersi anche da trentenni. Al contrario, Famedoro avrebbe dovuto subito rammentare quel papero che lo fece incarcerare, non solo fisicamente ma anche di nome. E invece Barbieri è come se volesse ricominciare da zero.
                                                        Un bell'esempio di come si aggirano i paletti ce lo ha dato proprio Don Rosa, col semplice ma funzionale escamotage di Cuordipietra che non dice il suo nome a Paperone. Qui, come hai scritto, l'impressione è quella di un autore che forse ci ha pensato un po' e poi ha rinunciato. L'unica possibile scappatoia che intravedo - ma forse la mia è solo un'illusione - è il fatto che si stia parlando di "diari", il che può far pensare che gli eventi narrati non siano del tutto corrispondenti a quelli reali, ma siano il frutto di una serie di arricchimenti e rielaborazioni compiute da Paperone nel corso degli anni.
                                                        In effetti un Diario non può esser preso per oro colato: non a caso abbiamo anche le serie ciminiana delle "Storie (quasi) vere" dove lo stesso zione ammette ai nipoti di arricchire (volontariamente o meno, dipende anche dalla sua memoria) con qualche particolare extra i suoi famosi racconti. In questo caso non si tratterebbe di un semplice 'particolare' ma di una cosa decisamente importante. E la rielaborazione dove sarebbe? Nell'aver dato un nome ad un rivale che invece, anche in questa occasione, restava misterioso? E quanti incontri-scontri dovranno avvenire prima che entrambi si rendano conto con chi hanno veramente a che fare?

                                                        Tutto ciò mi sembra quasi comico e paradossale, come nella serie di Fantomius dove CF fa il sindaco per un anno, rovinando Paperopoli per poi fuggire via e lasciarla al ritorno 'curativo' di ZP che, secondo logica, dovrebbe venire a sapere nome e fisionomia di questo papero anche solo attraverso i commenti della cittadinanza, dei politici locali e di qualche manifesto elettorale ancora sventolante in qualche quartiere. La rivalità fra Paperone e Cuordipietra non può essere 'limitata' nel tempo passato dal 'paletto barksiano', aggirabile come in effetti è stato ma anche 'superabile', senza per questo offendere la 'memoria barksiana'.

                                                        In genere sono attento alla coerenza della continuity 'globale' ma ci sono dei casi, come questo, in cui l'aggiramento' può essere sostituito dalla 'superabilità'. Se a beneficiarne sono delle storie altrimenti impossibili da scrivere in quel modo, ben venga. In questo Diario però non si è aggirato solo Barks ma anche Don Rosa: il collegamento con la Saga sarebbe tornato utile allo stesso Barbieri per i motivi narrativi scritti nei precedenti post. Aggirare o superare un filone narrativo e al tempo stesso collegarsi ad un altro non è contraddittorio ma una libera scelta autoriale anche interessante quando portatrice di nuovi frutti. In questo caso l'autore si è sentito 'libero' di non seguirne alcuno. 
                                                        « Ultima modifica: Domenica 31 Dic 2023, 10:45:34 da Cornelius »

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                                                          Risposta #27: Domenica 31 Dic 2023, 11:37:16
                                                          Recensione Topolino 3553


                                                           Un Paperino elegantissimo, intento a dirigere l’orchestra con tanto di bacchetta, sorride ai lettori, celebrando con loro l’arrivo del 2024. La copertina disegnata da Claudio Sciarrone, dall’impatto in verità non particolarmente felice, apre un numero di Topolino che, dopo i fuochi d’artificio delle tre uscite prenatalizie, torna a un’impostazione più classica.

                                                           Potremmo definirla, anzi, rétro, quasi in stile anni Ottanta: una storia lunga in apertura – seppure in due puntate –, un’altra sulla trentina di pagine in chiusura, un paio di brevi nel mezzo.

                                                           La parte del leone la fa il secondo capitolo di K, pubblicato a distanza di dieci settimane dal primo. Con Ritorno nel Klondike la saga di Luca Barbieri e Francesco D’Ippolito prosegue il racconto delle peripezie di Paperone all’epoca della corsa all’oro, un tema sempre affascinante ma ormai trito e ritrito, al quale gli autori cercano con impegno palpabile di dare nuova linfa.

                                                           Barbieri decide di affidarsi al più malvagio fra gli antagonisti di Scrooge, Cuordipietra Famedoro, che sbarca nel Canada nord-occidentale, animato dalle consuete pessime intenzioni. I puristi della continuity storceranno un po’ la bocca, poiché i due non danno alcun cenno di riconoscersi, mentre, sul piano temporale, questo incontro con Paperone è successivo a quello avvenuto nel Transvaal che ha narrato Don Rosa.

                                                           Va ricordato, però, che, in quell’occasione, i futuri plurimiliardari non si erano presentati e, considerato che qui le loro fattezze sono piuttosto differenti, la faccenda ha una sua plausibilità. Più arduo sarebbe spiegare come mai al principio del Torneo monetario (nella realtà, la storia d’esordio di Flintheart Glomgold), i due agiscano da perfetti sconosciuti…

                                                           Comunque, il boero giramondo – qualche anno dopo andrà a compiere malefatte anche oltremanica, spacciandosi per insegnante di latino nell’esclusivo college di Paperbridge – decide di allearsi con il perfido Soapy Slick, che un D’Ippolito in grande spolvero (brillanti le soluzioni da lui adottate per distaccarsi dalla “gabbia” tradizionale) raffigura più diabolico che mai.

                                                           Come accennato da Barbieri nell’intervista sul numero precedente, è voluta la strizzata d’occhio al cinema di Sergio Leone, con Paperone, Slick e Cuordipietra a rappresentare, nell’ordine, Il buono, il brutto, il cattivo.

                                                           
                                                          Un Soapy Slick più diabolico che mai[/size][/i]

                                                           L’immersione nell’atmosfera western risulta godibile, e non mancano alcune scene piuttosto forti per i canoni disneyani, come l’aggressione a Paperone di pagina 35, resa in modo assai dinamico ed efficace, o il trenino destinato ai bimbi gettato crudelmente nel fuoco a pagina 40. In entrambi i casi il riprovevole protagonista è il cinico e spietato Jack McClusky, capo degli scagnozzi di Soapy Slick, che di lui dice orgoglioso: «Non brilla per intelligenza, ma in quanto a nefandezza è un asso!».

                                                           Superate le difficoltà, Paperone, sostenuto da una confidente preziosa come Doretta Doremì (ormai onnipresente su Topolino, e dire che il suo ideatore la utilizzò per una sola, indimenticabile, apparizione!), si conferma miglior cercatore del Klondike al termine di una sfida con lo scorretto Cuordipietra vinta sul filo di lana: una sorta di déjà-vu dalle reminiscenze barksiane… Il cliffhanger dell’ultima tavola, però, riapre questioni che sembravano archiviate, rimandandone il dipanarsi al prossimo episodio.

                                                           Segue Topolino e la settimana bianca in giallo di Gabriele Panini e Giulia La Torre. Al di là dei contenuti non memorabili, la breve, di appena sette tavole, si fa notare per la rocambolesca sequenza di pagina 72: qui Mickey, per cercare di sventare il rapimento di colei che crede Minni, esegue un’acrobazia sugli sci da far invidia all’Ethan Hunt di Mission: Impossible!

                                                           
                                                          Dove passa Curiazio non cresce più l’erba…[/size][/i]

                                                           Orazio e il flagello Curiazio, di Francesco Vacca e Lucio Leoni, introduce un nuovo personaggio, il cugino pasticcione di Orazio, il quale, suo malgrado, fin dall’infanzia è costretto a ripararne i danni. Le contrapposte peculiarità – in sintesi: uno rompe, l’altro aggiusta – sono lo spunto per una serie di gag abbastanza ripetitive, con il tenero e maldestro Curiazio, pur mosso da ottime intenzioni, che, senza volerlo, ne combina una dietro l’altra, devastando ogni cosa, proprio come il re degli Unni (cui il titolo ammicca).

                                                           Insomma, dove passa Curiazio non cresce più l’erba… A dar modo ai buoni sentimenti di trionfare, favorendo la riconciliazione tra consanguinei, sarà l’intervento risolutivo di Clarabella, per una volta nei panni di illuminato deus ex machina.

                                                           Abbiamo poi l’egmontiana Qui, Quo, Qua e la giungla delle sorprese. Nemmeno i disegni di Giorgio Cavazzano (magnifici certi scorci di vegetazione tropicale) riescono a salvare dal naufragio la sceneggiatura firmata da Sune Troelstrup, che mostra incongruenze, situazioni già viste e psicologie tagliate con l’accetta.

                                                           Tutto ciò fin dall’inizio, quando Paperino tratta i nipotini alla stregua di «poppanti» e non vorrebbe farli partire assieme a zio Paperone per l’Amazzonia perché «troppo piccoli», dimenticando, come nulla fosse, centinaia di avventure vissute con loro in giro per il mondo… Lo scioglimento dell’enigma, poi, è quanto di più abusato possa esistere, tanto da provocare spontaneo disappunto.

                                                           
                                                          La vegetazione tropicale dipinta da Cavazzano[/size][/i]

                                                           Per il resto, va segnalato che, oltre a curare l’abituale Che aria tira, l’inossidabile Silvia Ziche ci insegna da par suo, nella rubrica Fumettando, i segreti per ritrarre il volto di Paperina. Quest’ultima è protagonista, con Paperoga, anche della one page che chiude l’albo, Palestra creativa, realizzata come autrice completa da Giulia Lomurno per la rinnovata serie Dal diario di Paperina.

                                                           In generale, Topolino 3553 compie un netto passo indietro rispetto ai trascorsi più recenti. Stavolta, nonostante la valida storia d’avvio, l’ispirazione e l’originalità a livello di script sembrano latitare, raggiungendo il picco negativo con la danese. La qualità media, di conseguenza, cala sensibilmente, per una valutazione, severa ma ponderata, che si attesta sulle due stelle.

