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Zio Paperone: dalla carta al tubo catodico[/size]
DuckTales – Avventure di Paperi è una serie animata
Disney che verrà ricordata come un progetto nato dal nulla. Prima del 1987 (anno di debutto dello show), infatti, nessuno era abituato a vedere i paperi disneyani impiegati in un ruolo di ampio respiro nel campo dell'animazione. L'idea di
DuckTales fu quella di prendere spunto dai fumetti, dove i personaggi Disney avevano più volte dimostrato di poter essere coinvolti in vicende assai complesse, soprattutto per merito del geniale e rivoluzionario
Carl Barks, e di creare un corrispettivo animato sottoforma di serie televisiva. Presentare l'avaro
Zio Paperone quasi daccapo, insomma, tenendo conto della lieve considerazione statunitense del fumetto disneyano.
La
Walt Disney Television investì molto in questo progetto in cui non tutti credevano, ma le idee di base (storie avventurose ispirate ai fumetti di Carl Barks e alle avventure cinematografiche alla
Indiana Jones) erano ottime e la fiducia riposta venne ampiamente ripagata dall'enorme successo che la serie ebbe in tutto il mondo. Dopo realizzazioni fallimentari e di scarso seguito come i
Wuzzles o i
Fluppies, e un progetto tutto sommato riuscito come i
Gummi Bears,
DuckTales si rivelò la carta vincente di una Disney televisiva in piena potenza. La faccia di Zio Paperone diventò in breve tempo un vero e proprio marchio, utilizzato su scatole di cereali, prodotti per la scuola, pupazzi, videogiochi e merchandising a non finire.
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DuckTales sul grande schermo[/size]
Il successo delle avventure dei paperi contribuì alla stesura di una nuova stagione, inizialmente imprevista, portando lo show ad un totale di ben 100 puntate.
E come se non bastasse, il 3 agosto del 1990 debutta sul grande schermo il film derivato dalla serie stessa, con il nome di
DuckTales the Movie: Treasure of the Lost Lamp (
Zio Paperone alla Ricerca della Lampada Perduta). Si tratta di un evento unico: per la prima volta un lungometraggio animato Disney non prodotto dai
Walt Disney Animation Studios, ma dai
Walt Disney Television Animation (diventati in seguito
DisneyToon Studios) ha l'onore di riservarsi le sale cinematografiche, debuttando sotto l'etichetta
Disney MovieToons. Inizialmente, il marchio
MovieToons avrebbe dovuto differenziarsi dai
Classici Disney principali per indicare progetti aventi come protagonisti i vecchi personaggi standard come
Topolino & Co. E sebbene pare fosse previsto proprio un film di Mickey Mouse prima dell'abbandono di questa etichetta, solamente
In Viaggio con Pippo, oltre al film di
DuckTales, riuscì ad avere questo privilegio. Gli altri lungometraggi prodotti dallo stesso studio minore, infatti, abbandonarono il marchio
MovieToons.
Il debutto al cinema del film di Zio Paperone venne ben pubblicizzato, con special televisivi e anche adattamenti a fumetti. L'incasso totale fu, tuttavia, di circa 18 milioni di dollari: cifra poco considerevole valutando il guadagno su vasta scala, ma tutto sommato buona se si pensa che il budget di realizzazione per la pellicola fu molto basso. Probabilmente, uno dei motivi per cui
DuckTales the Movie non fu un enorme successo commerciale fu la concorrenza di film per ragazzi rilasciati nello stesso periodo, come il famoso
Piccola Peste.
Il film racconta la storia dei protagonisti di
DuckTales, recatisi in Egitto per la scoperta di un baule appartenente a
Collie Baba, che Zio Paperone spera possa costituire un indizio per ritrovare un tesoro che cerca disperatamente da quarant'anni. Dopo varie peripezie in puro stile Indiana Jones, il tesoro viene scoperto, e con esso una lampada magica che più di ogni altra cosa brama un losco mago smanioso di potere di nome
Merlock.
La trama alla base del film è buona e solida; la storia non risulta pesante ed eccessiva anche grazie alla sua durata piuttosto breve (anche se dieci minuti in più sarebbero stati bene accetti), e non mancano azione ed avventura amalgamate in sequenze davvero appassionanti, una su tutte quella del Deposito di Paperone in distruzione.
