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Guido Martina

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    Re: Guido Martina
    Risposta #510: Lunedì 22 Mar 2010, 16:26:31
    Qui appunto si tratta delle mie conoscenze lacunose (o meglio, piene di voragini...).
    Ricordavo con delusione diverse storie con bei dialoghi e che erano di Martina, e disegnate da Gatti, che trovo davvero... orrendo [smiley=as.gif].
    Non ricordavo o forse non ho letto storie di Cimino... gattizzate, anzi me le ricordo tutte con bei disegni...
    Perego pure lo ricordavo come disegnatore di Martina e mi fa abbastanza schifo, misteriosamente a mio marito non dispiace, anche se conviene che sia del tutto sproporzionato etc., forse è perchè è affezionato ai vecchi prologhi.


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    PolliceSu
      Re: Guido Martina
      Risposta #511: Lunedì 22 Mar 2010, 16:34:16


      Sarebbe più fattibile una raccolta di tutte le storie scritte e disegnate da Scarpa, tutte le storie anche solo disegnate forse sarebbe già troppo ampia, anche se conterrebbe anche molte grandi storie sceneggiate soprattutto da Martina e Cimino.

      Imho comunque diverse di quelle con Bruto sono noiosette.

      Il Perego di 1952-1955 é magnifico, con notevoli picchi - non gli uccelli - nelle storie di topolino.

      A brigitta: ma no, perché ce l'avete con la cristina? ;D
      I suoi disegni sono molto gradevoli e in storie come P e il piatto nazionale di Cimino, sono perfettamente funzionali.
      Una spanna sopra Lostaffa.
      Disney Comic Guide - La guida ai fumetti Disney: https://disneycomicguide.wordpress.com/


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        Re: Guido Martina
        Risposta #512: Lunedì 22 Mar 2010, 16:58:34
        A brigitta: ma no, perché ce l'avete con la cristina? ;D
        Ma io i disclaimer che li scrivo a fà? :D

        (disclaimer fondamentale: la lista dei "cattivi disegnatori" è basata solo ed esclusivamente sui miei gusti, e basandosi sui primi quattro o cinque nomi che mi sono venuti in mente. Non vuole assolutamente essere una critica agli autori citati)

        Una spanna sopra Lostaffa.
        A me sembrano molto simili, tanto che spesso li confondevo. Comunque sì, fra i due è quella che mi dispiace di meno.
        I miei teSSSSori: http://tinyurl.com/a3ybupd

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          Re: Guido Martina
          Risposta #513: Lunedì 22 Mar 2010, 19:34:24
          Comunque mi pare interessante che il disegno sia in qualche modo prevalente: TuttoMartina è impraticabile anche per le ragioni suddette da Brigitta, ma TuttoScarpa, che invece è fattibile, cosa sarebbe? Storie bellissime tra fine anni 50 e inizio anni 60, ma anche tante storie solo disegnate da Scarpa e spesso dalle sceneggiature non entusiasmanti. O no?

          Ma se un tuttoScarpa conterrebbe anche delle storie non entusiasmanti, cosa dire delle ultime storie, tipo quelle con Qui, Quo, Qua, di Carl Barks, che però sono state comunque ristampate sulla Dinastia dei Paperi? Ovviamente questa è solo una mia opinione e non voglio andare contro nessuno.
          « Ultima modifica: Lunedì 22 Mar 2010, 21:18:02 da Chiarafonte »

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            Risposta #514: Lunedì 22 Mar 2010, 19:46:43
            Immagino che essendo Barks, meritatamente, quasi un Dio dell'Olimpo degli autori Disney,  di lui stamperebbero anche uno schizzo fatto in seconda elementare, se lo avessero. E mi sembra comprensibile.
            Ciò non toglie che le ultime sceneggiature sulle GM non siano un granché e anche facendole ridisegnare a qualche matita meno anonima di quella di Strobl non brillano comunque.

            Martina però, anche se lo reputo una specie di genio, non è Barks e - qui mi attirerò i fulmini di molti - non lo è neanche Scarpa imvho.

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              Re: Guido Martina
              Risposta #515: Lunedì 22 Mar 2010, 21:08:36
              Perego, che ha lavorato molto più su testi di Martina che di Cimino.
              E meno male! ;D ;D

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                Re: Guido Martina
                Risposta #516: Martedì 23 Mar 2010, 18:26:43
                Immagino che essendo Barks, meritatamente, quasi un Dio dell'Olimpo degli autori Disney,  di lui stamperebbero anche uno schizzo fatto in seconda elementare, se lo avessero.

                Lo hanno anche fatto (mi sembra di ricordare qualcosa del genere nella versione tedesca della biografia di Barks di Michael  Barrier).
                Fine OT. Per il resto, sono abastanza d'accordo con la maggior parte degli ultimi interventi.

