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Topolino 3554

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di Paolo Castagno

Voto del recensore:
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Topolino fuori dai radar
Paperino nullafare d'eccezione
Paperoga in... Sempre più buono
Filo & Brigitta e i tesori di serie B: I centrini della tavola rotonda
Le Giovani Marmotte e la pietra che parla - Prima parte

Topolino 3554

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Samu
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    Topolino 3554
    Mercoledì 3 Gen 2024, 16:38:52
    Sommario

    Topolino fuori dai radar

    Soggetto e sceneggiatura di Tito Faraci
    Disegni di Casty
    Chine di Michela Frare
    Colori di Irene Fornari

    Paperino nullafare d'eccezione
    Soggetto e sceneggiatura di Giorgio Fontana
    Disegni e supervisione colore di Emmanuele Baccinelli
    Colori di Gaetano Gabriele D'Aprile

    Paperoga in: sempre più buono
    Soggetto e sceneggiatura di Giulio Gualtieri
    Disegni e chine di Valerio Held
    Colori di Valentina Mauri

    Filo & Brigitta e i Tesori di Serie B
    Soggetto e sceneggiatura di Roberto Gagnor
    Disegni e chine di Andrea Maccarini
    Colori di Putra Shah Bin Bin Abd Jalil

    Le Giovani Marmotte e la pietra che parla (Primo episodio)
    Soggetto e sceneggiatura di Bruno Enna
    Disegni e chine di Alessandro Perina
    Colori di Diana Laudando

    Dal Diario di Paperina - Meditazione rurale (Tavola autoconclusiva di Giulia Lomurno per i colori di Valentina Mauri)

    L'albo esce anche in abbinata con l'allegato opzionale del Topolibro incentrato sulla televisione (Disney Special Events n.41 ) al prezzo complessivo di 9,50 €.

    Copertina (disegno di Corrado Mastantuono, colori di Andrea Cagol):

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    Samu
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      Re:Topolino 3554
      Risposta #1: Mercoledì 3 Gen 2024, 20:49:50
      Ad eccezione della storia d'apertura questo numero del libretto non è riuscito ad offrirmi una lettura interessante.
      Prevedibili la storia con protagonista Paperino e la successiva con Paperoga di Gualtieri/Held; le ultime due non sono state in grado di catturare la mia attenzione e non mi hanno saputo coinvolgere nel loro sviluppo, ragion per cui mi sono ritrovato insoddisfatto una volta giunto alla conclusione delle rispettive letture.

      L'unica vicenda per me intrigante contenuta in questo numero è stata quella di Faraci/Casty - Topolino fuori dai radar - una storia dal taglio investigativo che ho apprezzato nella sua costruzione e nella sua evoluzione.
      Faraci ha saputo creare delle dinamiche interessanti nell'interazione tra Topolino e il borioso ispettore Irk, tanto compassato il primo quanto vanesio e pieno di sé il secondo, la cui propensione per l'utilizzo delle nuove tecnologie gli si rivolta contro in certe circostanze che ingigantiscono certe sue magre figure mentre in altri frangenti il loro supporto si rivela essere decisamente appropriato e funzionale.
      La storia dosa bene l'atmosfera di pericolo in cui si ritrovano invischiati i due protagonisti (soli a fronteggiare i fuorilegge di turno) con i momenti ironici e di genuino humour disseminati nei vari snodi narrativi della vicenda, che regalano siparietti molto simpatici (come nel momento in cui Topolino riprende conoscenza senza avere un'idea ben definita di chi abbia davanti a sé, l'incontro col cugino... di campagna e le impagabili mosse di autodifesa presentate con convinzione da Irk).
      Insomma, un'ottima prova, godibile e dotata di verve tanto nei rapporti tra i personaggi quanto nel suo impianto narrativo e la cui valida sceneggiatura è ben supportata dai disegni espressivi, caratteristici e sempre molto gradevoli di Casty.

      *

      Ruhan
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        Re:Topolino 3554
        Risposta #2: Venerdì 5 Gen 2024, 05:26:11
        Questa settimana, ho provato una generale insoddisfazione. Molto forte. Storie ben poco brillanti. Meno di quelle della scorsa settimana e che inquietano, date le buone punte raggiunte con i tre numeri natalizi. Verrebbe da chiedere: così si vuole cominciare l'anno?

        "Topolino fuori dai radar"

        Parte fiacco questo n° 3554; la storia, nonostante i grandi annunci e la bella copertina, promette molto, ma mantiene poco. La trama è scontata, banale. E sì. La paura che avevo espresso la scorsa settimana si è rivelata fondata: è un noir che non vuole fare il noir. Insomma: il noir non è pervenuto. È "fuori dai radar" di questa sceneggiatura di Faraci che pare quasi sia stata pensata, unicamente, come pretesto per far entrare in relazione Irk e Topolino. Cosa che avrei anche ritenuto accettabile, se non fosse che il loro rapporto appare scritto male e basato su un unico tema (= "sono cose per la Polizia!") ripetuto all'infinito.
        Infatti, la dinamica tra i due viene delineata in maniera più o meno realistica solo nelle prime pagine; discretamente buona la successione di punzecchiature iniziale: scorrevole e credibile. Stile sit-com.
        Interessante, in special modo, il Topolino che non sa se essere felice o no per il fallimento del rivale. Qui, Faraci (aiutato dal bravissimo Casty) delinea — vignetta dopo vignetta — un Topolino sospeso, incapace di avere dei sentimenti chiari. Il tutto attraverso il dialogo con Minni, nel quale, a momenti di evidente "godimento", si intervallano antitetici dubbi sul cosa provare davanti ad una notizia del genere; tensione tra sentimenti sostenuta dall'incapacità di rispondere con chiarezza alle "insinuazioni" di Minni.
        Quest'ultima fa da motore per il pungulamento psicologico del Topo. La resa è buona. La successione di silenzi, frasi che mostrano la goduria per la rivincita, subito sostituite da riflessioni amare sul come basti poco — sul web — per passare dall'essere delle star all'essere considerati delle "merdine", rendono l'idea del contrasto di sentimenti, come accennato.

        E poi? Poi, basta. Tolta Minni, Topolino passa ad un rapporto piatto con Irk e alle solite punzecchiature. Queste erano buone per introdurre la storia, ma — successivamente — divengono meno scorrevoli di quelle iniziali (di cui tentano di riprodurre lo spirito, con scarsi risultati) e, addirittura, fuori luogo: basare il rapporto tra i due su una successione di battute, stoccate e blastature rende il rapporto altamente stereotipato.
        Insomma. Va bene qualche battuta, specie nelle scene iniziali. Ma poi, da lettore, mi aspetto un approfondimento diverso.
        E me lo aspetto anche perché ad annunciarlo era stato lo stesso Faraci sul n° 3553; su quest'ultimo, parlava di un rapporto che avrebbe messo in luce le peculiarità dei due: la razionalità professionistica e perfettina di Irk e l'intuito di Topolino.

        Qui, invece, vediamo un Topolino che intuisce il misfatto. E va bene. E, poi, un Irk che: intuisce, anche lui, il misfatto. Non seguendo metodologie da professionista (in antitesi con quelle del rivale). No. Ci arriva per puro e semplice intuito. Come Topolino! E si reca sul luogo, da solo. Come Topolino. Senza seguire nessuna procedura standard, se non appiccicare una cimice. Quest'ultima cosa sembra il tentativo di Faraci di rendere "professionale" — all'ultimo minuto — un intuitivo e raffazzonato Irk.

        Il risultato è che entrambi hanno usato l'intuito e, di conseguenza, la differenza tra i metodi e il modo di pensare dei due non viene delineata affatto.
        Vediamo solo un Irk intento ad escludere Topolino perché "sono cose per la Polizia", ma non vediamo — in alcun modo — il confronto/scontro di metodo e filosofia d'indagine tanto annunciato. Lo scontro si riduce a "tu sei un semplice cittadino" e "no, dai, portami con te". Ben poca cosa, direi. Poca cosa riproposta, tra l'altro, anche in modo poco credibile, come alla fine, con una gag vista e rivista.