Il film è diretto da
Bob Hathcock, nome non nuovo per i fan della serie animata che ispira il film, avendo messo mano a buonissima parte della seconda stagione di
DuckTales. Non si capisce però la volontà di usare nuovamente una storia a base di lampade perdute, considerato che nel 1987 è proprio un episodio della serie a raccontare il ritrovamento di una lampada da parte di Paperone e il suo acerrimo rivale
Cuordipietra Famedoro. Certo, il film in questione è ovviamente (per complessità e trovate) di gran lunga superiore al breve episodio, ed ha una trama completamente diversa, ma inserendo la pellicola nel complesso generale della serie animata non si può non provare una lieve sensazione di deja-vù. Il che non è per forza un male, se non fosse che in molte occasioni la serie animata è riuscita a raccontare storie degne se non spesso superiori all'intero film, e quindi
DuckTales the Movie risulta un'occasione ben pensata e riuscita ma poco sfruttata per poter raccontare una nuova avventura epocale di Zio Paperone e soci.
La qualità animata del film è senza dubbio superiore agli episodi della serie (specie per quanto riguarda i fondali dipinti), anche se risulta palese in determinati punti riconoscere le diverse mani degli animatori, che rendono i paperi abbastanza disomogenei. Mentre bisogna riconoscere alla narrazione la causa di uno dei maggiori pregi di questa pellicola, come la cupezza che comincia a trasparire poco alla volta da metà film in poi, fino a giungere in uno scenario quasi horror che ha la sua migliore manifestazione nell'inquietante dimora volante di Merlock, luogo dello scontro finale.
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Un papero dal cuore tenero[/size]
Zio Paperone è un personaggio complesso e difficile da utilizzare bene, ma questo film può essere l'esempio perfetto della sua caratterizzazione usata al meglio. Il Paperone qui assistito (checché ne vogliano i conservatori e puristi barksiani che giudicano
DuckTales una versione banalizzata dei fumetti) è meraviglioso: attaccato al denaro, scontroso e con un'innata passione per l'avventura. E non manca la sua psicologia approfondita degnamente quando si trova a dover decidere se sia più importante la sua immensa fortuna o la sua vita, o quando sembra commosso (ma senza esternarlo troppo) di fronte alle confessioni del
Genio sulla sua infelicità. E il piccolo lato buono e altruista di Paperone viene a galla nel suo desiderio finale, momento davvero alto e toccante dove anche la musica gioca un bel ruolo.
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Il pasticcio della sigla[/size]
Citando la colonna sonora, bisogna riconoscere che
David Newman, pur avendo svolto un lavoro di tutto rispetto con diverse strumentali molto notevoli, risulta assolutamente inferiore al compositore della serie animata,
Ron Jones. Quest'ultimo, infatti, donò allo show televisivo veri e propri capolavori orchestrati, capaci di trasmettere vere e proprie emozioni e di nobilitare molte sequenze viste negli episodi. La sola canzone presente nel film è la celebre sigla dello show nei titoli di coda, particolare che nella versione italiana è stato inspiegabilmente anticipato privando il doppiaggio di qualche battuta. Nell'edizione in DVD, per porre rimedio alla mancata sincronizzazione, venne deciso di ripetere la sequenza audio per far combaciare la partenza della sigla al giusto momento, ottenendo un comunque disastroso risultato. Oltretutto, se si pensa che tutto questo avviene proprio nel momento in cui lo spettatore capisce di aver terminato il film, l'effetto avuto è come il boccone amaro a fine pasto che rovina tutto il sapore del pranzo. La versione italiana andrebbe quindi necessariamente ridoppiata, altrimenti se ne consiglia la visione in lingua originale, magari con i sottotitoli.
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Curiosità[/size]
- Nella scena della conferenza di Zio Paperone, buona parte degli invitati presenti hanno fatto una comparsa in alcuni episodi della serie animata, ed è possibile vedere anche un cameo di Indiana Jones.
-
Larry Ruppel era l'unico animatore americano ad aver lavorato a questo film, insieme a colleghi principalmente francesi, danesi, australiani e italiani. Ruppel affermò che questo film era quasi una sorta di
Biancaneve per gli animatori di questo primo prodotto distaccato dai
Walt Disney Animation Studios.
- Sembra che avrebbero dovuto esserci altri lungometraggi di
DuckTales, ma i risultati al botteghino, giudicati non esattamente esaltanti, fecero abbandonare il progretto.
- Per alcuni fan, questo film rappresenta la chiusura della serie animata. Niente di più falso: il personaggio di
Dijon, lo scagnozzo di Merlock (che ricorda non poco
Wile E. Coyote) avrebbe avuto modo di ritornare in 3 episodi della stagione conclusiva di
DuckTales, tra cui il
series finale diviso in due parti. In questo episodio, infatti, Zio Paperone riconosce Dijon e se ne tiene alla larga.
- Merlock sarebbe apparso nel 2000 come boss finale nelle varie versioni del videogame
Paperino – Operazione Papero, gioco dedicato alla memoria di Carl Barks.