                                                           Siamo fiduciosi, comunque, che, dato il ricco menù preannunciato da Alex Bertani nell’editoriale, già dal primo mercoledì del nuovo anno il libretto saprà ristabilire standard più elevati.



                                                          Voto del recensore: 2/5
                                                          Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
                                                          https://www.papersera.net/wp/2023/12/31/topolino-3553/


                                                          Ora è possibile votare anche le singole storie del fascicolo, non fate mancare il vostro contributo!


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                                                            Re:Topolino 3553
                                                            Risposta #28: Martedì 2 Gen 2024, 12:41:09
                                                            Dopo K il nulla... o quasi   :shocked:

                                                            Gabriele Panini ci riporta una Minni vecchia maniera: frivola, superficiale, antipatica e violenta (la botta con gli sci sulla testa del povero compagno fracasserebbe un cranio 'normale'). Si censurano le pistole solo per quello che 'potrebbero' fare (e non fanno, almeno nei fumetti Disney), evitando violenze solo teoriche e si lasciano passare azioni alla Martina e Chierchini degli anni '50. Un conto è un vaso con fiorellini che cade sopra la testa di qualcuno (teoricamente violento anche quello ma comunque comico e, si immagina, involontario) o una bastonata alla Zio Paperone, meno violenta e più involontariamente comica. Un altro è un brutto colpo dato con convinzione e cattiveria. Questa Minni ha nulla a che vedere con quella vista negli ultimi anni (Evaporati compresi, ma era un altro personaggio); è semmai relativamente collegabile al vecchio character del '900, nel caso.

                                                            Sono sempre favorevole all'apparizione di nuovi personaggi che potrebbero entrare nel cast fisso o periodico di paperi e topi ma questo cugino di Orazio è di una tipologia trita e ritrita. L'unica cosa interessante può derivare dal fatto che i guai procurati da Curiazio (fin da bambino) hanno stimolato il cugino a diventare quello che è: un ottimo riparatutto. Per cui Curiazio, banalissimo nelle azioni, sembra essere stato fondamentale nella 'crescita' di Orazio. Dobbiamo a lui il personaggio che tutti conosciamo da sempre. Speriamo che nel prossimo episodio (già in vista nell'Anteprima del 3554) Francesco Vacca elabori qualcosa di meno scontato, facendo conoscere altre sfaccettature del parente.

                                                            Da far scendere il latte alle ginocchia l'esclamazione di Paperino rivolta allo zione e riguardante i nipotini in possibile partenza per l'Amazzonia: "I ragazzi non vanno da nessuna parte! Sono troppo piccoli!". Il ché sarebbe anche normale nella realtà degli umani ma non lo è affatto in quella dei paperi, dove QQQ sono andati ovunque, con gli zii, con le GM ma anche da soli, cavandosela meglio degli adulti, fin dai tempi di Barks che in Egmont dovrebbero conoscere bene (vero, Sune Troelstrup?). Poi le solite disavventure nella giungla, la scoperta di una fonte della giovinezza, paperi adulti che diventano bambini e, gran finale, la scoperta di alieni provenienti da chissà quale pianeta fanno il resto.
                                                            « Ultima modifica: Martedì 2 Gen 2024, 12:53:54 da Cornelius »

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                                                              Re:Topolino 3553
                                                              Risposta #29: Martedì 2 Gen 2024, 13:50:33
                                                              La serie di "K" si può interpretare in tre modi...

                                                              1) quello con cui è stata presentata, e cioè "incastonata nella $aga di Don Rosa e rispettosa delle storie di Barks" (non erano queste le parole, ma credo che il senso fosse più o meno quello); bene, se è così, è completamente sbagliata, perché non rispetta assolutamente i "paletti" donrosiani, e neanche quelli barksiani!

                                                              2) una serie scollegata dal presunto "canone" donrosiano, e che si prende qualche libertà di (sempre presunta) continuity; se così è, mi sta più che bene, anche se Paperone mi sembra comunque un pochino fuori personaggio...

                                                              3) ... però, dobbiamo considerare un'altra ipotesi, già paventata da qualcuno: chi ci può assicurare che sia tutto accaduto realmente? Sono diari scritti da lui stesso!

                                                              Quindi, faccio mia la terza opzione e mi rileggerò entrambe le storie già pubblicate (e leggerò anche le prossime) con questo spirito, sperando che mi piacciano di più di quanto (non!) mi siano piaciute la prima volta!

                                                              Aggiungo solo che noto anch'io una certa inflazione dell'ambientazione "corsa all'oro", ma soprattutto comincio a vedere un po' troppo inflazionato il personaggio di Cuordipietra! Ormai sta dappertutto e in tutte le epoche!
                                                              Io son nomato Pippo e son poeta
                                                              Or per l'Inferno ce ne andremo a spasso
                                                              Verso un'oscura e dolorosa meta

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                                                              Pifferosauro Uranifago
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                                                                Re:Topolino 3553
                                                                Risposta #30: Martedì 2 Gen 2024, 15:40:29
                                                                Personalmente sono, se non preoccupato, infastidito nel dover constatare come la saga K di Luca Barbieri si confermi, al suo secondo capitolo, essere un brutto e pericoloso precedente.

                                                                Barbieri sbaglia nel metodo e nel merito, secondo me. Mi spiego: è importante chiarire prima il proprio intento e le regole del gioco, in maniera tale che il lettore possa adeguarsi e scegliere se aderire o meno. Vuoi fare una storia scollegata dal peso della continuity? Benissimo, valuterò se mi interessa o meno, se ne vale la pena o meno, la fruirò senza tenere in considerazione quell'elemento. Vuoi inventarti una nuova continuity? Rischioso, potenzialmente dannoso, ma almeno so cosa aspettarmi. Dici di voler fare una storia che rispetta la continuity e che semmai amplia, muovendosi "negli spazi bianchi" tra una storia e l'altra? Allora però lo devi fare bene, perché si tratta di regole che non eri necessariamente tenuto a seguire ma alle quali tu stesso hai deciso di sottostare.

                                                                Tutto questo e poi però mi infili Nonno Bassotto, Cuordipietra Famedoro, Soapy Slick, Doretta Doremì, creando ogni volta incongruenze palesi, evidenti e neanche così facilmente risolvibili.

                                                                Mi viene il dubbio che Barbieri in realtà abbia letto solo una parte della Saga di Don Rosa nel cui solco sostiene di volersi inserire, probabilmente il capitolo 8 ambientato effettivamente nel Klondike...dimenticandosi però che la Saga era composta da 11 altri capitoli, che puntualmente ignora generando errori.

                                                                Ora, io non credo che la continuity sia una zavorra, un peso, un limite, un tabù e tantomeno "lacci e lacciuoli" (espressione che con buona pace di Campanella e Carli, oltre a ricordarmi gli eccessi del liberismo imprenditoriale, mi ricorda di un certo sorridente tycoon diventato per molti anni Presidente del Consiglio, figura perlomeno discutibile, un populista demagogo decisamente non noto per avere a cuore i corpi intermedi della democrazia).

                                                                Penso che a volte anzi sia utile ricordarla per evitare di avere scarsa originalità, allenare la mente aggirando il problema e trovando soluzioni nuove e così via. Uno stimolo, uno spunto, fonte di ispirazione, una preziosa alleata. Uno sprone, come diceva Ruhan, al quale mi accodo. Ma ad ogni modo, sono totalmente d'accordo sul fatto che si possano fare ottime storie senza tenere conto della continuity.

                                                                E il punto è proprio questo: di citare per forza il passato non gliel'ha ordinato il dottore, a Barbieri (ma anche ad altri, è un discorso che vale anche per casi analoghi del passato recente e presente, se non del futuro). Non capisco anzi perché tutti questi autori che vogliono scrivere qualcosa di nuovo e diverso vadano ad impelagarsi in un passato già scritto e sviscerato. Perché non raccontare qualcosa di ambientato nel presente? Chi ve lo vieta? Oppure raccontate qualcosa di nuovo, ambientato nel passato ma con protagonisti personaggi nuovi (che mi rendo conto che non abbia lo stesso appeal di usare Paperone, but still...). Oppure, se volete per forza immischiarvi nella continuity ed è il vostro intento dichiarato, magari non fate il compitino ma leggetevi tutta la storia dentro la quale volete inserirvi, non solo alcune pagine come fosse un menu, scegliendo alcune cose e ignorando altre. O tutto o niente.

                                                                E poi, è proprio necessario A) scrivere una storia ambientata nel passato e B) scriverla facendo errori e contraddicendo altre storie? E se era davvero inevitabile, per cosa è stato fatto? Qual era lo scopo, la grande ambizione dietro? Una storia che, come dice il Grande Tiranno, è un banale divertissement e poco più?

                                                                Il problema di queste storie di Barbieri è che ha scelto di entrare a gamba tesa nella Saga: poteva benissimo infilarsi in maniera indolore, senza toccare ciò che era già stato fatto. Invece ha avuto la superficialità di non informarsi e l'arroganza di voler narrare lui, stavolta, le "origini" di importanti elementi del cast disneyano e della lore paperoniana-barksiana-donrosiana. Prima Nonno Bassotto, ora Cuordipietra Famedoro...tutto ciò cozza un po' con il suo intento di non voler contraddire la Saga. Ci vorrebbe un po' più di umiltà da parte di alcuni autori rampanti. Bisognerebbe mettere da parte l'ego e mettersi al servizio della storia. Oppure, se si hanno ambizioni, scegliere se fare qualcosa di nuovo che si ponga ufficialmente in "competizione" col canone ufficiale (legittimo) o studiare ciò di cui si parla per non fare un lavoro sciatto e superficiale che "cita" solo nominalmente un qualcosa di già stabilito. Se pensi di far di meglio di Barks e Rosa, accomodati, mettiti in gioco ma esplicitalo. Se ti fai scudo con loro dichiarando a parole di rispettarli ma non facendolo nel concreto, allora è una furbata che però è facilmente smentibile e sgamabile, non ci si fa una bella figura. Oppure, si può sempre fare altro, narrare altro. Forse bisognerebbe mettere una moratoria sulle storie ambientate nel passato o nel citare la Saga in ogni numero, se i rischi sono questi.

