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Topolino 3554

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di Paolo Castagno

Voto del recensore:
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Topolino fuori dai radar
Paperino nullafare d'eccezione
Paperoga in... Sempre più buono
Filo & Brigitta e i tesori di serie B: I centrini della tavola rotonda
Le Giovani Marmotte e la pietra che parla - Prima parte

Topolino 3554

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Paolo
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    Topolino 3554
    Risposta #15: Domenica 7 Gen 2024, 17:52:01
    Recensione Topolino 3554


    Non si giudica un libro dalla copertina, vecchio modo di dire per sottolineare come non si dovrebbe fare un giudizio superficiale o precipitoso basandosi solo sull’aspetto esteriore di una persona o di una cosa. Ahimè, io ci sono cascato invece: avevo giudicato molto favorevolmente questo numero di Topolino partendo dalla bella copertina di Corrado Mastantuono, salvo poi restare deluso dal contenuto dell’albo.

     Niente di catastrofico, intendiamoci. Però l’attesa che mi ero creato per Topolino fuori dai radar, la storia FaraciCasty, e l’ambientazione noir della copertina lasciavano sperare in uno di quei numeri che potessero aprire l’anno con “il botto”, in discontinuità con un 2023 caratterizzato da alti e bassi. Invece la prova dell’inedito duo riesce nell’intento di divertire il lettore, ma non si avvicina alle tematiche del vero poliziesco (seppur in “salsa Disney”), una distonia tra “promesso” e “mantenuto” che non sembra essere un buon viatico per il lettore.

     Se letta in chiave ironica e dissacrante, non solo di Topolino ma della struttura dei classici gialli apparsi sul settimanale, la storia è ottima: i dialoghi di Faraci tornano agli antichi splendori per ritmo e umorismo, i luoghi comuni addossati al personaggio principale vengono tutti gettati sul tavolo (e sulle tavole… perdonate l’indegno gioco di parole!) per decostruire il Topolino perfettino e “amico delle guardie”.

     Però – personalmente – non è quello che mi aspettavo, e non è quello che preferisco trovare sulle pagine del libretto. Temo che si stiano abbandonando i vecchi schemi narrativi (anche più avanti in questo articolo avrò modo di tornarci) a favore di qualcosa che non può però avere grande significato se fruita al netto del pregresso, del “vissuto” dei personaggi stratificatosi nei decenni precedenti.

     
    Una delle scene più divertenti di Topolino fuori dai radar

     Un tipo di fruizione che, non dimentichiamo, dovrebbe invece essere quella diffusa tra i lettori più giovani, la maggioranza del pubblico di riferimento secondo le ambizioni editoriali, cioè di persone che non hanno alle spalle una conoscenza del mondo di questi personaggi tale da permetterne l’associazione a stereotipi e luoghi comuni.

     Paperino nullafare d’eccezione è l’ennesima ottima prova di Emmanuele Baccinelli ai disegni, con una bellissima vignettona iniziale che ripropone la mia versione preferita del Deposito: sovraffollato di disordinati mucchi di monete, casseforti sbilenche e sacchi di monete gonfi e malridotti.

     La trama impostata da Giorgio Fontana si rifà, non so quanto consapevolmente, al classico di Rodolfo Cimino Paperino e la perfetta letizia e il risultato è una storia gradevole, che riesce ad intrattenere piacevolmente il lettore anche se si sa dove andrà a parare lo svolgimento della trama.

     Altro simpatico intermezzo, forse tirato un po’ per le lunghe nonostante le sole otto pagine, è Paperoga in… “Sempre più buono”, sceneggiata da Giulio Gualtieri e disegnata da Valerio Held, autore che sta modificando molto il suo stile rispetto al passato.

     Molto deludente invece Filo e Brigitta e i tesori di serie B: I centrini della tavola rotonda, storia che appartiene a una serie che non ha mai saputo esprimere episodi memorabili e che ritenevo chiusa nel 2020. Per il ritorno dello sgangherato duo Filo & Brigitta, che neanche sotto le mani del suo creatore Romano Scarpa ha mai fatto faville, Roberto Gagnor propone una serie di eventi confusi, con passaggi di ambientazione e salti di trama non supportati da una logica narrativa né da trovate comiche diverse da tormentoni, citazioni e strizzate d’occhio.

