Non credo che oggigiorno si possa ancora dividere il mondo tra chi è stato all'estero e chi non c'è stato. Un tempo sì, ma oggi sinceramente mi sembra una divisione antiquata... tra internet (ivi compresa la possibilità di partecipare a forum dall'altra parte del mondo), scambi interculturali di chi va all'università e incontra persone da tutto il mondo, vacanze e, ultimo ma non ultimo, maggior facilità di fruire di letteratura, fumetti e cinema in lingua originale rispetto a un tempo, quella di dire "parlo solo con chi ha vissuto all'estero" mi pare più che altro spocchia ![asdds :P](https://www.papersera.net/forum/Smileys/nuovi/asdds.gif)
Non era mia intenzione essere spocchioso né ho vissuto all'estero per vantarmi di qualcosa sugli altri.
Ma quello che dici, per mia esperienza, non è vero.
Leggere intenrnet non è la stessa cosa che vivere altrove (neppure vagamente) e gli italiani che passano qualche tempo all'estero (come pure gli americani e a differenza di altri popoli quali ad es. olandesi e tedeschi) non imparano molto della mentalità locale e anzi, quando gli è possibile, tendono a frequentare ambienti italiani (risp. americani).
Quando sono all'estero è
rarissimo (a dire poco) che incontri un compatriota che parli e capisca bene l'inglese, il che è significativo.
E dato che passo in viaggio quasi la metà dell'anno, dubito molto che sia un caso.
Le giovanissime generazioni sono diverse, ma la cosa fa la differenza solo se passano davvero molto tempo all'estero.
Però quando viene fatto questo discorso gli italiani si infuriano,come infatti sta subito avvenendo, perciò la pianto qui.
Non per questo devo però convenire su ciò che mi pare un abbaglio. Resta il fatto, lo si accetti o no, che la mentalità americana su ricchezza e povertà, su mancanza o no di scrupoli e anche su fortuna e iella non viene affatto capita e dalla maggioranza di chi scrive nel forum viene dato per scontato che sia analoga, se non identica, a quella italiana.
Così però non è.
E lo era ancora meno ai tempi di Scarpa e Martina.