                                                                PS: Cuordipietra usiamolo nel presente, invece di aggiungere ingombranti pezzi al suo passato: già il buon Gervasio forse ha ecceduto, tra il renderlo un finto professore di latino e poi addirittura un sindaco di Paperopoli, oltre che nemesi fissa di Fantomius. Il futuro di Famedoro penso sia più interessante del suo passato.
                                                                « Ultima modifica: Martedì 2 Gen 2024, 15:52:44 da Sommo Zotnam »

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                                                                  Risposta #31: Martedì 2 Gen 2024, 17:14:22
                                                                  Aggiungo solo che noto anch'io una certa inflazione dell'ambientazione "corsa all'oro", ma soprattutto comincio a vedere un po' troppo inflazionato il personaggio di Cuordipietra! Ormai sta dappertutto e in tutte le epoche!
                                                                  PS: Cuordipietra usiamolo nel presente, invece di aggiungere ingombranti pezzi al suo passato: già il buon Gervasio forse ha ecceduto, tra il renderlo un finto professore di latino e poi addirittura un sindaco di Paperopoli, oltre che nemesi fissa di Fantomius. Il futuro di Famedoro penso sia più interessante del suo passato.
                                                                  Concordo in parte con questi giudizi: è vero che le presenze di CF in epoche passate sono piuttosto 'variegate' e sicuramente il suo futuro sarà interessante come quello di Paperone (aspetto sempre un terzo atto della ipotetica 'trilogia di Artibani, fra le altre cose). Però è anche vero che, essendo coetaneo dello ziastro, un passato piuttosto 'denso' lo avrà avuto anche lui. Sta agli autori utilizzarlo nei modi e nei tempi giusti. Ad esempio la sua presenza nel Klondike non è 'strana', dal momento che diversi sudafricani dell'epoca vi parteciparono, 'allenati' dalla precedenza esperienza (anche diamantifera) fatta nel loro paese.

                                                                  E infatti Barbieri li inserisce fin dal primo capitolo uscito due mesi fa, protagonisti di un regalo fatto allo zione (il diamante Stella del Transvaal) che aveva collaborato con loro e scovato una vena aurifera nella loro concessione fino ad allora poco generosa. Quasi un 'prologo' per l'arrivo di un altro sudafricano con il quale certe collaborazioni sono impossibili. Questa presenza di CF in Klondike, coerente con gli spostamenti del tempo ma inaspettata per la conoscenza diretta e 'certificata' fra i due giovani paperi, ha comunque un senso come potrebbero averlo ancor di più altre situazioni storiche.

                                                                  Ad esempio, visto che si parla di corse all'oro, perché non approfondire quella sudafricana appena accennata da Don Rosa nella sua Saga? Vedere come Cuordipietra si sia arricchito fra giacimenti auriferi e diamantiferi, circondandolo di personaggi nuovi, non potendo più utilizzare Paperone per i motivi ben noti (al di là del donrosiano Terrore del Transvaal) in quel triennio in cui visse in Sud Africa. Lo si sta facendo con Cornelius Coot, raccontando la sua epopea giovanile nel passaggio tra la East e la West Coast; perché non farlo anche con Famedoro, 'storicizzando' il suo periodo pionieristico che lo porterà a costruire un Money Bin nella Valle del Limpopo?

                                                                  Sicuramente non ne uscirebbe fuori un quadro 'per educande' e se la Saga di Paperone è tutta incentrata su determinati valori, quella di Cuordipietra lo sarebbe su 'altri'. Però potrebbe essere l'occasione per comprendere (non giustificare) diverse sue 'marachelle' (se così vogliamo chiamarle) e comportamenti decisamente scorretti, risalendo magari a forti delusioni avute in gioventù o problemi familiari non del tutto risolti. Il tutto condito da intervalli anche comici oltre che avventurosi, al di là delle cattiverie fatte, tanto per rendere più leggera (e leggibile) una saga che risulterebbe altrimenti troppo pesante per un fumetto che ufficialmente è rivolto ai più giovani.
                                                                  « Ultima modifica: Martedì 2 Gen 2024, 17:39:26 da Cornelius »

                                                                  *

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                                                                    Risposta #32: Martedì 2 Gen 2024, 19:14:31
                                                                    Dici di voler fare una storia che rispetta la continuity e che semmai amplia, muovendosi "negli spazi bianchi" tra una storia e l'altra? Allora però lo devi fare bene, perché si tratta di regole che non eri necessariamente tenuto a seguire ma alle quali tu stesso hai deciso di sottostare.
                                                                    Tutto questo e poi però mi infili Nonno Bassotto, Cuordipietra Famedoro, Soapy Slick, Doretta Doremì, creando ogni volta incongruenze palesi, evidenti e neanche così facilmente risolvibili.
                                                                    Riguardo gli ultimi due personaggi non vedo incongruenze palesi (magari sbaglio dimenticandomi alcune cose) anche perché le loro storie sono sempre state legate al Klondike (a parte alcuni soggetti con Doremì a Paperopoli). Il raggio temporale delle loro apparizioni resta, di base, quello circoscritto alla Corsa all'Oro o, nel caso, a periodi successivi e non anteriori.

                                                                    Invece riguardo i primi due ci sono effettivamente delle incongruenze: considerando una continuity storica e generalmente accettata, ho ricordato in precedenti post che dieci anni prima i giovanissimi CF e ZP si erano incontrati in Sud Africa e dieci anni dopo gli stessi giovani paperi dovrebbero riconoscersi e ricordarsi dell'accaduto non banale nel quale sono stati protagonisti. NonnoBassotto/Cuornero/Beagle Bob ha avuto a che fare con Paperone nel Mississippi di 17/18 anni prima: non può essere un perfetto sconosciuto.

                                                                    Restare ancorato ad una continuity donrosiana cronologicamente passata sarebbe stato non solo più coerente ma anche più stimolante per Luca Barbieri che poteva far rivangare dai protagonisti gli accadimenti non così lontani che li avevano coinvolti. Come scritto in precedenza, di base non disdegno questa frequentazione 'palese' dei due paperi antecedente il Torneo Monetario di Barks (la storia di Barbieri è la prima in tal senso).

                                                                    Don Rosa e Marco Gervasio sono stati molto attenti a 'calibrare' i rapporti fra i due (fra generalità non dette e 'sfioramenti' paperopolesi) anche se questa 'tecnica' rende comunque impossibile la continuazione di una rivalità palese, vis à vis, che pure sarebbe stato bello raccontare fin dalla gioventù e non partendo da una classica età anziana che pure tante 'soddisfazioni' ci ha già dato. Un Terrore del Transvaal replicato in anni cronologicamente prossimi, in altri lidi e in altre circostanze, non sarebbe stato male. 

                                                                    Sicuramente Paperone e Cuordipietra avranno modo di scontrarsi anche in futuro, come scritto da Sommo, e potremo leggere comunque belle storie. Ma sarebbe stato bello anche dare un passato storico a questa rivalità, a cominciare da quella giovanile, in Sud Africa come in Klondike o nella Paperopoli degli anni '30 (in quest'ultimo caso di 'mezza età').
                                                                    E' per questo che non mi scandalizza l'abbattimento (magari unico, fine a se stesso) di un classico 'paletto' barksiano.
                                                                    Un 'sacrificio' che potrebbe portare ad uno sviluppo clamoroso di storie inerenti questo nuovo plot. Sperando da parte dei possibili autori di non mettere troppe carte in tavola o, nel caso, di saperle giocare bene.
                                                                    « Ultima modifica: Martedì 2 Gen 2024, 19:38:35 da Cornelius »

                                                                    *

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                                                                      Risposta #33: Martedì 2 Gen 2024, 20:41:13
                                                                      Visto l'andazzo dei diari del Klondike nel tirare fuori antagonisti fuori luogo, secondo me in una storia futura salterà fuori anche un giovane Rockerduck.

                                                                      Ad esempio la sua presenza nel Klondike non è 'strana', dal momento che diversi sudafricani dell'epoca vi parteciparono, 'allenati' dalla precedenza esperienza (anche diamantifera) fatta nel loro paese.

                                                                      E infatti Barbieri li inserisce fin dal primo capitolo uscito due mesi fa, protagonisti di un regalo fatto allo zione (il diamante Stella del Transvaal) che aveva collaborato con loro e scovato una vena aurifera nella loro concessione fino ad allora poco generosa. Quasi un 'prologo' per l'arrivo di un altro sudafricano con il quale certe collaborazioni sono impossibili. Questa presenza di CF in Klondike, coerente con gli spostamenti del tempo ma inaspettata per la conoscenza diretta e 'certificata' fra i due giovani paperi, ha comunque un senso come potrebbero averlo ancor di più altre situazioni storiche.
                                                                      Secondo Wikipedia, i quotidiani americani hanno riportato la notizia che è stato scoperto l'oro nel Klondike un anno dopo, ovvero nel 1897. Praticamente lo stesso periodo in cui Paperone ha trovato la petita uovo d'anatra (lo si legge nel quotidiano che appare nel capitolo 9 della saga). Non sappiamo quando la notizia arrivò in Sudafrica, ma credo che se Cuordipietra volesse partire appena gli è arrivata la notizia credo che sarebbe arrivato intorno al 1898, stesso anno in cui Sameul Steele interviene per riportare la legge a Dawson.
                                                                      Poi sinceramente non lo ci vedo a fare il cercatore d'oro, secondo me almeno inizialmente la sua ricchezza dovuta ad azioni disoneste.

                                                                      *

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                                                                        Risposta #34: Mercoledì 3 Gen 2024, 00:32:40
                                                                        Condivido le parole di @Sommo Zotnam. E aggiungo qualche notarella sparsa. Come mi viene.