     
    Eccessivo, barocco, folle, autocelebrativo ma allo stesso tempo disordinato: così mi immagino il Deposito di Zio Paperone

     Volendo ricollegarmi poi al discorso precedente fatto sull’abbandono di vecchi schemi narrativi a favore di altri considerati forse più adatti, vorrei sottolineare come lo spunto di questa storia, cioè la ricerca di un tesoro misterioso, una volta sarebbe stato appannaggio della “formazione tipo” (per citare le metafore calcistiche care a Gagnor) dei Paperi, con lo Zione a costringere con qualche stratagemma Paperino a partecipare, coinvolgerlo nello scontro con gli “autoctoni”, scoprire che il tesoro non era quello che si aspettava, e così via per una serie di spunti forse già visti dai lettori più avanti con l’età, ma ad oggi inediti per i più giovani…

     Quando poi, a chiusura di volume, ho trovato la nuova “saga” delle Giovani Marmotte, la mia fedeltà di lettore ha vacillato, anche a causa di un antefatto che devo spiegarvi per poter condividere con voi il mio atteggiamento di diffidenza verso avventure del genere.

     Ho approfittato delle festività natalizie per recuperare la lettura di diversi albi che si erano accumulati nei mesi precedenti, tra i quali i due volumi della serie Grandi Saghe con la “Master Story” delle GM, che ho trovato particolarmente brutta ed irritante in alcuni passaggi, una delle letture Disney che mi è costata più fatica portare a termine.

     Quindi, capirete che ritrovarmi a così breve distanza una storia così mi ha fatto sussultare. Ho comunque fiducia in Bruno Enna (così come ce l’ho in Alessandro Sisti, autore della saga precedentemente citata…) e spero che nei successivi episodi Le Giovani Marmotte e la pietra che parla riesca a divertirmi. Per ora ho apprezzato le modalità di introduzione della vicenda con le didascalie a corredo delle vignette mute, la caratterizzazione del folle miliardario collezionista di pietre e alcune trovate grafiche di Alessandro Perina.

     Apriamo l’anno, quindi con un voto appena sotto la sufficienza, nonostante il grandi nomi “spesi” sulle pagine del settimanale. Peccato.



    Voto del recensore: 2.5/5
    Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
    https://www.papersera.net/wp/2024/01/07/topolino-3554/


    Ora è possibile votare anche le singole storie del fascicolo, non fate mancare il vostro contributo!


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      Re:Topolino 3554
      Risposta #16: Domenica 7 Gen 2024, 23:36:25
      Ma la storia di Paperoga è davvero di Held?
      Sappiate che tutte le cose sono così: un miraggio, un castello di nubi... Nulla è come appare  -  Buddha

      https://ilnumeroprimopiugrande.wordpress.com

      https://altriproblemidellalieno.wordpress.com

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        Re:Topolino 3554
        Risposta #17: Lunedì 8 Gen 2024, 22:31:29

        A me la storia di Faraci & Casty non è dispiaciuta. D'accordo, ho letto storie disegnate da Casty assai migliori, ma paragonata ad altre non del tutto lontane in ordine di spazio e tempo direi che questa svetta come Manzoni con Moccia.

        Il resto del numero? Beh, la cosa migliore è la battuta con i titoli storpiati delle opere di Jane Austen. Credevo di morire dalle risate...  ;D

        Sull'episodio della pietra e di Sam Pietrino (una nota di merito al nome!) mi va di dire una cosa, peraltro molto semplice e che stranamente non è venuta in mente a nessuno...
        Spoiler: mostra
        Se con gli occhiali si può interagire col passato, anziché cacciarsi in una quasi missione impossibile basterebbe tornare indietro di poche ore e ricordare a Tycoon di usare la pietra… fine dell’avventura in tre puntate.


        se come qualcuno auspicava la continuity complessiva nelle storie del Topolino deve essere preservata...
        Ma anche no. Se si dovesse seguire una continuity (una qualsiasi), poi cacciarsi in un vicolo cieco è matematico, come ben sanno alla Marvel e pure alla DC, che ogni manciata di anni fanno un reboot totale perchè non ci sono più sbocchi. E che si fa, ogni volta si riparte da zero presentando i personaggi, come Topolino ha conosciuto Pippo, Minni eccetera? Per carità.