        Va bene mostrare come, nonostante le differenze, i due siano più simili di quel che potrebbero credere o volere loro stessi. Ma quelle differenze vanno mostrate o il processo di disvelamento non ha alcuna possibilità di mettersi in moto.

        Discrete alcune battute metanarrative (come quella del cattivo che espone i suoi piani ai complici che già sanno tutto). Anche se già viste. Quella messa in spoiler mi è parsa un metodo per non inventare altri modi di rappresentare la cosa e limitarsi ad inserire la battuta finale, come a dire "ei, guardate che lo so eh".
        Più apprezzabili, invece, le battute sul Topolino "amico delle guardie".

        Purtroppo, i disegni dell'ottimo Casty non salvano una sceneggiatura che non brilla nelle dinamiche tra personaggi e nemmeno nell'intreccio del giallo che risulta noioso e non in grado di attirare la curiosità come dovrebbe.

        Voto: 1/5



        "Paperino nullafare d'eccezione"

        Storia simpatica, ma non incredibile. Tenta di far ridere e riesce a far fare qualche sorriso appena accennato. Le gag non brillano particolarmente. Il finale, oltre ad essere un po' troppo didascalico, risulta intuibile fin dai primi istanti. Ma, d'altra parte, il tema è classico (la pigrizia di Paperino) e il modo di trattarlo è altrettanto classico; il finale non poteva andare da altre parti, messe così le cose. Si lascia leggere.
        Avrei preferito, date le premesse iniziali (= un Paperino affranto perché sente di non avere altra capacità se non il poltrire), una storia che proseguisse nella introspezione del Papero. Anche in modo comico. E invece, questa viene (immediatamente) bloccata, per far spazio ad un ottimismo che trascinerà il Nostro in un progetto fatto, unicamente, di gag non sempre riuscitissime. Il minimo sindacabile.

        Dinamici e freschi i disegni. Molto buona la colorazione.

        Voto: 2/5



        "Paperoga in: sempre più buono."

        Breve storia godibile. Una lunga gag che, però, non appare come un allungamento del brodo di una tavola autoconclusiva. Il crescendo comico è più che giustificato e il finale non è scontato. Certo. Pur non essendo scontato, strappa solo un sorriso.

        Voto: 2/5



        "Filo & Brigitta e i Tesori di Serie B: I centrini della tavola rotonda"

        Scritta male; la motivazione che mette in moto il viaggio non riesce a catturare il lettore; una trama che pare quasi giocare tutto sul tentativo (malriuscito) di strappare un sorriso con una trama costruita attorno ad un gioco di parole.
        Insomma, l'idea dei centrini aveva del potenziale, ma è costruita in modo poco avvincente, anche dal punto di vista comico; pare che l'autore speri che a salvare tutto sia il gioco di parole stesso, da solo, senza nessuna aggiunta; il fatto che... capito? Dei centrini! Per la tavola rotonda!!! Capisci??! Partono le risate preregistrate. Lo studio è vuoto.

        Paperone è inserito a forza e finanzia un qualcosa che pare interessargli solo alla fine della storia. Prima no. E non si capisce perché acconsenta, se non per dare modo allo sceneggiatore di giustificare un viaggio costoso con protagonisti Brigitta e Filo, oltre che l'entrata in scena di Rockerduck.

        L'evoluzione improbabile e poco credibile delle situazioni e degli eventi non aiuta e dona un senso di fastidio e imbarazzo. Il finale, poi, con quella virata casuale sul calcio, è pessimo. Tale virata è messa lì pur di strappare (nuovamente) un sorriso che non arriva. Sembra che l'autore abbia pensato ad una parodia del ciclo arturiano, ma — non sapendo come svilupparla — si sia ingegnato nel tirar fuori un'ultima gag (una qualsiasi) che lo aiutasse a tirarsi fuori dal pantano e trascinarsi verso la parola "Fine". Ci è riuscito? Per niente.

        Unica nota di merito: i disegni. Freschi e dinamici. La scena del paracadute è molto ben fatta e ci sono altre chicche di questo genere, nel corso delle tavole.

        Voto: 1/5



        "Le Giovani Marmotte e la Pietra che parla"

        Mi ha abbastanza convinto. Certo. Siamo solo al primo episodio, ma promette — se non benissimo (come fu per la Lampada Bisestile) — almeno benino. Le situazioni sono abbastanza classiche ( si preannuncia il solito viaggio nel tempo e intorno al mondo), però ricche di potenzialità. Un tema classico, insomma, potrebbe anche essere reso in maniera brillante e insolita. Questo potrà dircelo solo il secondo episodio; dunque, mi riservo per allora eventuali commenti.

        Ecco. Un problema di questo episodio è il fatto di apparire come fin troppo scarno. Una specie di lungo incipit in cui accade ben poco, ma vengono citati elementi per il futuro.

        E questo incipit, almeno, è avvincente? Abbastanza. Non memorabile, ma cattura la curiosità. Tra una pietra che nasconde un folletto che parla, pietre rare legate a variegate leggende e il "piccolo popolo" citato in un disegno iniziale, la storia riesce a rendersi interessante ed intrigante. Più che altro, perchè si vuole vedere dove andrà a parare: se l'autore saprà usare al meglio il minestrone di cose citate o no.

        Questa commistione di elementi, unita all'idea di una pietra che parla (come da titolo), dona un mix potenzialmente originale, ma di cui si sa ancora troppo poco. Come dicevo in apertura, si tratta di elementi classici, ma — tuttavia — posti in un miscuglio insolito e discretamente ricco, sostenuto da un'idea non banale (la pietra come portale su qualcosa o qualcuno). Ma, ripeto, tutto ancora troppo abbozzato per emettere un giudizio definitivo.

        Interessante l'idea di una specie di Paperon de' Paperoni in versione pietresca, con tanto di deposito a tema.
        Assieme a Newton, appare essere l'unico personaggio dotato di una caratterizzazione almeno credibile. Anche se, rispetto al nipote di Archimede, Tycoon è ancora un po' troppo acerbo (si spera che il personaggio non si fermi a questa caratterizzazione, ma venga esplorato nel corso degli episodi). Non brillano particolarmente i tre paperotti. Il ruolo di semplici balie di Newton li costringe in un carattere fin troppo giudizioso che entra in antitesi con lo spirito avventuroso che li contraddistingue di solito.

        Voto: un 2.5/5 perchè è un episodio ancora fin troppo embrionale. Il ".5" per via delle potenzialità abbozzate; speriamo possa alzarsi almeno a 3.



        "Dal Diario di Paperina: meditazione rurale".

        Sarà un mio problema, ma non riesco proprio ad apprezzare questa serie di tavole autoconclusive della Lomurno. Gag scontata. Ti chiedi solo se il "maestro" sarà Paperino o Ciccio, ma sai dove andrà a parare, fin dalle prime vignette.

        Voto: 1/5



        Voto finale del numero: un faticosissimo 1.5/5 di media.



        Bonus: interessante l'anteprima de "Il Corsaro", storia in due episodi che sarà presente nel 3555. Viene ripescato un personaggio barksiano: Malcom McDuck. Certo. Ci risiamo. L'osare "per finta", attraverso lo stratagemma del passato e degli antenati di Paperone. Però, quantomeno, non si parlerà di Klondike :D e non è detto che non regali qualcosa di buono.
        « Ultima modifica: Venerdì 5 Gen 2024, 14:34:22 da Ruhan »

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        Cornelius
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          Re:Topolino 3554
          Risposta #3: Venerdì 5 Gen 2024, 14:36:54
          Una doppia continuity caratterizza questo numero: la ripresa da parte di Tito Faraci dell'Ispettore Irk, presentato da Blasco Pisapia tre anni fa nello Strano caso di Villa Ghirlanda (come ricordato da Marco Nucci nella intro) ed ora ben disegnato dal sempre ottimo Casty. E quella del miliardario Bob Tycoon che Bruno Enna riprende dal suo Megaricchi di un paio di anni fa. Dunque una continuity 'interna', in quest'ultimo caso, caratterizzata anche da invenzioni che avevamo visto in altri ambiti dell'Ennaverso'

          Riprese interessanti, considerando certe caratteristiche ed interazioni dei due con altri personaggi:
          se Irk è sicuramente una spina nel fianco di Topolino, inizialmente chiamato per sostituire Manetta ma poi rimasto al Commissariato nonostante il suo ritorno (e il tenente non sembra soffrirlo come Topolino, sebbene lo rimproveri per essere troppo severo con Mickey - strano anche questo, visto che Manetta non ha mai particolarmente 'amato' il topo),
          Bob Tycoon ha con le pietre (non preziose ma generiche) lo stesso 'feeling' che Paperone ha con le monete.