                                                                        1) Ha ragione Zotnam, quando dice che il passato — come luogo narrativo — è inflazionato. Non concorderei, se si trattasse di personaggi non-Disney. Ma nel caso dei personaggi Disney, l'impressione è che si scelga di rimescolare il passato per non dover mettere mano al presente e al futuro.
                                                                        Insomma: il presente e il futuro del personaggio devono essere pressoché fissi ed eterni. Quindi? Quindi, possiamo sbizzarrirci solo nel passato. Nel passato, i personaggi possono fare questo o quello. Andare lì o là. Fare tutti i tipi di esperienze possibili che, a differenza di quelle presenti, potranno non concludersi nel giro di una trentina di pagine, tornando alla solita normalità, ma che potranno avere conseguenze visibili nel tempo; chiaro: purché siano le conseguenze fissate dal canovaccio! Insomma: purché si tratti di semplici giustificazioni a posteriori di quanto, nel presente, deve rimanere uguale. Perchè? Perchè, in quest'ultimo, deve regnare sovrano il canovaccio eterno.

                                                                        Lo sperimentare nel passato è, insomma, un osare "per finta", ormai. Mettere Paperone in varie situazioni passate che, tanto, non toccheranno di una virgola la caratterizzazione presente o futura della vita del personaggio. Un po' perché vanno a toccare cose già fissate dal Don e che hanno già influito sulla caratterizzazione del canovaccio (ormai) eterno. Un po' perché sono semplici (ripeto) giustificazioni di quest'ultimo. Non lo toccano, ma lo giustificano nel passato. Il presente eterno domina incontrastato.

                                                                        Bel canovaccio eh. Per carità. Ci sono affezionato anche io. Ma definire un nuovo canone, non nel passato, ma nel presente e nel futuro di Paperone (visto che parliamo di lui), senza sconvolgere il personaggio eh, ma dando nuova linfa, non sarebbe male.
                                                                        Lo preferirei, di gran lunga, all'inventare infinite giustificazioni a posteriori riguardo ogni possibile cosa del presente rimasta non giustificata (dal perché Paperone abbia scelto il blu per il deposito, al perché il suo bastone non sia tutto giallo e altre inezie).

                                                                        E, invece, non si osa. Quasi mai. E si continua a rimescolare il passato. Unico luogo concesso per qualche variazione. Purché non abbia alcun effetto reale nel presente.


                                                                        2) Si vuole proprio ambientarle nel passato queste benedette avventure? Non si resiste alla tentazione? Va bene. Il passato di Paperone è pieno di spazi bianchi. In quegli spazi si può sperimentare e aggiungere. Ma, in primo luogo, serve un autore in grado di assumersi una tale responsabilità e, in secondo luogo, serve INVENTARE da zero. Lasciare perdere i personaggi donrosiani e inventare nuove situazioni.

                                                                        Si vuole ignorare Don Rosa? Ma lo si faccia pure. Non mi pare che qualcuno pianga il fatto che PKNA entri in contraddizione con la continuity martiniana di Paperinik. Anzi. È proprio quello l'incipit. Non vedo, allora, perché Don Rosa dovrebbe essere un canone intoccabile. Si può ignorarlo totalmente e creare un canone alternativo o si possono sfruttare gli spazi bianchi lasciati dal canone donrosiano (come dicevo).
                                                                        Ma, in entrambi i casi, non si può alloggiare un piede in due scarpe. Non si possono utilizzare i personaggi del Don. Non perché siano sacri. Ma perché sono nati per altro e, ad usarli senza seguire gli incastri del Canone, si finisce per fare pasticci e snaturamenti. Tanto vale inventarne di nuovi. No?
                                                                        Si finisce, tra l'altro, per offrire al lettore cose e situazioni trite e ritrite, al gusto di "già visto", ma fatte peggio e in modo più banale (per paura di contraddire troppo il Maestro). Concordo, anche qui, con Zotnam. Bisogna essere chiari e andare avanti per la strada scelta.

                                                                        Si vuole inventare un passato — faccio un esempio a caso — nel quale Paperone, per contrastare Amelia, si dà alla magia e diventa discepolo di un vecchio mago inquietante, con situazioni a metà tra il gotico e il fantastico? Ottimo. Lo si faccia. Questo entra in contraddizione con il passato immaginato da Don Rosa? Chi se ne frega! Basta che sia dichiarato e chiaro, senza usarne i materiali e la continuity, ma male o senza alcun rispetto.

                                                                        Basterà utilizzare questo episodio per spiegare la presente tendenza di Paperone a ricorrere, invece, a metodi (in maggioranza) non soprannaturali. Magari l'apprendistato si è rivelato un fallimento o un qualcosa di troppo pericoloso, in grado di corrompere Paperone, tanto da fargli trascurare gli affari.

                                                                        3) Per quanto mi riguarda — e mi ricollego al punto (1) — gli esperimenti più interessanti sono quelli che introducono qualcosa di nuovo nel presente: nuovi personaggi o nuovi episodi in grado di ripercuotersi nel futuro. Perciò apprezzo molto Casty (ma non solo), nella sua capacità di creare una sorta di continuity nei rapporti tra Topolino e Macchia Nera. Alcuni episodi si fissano più di altri e generano effetti citabili nell'avvenire dei personaggi. Questo è fonte di nuovi incipit. Motore per future avventure, a partire da alcuni punti fissati in precedenza.

                                                                        Anche l'introduzione di nuovi personaggi è fecondo. Ad esempio, il Dottor Piuma. Mi pare apparirà nelle prossime storie. Alcuni lo hanno ritenuto prematuro o inaspettato. A me fa ben sperare. Potrebbe serbare bellissime sorprese.

                                                                        Insomma: non si tratta di sperimentare per il gusto di sperimentare. Introdurre nuove situazioni, nuovi punti "fermi", nuovi personaggi, nuovi rapporti, nuove avventure in grado di ripercuotersi successivamente, rende possibile avere — in futuro — il "là" per inventare nuove storie, ricollegandosi a quanto accaduto nella nuova "continuity". E questo permette di smuovere un poco le acque e non riproporre sempre le stesse cose, sperando — così — di non sbagliare mai.
                                                                        « Ultima modifica: Mercoledì 3 Gen 2024, 01:22:31 da Ruhan »

                                                                        *

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                                                                        PolliceSu

                                                                        • ***
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                                                                          Risposta #35: Mercoledì 3 Gen 2024, 09:38:34
                                                                          Io penso (e spero!) che Barbieri sapesse del precedente incontro tra Paperone e Cuordipietra, magari ha dato per scontato che lo Zione non riconoscesse il bovaro perché non ha una fisionomia particolarmente originale. Va da sé che un pensiero del più duro dei duri che esprime un dubbio tipo "Ma a me questo qui è familiare..." sarebbe stato opportuno e avrebbe fugato molti dubbi; inoltre solo un progetto di continuity ben elaborata fa sì che scomodare il sudafricano sia stato effettivamente indispensabile.

                                                                          Comunque concordo con chi dice che le pagine bianche nel passato di PdP sono troppo gustose per non infilarcisi a capofitto, ma effettivamente stanno diventando troppo affollate di personaggi già noti all'universo disneyano; qualcuno potrebbe (e dovrebbe?) prendersi la briga di creare nuove entità che magari lì nascono e lì rimangono (mi viene da citare Slick, che - vado a memoria - non ho mai visto sulle pagine del "Topo").

                                                                          *

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                                                                          Diabolico Vendicatore
                                                                          PolliceSu   (1)

                                                                          • ****
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                                                                            Risposta #36: Mercoledì 3 Gen 2024, 12:43:01
                                                                            (mi viene da citare Slick, che - vado a memoria - non ho mai visto sulle pagine del "Topo").
                                                                            È comparso in "Road to World Cup" e in "Zio Paperone re del Klondike", oltre che naturalmente in "L'ultima slitta per Dawson" (anche se su Zio Paperone).

                                                                            Per il resto concordo con Zotnam, invece per rispondere a Ruhan dico che IMHO si potrebbe ignorare Rosa utilizzando personaggi come Doretta o Soapy, che sono stati infatti creati da Barks (Paperino e la stella del Polo e Zio Paperone a nord dello Yukon), ma al di là che queste operazioni come in questo caso spesso lasciano il tempo che trovano, è assolutamente insensato dire di volersi ricollegare e poi contraddire tutto.

                                                                            Ah, ti segnalo che il presupposto di PKNA è proprio quello di essere in continuity col Paperinik classico di Martina.  :thankYou:
                                                                            Catturamento Catturamento!

                                                                            *

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                                                                            Pifferosauro Uranifago
                                                                            PolliceSu   (1)

                                                                            • ***
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                                                                              Risposta #37: Mercoledì 3 Gen 2024, 12:46:20
                                                                              Concordo in parte con questi giudizi: è vero che le presenze di CF in epoche passate sono piuttosto 'variegate' e sicuramente il suo futuro sarà interessante come quello di Paperone (aspetto sempre un terzo atto della ipotetica 'trilogia di Artibani, fra le altre cose). Però è anche vero che, essendo coetaneo dello ziastro, un passato piuttosto 'denso' lo avrà avuto anche lui. Sta agli autori utilizzarlo nei modi e nei tempi giusti. Ad esempio la sua presenza nel Klondike non è 'strana', dal momento che diversi sudafricani dell'epoca vi parteciparono, 'allenati' dalla precedenza esperienza (anche diamantifera) fatta nel loro paese.

                                                                              E infatti Barbieri li inserisce fin dal primo capitolo uscito due mesi fa, protagonisti di un regalo fatto allo zione (il diamante Stella del Transvaal) che aveva collaborato con loro e scovato una vena aurifera nella loro concessione fino ad allora poco generosa. Quasi un 'prologo' per l'arrivo di un altro sudafricano con il quale certe collaborazioni sono impossibili. Questa presenza di CF in Klondike, coerente con gli spostamenti del tempo ma inaspettata per la conoscenza diretta e 'certificata' fra i due giovani paperi, ha comunque un senso come potrebbero averlo ancor di più altre situazioni storiche.

                                                                              È irrilevante che non sia "strano" dal punto di vista storico. È un errore.