        Comunque c'è da dire che il calcio fiorentino ad esempio era praticato già nel tardo Medioevo. Altri sport con una palla erano praticati anche in Francia e Inghilterra. Quindi non è così insensata come idea. Anche perché non si parla mai chiaramente di "calcio" come lo intendiamo noi oggigiorno.
        La cosa è verissima e storicamente provata. Anche se a fare concorrenza a questi antenati del calcio, e proprio nell'isola di Albione, era una specie di hockey, giocato proprio come lo intendiamo noi, con due porte e una palla, ma con un campo enorme e vinceva la prima squadra che segnava.

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          Re:Topolino 3554
          Risposta #18: Martedì 9 Gen 2024, 00:51:01
          È vero. Sono stato molto duro con la storia di Faraci. Ma perché io Faraci lo adoro e ho, quindi, aspettative sempre molto alte, quando c'è lui di mezzo. Mettiamoci che, questa volta, c'era pure quell'altro gigante di Casty a lavoro e potrete capire che le speranze erano molto grosse. Rimango sul mio giudizio, ma chiarendo che molta della delusione viene dall'acquolina che mi avevano fatto venire attraverso l'anteprima/intervista sul 3553. Se mi fosse stata presentata come una storia leggera, dal tono — unicamente — umoristico, una sorta di presa per i fondelli dei noir (senza essere un noir) etc. avrei avuto meno da dire. Idem col rapporto Irk/Mickey: senza la presentazione sul 3553 (che preannunciava un approfondimento delle loro differenze di metodo e filosofia di vita), avrei sorriso alle battute (come ho fatto), considerandole un poco stereotipate, ma niente di terrificante.

          Hanno creato troppe aspettative, anche con la bellissima copertina che citava — palesemente — i toni di MMMM. E questo ha penalizzato una storia che pecca di banalità in alcuni punti, ma che — se presa da sola, senza saper nulla — pur non essendo memorabile, non è nemmeno da insurrezione popolare :D

          Questo solo per chiarire il mio giudizio.

          Spoiler: mostra
          Se con gli occhiali si può interagire col passato, anziché cacciarsi in una quasi missione impossibile basterebbe tornare indietro di poche ore e ricordare a Tycoon di usare la pietra… fine dell’avventura in tre puntate.
          Spoiler: mostra
          Ci avevo pensato, ma mi son detto: "tanto avrebbero trovato, anche in quel caso, un qualche stratagemma per dover viaggiare in mezzo mondo, lo stesso". Ad esempio: eh no, la pietra — una volta trascurata — s'offende in ogni linea temporale immaginabile e possibile lol


          « Ultima modifica: Martedì 9 Gen 2024, 00:55:13 da Ruhan »

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            Re:Topolino 3554
            Risposta #19: Martedì 9 Gen 2024, 09:26:09
            Riguardo l argomento 'temporale' su quella GM concordo con una sensazione del 'ti piace vincere facile'. ovviamente ci saranno mila modi per inserire ostacoli qua e la ed elevare il coefficiente di difficoltà ma mi continuo a chiedere il perchè il passato vado per forza indagato 'in presenza' tanto più che la potenzialità è quella di un vero viaggio nel tempo senza correrne i rischi in presenza per forza.

            Mi spiace perchè adoro le 'cacce al tesoro' condite con un filo di storia ma mi ha fatto storcere il naso.

            Grazie Babbo anche per quella volta nel 1980 in cui sei tornato a casa con un Topolino in mano chiedendomi se mi andava di leggerlo...non ho più smesso.