          La storia con l'Ispettore Irk si risolve in un unico episodio, interessante e divertente grazie alla presenza di questo nuovo character che ha sicuramente una prospettiva di continuità stabile nei plot polizieschi di Topolinia. Forse "Fuori dai radar" non è il noir che ci aspettavamo come da pubblicità però non delude se visto come giallo 'leggero' dove la nuova rivalità si alterna all'azione furfantesca vera e propria. Da notare quello che reputo uno strafalcione grammaticale che ho postato in Off Topic, in attesa di qualche ulteriore giudizio in merito che potrebbe anche sconfessare questa mia valutazione.

          La storia con il 'collezionista di pietre' (che è comunque un magnate arrivato alla presidenza del Club dei Miliardari e per questo visto con ancora più sospetto e insofferenza dai colleghi, Paperone, Rockerduck e Red Duckan compresi) è solo all'inizio ma sembra promettere bene, grazie anche al coinvolgimento di Pico e Newton (quest'ultimo come GM insieme ai nipotini). Vedremo se il secondo utilizzo del Tycoon (di nome e di fatto) convincerà i lettori per renderlo un personaggio stabile del Club, location dove i 'fissi' sono davvero pochi.
          ____________________________________________________________________________________________________

          Riguardo le storie centrali (brevi e mediolunghe), il mio giudizio è alterno: Paperino 'amplia' la sua dote di dormiglione, diventando addirittura insegnante di relax (con iniziale successo apparentemente non retribuito) ma alla fine torna a lavorare per lo zio in situazioni viste già diverse volte. Paperoga ha a che fare con delle tovaglie e l'unica cosa da sottolineare è la bravura del maturo Valerio Held nell'aver reso molto più dinamiche le sue matite che erano invero un po' appesantite nel suo vecchio stile.

          Il ritorno della coppia Filo-Brigitta è troppo 'à la Gagnor', con un tipo di umorismo che sicuramente nuoce alla McBridge (più mielosa e appiccicosa che mai, nonostante la 'distrazione' dei centrini inglesi) e ridimensiona l'altra coppia Rockerduck-Lusky che in passato è stata molto più convincente, vittima anch'essa della comicità demenziale dell'autore. Forse l'unico che mantiene la 'barra dritta' è il buon Filo, disegnato fra l'altro molto bene dal bravo Andrea Maccarini.

          « Ultima modifica: Venerdì 5 Gen 2024, 16:00:14 da Cornelius »

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            Re:Topolino 3554
            Risposta #4: Venerdì 5 Gen 2024, 14:58:06
            Voto finale del numero: un faticosissimo 1.5/5 di media.
            Severo ma giusto.
            "I social danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Ora hanno lo stesso diritto di parola dei premi Nobel"

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              Re:Topolino 3554
              Risposta #5: Venerdì 5 Gen 2024, 15:42:29
              Deluso dalla prima storia perché davvero piatta. Il personaggio di Irk a me piace, ci sta, ma poi tutto è banale, non ci sono guizzi momenti di interesse (credo che il punto più alto della storia siano le orecchie rivelatrici). Aggiungo che nemmeno i disegni di Casty  mi hanno entusiasmato, per carità belli ma anche loro forse soffrono nella pochezza della trama.

              Se invece salto a parlare di una di quelle in cui riponevo fiducia posso dire solo che fino a poche pagine dalla fine ero contento e pensavo speriamo ad una buona evoluzione e metto in spoiler il resto:

              Spoiler: mostra

              ho trovato la presenza annunciata degli occhiali (addirittura potenziati..probabilmente male) qualcosa che già aveva affossato la qualità della storia in cui furono proposti , perchè come in altre occasioni non si può usar il presente ma bisogna andar sul fantascientifico/assurdo ? Amo le cacce al tesoro quando sono ben articolate e la trama non eccede nel banale 'risolvi l enigma ed avanza' ma davvero fatico a pensare che una macchina del tempo & affini, per l ennesima volta, siano l unico modo di far partire quest avventura e svilupparla. E' un mio limite probabilmente ma davvero ne perdo interesse


              Credo che la cosa che mi è piaciuta di più di questo numero sia la tavola che annuncia i thriller disegnato da Celoni in arrivo e anche la copertina l ho trovata gradevole
              Grazie Babbo anche per quella volta nel 1980 in cui sei tornato a casa con un Topolino in mano chiedendomi se mi andava di leggerlo...non ho più smesso.

              *

              hendrik
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                Re:Topolino 3554
                Risposta #6: Venerdì 5 Gen 2024, 16:04:42
                Concordo, Casty sottotono. Non tanto per i personaggi, ma più che altro perché gli sfondi li ho trovati anonimi e poco curati... Forse gli farebbe bene una bella storia da autore completo (e farebbe bene anche a noi, o almeno a me)!

                ... non ferma a Verkuragon!

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                  Re:Topolino 3554
                  Risposta #7: Venerdì 5 Gen 2024, 16:57:10
                  - "Topolino fuori dai radar" mette in mostra la parte migliore di Faraci, quella dei dialoghi. La trama nel complesso è buona ed interessante ma resta nel solco della tradizione. Quello che invece emerge con vigore sono i dialoghi, i confronti e gli "scontri" tra Topolino e Irk. Le risposte piccate, gli affondi quasi sul personale e le sfide che i due si scambiano a vicenda danno tridimensionalita' alla vicenda e mettono Topolino sotto una nuova luce. Come dichiarato dallo stesso Faraci in una intervista (sul numero precedente) questa contrapposizione tra i due investigatori fa uscire fuori alcuni lati "oscuri" (o semplicemente umani...) di Topolino che si ritrova a provare invidia, gelosia e quasi piacere nel vedere il rivale "messo alla berlina" su internet. Il tutto sottolineato dallo stupore di Minni che quasi non riconosce i comportamenti del compagno.
                  Nel totale un'ottima analisi introspettiva del personaggio che si incastra in una trama svelta, ben elaborata ma che forse termina rapidamente sul più bello. Di certo questo finale fa capire che Irk è diventato, diciamo anche con merito, un personaggio in pianta stabile del cast di Topolinia. Un contraltare che probabilmente mancava all'interno della Polizia forse sempre troppo accondiscendente e quasi "servile" nei riguardi di Topolino. Ampiamente classici e di genere le matite di Casty che si fanno sempre guardare con gran piacere (a parte qualche sfondo poco dettagliato).
                  Facendo una summa....
                  ​​​​​​~Non c'è nulla del mistero, della suspense e dell'ansiogeno che avevano preventivato in fase di presentazione (forse una delle grosse pecche degli ultimi tempi, sempre troppo pompose da non mantenere poi le premesse...)
                  ~​​​​​​Non c'azzecca minimamente nulla con MMMM, come la presentazione o le nostre speranze potevano far pensare
                  ​​​​​​~È una brutta storia ? No.
                  ~​​​​​​È imperdibile ? No.
                  Però, come detto in precedenza, ha il merito di scavare nella psiche di Topolino dandogli maggiore tridimensionalita' e spessore. Non è la prima volta che succede, ovviamente, ma è sempre interessante vedere questi concetti messi in mostra, specialmente se trattati con cura.
                  - "Paperino nullafare d'eccezione" è una storia surreale che tratta uno dei temi più inflazionati che ruotano attorno alla figura di Paperino. Ma ha il plus di esporli con brio e buon senso dell'umorismo. Credo però che, senza nulla togliere alla sceneggiatura di Fontana, grande merito vada alle matite di Baccinelli. A parte dei disegni accurati, vividi e semplicemente belli ci sia proprio una ottima capacità recitativa dei personaggi che trasmettono tutte le emozioni attraverso il foglio. E in una storia dove si parla di stress, "depressione" lavorativa e altre dinamiche psicologiche sia fondamentale far tastare queste sensazioni al lettore.
                  - Molto simpatica come breve "Paperoga in...sempre più buono". Semplice nell'elaborazione ma proprio per questo arriva bene al risultato.
                  - Nuovo capitolo dei "Tesori di Serie B" che presenta una avventurosa caccia al tesoro sgangherata e assurda...ma proprio per questo divertente ! Gagnor costruisce una trama spassosa con alcuni colpi veramente divertenti e un finale giusto. Originali, personali e adeguati alla trama i disegni di Maccarini.
                  - Bruno Enna come al solito non sbaglia e fa partire una saga sulle GM interessante, immersiva, curiosa e che ha il potere di incollare alle pagine ! Ottimo l'utilizzo di Tycoon (quasi da alter-ego di Paperone) e sapiente quello di Newton che qui viene in lunga parte contenuto da Qui, Quo e Qua.
                  Ci sono accenni di storia, leggende e miti che se vengono usati con arguzia sono sempre attraenti. Sempre ottimi ed espressivi i disegni di Perina. Insomma un ottimo inizio che speriamo possa condurci a nuovi e sorprendenti capitoli di questa saga.
                  Nel totale un numero che risale subito la china intrapresa con la precedente uscita e che mi ha soddisfatto in ogni storia. In grande risalto questa volta il comparto grafico che ho trovato ottimo e fortemente personale in ogni aspetto. Un Topo che si avvicina tantissimo alle 3,5 stelle, anche restando sulle 3 stelle.
                  Io sono un cattivo... e questo è bello! Io non sarò mai un buono e questo non è brutto! Io non vorrei essere nessun altro... a parte me.