                                                                              Citazione
                                                                              Ad esempio, visto che si parla di corse all'oro, perché non approfondire quella sudafricana appena accennata da Don Rosa nella sua Saga? Vedere come Cuordipietra si sia arricchito fra giacimenti auriferi e diamantiferi, circondandolo di personaggi nuovi, non potendo più utilizzare Paperone per i motivi ben noti (al di là del donrosiano Terrore del Transvaal) in quel triennio in cui visse in Sud Africa. Lo si sta facendo con Cornelius Coot, raccontando la sua epopea giovanile nel passaggio tra la East e la West Coast; perché non farlo anche con Famedoro, 'storicizzando' il suo periodo pionieristico che lo porterà a costruire un Money Bin nella Valle del Limpopo?

                                                                              Sicuramente non ne uscirebbe fuori un quadro 'per educande' e se la Saga di Paperone è tutta incentrata su determinati valori, quella di Cuordipietra lo sarebbe su 'altri'. Però potrebbe essere l'occasione per comprendere (non giustificare) diverse sue 'marachelle' (se così vogliamo chiamarle) e comportamenti decisamente scorretti, risalendo magari a forti delusioni avute in gioventù o problemi familiari non del tutto risolti. Il tutto condito da intervalli anche comici oltre che avventurosi, al di là delle cattiverie fatte, tanto per rendere più leggera (e leggibile) una saga che risulterebbe altrimenti troppo pesante per un fumetto che ufficialmente è rivolto ai più giovani.

                                                                              Questo è diverso e già più apprezzabile. Del passato di Cuordipietra sappiamo poco, quindi le villain origins ci sarebbero bene, un mix tra "Cuordipietra: le origini del male" e "Tutti i milioni di Cuordipietra", una Saga parallela, l'anti-Saga interamente incentrata sul giovane e spregiudicato Cuordipietra e con solo personaggi nuovi (o quasi). Questo sarebbe interessante, originale e soprattutto non farebbe danni.

                                                                              *

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                                                                              Bassotto
                                                                              PolliceSu   (5)

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                                                                                Risposta #38: Mercoledì 3 Gen 2024, 13:49:37
                                                                                Non vedevo una copertina così brutta da quella del 3514 con la Paperina di Siamo Serie...
                                                                                L'iniziativa di K non mi ispirava sin dall'inizio, ma man mano che la leggo la mia opinione si abbassa. Ormai Doretta appare più frequentemente di personaggi come Eta Beta o Indiana Pipps, il che secondo me va a minare il suo fascino, dato da poche ma ottime apparizioni, ma lo accetterei nella misura in cui le sue apparizioni fossero all'altezza di un personaggio così complesso, invece di appiattirlo (com'era già accaduto per la povera Reginella) in storielle banali e dimenticabili come queste. E lo stesso dicasi per Famedoro. Non dico che ci si debba attenere per forza alla $aga, ci sta vedere qualcosa di diverso, ma nella mia testa rimane quella del Don la versione "ufficiale" se non altro perchè forniva una spiegazione credibile all'odio profondo che il boero prova per Paperone, e allo stesso tempo a come quest'ultimo abbia indurito il suo cuore e smesso di fidarsi degli altri. Anche al di là dell'inserirsi o meno in continuity con Barks. E' una versione a cui voglio credere, che dà ai due Paperi motivazioni umane e me li fa apprezzare, mentre la scenetta imbastita da Barbieri mi fa provare solo imbarazzo. Rifiuto di credere che lo spietato Famedoro di Barks e di Artibani sia lo stesso "rockerduck qualunque" che si offende perchè Doretta brinda a Paperone. Ripeto: imbarazzante. Va bene porre alternative alla $aga, ma per confrontarsi con un gigante simile occorre esserne all'altezza e francamente in K nè le trame nè (tantomeno) i personaggi lo sono
                                                                                « Ultima modifica: Mercoledì 3 Gen 2024, 13:51:42 da Tuta_ »

                                                                                *

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                                                                                  Risposta #39: Mercoledì 3 Gen 2024, 13:59:57
                                                                                  Come già scritto da altri mi chiedo se, al di la di personaggi nuovi, spazi bianchi etc etc sia il caso di puntare su ambientazioni simili con cercatori d 'oro, diamanti e compagni bella a 2024 suonato.

                                                                                  Posso capire che per il 'peperseriano' siano periodi iconici ma mi provo anche a mettere nei panni di lettori più casuali e con qualche anno in meno di noi magari che non so quanto possano esser attratti da simile tematiche al netto del rispetto o meno dei paletti messi dai mostri sacri.

                                                                                  Grazie Babbo anche per quella volta nel 1980 in cui sei tornato a casa con un Topolino in mano chiedendomi se mi andava di leggerlo...non ho più smesso.

                                                                                  *

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                                                                                  Pifferosauro Uranifago
                                                                                  PolliceSu   (5)

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                                                                                    Risposta #40: Mercoledì 3 Gen 2024, 14:44:54

                                                                                    Don Rosa e Marco Gervasio sono stati molto attenti a 'calibrare' i rapporti fra i due (fra generalità non dette e 'sfioramenti' paperopolesi) anche se questa 'tecnica' rende comunque impossibile la continuazione di una rivalità palese, vis à vis, che pure sarebbe stato bello raccontare fin dalla gioventù e non partendo da una classica età anziana che pure tante 'soddisfazioni' ci ha già dato. Un Terrore del Transvaal replicato in anni cronologicamente prossimi, in altri lidi e in altre circostanze, non sarebbe stato male.

                                                                                    Sicuramente Paperone e Cuordipietra avranno modo di scontrarsi anche in futuro, come scritto da Sommo, e potremo leggere comunque belle storie. Ma sarebbe stato bello anche dare un passato storico a questa rivalità, a cominciare da quella giovanile, in Sud Africa come in Klondike o nella Paperopoli degli anni '30 (in quest'ultimo caso di 'mezza età').
                                                                                    E' per questo che non mi scandalizza l'abbattimento (magari unico, fine a se stesso) di un classico 'paletto' barksiano.
                                                                                    Un 'sacrificio' che potrebbe portare ad uno sviluppo clamoroso di storie inerenti questo nuovo plot. Sperando da parte dei possibili autori di non mettere troppe carte in tavola o, nel caso, di saperle giocare bene.

                                                                                    Qui però sconfiniamo nella fanfiction. Paperone ha avuto molte nemesi sin da giovane, che sono tornate a tormentarlo (lo stesso Cuordipietra è canonicamente una di esse), non è necessario però che questa rivalità sia proseguita costantemente nel corso degli anni. Alla fine Cuordipietra è la nemesi di Paperone non tanto per la rivalità personale, ma per essere un suo riflesso distorto, ciò che Paperone sarebbe se non avesse amici e famiglia e se avesse ceduto alle tentazioni di farcela "disonestamente". E non dimentichiamo che Famedoro è colui che diede un contributo fondamentale per rendere Paperone cinico, disilluso, diffidente, paranoico, un po' meno innocente e più propenso a cadere preda del lato oscuro come nell'episodio del villaggio del Gongoro...direi che forse basta già questo, no?

                                                                                    Io non lo vedo come l'abbattimento di un tabù/paletto, né come un sacrificio. Per due motivi:

                                                                                    1) intanto perché io, tutta questa continuity asfittica e crudele che vessa i poveri sceneggiatori, non l'ho vista nel corso degli anni. Cuordipietra per decenni era come se non fosse mai esistito, Zio Paperone è stato per quasi mezzo secolo il fratello di Nonna Papera, Paperino per anni era un orfano il cui uovo era stato trovato dai due sopracitati "fratello e sorella", per non parlare della Storia e Gloria di Martina con Paperone e Rockerduck che si incontrano per la prima volta da neonati sostanzialmente coetanei (!!!) e i loro assurdi genitori.

                                                                                    O i Milioni di Paperone di Vitaliano, tutte le storie ambientate nel passato e nel Klondike che fanno confusione tra loro...o anche recentemente con Faraci che fa danni con la storia sul flashback di Monte Orso. O Amelia che ha almeno tre "origini", dal Patto della Luna di Vito Stabile alle Sette Streghe Vulcaniche di Bruno Enna fino alle ultime origini di Maya Astrup (tre storie che forse potrebbero coesistere ma solo dopo un grandissimo sforzo e molte forzature). O la storia di Jones e Anacleto, i due vicini di Paperino, smentita da un'altra storia sempre su di loro...e scritta dallo stesso autore della precedente! O la Dawson del Torneo delle Cento Porte di Nucci con Soapy Slick nel presente e la diversissima Dawson di Gervasio sempre con Soapy Slick nel presente in storie pubblicate in contemporanea sul Topo. O Paperinik di Gervasio che fa finta che PK e la Ducklair Tower non esistano. E potrei fare mille altri esempi recenti.

                                                                                    Insomma, io anzi spererei ci fossero più paletti, più lacci e lacciuoli, sia perché non inficiano una buona storia (ma anzi, spesso la migliorano...non credo esista una storia così bella da necessitare di cambiare quanto preesistente, anzi) sia perché aiutano a rendere più credibile e concreto il mondo che leggo su carta, con la sospensione dell'incredulità. Il worldbuilding aiuta a incuriosire e  fidelizzare il pubblico, perché se ci credo abbastanza allora ci tengo anche, ai personaggi e alle loro vicissitudini.

                                                                                    Però appunto qui non si abbatte una tirannia, semmai si prosegue sulla falsariga di quanto si è fatto per anni (sbagliando): infischiarsene e fare ognuno come gli pareva. E allora però avrei preferito lo avessero ammesso. Sono paperi e pupazzi su carta, posso avere la flessibilità mentale di leggere roba scollegata e nuove origini. Ma se mi dici che il patto narrativo è quello della Saga e poi non mantieni le promesse, allora c'è mancanza di serietà da parte dell'autore, e mancanza di investimento emotivo da parte del fruitore, che non sente più la connessione con la storia.

                                                                                    Insomma, qua non ci sono paletti da abbattere, semmai paletti da mettere. E non per legare, imprigionare o impedire: più che paletti, sono infatti impalcature e fondamenta, e servono a creare basi solide per evitare che ci cada la casa sulla testa con tutto il tetto.

