La Spectralia Antartica, una grande storia curata al massimo, in ogni suo piccolo particolare - dai personaggi minori a certi dialoghi e frasi d'effetto - come in ogni suo grande aspetto - dalle teorie scientifiche alle scoperte storiche, passando per dei characters che hanno lasciato il segno e altri ne lasceranno nel prosieguo di queste avventure, perché è difficile credere che saranno solo dei one shot. Ricca di tavole davvero spettacolari, emozionanti, che testimoniano la continua evoluzione grafica di Casty, oltre a quella narrativa.
Ho letto di un Topolino non sempre all'altezza del suo normale standard ma invece ho trovato una armonica collaborazione fra i tre protagonisti dove ognuno ha il suo spazio appropriato. Certo, abituati a vedere il topo in situazioni dove combatte in prima linea, praticamente da solo, diversi nemici, qui lo troviamo in una situazione dove la 'punta di diamante' è ovviamente Eurasia Tost, per la sua esperienza scientifica e storica di archeologa. E' normale che sia lei a prendere certe iniziative, ad avere determinate idee ed illuminazioni a seconda dell'evolversi delle situazioni.
Topolino resta un asso nel risolvere problemi improvvisi che esulano dal campo archeologico-scientifico e Pippo mantiene quella sua aura di meraviglia e di pensiero alternativo che resta sempre utile. Dunque un trio equilibrato e vincente, non a caso protagonista di diverse precedenti e fantastiche avventure. E' bello vedere come un solitamente protagonista assoluto sappia adeguarsi non solo alle situazioni ma anche ai compagni con cui interagisce. Vederlo fare la 'primadonna' in un contesto nel quale una vera primadonna c'è davvero sarebbe ridicolo e inappropriato.
Fra le tante cose rimaste impresse ci sono anche i testi, intensi, brillanti, con fasi comiche che però non scadono mai nel facile battutismo ad orologeria ma restano ad un livello 'serio', 'concentrato', dove non ci si può permettere di fare troppo gli spiritosi. Non per questo noiosi, anzi: l'attenzione ad ogni parola, ad ogni allusione, ad ogni ironia resta alta dall'inizio alla fine. Se Paperino, nelle sue trasformazioni pikappiche (non di Paperinik, almeno 'non più') e di Double Duck deve sempre fare lo spiritoso anche nelle situazioni più difficili o 'drammatiche' (forse per alleggerire il tutto o perché lui è fatto così), con battutine che spesso lasciano il tempo che trovano, Topolino per fortuna non necessità di tale 'strategia dialettica'.
Il Maestro giuliano ci ha fatto attendere del tempo ma ne è valsa sicuramente la pena. Nel frattempo ha esplorato nuovi mondi, si è immerso in nuove situazioni, cimentandosi in one pages, incontrando tutti i paperi di Paperopoli (e qualcuno in più, vedi le streghe vulcaniche), scrivendo una storia dalla tematica ambientale per la Giunti, illustrando le storie di altri colleghi, caratterizzandone fortemente il risultato finale (ho letto appena ieri il nuovo Special Book dell'Isola di Corallo e il prestigioso premio Gran Guinigi vinto a Lucca va non solo alla incalzante sceneggiatura di un altro grande autore quale è Marco Nucci ma anche ai disegni di un Castellan davvero al top - basta solo vedere certi primissimi piani di un Topolino dallo sguardo mai così umano come quello che ha quando torna dalla sua Minni dopo aver attraversato l'inferno).