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                    Re:Topolino 3554
                    Risposta #8: Venerdì 5 Gen 2024, 20:11:22
                    se come qualcuno auspicava la continuity complessiva nelle storie del Topolino deve essere preservata... vuol dire che non ci sarà più stonehenge?

                    inoltre, come mai gagno (senza r, come scritto nell'indice) infila sempre il calcio in tutte le sue storie?

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                    Ruhan
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                      Re:Topolino 3554
                      Risposta #9: Venerdì 5 Gen 2024, 20:23:31
                      inoltre, come mai gagno (senza r, come scritto nell'indice) infila sempre il calcio in tutte le sue storie?
                      Notato anche io.
                      Credo che il suo ragionamento sia più o meno questo:

                      1) il calcio è molto seguito e conosciuto
                      2) anche io sono un appassionato di calcio! (Suppongo)
                      3) inserire una parodia sul calcio significa giocare col facilmente riconoscibile
                      4) farà sicuramente sganasciare dalle risate, indipendentemente dalla qualità della parodia: basta citare il calcio! Per citare il Maestro Frassica "da buttarsi sotto al tram dal ridere"...

                      Tra l'altro, questo clichè degli sport contemporanei trasportati in contesti storici diversi mi ha (personalmente) stancato. È vecchissima come gag.
                      « Ultima modifica: Venerdì 5 Gen 2024, 20:28:45 da Ruhan »

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                        Re:Topolino 3554
                        Risposta #10: Venerdì 5 Gen 2024, 21:02:43
                        Comunque c'è da dire che il calcio fiorentino ad esempio era praticato già nel tardo Medioevo. Altri sport con una palla erano praticati anche in Francia e Inghilterra. Quindi non è così insensata come idea. Anche perchè non si parla mai chiaramente di "calcio" come lo intendiamo noi oggigiorno.
                        Io sono un cattivo... e questo è bello! Io non sarò mai un buono e questo non è brutto! Io non vorrei essere nessun altro... a parte me.

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                          Re:Topolino 3554
                          Risposta #11: Venerdì 5 Gen 2024, 22:03:42
                          Comunque c'è da dire che il calcio fiorentino ad esempio era praticato già nel tardo Medioevo. Altri sport con una palla erano praticati anche in Francia e Inghilterra. Quindi non è così insensata come idea. Anche perchè non si parla mai chiaramente di "calcio" come lo intendiamo noi oggigiorno.
                          Il punto, secondo me, non è l'insensatezza. Anzi. Più è insensata e più è possibile aumentare l'effetto comico. Il problema è che è un clichè abusatissimo, non solo sul Topo. E un clichè o lo sai rivoltare come un calzino e darne una versione fresca o finisce per stufare. Specie se è un clichè comico. L'impressione è di essere davanti — ogni volta — alla medesima barzelletta, ma raccontata sempre peggio.

                          Diciamo che, qui, Gagnor ci mette anche del suo per renderlo insopportabile. Non solo usa un clichè che lui stesso (nella sua storia artistica) ha aiutato a rendere tale, con le sue parodie. Ma lo riempie di battute che, personalmente, ho trovato banali. Basate, unicamente, sul tentativo di far ridere tramite l'accostamento "Stonehenge", "calcio" (ripete per ben due vignette la medesima battuta, ma in salsa diversa...) e "ciclo arturiano", senza arricchirlo di altre trovate in tema.

                          Ovviamente, può essere anche una questione di gusti eh. Lungi da me voler avere la patente di critico ahah
                          « Ultima modifica: Venerdì 5 Gen 2024, 23:49:57 da Ruhan »

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                          raggiodisole
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                            Re:Topolino 3554
                            Risposta #12: Venerdì 5 Gen 2024, 22:47:58
                            La storia con protagonisti Topolino e Irk, vede il Topo alle prese con una sua controparte vanesia. Tuttavia c'è spazio per presentare sia i pregi che i difetti di ognuno dei due, con una trama che li vede bilanciare nei momenti più cruciali del semplice, ma simpatico, giallo.
                            La seconda storia, che vede Paperino dispensare consigli soporiferi, mi ha ricordato la storia "Tanti auguri, sindaco Paperino!" ma in questo caso aveva una premessa e un finale differente. Sempre in forma Baccinelli ai disegni.
                            Segue una breve con Paperoga, che parla di un problema sicuramente abituale nei centri commerciali: il volantinaggio. Carino il finale, ma la storia si trascina troppo la stessa gag.
                            Torna la serie di Filo & Brigitta, la storia non è nulla di che ma ho apprezzato lo stile di disegno.
                            L'ultima storia mi ha lasciato perplesso. Bob Tycoon per quanto simpatico e bonario, non me la racconta tanto giusta ma sarà solo una mia impressione. Non so cosa aspettarmi per la storia, spero che non sia una saga...pietrosa.
                            Nel complesso numero altalenante.

                            *

                            Tuta_
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                              Re:Topolino 3554
                              Risposta #13: Sabato 6 Gen 2024, 14:11:52
                              Trovo che sia Topolino fuori dai radar che Paperino nullafare d'eccezione non sfruttino appieno le possibilità di scavare nel rapporto tra la coppia di protagonisti (Topolino e Irk nella prima, Paperino e Paperone nella seconda che, per la premessa iniziale, poteva prestarsi bene a un maggiore dialogo tra i due, ma si è limitata a uno svolgimento un po' troppo classico). La prima, come già detto da voi, indaga bene la psicologia di Topolino ma non molto le sue dinamiche e differenze con l'ispettore Irk. Forse l'unica scena degna di nota in tal senso è quando
                              Spoiler: mostra
                              Irk soccorre Topolino anzichè inseguire i malfattori, gesto che viene però vanificato dal suo porre la cimice sul furgone prima di soccorrere il Topo...