                                                                                    E per restare nella metafora, se vuoi farmi qualcosa di slegato, tipo un tavolino, va bene, che sia fatto bene o male non fai danni. Ma se mi lavori sulla trave portante, o lo fai bene o rischi di rendere tutto l'edificio fragile, e si aprono crepe. Meglio volare più basso, allora. A ciascuno il suo mestiere.

                                                                                    2) Non è un sacrificio, perché se tutto va bene resterà un caso isolato. Ho già letto su Facebook cosa ne pensa Gervasio in materia (e concordo: se solo ampliasse il suo gervasioverso al nucciverso e bertaniverso e topolinoverso suturando finalmente la ferita della faida con PK...). Questo esperimento di Barbieri verrà presto dimenticato e considerato al di fuori della continuity "ufficiale". Le rivoluzioni si vedono dagli effetti, da quanto effettivamente riescono ad attecchire e ad essere citate.

                                                                                    Spider-Man nei fumetti ha avuto diversi reboot e retcon, da origini interamente cambiate a colpi di scena atrocemente imbarazzanti. E non uno di essi è sopravvissuto. Gli autori successivi, le storie successive, hanno fatto da muro, da cuscinetto: se mi consentite una feroce metafora, evitando a quei "virus" di propagarsi e ripristinando il corretto ordine degli eventi. In un caso, il reboot è stato ignorato e si è tornato a citare l'origine classica, mentre in un altro caso si è prima cercato di evitare di menzionare la retcon brutta, poi la si è affrontata per demolirla e rivelare che non era quella la verità. Forse le si è data fin troppa attenzione e bastava davvero ignorarla, ma vabbè.

                                                                                    Con Topolino è diverso, ovvio, non ha mai avuto così tanta importanza la continuity nel fumetto Disney, a differenza di quello Marvel. Lo stesso Don Rosa è stato per anni un caso isolato, forse anche eccessivo nel suo chiudersi categoricamente nelle sue convinzioni. Ma ha sicuramente posto basi solide per quello che ora è un "donrosismo light", che unisce Barks, Keno e la tradizione italiana martinian-scarpiana-ecc fino alle nuove leve attuali.

                                                                                    Una continuity leggera e sicuramente più flessibile di quanto Don Rosa accetterebbe. Ma è comunque un qualcosa, un traguardo che fino a metà degli anni '90 sembrava un miraggio e che anche fino a pochi anni fa pareva impossibile da raggiungere, tra erroroni, faciloneria e caos (escludendo proprio la felice parentesi di PKNA ecc). Da un po' di tempo si inizia timidamente ad andare verso il passo giusto, e sembra che la regola, l'impostazione di base, sia questa. Prima la continuity era un'eccezione, ora sono gli errori e le licenze poetiche ad essere un'eccezione.

                                                                                    Certo, a volte si fanno danni, altre volte è stucchevole il continuo citare la Saga di Don Rosa, Doretta e il Klondike a spron battuto in ogni singola storia anche leggerissima e spesso in maniera forzatissima (motivo per cui proporrei una moratoria anche al continuo citare il Klondike, mo' basta, ve lo buco 'sto Klondike). Ma è un inizio. Col tempo si troverà un equilibrio. Magari integrando anche tutto quel retaggio dell'era Cavaglione che per qualche motivo sembra - quello sì - tabù, nonostante sia stato il precursore del worldbuilding attuale.

                                                                                    Quindi, per tornare al discorso concreto, dubito che gli autori vedranno in questa storia di Barbieri un "via libera" con sviluppi clamorosi e la nascita di nuovi plot. Questo perché gli autori bravi e solidi continueranno ad essere il più possibile rigorosi senza danneggiare il passato per ego e arroganza. E perché gli altri...beh, gli errori li facevano già da prima e se ne fregavano già da prima, non hanno bisogno di un Barbieri che dia loro il "La". E la tua speranza è vana: se questi autori già non fanno neanche lo sforzo di leggere ciò che intendono citare, figurati se sapranno giocarsi bene le carte e se non ne metteranno troppe in tavola. Quella di Barbieri è la rottura di una diga che auspico non faccia danni e venga ignorata, se non direttamente riparata. E il miglior modo di evitare ulteriori danni e di risolvere i precedenti è semplice: l'oblio.

                                                                                    Io penso (e spero!) che Barbieri sapesse del precedente incontro tra Paperone e Cuordipietra, magari ha dato per scontato che lo Zione non riconoscesse il bovaro perché non ha una fisionomia particolarmente originale. Va da sé che un pensiero del più duro dei duri che esprime un dubbio tipo "Ma a me questo qui è familiare..." sarebbe stato opportuno e avrebbe fugato molti dubbi; inoltre solo un progetto di continuity ben elaborata fa sì che scomodare il sudafricano sia stato effettivamente indispensabile.

                                                                                    Comunque concordo con chi dice che le pagine bianche nel passato di PdP sono troppo gustose per non infilarcisi a capofitto, ma effettivamente stanno diventando troppo affollate di personaggi già noti all'universo disneyano; qualcuno potrebbe (e dovrebbe?) prendersi la briga di creare nuove entità che magari lì nascono e lì rimangono (mi viene da citare Slick, che - vado a memoria - non ho mai visto sulle pagine del "Topo").

                                                                                    Io non credo che Barbieri lo sapesse: o lo ignorava, o ha deciso di infischiarsene. In entrambi i casi, non un'idea felicissima: magari legittima, ma allora non mi fai una storia sulla Saga se neanche ti metti a leggerla davvero. E a questo punto mi viene meno anche la voglia di trovare una spiegazione per "mettere in continuity" l'errore. Anche basta con il cercare sempre di metterci una toppa o una pezza: se non si è sforzato l'autore, perché dovrei farlo io al suo posto? Meglio direttamente ignorare la storia o ritenerla un elseworld. Caso diverso se la qualità fosse così innegabile da meritare un tale impegno mentale. Ma poiché si tratta di una storia forse carina ma non eccezionale, non ne vedo il motivo.

                                                                                    Per il resto, Soapy Slick è apparso anche nel presente, recentemente (come detto anche dal Grande Tiranno). Un esempio clamoroso è proprio in una storia di Nucci-Intini (legata al Torneo delle Cento Porte), "Road to World Cup - Una canzone per Dawson", e in una storia di Gervasio-Zanchi, "Zio Paperone Re del Klondike". Non solo Soapy e Dawson appaiono in due storie diverse e quasi contemporaneamente (entrambi nell'estate 2022), ma ci sono anche piccole incongruenze su Dawson (quella gervasiana riprende quella di Don Rosa, con la statua di Paperone e l'hotel di Doretta al posto della Bolla D'Oro demolita, mentre quella nucciana ha una Nuova Dawson e una Vecchia Dawson che comprende anche il rudere ancora in piedi della Bolla D'Oro). Roba che si poteva evitare, anche se risolvibile. Entrambe ottime storie, comunque: la saga di Nucci è una delle cose migliori degli ultimi anni, anche per chi detesta il calcio, mentre Gervasio addirittura fa la mattata coraggiosa e folle, che personalmente apprezzo e saluto con piacere, di mettere in legame diretto di continuity la Bella Addormentata del Paperinik di Martina con la Doretta Doremì a Dawson di Don Rosa.

                                                                                    PS: Per il resto, concordo quasi su tutto con Ruhan, in particolare sull'osare "per finta", sull'interesse per la continuity del presente e su Casty, su nuovi temi e personaggi promettenti come l'ambiguo e misterioso Dottor Piuma, ecc.

                                                                                    Ho un unico appunto da fare al suo post:

                                                                                    Si vuole ignorare Don Rosa? Ma lo si faccia pure. Non mi pare che qualcuno pianga il fatto che PKNA entri in contraddizione con la continuity martiniana di Paperinik. Anzi. È proprio quello l'incipit.

                                                                                    In realtà PKNA al contrario fu un precursore per quanto riguarda worldbuilding e continuity. Fu tra i primi a citare il termine "Calisota" di Barks e Rosa (roba che ora è menzionata praticamente in ogni singolo Topolino, ma che all'epoca pareva una bestemmia), oltre alle storie classiche di Barks e alla Saga. Ed è lo stesso Paperinik ideato da Martina, non entra in contraddizione con esso: è la naturale evoluzione del Paperinik dei vari De Vita e Pezzin, Sarda e Held, Michelini e Carpi, Scarpa e Chierchini ecc, ma anche del Martina delle sue ultime storie paperinikesche, dove si era gradualmente allontanato dal ruolo di diabolico vendicatore delle primissime storie fino a diventare un supereroe vero e proprio, per quanto scalcinato.

                                                                                    Poi sì, si potrebbe dire che non è mai stato spiegato, né da Pezzin né dal "tardo" Martina come mai Paperino abbia deciso di cambiare ragion d'essere al suo alter ego, cosa sia successo per fagli cambiare idea e farlo evolvere dall'egoista mezzo criminale del "primo" Martina al generoso eroe di quartiere delle storie successive. E sarebbe anche un tema interessante da sviluppare, secondo me (per quanto mi riguarda, sospetto che dietro ci sia qualche motivazione wholesome tipo l'amore per i nipotini e il timore che seguano le sue orme come esempio negativo, da cui la necessità di ripulire l'immagine di Paperinik). Ma fatto sta che quell'evoluzione non è stata messa in discussione ed è un qualcosa di assodato. Per cui no, PKNA non si pone in contrapposizione con Martina, essendo semplicemente la continuazione delle avventure del Paperinik "classico". Le Nuove Avventure, appunto.

                                                                                    (Però sì, magari se in futuro vorranno svelare il mistero del cambiamento del "cuore" di Paperinik, mi incuriosirebbe molto!)
                                                                                    « Ultima modifica: Mercoledì 3 Gen 2024, 15:01:53 da Sommo Zotnam »

                                                                                    *

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                                                                                    Gran Mogol
                                                                                    PolliceSu   (3)

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                                                                                      Risposta #41: Mercoledì 3 Gen 2024, 15:01:22
                                                                                      Ormai Doretta Doremì da grande amore perduto è diventata quasi la vicina di casa di Paperone per quante volte è apparsa negli ultimi anni.
                                                                                      "Chissà che cosa stava cercando Moby Dick?"

