Scarpa & Martina
D "Le sceneggiature di Martina ti arrivavano per posta?"
R "Me le spedivano, oppure andavo anche a Milano a ritirarle. Andandoci di persona avevo conosciuto bene Guido Matina, il quale ad un certo punto, visto che gli realizzavo bene quello che scriveva, capì che non valeva più la pena di soffermarsi eccessivamente sulla descrizione delle situazioni e delle inquadrature. Era piuttosto meticoloso nel programmare tutta la scena, perchè temeva che il disegnatore tirasse via..."
D "Martina ti forniva uno
storyboard?"
R "No, solo testi scritti!"
L'intervista continua, focalizzandosi su
Il doppio segreto di Macchia Nera, in cui Scarpa dichiara: "Lo sviluppo della trama non mi entusiasmava [...]. Ho sempre cambiato qualcosa nelle sceneggiature altrui".
Si prosegue analizzando le storie del periodo d'oro di Scarpa. Il Maestro sciorina fior fiore di riferimenti cinematografici ma viene bruscamente interrotto dagli intervistatori:
D "A proposito di film noir, il suo Topolino degli anni d'oro ha sempre con sè una pistola particolare, la colt dei
G-MEN...
R "Una
S & W a canna corta. Eh, la mania del giallo! Sono cose che forse oggi non si farebbero più. E sì che io ci andavo cauto! Ripeto, Martina, nel
Doppio Segreto di Macchia Nera, mette un coltellaccio in mano a Topolino e lo spedisce ad ammazzare il Commissario Basettoni nel letto. A quel tempo, forse, erano quelle le cose che vi piacevano, e che entro certi limiti piacevano anche a me. Purtroppo i tempi sono parecchio cambiati... Mi dispiace doverlo dire, ma in alcuni fra gli ultimi soggetti di G. Martina c'era una tale carica di violenza non più tollerabile. Una volta le storie di Topolino descrivevano l'epoca mitica del proibizionismo, del gangsterismo: ci poteva anche essere il marchingegno per uccidere, come succede nell'episodio di Macchia Nera di Gottfredson. Ma da diversi anni a questa parte non è più possibile rappresentare questo tipo di cose, perchè la violenza è diventata quotidiana. Forse Martina non se ne era accorto e insisteva per la sua strada. Mi ricordo di un soggetto che mi mandò, una sorta di parodia del telefilm
Sulle Strade della California, con Paperone e Rockerduck che si distinguevano con ogni sorta di nefandezze e violazioni della legge. Restiuii quella sceneggiatura, dicendo al direttore che io quella storia non avrei potuto disegnarla, perchè era troppo lontana dal mio modo di concepire i personaggi Disney".
[...]
D "Alcune storie italiane sono state concepite per legarsi a circostanze contingenti, come avvenimenti agonistici o dello spettacolo. Ti è capitato di produrre storie di questo tipo?"
R "Negli anni '70 avevo prodotto un intero albo, scritto da Martina, legato allo Zecchino d'Oro. [...] Martina fece un lavoro duro, ben pesato. Non era facile agganciarsi ad una cosa del genere, e anche abbastanza noioso. Oddio, anche disegnarla è stata terribile [...]. Mi ricordo che ci toccò fare anche la raffigurazione di quella canzoncina che si intitolava 44 gatti: in una vignetta fui costretto a metterceli davvero tutti: 44
Malachia!"
[...]