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            Samu
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              Re:Topolino 3554
              Risposta #20: Martedì 9 Gen 2024, 16:11:59
              È vero. Sono stato molto duro con la storia di Faraci. Ma perché io Faraci lo adoro e ho, quindi, aspettative sempre molto alte, quando c'è lui di mezzo. Mettiamoci che, questa volta, c'era pure quell'altro gigante di Casty a lavoro e potrete capire che le speranze erano molto grosse. Rimango sul mio giudizio, ma chiarendo che molta della delusione viene dall'acquolina che mi avevano fatto venire attraverso l'anteprima/intervista sul 3553. Se mi fosse stata presentata come una storia leggera, dal tono — unicamente — umoristico, una sorta di presa per i fondelli dei noir (senza essere un noir) etc. avrei avuto meno da dire. Idem col rapporto Irk/Mickey: senza la presentazione sul 3553 (che preannunciava un approfondimento delle loro differenze di metodo e filosofia di vita), avrei sorriso alle battute (come ho fatto), considerandole un poco stereotipate, ma niente di terrificante.

              Hanno creato troppe aspettative, anche con la bellissima copertina che citava — palesemente — i toni di MMMM. E questo ha penalizzato una storia che pecca di banalità in alcuni punti, ma che — se presa da sola, senza saper nulla — pur non essendo memorabile, non è nemmeno da insurrezione popolare :D

              Questo solo per chiarire il mio giudizio.
              Io invece ho imparato a non farmi condizionare dalle anticipazioni riguardanti le storie perché talvolta generano delle false aspettative che non trovano poi riscontro nelle atmosfere effettive di ciò che si va a leggere.
              Pertanto, nonostante i nomi importanti coinvolti nella realizzazione della storia, ho letto la suddetta vicenda a cuor leggero e curioso soltanto in merito a ciò che avrei trovato all'interno del fumetto.
              Ne ho ricavato una lettura molto piacevole e intrigante, dove a spiccare è un taglio investigativo interessante e godibile nella sua leggerezza, permeato di un umorismo che ho gradito per quanto abbia saputo regalarmi dei momenti divertenti e gustosamente ilari, oltre che a delle dinamiche simpatiche nel conflittuale rapporto che sussiste tra due personaggi quali Irk e Topolino ambedue mossi dal senso di giustizia ma caratterizzati da un modus operandi e da un modo di essere completamente diversi.

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              Ruhan
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                Re:Topolino 3554
                Risposta #21: Martedì 9 Gen 2024, 21:12:21
                È vero. Sono stato molto duro con la storia di Faraci. Ma perché io Faraci lo adoro e ho, quindi, aspettative sempre molto alte, quando c'è lui di mezzo. Mettiamoci che, questa volta, c'era pure quell'altro gigante di Casty a lavoro e potrete capire che le speranze erano molto grosse. Rimango sul mio giudizio, ma chiarendo che molta della delusione viene dall'acquolina che mi avevano fatto venire attraverso l'anteprima/intervista sul 3553. Se mi fosse stata presentata come una storia leggera, dal tono — unicamente — umoristico, una sorta di presa per i fondelli dei noir (senza essere un noir) etc. avrei avuto meno da dire. Idem col rapporto Irk/Mickey: senza la presentazione sul 3553 (che preannunciava un approfondimento delle loro differenze di metodo e filosofia di vita), avrei sorriso alle battute (come ho fatto), considerandole un poco stereotipate, ma niente di terrificante.

                Hanno creato troppe aspettative, anche con la bellissima copertina che citava — palesemente — i toni di MMMM. E questo ha penalizzato una storia che pecca di banalità in alcuni punti, ma che — se presa da sola, senza saper nulla — pur non essendo memorabile, non è nemmeno da insurrezione popolare :D

                Questo solo per chiarire il mio giudizio.
                Io invece ho imparato a non farmi condizionare dalle anticipazioni riguardanti le storie perché talvolta generano delle false aspettative che non trovano poi riscontro nelle atmosfere effettive di ciò che si va a leggere.
                Pertanto, nonostante i nomi importanti coinvolti nella realizzazione della storia, ho letto la suddetta vicenda a cuor leggero e curioso soltanto in merito a ciò che avrei trovato all'interno del fumetto.