                                                                                      *

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                                                                                      Pifferosauro Uranifago
                                                                                      PolliceSu

                                                                                      • ***
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                                                                                        Re:Topolino 3553
                                                                                        Risposta #42: Mercoledì 3 Gen 2024, 15:57:09
                                                                                        Non ricordavo che
                                                                                        Soapy Slick è apparso anche nel presente, recentemente (come detto anche dal Grande Tiranno). Un esempio clamoroso è proprio in una storia di Nucci-Intini (legata al Torneo delle Cento Porte), "Road to World Cup - Una canzone per Dawson", e in una storia di Gervasio-Zanchi, "Zio Paperone Re del Klondike". Non solo Soapy e Dawson appaiono in due storie diverse e quasi contemporaneamente (entrambi nell'estate 2022), ma ci sono anche piccole incongruenze su Dawson (quella gervasiana riprende quella di Don Rosa, con la statua di Paperone e l'hotel di Doretta al posto della Bolla D'Oro demolita, mentre quella nucciana ha una Nuova Dawson e una Vecchia Dawson che comprende anche il rudere ancora in piedi della Bolla D'Oro)
                                                                                        ma comunque sono d'accordo sul fatto che
                                                                                        io, tutta questa continuity asfittica e crudele che vessa i poveri sceneggiatori, non l'ho vista nel corso degli anni. Cuordipietra per decenni era come se non fosse mai esistito, Zio Paperone è stato per quasi mezzo secolo il fratello di Nonna Papera, Paperino per anni era un orfano il cui uovo era stato trovato dai due sopracitati "fratello e sorella", per non parlare della Storia e Gloria di Martina con Paperone e Rockerduck che si incontrano per la prima volta da neonati sostanzialmente coetanei (!!!) e i loro assurdi genitori
                                                                                        come a dire: ognuno se la intende come vuole. A voler citare nuovamente Spider-Man si direbbe che anche qui esistono vari universi, ma la verità è che qualunque autore ha avuto (forse erroneamente) il via libera su una propria interpretazione del mondo Disney. Ovviamente di Barbieri non convince il dichiarato volersi legare a Don Rosa quando la pratica non corrisponde alla teoria, ma insomma... Penso sia inutile chiudere il recinto quando i buoi sono scappati, è bene leggersi i fumetti col cuore in pace senza farsi troppe domande, specie se si tratta di Paperone, il personaggio più gustoso e, forse anche per questo, più martoriato in quanto a licenze creative.

                                                                                        Voglio comunque ringraziare Zotnam perché pensavo di essere l'unico a non aver recepito perché credevo di essere l'unico a pensare che
                                                                                        non è mai stato spiegato, né da Pezzin né dal "tardo" Martina come mai Paperino abbia deciso di cambiare ragion d'essere al suo alter ego, cosa sia successo per fagli cambiare idea e farlo evolvere dall'egoista mezzo criminale del "primo" Martina al generoso eroe di quartiere delle storie successive. E sarebbe anche un tema interessante da sviluppare, secondo me (per quanto mi riguarda, sospetto che dietro ci sia qualche motivazione wholesome tipo l'amore per i nipotini e il timore che seguano le sue orme come esempio negativo, da cui la necessità di ripulire l'immagine di Paperinik). Ma fatto sta che quell'evoluzione non è stata messa in discussione ed è un qualcosa di assodato.

                                                                                        e invece... sono in buona compagnia  :thankYou:



                                                                                        Cambiando argomento per un attimo, trovo davvero inusuale che Faraci abbia ripreso un personaggio non suo dopo essersi creato il microcosmo poliziesco tanto delizioso con l'aiuto dell'amico Cavazzano. Forse, se sulla scena del crimine Topolino non si fosse appacificato con Bolson, il protagonista del nuovo noir sarebbe stato lui? Forse al buon Tito hanno impedito di creare un nuovo poliziotto per dare spago alla continuity che ora, nell'epoca bertaniana, sembra essere una conditio sine qua non? Attendo con impazienza di poter leggere la storia per farmi un'idea più precisa. In ogni caso ho trovato molto carina la pubblicità in versione locandina pubblicitaria apparsa sul "Topo" in esame, credo dovrebbero farne più spesso.
                                                                                        « Ultima modifica: Mercoledì 3 Gen 2024, 16:02:10 da il Tommi »

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                                                                                        Evroniano
                                                                                        PolliceSu   (1)

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                                                                                          Risposta #43: Mercoledì 3 Gen 2024, 15:59:00
                                                                                          invece per rispondere a Ruhan dico che IMHO si potrebbe ignorare Rosa utilizzando personaggi come Doretta o Soapy, che sono stati infatti creati da Barks (Paperino e la stella del Polo e Zio Paperone a nord dello Yukon), ma al di là che queste operazioni come in questo caso spesso lasciano il tempo che trovano, è assolutamente insensato dire di volersi ricollegare e poi contraddire tutto.
                                                                                          Concordo. Anche se, personalmente, trovo che sarebbe ancora meglio inventarne di nuovi di personaggi. Lo si voglia o no, i personaggi da te citati sono stati "sequestrati" dalla continuity donrosiana; più di altri personaggi, intendo. Bisogna essere davvero molto abili nell'usarli, senza ricollegarsi minimamente al canone post-Barksiano di Rosa. Il più delle volte, pare che la tentazione di pescare da Don Rosa sia troppo grande. E, allora — a questo punto — meglio evitare e finirla con le solite storie sul Klondike che vanno tutte a parare verso situazioni già esplorate.


                                                                                          Ora, veniamo alla questione PKNA, su cui credo di essermi spiegato malissimo con quel breve accenno.

                                                                                          Ah, ti segnalo che il presupposto di PKNA è proprio quello di essere in continuity col Paperinik classico di Martina.  :thankYou:
                                                                                          In realtà PKNA al contrario fu un precursore per quanto riguarda worldbuilding e continuity. Fu tra i primi a citare il termine "Calisota" di Barks e Rosa (roba che ora è menzionata praticamente in ogni singolo Topolino, ma che all'epoca pareva una bestemmia), oltre alle storie classiche di Barks e alla Saga. Ed è lo stesso Paperinik ideato da Martina, non entra in contraddizione con esso: è la naturale evoluzione del Paperinik dei vari De Vita e Pezzin, Sarda e Held, Michelini e Carpi, Scarpa e Chierchini ecc, ma anche del Martina delle sue ultime storie paperinikesche, dove si era gradualmente allontanato dal ruolo di diabolico vendicatore delle primissime storie fino a diventare un supereroe vero e proprio, per quanto scalcinato.

                                                                                          Poi sì, si potrebbe dire che non è mai stato spiegato, né da Pezzin né dal "tardo" Martina come mai Paperino abbia deciso di cambiare ragion d'essere al suo alter ego, cosa sia successo per fagli cambiare idea e farlo evolvere dall'egoista mezzo criminale del "primo" Martina al generoso eroe di quartiere delle storie successive. E sarebbe anche un tema interessante da sviluppare, secondo me (per quanto mi riguarda, sospetto che dietro ci sia qualche motivazione wholesome tipo l'amore per i nipotini e il timore che seguano le sue orme come esempio negativo, da cui la necessità di ripulire l'immagine di Paperinik). Ma fatto sta che quell'evoluzione non è stata messa in discussione ed è un qualcosa di assodato. Per cui no, PKNA non si pone in contrapposizione con Martina, essendo semplicemente la continuazione delle avventure del Paperinik "classico". Le Nuove Avventure, appunto.

                                                                                          (Però sì, magari se in futuro vorranno svelare il mistero del cambiamento del "cuore" di Paperinik, mi incuriosirebbe molto!)
                                                                                          Avete ragione entrambi e ho sbagliato a non chiarire cosa intendessi.

                                                                                          Quando scrivevo:
                                                                                          Non mi pare che qualcuno pianga il fatto che PKNA entri in contraddizione con la continuity martiniana di Paperinik. Anzi. È proprio quello l'incipit.

                                                                                          Intendevo riferirmi al fatto che le tematiche e lo stesso legame con Paperopoli — presenti nelle storie classiche di Paperinik — subiscono, in PKNA, una virata abbastanza netta. Di tipo marveliano, nel caso delle tematiche. E, per quanto riguarda il legame alle dinamiche paperopolesi e alle beghe classiche di Paperino, si va da tutt'altra parte, cambiando le carte in tavola definite (nel tempo) da Martina, De Vita, Scarpa etc etc

                                                                                          Ma, in effetti, quando ho scritto quell'esempio, stavo più pensando ad un precedente di "continuity alternativa nel presente" che ad uno di "continuity alternativa nel passato". Ho fatto un esempio, insomma, poco azzeccato. PKNA non nega il passato delineato da Martina, ma ne espande (anche cambiandola) la caratterizzazione delineata negli anni (anche da autori successivi). Avete ragione. L'esempio da me utilizzato non era azzeccato per il tipo di discorso che stavo facendo in quel punto e me ne scuso. Lo avevo aggiunto dopo aver già scritto il punto 3 e mi sono confuso ahah


                                                                                          « Ultima modifica: Mercoledì 3 Gen 2024, 16:18:40 da Ruhan »

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                                                                                          Cugino di Alf
                                                                                          PolliceSu

                                                                                          • ****
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                                                                                            Risposta #44: Giovedì 4 Gen 2024, 00:32:22
                                                                                            - Nuovo racconto dal Klondike che ci mostra alcuni dei primi scontri tra Paperone e Cuordipietra Famedoro (se...proprio così  :sad:). A dire il vero ho trovato tutto molto semplice e poco avvincente. Più che una storia con un suo carisma mi è sembrato un elenco di avvenimenti e poco altro. Molto belli i disegni di D'Ippolito.
                                                                                            - "Topolino e la settimana bianca...in giallo" è una breve che lascia davvero poco. Situazione rivista più volte, si salvano almeno i simpatici disegni di Giulia La Torre.
                                                                                            - "Orazio e il flagello Curiazio" è invece una simpatica storia di vita quotidiana che ha come protagonista Orazio e i suoi "malesseri" motivazionali. Interessante la figura del cugino Curiazio che è un vero flagello come da titolo. Tutto è reso più coinvolgente dalle sempre simpatiche matite di Lucio Leoni.
                                                                                            - "Qui, Quo, Qua e la giungla delle sorprese" è una classica caccia al tesoro che mette in campo piccole varianti sul tema. Storia che si lascia leggere ma nulla di più. Molto belli i disegni di Cavazzano.
                                                                                            Insomma nel totale un numero bello bruttino che per me non supera le 2 stelle.
                                                                                            Io sono un cattivo... e questo è bello! Io non sarò mai un buono e questo non è brutto! Io non vorrei essere nessun altro... a parte me.