                              Per il resto ho trovato molto carina la breve con Paperoga e anche i tesori di serie B, nella loro demenzialità, riescono sempre a strapparmi una risata. Molto azzeccati soprattutto i disegni di Maccarini.
                              « Ultima modifica: Sabato 6 Gen 2024, 14:14:17 da Tuta_ »

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                                Re:Topolino 3554
                                Risposta #14: Domenica 7 Gen 2024, 11:52:24
                                casty sprecato per storie anonime

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                                  Risposta #15: Domenica 7 Gen 2024, 17:52:01
                                  Recensione Topolino 3554


                                  Non si giudica un libro dalla copertina, vecchio modo di dire per sottolineare come non si dovrebbe fare un giudizio superficiale o precipitoso basandosi solo sull’aspetto esteriore di una persona o di una cosa. Ahimè, io ci sono cascato invece: avevo giudicato molto favorevolmente questo numero di Topolino partendo dalla bella copertina di Corrado Mastantuono, salvo poi restare deluso dal contenuto dell’albo.

                                   Niente di catastrofico, intendiamoci. Però l’attesa che mi ero creato per Topolino fuori dai radar, la storia FaraciCasty, e l’ambientazione noir della copertina lasciavano sperare in uno di quei numeri che potessero aprire l’anno con “il botto”, in discontinuità con un 2023 caratterizzato da alti e bassi. Invece la prova dell’inedito duo riesce nell’intento di divertire il lettore, ma non si avvicina alle tematiche del vero poliziesco (seppur in “salsa Disney”), una distonia tra “promesso” e “mantenuto” che non sembra essere un buon viatico per il lettore.

                                   Se letta in chiave ironica e dissacrante, non solo di Topolino ma della struttura dei classici gialli apparsi sul settimanale, la storia è ottima: i dialoghi di Faraci tornano agli antichi splendori per ritmo e umorismo, i luoghi comuni addossati al personaggio principale vengono tutti gettati sul tavolo (e sulle tavole… perdonate l’indegno gioco di parole!) per decostruire il Topolino perfettino e “amico delle guardie”.

                                   Però – personalmente – non è quello che mi aspettavo, e non è quello che preferisco trovare sulle pagine del libretto. Temo che si stiano abbandonando i vecchi schemi narrativi (anche più avanti in questo articolo avrò modo di tornarci) a favore di qualcosa che non può però avere grande significato se fruita al netto del pregresso, del “vissuto” dei personaggi stratificatosi nei decenni precedenti.

                                   
                                  Una delle scene più divertenti di Topolino fuori dai radar

                                   Un tipo di fruizione che, non dimentichiamo, dovrebbe invece essere quella diffusa tra i lettori più giovani, la maggioranza del pubblico di riferimento secondo le ambizioni editoriali, cioè di persone che non hanno alle spalle una conoscenza del mondo di questi personaggi tale da permetterne l’associazione a stereotipi e luoghi comuni.

                                   Paperino nullafare d’eccezione è l’ennesima ottima prova di Emmanuele Baccinelli ai disegni, con una bellissima vignettona iniziale che ripropone la mia versione preferita del Deposito: sovraffollato di disordinati mucchi di monete, casseforti sbilenche e sacchi di monete gonfi e malridotti.

                                   La trama impostata da Giorgio Fontana si rifà, non so quanto consapevolmente, al classico di Rodolfo Cimino Paperino e la perfetta letizia e il risultato è una storia gradevole, che riesce ad intrattenere piacevolmente il lettore anche se si sa dove andrà a parare lo svolgimento della trama.

                                   Altro simpatico intermezzo, forse tirato un po’ per le lunghe nonostante le sole otto pagine, è Paperoga in… “Sempre più buono”, sceneggiata da Giulio Gualtieri e disegnata da Valerio Held, autore che sta modificando molto il suo stile rispetto al passato.

                                   Molto deludente invece Filo e Brigitta e i tesori di serie B: I centrini della tavola rotonda, storia che appartiene a una serie che non ha mai saputo esprimere episodi memorabili e che ritenevo chiusa nel 2020. Per il ritorno dello sgangherato duo Filo & Brigitta, che neanche sotto le mani del suo creatore Romano Scarpa ha mai fatto faville, Roberto Gagnor propone una serie di eventi confusi, con passaggi di ambientazione e salti di trama non supportati da una logica narrativa né da trovate comiche diverse da tormentoni, citazioni e strizzate d’occhio.

                                   
                                  Eccessivo, barocco, folle, autocelebrativo ma allo stesso tempo disordinato: così mi immagino il Deposito di Zio Paperone

                                   Volendo ricollegarmi poi al discorso precedente fatto sull’abbandono di vecchi schemi narrativi a favore di altri considerati forse più adatti, vorrei sottolineare come lo spunto di questa storia, cioè la ricerca di un tesoro misterioso, una volta sarebbe stato appannaggio della “formazione tipo” (per citare le metafore calcistiche care a Gagnor) dei Paperi, con lo Zione a costringere con qualche stratagemma Paperino a partecipare, coinvolgerlo nello scontro con gli “autoctoni”, scoprire che il tesoro non era quello che si aspettava, e così via per una serie di spunti forse già visti dai lettori più avanti con l’età, ma ad oggi inediti per i più giovani…

                                   Quando poi, a chiusura di volume, ho trovato la nuova “saga” delle Giovani Marmotte, la mia fedeltà di lettore ha vacillato, anche a causa di un antefatto che devo spiegarvi per poter condividere con voi il mio atteggiamento di diffidenza verso avventure del genere.

                                   Ho approfittato delle festività natalizie per recuperare la lettura di diversi albi che si erano accumulati nei mesi precedenti, tra i quali i due volumi della serie Grandi Saghe con la “Master Story” delle GM, che ho trovato particolarmente brutta ed irritante in alcuni passaggi, una delle letture Disney che mi è costata più fatica portare a termine.

                                   Quindi, capirete che ritrovarmi a così breve distanza una storia così mi ha fatto sussultare. Ho comunque fiducia in Bruno Enna (così come ce l’ho in Alessandro Sisti, autore della saga precedentemente citata…) e spero che nei successivi episodi Le Giovani Marmotte e la pietra che parla riesca a divertirmi. Per ora ho apprezzato le modalità di introduzione della vicenda con le didascalie a corredo delle vignette mute, la caratterizzazione del folle miliardario collezionista di pietre e alcune trovate grafiche di Alessandro Perina.

                                   Apriamo l’anno, quindi con un voto appena sotto la sufficienza, nonostante il grandi nomi “spesi” sulle pagine del settimanale. Peccato.



                                  Voto del recensore: 2.5/5
                                  Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
                                  https://www.papersera.net/wp/2024/01/07/topolino-3554/


                                  Ora è possibile votare anche le singole storie del fascicolo, non fate mancare il vostro contributo!


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                                  Dippy
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                                  • Tra un corto e una sciocca sinfonia...
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                                    Re:Topolino 3554
                                    Risposta #16: Domenica 7 Gen 2024, 23:36:25
                                    Ma la storia di Paperoga è davvero di Held?
                                    Sappiate che tutte le cose sono così: un miraggio, un castello di nubi... Nulla è come appare  -  Buddha

                                    https://ilnumeroprimopiugrande.wordpress.com

                                    https://altriproblemidellalieno.wordpress.com

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                                      Re:Topolino 3554
                                      Risposta #17: Lunedì 8 Gen 2024, 22:31:29

                                      A me la storia di Faraci & Casty non è dispiaciuta. D'accordo, ho letto storie disegnate da Casty assai migliori, ma paragonata ad altre non del tutto lontane in ordine di spazio e tempo direi che questa svetta come Manzoni con Moccia.

                                      Il resto del numero? Beh, la cosa migliore è la battuta con i titoli storpiati delle opere di Jane Austen. Credevo di morire dalle risate...  ;D

                                      Sull'episodio della pietra e di Sam Pietrino (una nota di merito al nome!) mi va di dire una cosa, peraltro molto semplice e che stranamente non è venuta in mente a nessuno...
                                      Spoiler: mostra
                                      Se con gli occhiali si può interagire col passato, anziché cacciarsi in una quasi missione impossibile basterebbe tornare indietro di poche ore e ricordare a Tycoon di usare la pietra… fine dell’avventura in tre puntate.


