A prescindere dalla disneyanità (che oltre che difficile da maneggiare, è un concetto che può essere utile solo per dare delle "etichette di giudizio", per individuare affinità o schemi comuni, ma che trovo completamente fuorviante quando utilizzato per dare
imprimatur etico), per quel che mi riguarda, su Martina farei considerazioni meramente qualitative... (chi non vuole, ovviamente, ne faccia d'altro tipo!)
E anche se così su due piedi non saprei dire quante, sicuramente non poche storie di Martina sono proprio belle (ad esempio alcune parodie, l'esordio di Paperinik, il revival dell'indipendenza). Altre, che sono numericamente tantissime, non le rileggerei neanche sotto tortura: non mi erano piaciute alla prima lettura, figuriamoci quando si toglie il piacere di una trama nuova e rimangono solo questi personaggi rancorosi, violenti (a tratti spregiudicati e nichilisti, se non disonesti), e che si fanno protavoce di esrtremizzazioni ben lontane delle ottime satire sociali e di costume degli italiani d'epoca presenti nei capolavori di Martina!!
Poi, se a qualcuno tutto ciò piace, il mondo è bello perché è vario, ma---a parte ovvietà come Scarpa o Don Rosa, ma anche tutto i Barosso o Cimino---io auspico di più una
library delle tavole di Perego usate come raccordo dei classici che un "tutto Martina"!