Andrea87 si chiedeva il perché della strana impaginazione delle storie di Gottfredson sul Topolino libretto: ne approfitto per riportare qui un estratto di un articolo:
L'Italia del 1952 era ormai fortunatamente molto diversa da quella di pochi anni prima, ed era lecito sperare che i lettori avessero più denaro da spendere in letture d'evasione. Di colpo, si manifestò la necessità di disporre di un maggior numero di storie a fumetti di un certo respiro, che né i comic books né tantomeno le strisce di Gottfredson potevano garantire. Queste ultime poi, specialmente dopo che il popolare personaggio di Eta Beta era stato abbandonato, causavano una serie di problemi non indifferenti per il pubblico italiano. Gli ultimi testi di Bill Walsh erano veramente troppo raffinati e sottilmente allusivi rispetto alle forme contemporanee di intrattenimento, quali i film di Totò e il varietà in genere. Era difficile che i lettori di "Topolino", avvezzi a ridere delle fame atavica e dei vasi da notte, cogliessero in pieno le atmosfere rarefatte e inquietanti del Deserto del Nulla o i problemi "esistenziali" di Topolino e Pluto in Topolino contro Topolino. E' significativo che fin dal primo episodio con Eta Beta, del 1949, le puntate delle sofisticate avventure di Gottfredson venissero impaginate in posizione non privilegiata, talvolta in coda al libretto o anche nelle pagine interne. Proprio in quel numero 41, la prima puntata di Topolino e la Macchina Toc Toc occupava le ultime pagine della rivista. Il posto d'onore era riservato a una nuova storia fatta in Italia, Topolino e il Satellite Artificiale (1952): i testi erano sempre di Guido Martina, anche se i credits comunemente riportati non lo specificano. I disegni, invece, erano di Giuseppe Perego, un nome nuovo per i Disney Italiani, ma con alle spalle già una cospicua carriera professionale nel campo dei fumetti.