                                                                                            *

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                                                                                              Risposta #45: Giovedì 4 Gen 2024, 08:50:43
                                                                                              Eh no raga;1 Paperinik divenne parodia di batman per imitare le storie di paperbat di paperoga;il mega almanacco anni 80 che ristampava queste storie in italiano ristampava in realtà storie anni 70 di questo tipo;è in Sud America che vespa vermiglia crea il club supereroi dove paperinik diventa quello che intorno a fine anni 70 pezzin aveva abbozzato in storie ironiche;negli anni 80 ecologiste;2 pkna di pone in antitesi completa al pk martiniano cinico e spietato che chiude le porte col piede e sfascia il vetro della finestra del deposito per fare “scena” e che finge che la 313 non funziona per punire i nipotini facendoli spingere la 313 che avevano insultato;il pkna dove in trauma paperino è solo 1 povero piccolo papero è proprio l antitesi dello “scostumato” politically scorrect Paperinik martiniano originale;2 universi assolutamente paralleli che non si incontrano mai

                                                                                              *

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                                                                                              PolliceSu   (1)

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                                                                                                Risposta #46: Giovedì 4 Gen 2024, 16:45:21
                                                                                                Eh no raga;1 Paperinik divenne parodia di batman per imitare le storie di paperbat di paperoga;il mega almanacco anni 80 che ristampava queste storie in italiano ristampava in realtà storie anni 70 di questo tipo;è in Sud America che vespa vermiglia crea il club supereroi dove paperinik diventa quello che intorno a fine anni 70 pezzin aveva abbozzato in storie ironiche;negli anni 80 ecologiste;2 pkna di pone in antitesi completa al pk martiniano cinico e spietato che chiude le porte col piede e sfascia il vetro della finestra del deposito per fare “scena” e che finge che la 313 non funziona per punire i nipotini facendoli spingere la 313 che avevano insultato;il pkna dove in trauma paperino è solo 1 povero piccolo papero è proprio l antitesi dello “scostumato” politically scorrect Paperinik martiniano originale;2 universi assolutamente paralleli che non si incontrano mai

                                                                                                1) questa giustificazione è diversa dalla motivazione in-universe, ancora mancante. Allo stesso tempo trovo abbastanza risibile che quelle storie andassero bene mentre PK sarebbe "in antitesi" al Paperinik martiniano. Se c'è stata incongruenza, è iniziata col Paperinik supereroe di Pezzin e soci. Anzi, addirittura è iniziata con Martina stesso nelle sue ultime storie paperinikesche. PKNA si è limitato a proseguire nel solco delle storie di Paperinik pubblicate fino a quel momento sul settimanale e sul proprio vecchio mensile.

                                                                                                2) mi sembra una forzatura trovare incongruenze addirittura nel fatto che Paperino da piccolo fosse fragile, bonario e sfortunato. Che doveva essere, un teppista malvagio? Se l'argomentazione è questa, potremmo dire che è la versione di Martina ad essere in antitesi con Paperino e in generale con i personaggi di Topolino che ormai conosciamo bene, come un universo parallelo. Stacce.

                                                                                                *

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                                                                                                Ombronauta
                                                                                                PolliceSu

                                                                                                • ****
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                                                                                                  Risposta #47: Giovedì 4 Gen 2024, 17:02:51
                                                                                                  oddio mio, non credo sia così banale e incongruente dai. Altrimenti vale tutto. Mettiamoci anche amelia, che non era magari ancora nata, ma era strega nel klondike prima di andare a napoli  :crazy: In ogni caso concordo, sembra che abbia letto solo l'8 capitolo, eppure non è guerra e pace, si legge abbastanza velocemente. Secondo me ogni autore dovrebbe fare una scorpacciata di barks e don rosa prima di scrivere i paperi, e di italiani se proprio proprio, metterci scarpa.

                                                                                                  Visto l'andazzo dei diari del Klondike nel tirare fuori antagonisti fuori luogo, secondo me in una storia futura salterà fuori anche un giovane Rockerduck.

                                                                                                  Ad esempio la sua presenza nel Klondike non è 'strana', dal momento che diversi sudafricani dell'epoca vi parteciparono, 'allenati' dalla precedenza esperienza (anche diamantifera) fatta nel loro paese.

                                                                                                  E infatti Barbieri li inserisce fin dal primo capitolo uscito due mesi fa, protagonisti di un regalo fatto allo zione (il diamante Stella del Transvaal) che aveva collaborato con loro e scovato una vena aurifera nella loro concessione fino ad allora poco generosa. Quasi un 'prologo' per l'arrivo di un altro sudafricano con il quale certe collaborazioni sono impossibili. Questa presenza di CF in Klondike, coerente con gli spostamenti del tempo ma inaspettata per la conoscenza diretta e 'certificata' fra i due giovani paperi, ha comunque un senso come potrebbero averlo ancor di più altre situazioni storiche.
                                                                                                  Secondo Wikipedia, i quotidiani americani hanno riportato la notizia che è stato scoperto l'oro nel Klondike un anno dopo, ovvero nel 1897. Praticamente lo stesso periodo in cui Paperone ha trovato la petita uovo d'anatra (lo si legge nel quotidiano che appare nel capitolo 9 della saga). Non sappiamo quando la notizia arrivò in Sudafrica, ma credo che se Cuordipietra volesse partire appena gli è arrivata la notizia credo che sarebbe arrivato intorno al 1898, stesso anno in cui Sameul Steele interviene per riportare la legge a Dawson.
                                                                                                  Poi sinceramente non lo ci vedo a fare il cercatore d'oro, secondo me almeno inizialmente la sua ricchezza dovuta ad azioni disoneste.
                                                                                                  « Ultima modifica: Giovedì 4 Gen 2024, 17:05:42 da Filo Sganga »

                                                                                                  *

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                                                                                                  Pifferosauro Uranifago
                                                                                                  PolliceSu

                                                                                                  • ***
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                                                                                                    Risposta #48: Giovedì 4 Gen 2024, 18:06:18
                                                                                                    potremmo dire che è la versione di Martina ad essere in antitesi con Paperino e in generale con i personaggi di Topolino che ormai conosciamo bene, come un universo parallelo
                                                                                                    Il che è una verità sacrosanta, peraltro.

                                                                                                    *

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                                                                                                    • ***
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                                                                                                      Risposta #49: Giovedì 4 Gen 2024, 19:25:01
                                                                                                      potremmo dire che è la versione di Martina ad essere in antitesi con Paperino e in generale con i personaggi di Topolino che ormai conosciamo bene, come un universo parallelo
                                                                                                      Il che è una verità sacrosanta, peraltro.

                                                                                                      Touché

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                                                                                                        Risposta #50: Giovedì 4 Gen 2024, 21:26:57
                                                                                                        Pure se la questione PKNA è partita da un mio esempio poco azzeccato, mi trovo concorde con Zotnam.

                                                                                                        Sintetizzerei la cosa così: Paperinik cambiò — progressivamente — carattere, passando dal vendicatore egoista martiniano al supereroe di Pezzin e compagnia.

                                                                                                        PKNA fu l'apoteosi di questo processo (pressoché irreversibile): si limitò a spingere, fino in fondo, l'acceleratore supereroistico, trasferendo Paperinik in un nuovo contesto, in grado di permettere questa spinta di acceleratore. PKNA taglia col contesto classico di Paperinik e con le sue beghe classiche, ma non con la sua linea di caratterizzazione. Anzi. Spinge quella linea fino alla sua, più che naturale, maturazione. Una specie di "cosa accadrebbe se fosse TOTALMENTE un supereroe?".

                                                                                                        L'antitesi vi fu rispetto alle tematiche e alle dinamiche: PKNA fu un divorzio da un contesto (Paperopoli) troppo stretto e che non avrebbe reso possibile l'esperimento. Non un divorzio solo geografico. Ma un divorzio dalle dinamiche paperopolesi e dal suo "clima" narrativo. Divorzio necessario, non per cancellare la precedente evoluzione supereroistica, ma per portarla alle sue estreme conseguenze.

                                                                                                        Il PK "piccolo papero" mi pare essere una versione adulta e seria del Paperinik paperopolese, coi suoi limiti (seppur resi in modo comico e cartoonesco).


                                                                                                        Per ricollegarmi al Topic, mi piacerebbe vedere più cose di questo genere (non per forza con le medesime ambizioni di PKNA; anche singole storie che spingano l'acceleratore su pieghe inesplorate del carattere dei personaggi o sulla commistione con generi non propriamente disneyani) e meno remake del remake del remake di Don Rosa. Non che questo non avvenga sul Topo eh. La Lampada Bisestile, ad esempio, la considero come parte di questo tipo di esperimenti. Chiaro. Lo stratagemma del "tutto torna come prima" è anche qui presente, ma ha "osato". Ha introdotto un nuovo personaggio (Dottor Piuma) in grado di portare contaminazioni interessanti anche in futuro. Contaminazioni che portino il non-disneyano nel disneyano. E sappiamo quanto il "disneyano" sia in grado di digerirlo e farlo proprio: lo stesso Topolino investigatore — oggi considerato "classico" — nacque così.
                                                                                                        « Ultima modifica: Giovedì 4 Gen 2024, 23:31:10 da Ruhan »

                                                                                                         

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