                Non è solo una questione di mere aspettative del lettore, ma di riuscita di una storia.
                Il problema è che le anteprime testimoniano — virtualmente — le intenzioni degli autori. E se queste intenzioni (realizzazione di un noir; esplorazione delle differenze Irk/Mickey; Topolino calato in un'indagine urbana; introspezione) non vengono, poi, rispettate, c'è un problema. Vuol dire che la storia non è riuscita. Significa che gli autori non sono riusciti, loro malgrado, a realizzare quello che volevano realizzare. Non è una cosa da poco e, secondo me, essa entra tra gli elementi da considerare quando si vuole emettere un giudizio.

                A questo va aggiunto che le anteprime vengono messe apposta per attirare i lettori ad acquistare il numero successivo. Preannunciare una cosa e, poi, realizzarne un'altra, fa sì che il lettore abbia tutto il diritto di lamentarsi e di giudicare in base a ciò.

                Sulla questione dei grandi nomi, devo dire che non sono del tutto d'accordo. È un fatto di confronto relativo; se si sa che un autore ha molte capacità, viene da sé rimanere maggiormente delusi se partorisce una storia non all'altezza. Diventa più palese che, per varie ragioni, non ha dato il meglio di sé. E anche questo deve entrare nel giudizio complessivo.

                Ne ho ricavato una lettura molto piacevole e intrigante, dove a spiccare è un taglio investigativo interessante e godibile nella sua leggerezza, permeato di un umorismo che ho gradito per quanto abbia saputo regalarmi dei momenti divertenti e gustosamente ilari,

                Io, al contrario, ho riscontrato un taglio ben poco investigativo. Non c'è una reale indagine o un vero mistero su cui investigare. È un resoconto di un misfatto, più che una investigazione sul misfatto. E spiego perché.

                Il giallo, non solo è banale (e fin qui...), ma è privo di un minimo di intreccio o enigma che non venga, immediatamente, spiattellato.  E quel che viene (fin da subito) rivelato, tra l'altro, è un espediente narrativo tirato per le orecchie e poco sviluppato, reso tramite il resoconto del criminale alla sua banda, piuttosto che raccontato tramite eventi e scoperte investigative da parte dei protagonisti. Questi ultimi sembrano arrivare alle conclusioni "perché sì", senza mostrare lo svolgimento e gli eventi che hanno portato alle loro intuizioni.

                Manca, insomma, il lato investigativo. Non basta, per fare una storia a tema indagini, il raccontare un fatto legato alla criminalità e mostrare che i protagonisti riescono ad arrivare ad una interpretazione corretta di esso. Bisogna, anche e soprattutto, raccontare COME ci arrivino. E non tramite un veloce scambio di battute in cui se lo raccontano a vicenda, ma tramite lo svolgimento delle vignette e degli eventi. O diventa un articolo giornalistico e non un racconto noir.


                Sul lato umoristico, strappa qualche sorriso. Ma Faraci è capace di far proprio ridere, in altre occasioni. Non l'ho trovato particolarmente in forma, nemmeno nella resa delle battute (tranne quelle iniziali e quelle sul Topolino "amico delle guardie"; queste ultime, molto interessanti).

                oltre che a delle dinamiche simpatiche nel conflittuale rapporto che sussiste tra due personaggi quali Irk e Topolino ambedue mossi dal senso di giustizia ma caratterizzati da un modus operandi e da un modo di essere completamente diversi.

                Io, purtroppo, non ho notato nessun modus operandi differente e nemmeno un modus essendi diverso. Entrambi usano il mero intuito. Entrambi indagano da soli, fuori dalle procedure standard della polizia: si sarebbe potuto mostrare come Irk svolga le cose sempre secondo le regole (come preannunciato nella "galeotta" anteprima del 3553) e, invece, niente. Fa di testa sua, come Topolino. I due sono praticamente identici. Solo che uno ha il distintivo e l'altro no. E si stanno antipatici.