                                      se come qualcuno auspicava la continuity complessiva nelle storie del Topolino deve essere preservata...
                                      Ma anche no. Se si dovesse seguire una continuity (una qualsiasi), poi cacciarsi in un vicolo cieco è matematico, come ben sanno alla Marvel e pure alla DC, che ogni manciata di anni fanno un reboot totale perchè non ci sono più sbocchi. E che si fa, ogni volta si riparte da zero presentando i personaggi, come Topolino ha conosciuto Pippo, Minni eccetera? Per carità.

                                      Comunque c'è da dire che il calcio fiorentino ad esempio era praticato già nel tardo Medioevo. Altri sport con una palla erano praticati anche in Francia e Inghilterra. Quindi non è così insensata come idea. Anche perché non si parla mai chiaramente di "calcio" come lo intendiamo noi oggigiorno.
                                      La cosa è verissima e storicamente provata. Anche se a fare concorrenza a questi antenati del calcio, e proprio nell'isola di Albione, era una specie di hockey, giocato proprio come lo intendiamo noi, con due porte e una palla, ma con un campo enorme e vinceva la prima squadra che segnava.

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                                        Re:Topolino 3554
                                        Risposta #18: Martedì 9 Gen 2024, 00:51:01
                                        È vero. Sono stato molto duro con la storia di Faraci. Ma perché io Faraci lo adoro e ho, quindi, aspettative sempre molto alte, quando c'è lui di mezzo. Mettiamoci che, questa volta, c'era pure quell'altro gigante di Casty a lavoro e potrete capire che le speranze erano molto grosse. Rimango sul mio giudizio, ma chiarendo che molta della delusione viene dall'acquolina che mi avevano fatto venire attraverso l'anteprima/intervista sul 3553. Se mi fosse stata presentata come una storia leggera, dal tono — unicamente — umoristico, una sorta di presa per i fondelli dei noir (senza essere un noir) etc. avrei avuto meno da dire. Idem col rapporto Irk/Mickey: senza la presentazione sul 3553 (che preannunciava un approfondimento delle loro differenze di metodo e filosofia di vita), avrei sorriso alle battute (come ho fatto), considerandole un poco stereotipate, ma niente di terrificante.

                                        Hanno creato troppe aspettative, anche con la bellissima copertina che citava — palesemente — i toni di MMMM. E questo ha penalizzato una storia che pecca di banalità in alcuni punti, ma che — se presa da sola, senza saper nulla — pur non essendo memorabile, non è nemmeno da insurrezione popolare :D

                                        Questo solo per chiarire il mio giudizio.

                                        Spoiler: mostra
                                        Se con gli occhiali si può interagire col passato, anziché cacciarsi in una quasi missione impossibile basterebbe tornare indietro di poche ore e ricordare a Tycoon di usare la pietra… fine dell’avventura in tre puntate.
                                        Spoiler: mostra
                                        Ci avevo pensato, ma mi son detto: "tanto avrebbero trovato, anche in quel caso, un qualche stratagemma per dover viaggiare in mezzo mondo, lo stesso". Ad esempio: eh no, la pietra — una volta trascurata — s'offende in ogni linea temporale immaginabile e possibile lol


                                        « Ultima modifica: Martedì 9 Gen 2024, 00:55:13 da Ruhan »

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                                          Re:Topolino 3554
                                          Risposta #19: Martedì 9 Gen 2024, 09:26:09
                                          Riguardo l argomento 'temporale' su quella GM concordo con una sensazione del 'ti piace vincere facile'. ovviamente ci saranno mila modi per inserire ostacoli qua e la ed elevare il coefficiente di difficoltà ma mi continuo a chiedere il perchè il passato vado per forza indagato 'in presenza' tanto più che la potenzialità è quella di un vero viaggio nel tempo senza correrne i rischi in presenza per forza.

                                          Mi spiace perchè adoro le 'cacce al tesoro' condite con un filo di storia ma mi ha fatto storcere il naso.

                                          Grazie Babbo anche per quella volta nel 1980 in cui sei tornato a casa con un Topolino in mano chiedendomi se mi andava di leggerlo...non ho più smesso.

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                                            Re:Topolino 3554
                                            Risposta #20: Martedì 9 Gen 2024, 16:11:59
                                            È vero. Sono stato molto duro con la storia di Faraci. Ma perché io Faraci lo adoro e ho, quindi, aspettative sempre molto alte, quando c'è lui di mezzo. Mettiamoci che, questa volta, c'era pure quell'altro gigante di Casty a lavoro e potrete capire che le speranze erano molto grosse. Rimango sul mio giudizio, ma chiarendo che molta della delusione viene dall'acquolina che mi avevano fatto venire attraverso l'anteprima/intervista sul 3553. Se mi fosse stata presentata come una storia leggera, dal tono — unicamente — umoristico, una sorta di presa per i fondelli dei noir (senza essere un noir) etc. avrei avuto meno da dire. Idem col rapporto Irk/Mickey: senza la presentazione sul 3553 (che preannunciava un approfondimento delle loro differenze di metodo e filosofia di vita), avrei sorriso alle battute (come ho fatto), considerandole un poco stereotipate, ma niente di terrificante.

                                            Hanno creato troppe aspettative, anche con la bellissima copertina che citava — palesemente — i toni di MMMM. E questo ha penalizzato una storia che pecca di banalità in alcuni punti, ma che — se presa da sola, senza saper nulla — pur non essendo memorabile, non è nemmeno da insurrezione popolare :D

                                            Questo solo per chiarire il mio giudizio.
                                            Io invece ho imparato a non farmi condizionare dalle anticipazioni riguardanti le storie perché talvolta generano delle false aspettative che non trovano poi riscontro nelle atmosfere effettive di ciò che si va a leggere.
                                            Pertanto, nonostante i nomi importanti coinvolti nella realizzazione della storia, ho letto la suddetta vicenda a cuor leggero e curioso soltanto in merito a ciò che avrei trovato all'interno del fumetto.
                                            Ne ho ricavato una lettura molto piacevole e intrigante, dove a spiccare è un taglio investigativo interessante e godibile nella sua leggerezza, permeato di un umorismo che ho gradito per quanto abbia saputo regalarmi dei momenti divertenti e gustosamente ilari, oltre che a delle dinamiche simpatiche nel conflittuale rapporto che sussiste tra due personaggi quali Irk e Topolino ambedue mossi dal senso di giustizia ma caratterizzati da un modus operandi e da un modo di essere completamente diversi.

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                                              Re:Topolino 3554
                                              Risposta #21: Martedì 9 Gen 2024, 21:12:21
                                              È vero. Sono stato molto duro con la storia di Faraci. Ma perché io Faraci lo adoro e ho, quindi, aspettative sempre molto alte, quando c'è lui di mezzo. Mettiamoci che, questa volta, c'era pure quell'altro gigante di Casty a lavoro e potrete capire che le speranze erano molto grosse. Rimango sul mio giudizio, ma chiarendo che molta della delusione viene dall'acquolina che mi avevano fatto venire attraverso l'anteprima/intervista sul 3553. Se mi fosse stata presentata come una storia leggera, dal tono — unicamente — umoristico, una sorta di presa per i fondelli dei noir (senza essere un noir) etc. avrei avuto meno da dire. Idem col rapporto Irk/Mickey: senza la presentazione sul 3553 (che preannunciava un approfondimento delle loro differenze di metodo e filosofia di vita), avrei sorriso alle battute (come ho fatto), considerandole un poco stereotipate, ma niente di terrificante.

                                              Hanno creato troppe aspettative, anche con la bellissima copertina che citava — palesemente — i toni di MMMM. E questo ha penalizzato una storia che pecca di banalità in alcuni punti, ma che — se presa da sola, senza saper nulla — pur non essendo memorabile, non è nemmeno da insurrezione popolare :D

                                              Questo solo per chiarire il mio giudizio.
                                              Io invece ho imparato a non farmi condizionare dalle anticipazioni riguardanti le storie perché talvolta generano delle false aspettative che non trovano poi riscontro nelle atmosfere effettive di ciò che si va a leggere.
                                              Pertanto, nonostante i nomi importanti coinvolti nella realizzazione della storia, ho letto la suddetta vicenda a cuor leggero e curioso soltanto in merito a ciò che avrei trovato all'interno del fumetto.

