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Con i numeri 7, 8 e 9 della testata siamo probabilmente di fronte alle vette qualitative della serie. Una tripletta di capolavori veri, di storie fortemente autoriali e dalla narrazione potente, che commuovono il lettore profondamente parlando di temi importanti che non soffrono assolutamente dell'essere sviluppati all'interno di una miniserie bonellide da edicola.
Vita in Tempo di Guerra (Bilotta/Bonanno-Vitolo) è l'episodio del tanto temuto crossover (anche se forse sarebbe più giusto definirlo team-up, ma vabbè) con Cornelio Bizzarro, protagonista della miniserie
Cornelio - Delitti d'Autore creato dallo scrittore Carlo Lucarelli in collaborazione con gli sceneggiatori Giuseppe di Bernardo e Mauro Smocovich. Non ho ancora capito se questa fusione tra due mini della Star Comics sia nata per pubblicizzare la ristampa (abortita!
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) e lo speciale di
Cornelio o se la ristampa e lo speciale fossero nati per pubblicizzare questo episodio
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fatto sta che realizzare un'operazione tanto inedita nel panorama a fumetti italiano puzzava un po' di commercialata. Ed ecco invece che il signor Bilotta confeziona uno dei migliori numeri tra quelli finora usciti, una storia poetica ed emotivamente forte. Molto forte. Guardate il titolo, no, guardate il titolo, vi prego: quanto colpisce, quanto colpisce soprattutto se letto adesso, con il panorama internazionale a cui stiamo assistendo? Quanto è attuale lo scorcio che lo sceneggiatore ci mostra riguardo a famiglie che ricevono la notizia della morte del marito/padre che era in missione in luoghi oppressi dagli scontri militari?
Come se questo non bastasse, ecco arrivare anche la sottotrama di Cornelio, e il modo in cui il personaggio è stato inserito è ottimo, perchè pone Valter nella nostra realtà, condivisa con Lucarelli che viene menzionato come personaggio noto, e Cornelio come personaggio di fumetti, dato che vediamo alcuni numeri della miniserie Star in casa di Cecilia già nelle prime tavole. Insomma, metafumetto intelligente e usato in modo più che intrigante.
Ma tutti i nodi verranno al pettine nelle ultime tavole, che chiudono perfettamente una storia magistrale.
I disegni di Francesco Bonanno sono sorprendenti, già avevo notato il suo stile in
Cornelio pur non strappandomi i capelli, qui l'artista si supera mostrando le prime tavole un po' strane ma utilizzando un tratto che via via con l'avanzare della storia è sempre più piacevole. Ottima la fusione senza stacchi percettibili con il lavoro di Ivan Vitolo, che si è occupato dell'ultimo terzo dell'albo.
Il Signor Buio (Bilotta/Mosca) è un altro ottimo episodio, più introspettivo del precedente, e più criptico nel significato. Valter riceve un paziente che sostiene di essere un suo emulo, con stesso nome e cognome, che in vita ha cercato di imitare il nostro protagonista riuscendo però a vivere una vita migliore, riuscendo ad avere successo dove il nostro Valter ha invece subito feroci fallimenti, come il lavoro o il matrimonio. Da uno spunto sicuramente intrigante Bilotta sviluppa la trama in maniera assolutamente imprevedibile, quasi malata, dove Valter quasi senza rendersene conto finisce in una spirale di follia in cui riesce a ottenere la vita che non ha mai avuto, come se avesse potuto mettere mano ad alcuni bivi fatali delle sue scelte prendendo la strada "giusta".
Il merito fondamentale di una storia del genere è quello di porre una riflessione importante sul raggiungimento dei sogni e delle aspettative di ogni essere umano, sul come ognuno pensa al proprio passato, sull'insoddisfazione dell'esistenza e su come i nostri sogni, quando li realizziamo, non sono più dorati come quando li inseguivamo.
E il bello è che questo si vedes sì in quello che vive Valter, ma anche nella sottotrama del conte Balestra, contattato da un ragazzotto che sostiene essere suo figlio.
Che altro può dire un povero lettore dinnanzi a tale magnificenza, a riflessioni così profonde e per niente banali>? Si può solo inchinare e rimanere estasiato.
I disegni di Matteo Mosca, che avevo già visto su Trigger, sono bellissimi, si vede la buona cura che l'artista ha messo nel ritrarre i volti (così importanti, per via delle espressioni che comunicano sentimenti, in questa mini) ma anche negli ambienti.
Elena Fioravanti (Bilotta/Del Campo) prosegue il discorso introspettivo dello scorso numero. E' un albo a cui non basta una sola lettura per capirlo davvero, tanto è complessa la storia che si pone in uno spazio indefinito tra realtà e sogno, tra reale e immaginario, tra passato e presente. La sceneggiatura mescola a nasconde le carte in un gioco complesso che vede al centro Valter e la paura che lo perseguita da alcuni numeri ormai, la spada di Damocle del suicidio annunciato che lo vedrebbe affogare nel Tevere secondo la visione trasmessagli da un inconscio. In tutto questo il personaggio che dà il titolo all'albo è caratterizzato meravigliosamente bene, così come il rapporto tra lei e Valter, e così come l'atteggiamento di Cecilia.
Il finale offre una cliffhanger da restarci secchi che rende sicuramente interessante e intrigante il modo in cui si svolgeranno gli ultimi 3 numeri di questa miniserie.
I disegni di Andrea Del Campo confermano l'ottimo trend grafico di
Valter Buio, dato che ogni tavola è un tripudio di particolari, di dettagli e di un'estetica ricercata ma mai ridondante.
Ah, non ho detto niente sulle copertine di Paolo Martinello, ma è scontato che rimangono sul livello di eccellenza che avevano già mostrato nei primi 6 numeri. E' superfluo dirlo, basta guardarle lì, in cima a questo post
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Insomma, tre numeri da lasciare senza fiato, che arricchiscono molto l'animo del lettore che in 96 pagine trova un concentrato di idee, riflessioni e stimoli inimmaginabile. Uno dei migliori prodotti italiani degli ultimi anni, probabilmente, che dimostra le possibilità della formula "miniserie di stampo bonellide" e la bravura di Bilotta.