                L'unica dinamica che li coinvolga non vede una esplorazione delle loro differenze (ripeto: non pervenute), ma battute di Irk sul fatto che Topolino dovrebbe stare alla larga (non essendo un poliziotto) e richieste di Topolino di poter partecipare al tutto. Fine. Non viene minimamente mostrato in cosa sarebbe diverso l'essere "un poliziotto" rispetto all'essere un semplice cittadino dotato di capacità intuitiva.


                Ripeto. Per quanto mi riguarda: storia banale e che strappa qualche sorriso. Nulla che autorizzi una insurrezione popolare eh. Ma nemmeno all'altezza delle intenzioni degli autori o dei gialli a cui ci ha abituato il Topo (anche grazie a Faraci stesso), negli anni.
                Sul lato della introspezione, molto buona la scena dello scambio di battute tra Topolino e Minni. Il resto, ben poca cosa (a mio parere, chiaramente).
                « Ultima modifica: Martedì 9 Gen 2024, 22:35:46 da Ruhan »

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                  Re:Topolino 3554
                  Risposta #22: Mercoledì 10 Gen 2024, 11:19:44
                  Premesso di non essere più abbonato a Topolino dall'ultimo aumento del costo dell'abbonamento, ho acquistato questo numero perché il primo del nuovo anno e perché avevo letto di aspettative buone per la storia di apertura: confesso che, tralasciando quanto già avete commentato su tale storia, ho fatto davvero una fatica inimmaginabile per arrivare in fondo alla lettura. Personalmente salvo solo la rubrica della Ziche sul disegno e l'approfondimento sulla mostra di astrofisica a Roma. Il resto, dalla rubrica sui buoni propositi all'editoriale fino alle storie pubblicate stesse, mi ha lasciato una commistione di infantilismo misto a scarsità di contenuti. Un peccato, ora limiterò l'acquisto, tramite web, solo dopo avere letto le recensioni ed i pareri a posteriori (mi spiace appoggiarmi ai lettori e recensori in questo modo, ma salvaguardo così anche il mio tempo ed il portafoglio). Spero che la testata si risollevi di livello rispetto a quanto ritrovato ora.

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                    Re:Topolino 3554
                    Risposta #23: Mercoledì 10 Gen 2024, 16:01:49
                    io Faraci lo adoro e ho, quindi, aspettative sempre molto alte, quando c'è lui di mezzo. Mettiamoci che, questa volta, c'era pure quell'altro gigante di Casty a lavoro e potrete capire che le speranze erano molto grosse. Rimango sul mio giudizio, ma chiarendo che molta della delusione viene dall'acquolina che mi avevano fatto venire attraverso l'anteprima/intervista sul 3553. Se mi fosse stata presentata come una storia leggera, dal tono — unicamente — umoristico, una sorta di presa per i fondelli dei noir (senza essere un noir) etc. avrei avuto meno da dire. Idem col rapporto Irk/Mickey: senza la presentazione sul 3553 (che preannunciava un approfondimento delle loro differenze di metodo e filosofia di vita), avrei sorriso alle battute (come ho fatto), considerandole un poco stereotipate, ma niente di terrificante.