                                              Non è solo una questione di mere aspettative del lettore, ma di riuscita di una storia.
                                              Il problema è che le anteprime testimoniano — virtualmente — le intenzioni degli autori. E se queste intenzioni (realizzazione di un noir; esplorazione delle differenze Irk/Mickey; Topolino calato in un'indagine urbana; introspezione) non vengono, poi, rispettate, c'è un problema. Vuol dire che la storia non è riuscita. Significa che gli autori non sono riusciti, loro malgrado, a realizzare quello che volevano realizzare. Non è una cosa da poco e, secondo me, essa entra tra gli elementi da considerare quando si vuole emettere un giudizio.

                                              A questo va aggiunto che le anteprime vengono messe apposta per attirare i lettori ad acquistare il numero successivo. Preannunciare una cosa e, poi, realizzarne un'altra, fa sì che il lettore abbia tutto il diritto di lamentarsi e di giudicare in base a ciò.

                                              Sulla questione dei grandi nomi, devo dire che non sono del tutto d'accordo. È un fatto di confronto relativo; se si sa che un autore ha molte capacità, viene da sé rimanere maggiormente delusi se partorisce una storia non all'altezza. Diventa più palese che, per varie ragioni, non ha dato il meglio di sé. E anche questo deve entrare nel giudizio complessivo.

                                              Ne ho ricavato una lettura molto piacevole e intrigante, dove a spiccare è un taglio investigativo interessante e godibile nella sua leggerezza, permeato di un umorismo che ho gradito per quanto abbia saputo regalarmi dei momenti divertenti e gustosamente ilari,

                                              Io, al contrario, ho riscontrato un taglio ben poco investigativo. Non c'è una reale indagine o un vero mistero su cui investigare. È un resoconto di un misfatto, più che una investigazione sul misfatto. E spiego perché.

                                              Il giallo, non solo è banale (e fin qui...), ma è privo di un minimo di intreccio o enigma che non venga, immediatamente, spiattellato.  E quel che viene (fin da subito) rivelato, tra l'altro, è un espediente narrativo tirato per le orecchie e poco sviluppato, reso tramite il resoconto del criminale alla sua banda, piuttosto che raccontato tramite eventi e scoperte investigative da parte dei protagonisti. Questi ultimi sembrano arrivare alle conclusioni "perché sì", senza mostrare lo svolgimento e gli eventi che hanno portato alle loro intuizioni.

                                              Manca, insomma, il lato investigativo. Non basta, per fare una storia a tema indagini, il raccontare un fatto legato alla criminalità e mostrare che i protagonisti riescono ad arrivare ad una interpretazione corretta di esso. Bisogna, anche e soprattutto, raccontare COME ci arrivino. E non tramite un veloce scambio di battute in cui se lo raccontano a vicenda, ma tramite lo svolgimento delle vignette e degli eventi. O diventa un articolo giornalistico e non un racconto noir.


                                              Sul lato umoristico, strappa qualche sorriso. Ma Faraci è capace di far proprio ridere, in altre occasioni. Non l'ho trovato particolarmente in forma, nemmeno nella resa delle battute (tranne quelle iniziali e quelle sul Topolino "amico delle guardie"; queste ultime, molto interessanti).

                                              oltre che a delle dinamiche simpatiche nel conflittuale rapporto che sussiste tra due personaggi quali Irk e Topolino ambedue mossi dal senso di giustizia ma caratterizzati da un modus operandi e da un modo di essere completamente diversi.

                                              Io, purtroppo, non ho notato nessun modus operandi differente e nemmeno un modus essendi diverso. Entrambi usano il mero intuito. Entrambi indagano da soli, fuori dalle procedure standard della polizia: si sarebbe potuto mostrare come Irk svolga le cose sempre secondo le regole (come preannunciato nella "galeotta" anteprima del 3553) e, invece, niente. Fa di testa sua, come Topolino. I due sono praticamente identici. Solo che uno ha il distintivo e l'altro no. E si stanno antipatici.

                                              L'unica dinamica che li coinvolga non vede una esplorazione delle loro differenze (ripeto: non pervenute), ma battute di Irk sul fatto che Topolino dovrebbe stare alla larga (non essendo un poliziotto) e richieste di Topolino di poter partecipare al tutto. Fine. Non viene minimamente mostrato in cosa sarebbe diverso l'essere "un poliziotto" rispetto all'essere un semplice cittadino dotato di capacità intuitiva.


                                              Ripeto. Per quanto mi riguarda: storia banale e che strappa qualche sorriso. Nulla che autorizzi una insurrezione popolare eh. Ma nemmeno all'altezza delle intenzioni degli autori o dei gialli a cui ci ha abituato il Topo (anche grazie a Faraci stesso), negli anni.
                                              Sul lato della introspezione, molto buona la scena dello scambio di battute tra Topolino e Minni. Il resto, ben poca cosa (a mio parere, chiaramente).
                                              « Ultima modifica: Martedì 9 Gen 2024, 22:35:46 da Ruhan »

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                                                Re:Topolino 3554
                                                Risposta #22: Mercoledì 10 Gen 2024, 11:19:44
                                                Premesso di non essere più abbonato a Topolino dall'ultimo aumento del costo dell'abbonamento, ho acquistato questo numero perché il primo del nuovo anno e perché avevo letto di aspettative buone per la storia di apertura: confesso che, tralasciando quanto già avete commentato su tale storia, ho fatto davvero una fatica inimmaginabile per arrivare in fondo alla lettura. Personalmente salvo solo la rubrica della Ziche sul disegno e l'approfondimento sulla mostra di astrofisica a Roma. Il resto, dalla rubrica sui buoni propositi all'editoriale fino alle storie pubblicate stesse, mi ha lasciato una commistione di infantilismo misto a scarsità di contenuti. Un peccato, ora limiterò l'acquisto, tramite web, solo dopo avere letto le recensioni ed i pareri a posteriori (mi spiace appoggiarmi ai lettori e recensori in questo modo, ma salvaguardo così anche il mio tempo ed il portafoglio). Spero che la testata si risollevi di livello rispetto a quanto ritrovato ora.

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                                                  Re:Topolino 3554
                                                  Risposta #23: Mercoledì 10 Gen 2024, 16:01:49
                                                  io Faraci lo adoro e ho, quindi, aspettative sempre molto alte, quando c'è lui di mezzo. Mettiamoci che, questa volta, c'era pure quell'altro gigante di Casty a lavoro e potrete capire che le speranze erano molto grosse. Rimango sul mio giudizio, ma chiarendo che molta della delusione viene dall'acquolina che mi avevano fatto venire attraverso l'anteprima/intervista sul 3553. Se mi fosse stata presentata come una storia leggera, dal tono — unicamente — umoristico, una sorta di presa per i fondelli dei noir (senza essere un noir) etc. avrei avuto meno da dire. Idem col rapporto Irk/Mickey: senza la presentazione sul 3553 (che preannunciava un approfondimento delle loro differenze di metodo e filosofia di vita), avrei sorriso alle battute (come ho fatto), considerandole un poco stereotipate, ma niente di terrificante.

                                                  Hanno creato troppe aspettative, anche con la bellissima copertina che citava — palesemente — i toni di MMMM. E questo ha penalizzato una storia che pecca di banalità in alcuni punti, ma che — se presa da sola, senza saper nulla — pur non essendo memorabile, non è nemmeno da insurrezione popolare :D
                                                  Il problema è che le anteprime testimoniano — virtualmente — le intenzioni degli autori. E se queste intenzioni (realizzazione di un noir; esplorazione delle differenze Irk/Mickey; Topolino calato in un'indagine urbana; introspezione) non vengono, poi, rispettate, c'è un problema. Vuol dire che la storia non è riuscita. Significa che gli autori non sono riusciti, loro malgrado, a realizzare quello che volevano realizzare. Non è una cosa da poco e, secondo me, essa entra tra gli elementi da considerare quando si vuole emettere un giudizio.
                                                  A me la storia è piaciuta molto, Faraci non mi ha deluso. Diciamo che hanno anticipato un prodotto descrivendolo in un modo diverso da come poi esso si è effettivamente presentato, non solo per l'implicitamente annunciato confronto Topolink/Irk ma, intanto, perché questa storia di noir non ha niente; posso però considerarla un buonissimo poliziesco (ma io tendo a fare questa tediosa precisazione perché sono appassionato di cinema e ritengo fondamentale la distinzione tra giallo, thriller, gangster e gli altri generi da me menzionati poc'anzi). Io però prima leggo le storie e solo dopo mi rifaccio alle interviste, non voglio rovinarmi le sorprese, quindi mi sono, diciamo, privato della possibilità di rimanere deluso. Ho però avuto la sensazione, scorrendo le parole degli autori, che forse il risultato finale del prodotto (ripeto, a me gradito) non sia davvero centrato con le ambizioni.

                                                  La copertina che cita MMMM? Uhm... Sarà che non riesco a prendere sul serio quel grosso cappello che indossa Topolino, ma non ho mai pensato, neanche per un attimo, a quella (*sospiro*) storica collana.
                                                  « Ultima modifica: Mercoledì 10 Gen 2024, 16:07:48 da il Tommi »

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                                                    Re:Topolino 3554
                                                    Risposta #24: Mercoledì 10 Gen 2024, 21:55:47
                                                    io Faraci lo adoro e ho, quindi, aspettative sempre molto alte, quando c'è lui di mezzo. Mettiamoci che, questa volta, c'era pure quell'altro gigante di Casty a lavoro e potrete capire che le speranze erano molto grosse. Rimango sul mio giudizio, ma chiarendo che molta della delusione viene dall'acquolina che mi avevano fatto venire attraverso l'anteprima/intervista sul 3553. Se mi fosse stata presentata come una storia leggera, dal tono — unicamente — umoristico, una sorta di presa per i fondelli dei noir (senza essere un noir) etc. avrei avuto meno da dire. Idem col rapporto Irk/Mickey: senza la presentazione sul 3553 (che preannunciava un approfondimento delle loro differenze di metodo e filosofia di vita), avrei sorriso alle battute (come ho fatto), considerandole un poco stereotipate, ma niente di terrificante.

                                                    Hanno creato troppe aspettative, anche con la bellissima copertina che citava — palesemente — i toni di MMMM. E questo ha penalizzato una storia che pecca di banalità in alcuni punti, ma che — se presa da sola, senza saper nulla — pur non essendo memorabile, non è nemmeno da insurrezione popolare :D
                                                    Il problema è che le anteprime testimoniano — virtualmente — le intenzioni degli autori. E se queste intenzioni (realizzazione di un noir; esplorazione delle differenze Irk/Mickey; Topolino calato in un'indagine urbana; introspezione) non vengono, poi, rispettate, c'è un problema. Vuol dire che la storia non è riuscita. Significa che gli autori non sono riusciti, loro malgrado, a realizzare quello che volevano realizzare. Non è una cosa da poco e, secondo me, essa entra tra gli elementi da considerare quando si vuole emettere un giudizio.
                                                    A me la storia è piaciuta molto, Faraci non mi ha deluso. Diciamo che hanno anticipato un prodotto descrivendolo in un modo diverso da come poi esso si è effettivamente presentato, non solo per l'implicitamente annunciato confronto Topolink/Irk ma, intanto, perché questa storia di noir non ha niente; posso però considerarla un buonissimo poliziesco [...]. Io però prima leggo le storie e solo dopo mi rifaccio alle interviste, non voglio rovinarmi le sorprese, quindi mi sono, diciamo, privato della possibilità di rimanere deluso. Ho però avuto la sensazione, scorrendo le parole degli autori, che forse il risultato finale del prodotto (ripeto, a me gradito) non sia davvero centrato con le ambizioni.
                                                    È comunque interessante notare come, pur essendo entrambi concordi sulla non corrispondenza tra ambizioni degli autori e riuscita della storia, ne abbiamo avuto un tipo di fruizione diversa. Secondo il mio punto di vista, anche come poliziesco, rimangono i problemi sopra esposti e che non ripeto. Ma, d'altronde, potrebbe anche essere — quantomeno, in parte — una questione di gusti.

                                                    Quanto a Faraci, intendiamoci. Quest'ultimo, pure quando delude, lo fa perché confeziona — metaforicamente parlando — una barretta di cioccolato non buonissimo, magari un poco vecchiotto. Penso sia un autore praticamente incapace di produrre quell'altro tipo di sostanza del medesimo colore della cioccolata. Anche se ci provasse con tutto se stesso, non gli riuscirebbe :D

                                                    Quindi, parliamo comunque di una storia che strappa dei sorrisi e si lascia leggere (se presa come una storia non noir, ma umoristica; una sorta di parodia di un poliziesco o un poliziesco leggero, formato famiglia). Solo che è afflitta (a mio parere; tu potrai non essere d'accordo), anche se presa in versione "light" o come un poliziesco, da molti limiti e problemi d'impostazione e svolgimento.

                                                    (ma io tendo a fare questa tediosa precisazione perché sono appassionato di cinema e ritengo fondamentale la distinzione tra giallo, thriller, gangster e gli altri generi da me menzionati poc'anzi)

                                                    Non sono esperto quanto te di cinema; conosco i confini tra i generi, ma ci ho badato poco, per tentare di non ripetere troppe volte la parola "noir" ahah; mi rendo conto che questa scelta possa apparire fastidiosa per chi conosce molto bene le differenze tra noir e gialli, e me ne scuso.

                                                    La copertina che cita MMMM? Uhm... Sarà che non riesco a prendere sul serio quel grosso cappello che indossa Topolino, ma non ho mai pensato, neanche per un attimo, a quella (*sospiro*) storica collana.
                                                    Non so. Magari, avrò sovrainterpretato. Però mi ricordava — dai toni urbani, ferrosi, industriali — certe copertine di quella magnifica testata. Tra l'altro, la sto rileggendo in questi giorni. Mi piacerebbe, poi, condividere con voi qualche riflessione su quel periodo d'oro conclusosi troppo presto.
                                                    « Ultima modifica: Mercoledì 10 Gen 2024, 22:50:06 da Ruhan »

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                                                      Risposta #25: Giovedì 11 Gen 2024, 01:36:42
                                                      Non so. Magari, avrò sovrainterpretato. Però mi ricordava — dai toni urbani, ferrosi, industriali — certe copertine di quella magnifica testata. Tra l'altro, la sto rileggendo in questi giorni. Mi piacerebbe, poi, condividere con voi qualche riflessione su quel periodo d'oro conclusosi troppo presto.
                                                      In effetti sarebbe ora anche per me di rileggerla. Condividi presto!
                                                      "I social danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Ora hanno lo stesso diritto di parola dei premi Nobel"

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                                                        Re:Topolino 3554
                                                        Risposta #26: Giovedì 11 Gen 2024, 06:02:24
                                                        Non so. Magari, avrò sovrainterpretato. Però mi ricordava — dai toni urbani, ferrosi, industriali — certe copertine di quella magnifica testata. Tra l'altro, la sto rileggendo in questi giorni. Mi piacerebbe, poi, condividere con voi qualche riflessione su quel periodo d'oro conclusosi troppo presto.
                                                        In effetti sarebbe ora anche per me di rileggerla. Condividi presto!
                                                        È straordinaria, ancora oggi. Mette quasi malinconia notare quanto, nonostante le ottime storie apparse negli anni, non si sia più osato tanto.

                                                        Appena concludo di rileggerla, scrivo un post. Non una vera e propria recensione. Sarebbe superflua. Più che altro, una serie di riflessioni "fenomenologiche" su quella gloriosa e strana pagina che iniziò con PKNA.

                                                        Chiudo l'OT.

                                                         

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