                    Hanno creato troppe aspettative, anche con la bellissima copertina che citava — palesemente — i toni di MMMM. E questo ha penalizzato una storia che pecca di banalità in alcuni punti, ma che — se presa da sola, senza saper nulla — pur non essendo memorabile, non è nemmeno da insurrezione popolare :D
                    Il problema è che le anteprime testimoniano — virtualmente — le intenzioni degli autori. E se queste intenzioni (realizzazione di un noir; esplorazione delle differenze Irk/Mickey; Topolino calato in un'indagine urbana; introspezione) non vengono, poi, rispettate, c'è un problema. Vuol dire che la storia non è riuscita. Significa che gli autori non sono riusciti, loro malgrado, a realizzare quello che volevano realizzare. Non è una cosa da poco e, secondo me, essa entra tra gli elementi da considerare quando si vuole emettere un giudizio.
                    A me la storia è piaciuta molto, Faraci non mi ha deluso. Diciamo che hanno anticipato un prodotto descrivendolo in un modo diverso da come poi esso si è effettivamente presentato, non solo per l'implicitamente annunciato confronto Topolink/Irk ma, intanto, perché questa storia di noir non ha niente; posso però considerarla un buonissimo poliziesco (ma io tendo a fare questa tediosa precisazione perché sono appassionato di cinema e ritengo fondamentale la distinzione tra giallo, thriller, gangster e gli altri generi da me menzionati poc'anzi). Io però prima leggo le storie e solo dopo mi rifaccio alle interviste, non voglio rovinarmi le sorprese, quindi mi sono, diciamo, privato della possibilità di rimanere deluso. Ho però avuto la sensazione, scorrendo le parole degli autori, che forse il risultato finale del prodotto (ripeto, a me gradito) non sia davvero centrato con le ambizioni.

                    La copertina che cita MMMM? Uhm... Sarà che non riesco a prendere sul serio quel grosso cappello che indossa Topolino, ma non ho mai pensato, neanche per un attimo, a quella (*sospiro*) storica collana.
                    « Ultima modifica: Mercoledì 10 Gen 2024, 16:07:48 da il Tommi »

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                      Re:Topolino 3554
                      Risposta #24: Mercoledì 10 Gen 2024, 21:55:47
                      io Faraci lo adoro e ho, quindi, aspettative sempre molto alte, quando c'è lui di mezzo. Mettiamoci che, questa volta, c'era pure quell'altro gigante di Casty a lavoro e potrete capire che le speranze erano molto grosse. Rimango sul mio giudizio, ma chiarendo che molta della delusione viene dall'acquolina che mi avevano fatto venire attraverso l'anteprima/intervista sul 3553. Se mi fosse stata presentata come una storia leggera, dal tono — unicamente — umoristico, una sorta di presa per i fondelli dei noir (senza essere un noir) etc. avrei avuto meno da dire. Idem col rapporto Irk/Mickey: senza la presentazione sul 3553 (che preannunciava un approfondimento delle loro differenze di metodo e filosofia di vita), avrei sorriso alle battute (come ho fatto), considerandole un poco stereotipate, ma niente di terrificante.

                      Hanno creato troppe aspettative, anche con la bellissima copertina che citava — palesemente — i toni di MMMM. E questo ha penalizzato una storia che pecca di banalità in alcuni punti, ma che — se presa da sola, senza saper nulla — pur non essendo memorabile, non è nemmeno da insurrezione popolare :D
                      Il problema è che le anteprime testimoniano — virtualmente — le intenzioni degli autori. E se queste intenzioni (realizzazione di un noir; esplorazione delle differenze Irk/Mickey; Topolino calato in un'indagine urbana; introspezione) non vengono, poi, rispettate, c'è un problema. Vuol dire che la storia non è riuscita. Significa che gli autori non sono riusciti, loro malgrado, a realizzare quello che volevano realizzare. Non è una cosa da poco e, secondo me, essa entra tra gli elementi da considerare quando si vuole emettere un giudizio.
                      A me la storia è piaciuta molto, Faraci non mi ha deluso. Diciamo che hanno anticipato un prodotto descrivendolo in un modo diverso da come poi esso si è effettivamente presentato, non solo per l'implicitamente annunciato confronto Topolink/Irk ma, intanto, perché questa storia di noir non ha niente; posso però considerarla un buonissimo poliziesco [...]. Io però prima leggo le storie e solo dopo mi rifaccio alle interviste, non voglio rovinarmi le sorprese, quindi mi sono, diciamo, privato della possibilità di rimanere deluso. Ho però avuto la sensazione, scorrendo le parole degli autori, che forse il risultato finale del prodotto (ripeto, a me gradito) non sia davvero centrato con le ambizioni.
                      È comunque interessante notare come, pur essendo entrambi concordi sulla non corrispondenza tra ambizioni degli autori e riuscita della storia, ne abbiamo avuto un tipo di fruizione diversa. Secondo il mio punto di vista, anche come poliziesco, rimangono i problemi sopra esposti e che non ripeto. Ma, d'altronde, potrebbe anche essere — quantomeno, in parte — una questione di gusti.

                      Quanto a Faraci, intendiamoci. Quest'ultimo, pure quando delude, lo fa perché confeziona — metaforicamente parlando — una barretta di cioccolato non buonissimo, magari un poco vecchiotto. Penso sia un autore praticamente incapace di produrre quell'altro tipo di sostanza del medesimo colore della cioccolata. Anche se ci provasse con tutto se stesso, non gli riuscirebbe :D

                      Quindi, parliamo comunque di una storia che strappa dei sorrisi e si lascia leggere (se presa come una storia non noir, ma umoristica; una sorta di parodia di un poliziesco o un poliziesco leggero, formato famiglia). Solo che è afflitta (a mio parere; tu potrai non essere d'accordo), anche se presa in versione "light" o come un poliziesco, da molti limiti e problemi d'impostazione e svolgimento.

                      (ma io tendo a fare questa tediosa precisazione perché sono appassionato di cinema e ritengo fondamentale la distinzione tra giallo, thriller, gangster e gli altri generi da me menzionati poc'anzi)

                      Non sono esperto quanto te di cinema; conosco i confini tra i generi, ma ci ho badato poco, per tentare di non ripetere troppe volte la parola "noir" ahah; mi rendo conto che questa scelta possa apparire fastidiosa per chi conosce molto bene le differenze tra noir e gialli, e me ne scuso.

                      La copertina che cita MMMM? Uhm... Sarà che non riesco a prendere sul serio quel grosso cappello che indossa Topolino, ma non ho mai pensato, neanche per un attimo, a quella (*sospiro*) storica collana.
                      Non so. Magari, avrò sovrainterpretato. Però mi ricordava — dai toni urbani, ferrosi, industriali — certe copertine di quella magnifica testata. Tra l'altro, la sto rileggendo in questi giorni. Mi piacerebbe, poi, condividere con voi qualche riflessione su quel periodo d'oro conclusosi troppo presto.
                      « Ultima modifica: Mercoledì 10 Gen 2024, 22:50:06 da Ruhan »

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                        Re:Topolino 3554
                        Risposta #25: Giovedì 11 Gen 2024, 01:36:42
                        Non so. Magari, avrò sovrainterpretato. Però mi ricordava — dai toni urbani, ferrosi, industriali — certe copertine di quella magnifica testata. Tra l'altro, la sto rileggendo in questi giorni. Mi piacerebbe, poi, condividere con voi qualche riflessione su quel periodo d'oro conclusosi troppo presto.
                        In effetti sarebbe ora anche per me di rileggerla. Condividi presto!
                        "I social danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Ora hanno lo stesso diritto di parola dei premi Nobel"

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                          Re:Topolino 3554
                          Risposta #26: Giovedì 11 Gen 2024, 06:02:24
                          Non so. Magari, avrò sovrainterpretato. Però mi ricordava — dai toni urbani, ferrosi, industriali — certe copertine di quella magnifica testata. Tra l'altro, la sto rileggendo in questi giorni. Mi piacerebbe, poi, condividere con voi qualche riflessione su quel periodo d'oro conclusosi troppo presto.
                          In effetti sarebbe ora anche per me di rileggerla. Condividi presto!
                          È straordinaria, ancora oggi. Mette quasi malinconia notare quanto, nonostante le ottime storie apparse negli anni, non si sia più osato tanto.

                          Appena concludo di rileggerla, scrivo un post. Non una vera e propria recensione. Sarebbe superflua. Più che altro, una serie di riflessioni "fenomenologiche" su quella gloriosa e strana pagina che iniziò con PKNA.

                          Chiudo l'OT.

                           

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