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                  Re: Guido Martina
                  Risposta #517: Mercoledì 30 Giu 2010, 15:47:58
                  MIGLIOR SCENEGGIATORE (e non solo) DI SEMPRE! ;)
                  Forse è anche il Miglior Autore Disney in Assoluto! ;)
                  È uno dei miei Idoli! ;)
                  Walt Zuti! ;)

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                    Re: Guido Martina
                    Risposta #518: Lunedì 19 Lug 2010, 19:13:18
                    Scoperta una nuova storia lunga di Guido Martina, che precede di qualche mese la partenza del Cobra Bianco:

                    http://coa.inducks.org/story.php?c=I+AO+48110-A


                    ... e attribuzione completa di questa storia a lui.
                    « Ultima modifica: Lunedì 19 Lug 2010, 19:14:46 da Sam_Spade »
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                      Re: Guido Martina
                      Risposta #519: Lunedì 30 Ago 2010, 14:30:51
                      Quando uno scrittore, un pittore o un artista passa a miglior vita, di solito la sua grandezza viene commisurata sulla base di quanto sia rimasto di vitale nelle sue opere, nella sua capacità di trasmettere, a distanza di tempo dalla scomparsa dell’autore, qualcosa a noi che quell’opera ancora guardiamo.

                      In questo senso, ed a mio modestissimo parere, potremmo, ed anzi dovremmo, chiederci che cosa sia rimasto di Guido Martina nella Disney di oggi, per valutare quali siano state la portata e l’importanza che questo autore può avere avuto sulle nostre testate preferite, da ciò conseguendo la successiva determinazione della sua eventuale grandiosità.

                      Un dato di fatto è certo, inoppugnabile ed incontrovertibile: senza Guido Martina a curare i redazionali, le traduzioni delle storie estere ed a realizzare storie italiane supervisionando altresì quelle dei colleghi, Topolino libretto come lo conosciamo oggi non sarebbe mai esistito. Punto. Potrei anche fermarmi qui, perché solo questa circostanza basta a dimostrare che Guido Martina è stato uno dei massimi autori Disney di ogni epoca… ma non lo farò, posto che è mia intenzione compiere un’analisi la più dettagliata possibile, sperando che anche questo mio post, per quanto chilometrico al punto da doverlo dividere in due parti, sia bene accetto dagli utenti, come lo sono stati altri che ho scritto in questi miei primissimi giorni di partecipazione al forum (grazie ancora a tutti per le belle parole di risposta alle mie precedenti osservazioni su Ambrosio e sulle saghe di PK).

                      Un altro dato di fatto è certo: Guido Martina era trasgressivo, satirico, perfido, quasi cinico nelle sue trame; era, in poche parole, il campione del politicamente scorretto all’Italiana in salsa Disney.

                      La prima storia che lessi a 10 anni nel 1985, su un Topolino del 1978, e che mi fece adorare il mondo Disney, fu la seconda parte di La vittoriosa sconfitta di Paperinik, testo di Guido Martina, disegni di Massimo De Vita. Ero partito proprio con due mostri sacri che più sacri non si può, e già notavo nella storia accenni a popolazioni cannibali, assassine, tagliatrici di teste, difficilmente rinvenute da allora sul settimanale. Eppure la cosa non mi turbò minimamente. Mi piegai dal ridere quando sui Grandi Classici lessi Zio Paperone e la campagna elettorale, trovai piena di suspense Paperinik e la Banda dei dodici, e ridevo anche quando vedevo Paperino rincorrere i nipotini con un battipanni in mano; adoravo il Topolino detective infallibile che risolveva casi impossibili come nella magnifica Topolino e i segreti di Casadiavolo o in Topolino e lo strano caso del furgone scomparso, e ridevo come un matto in storie come Topolino e l’alano dal potere strano. In quasi tutte le storie che ho citato, un Martina all’apice non risparmiava certo grandi dosi di satira e perfidia verso il malcapitato di turno, ma mai, e dico mai, ho trovato tali storie in qualche modo offensive della mia sensibilità di bambino.

                      Ora che i tempi sono cambiati e che ho 35 anni, siamo in tantissimi a sperare che i canoni del politicamente corretto in Disney siano fortemente ridotti, e ad invitare i maestri supremi del genere a travalicare paletti e palettini stupidamente imposti. Ma non ho visto nessuno domandarsi, e questo è il punto fondamentale della questione e del mio post, perché noialtri vogliamo che le storie Disney tornino ad essere dissacranti, laddove necessario, come lo erano quando le scriveva Martina. Sono un pivellino del forum e sono ancora imbranato a trovare topic e storie, ma mi ha molto colpito la risposta data da un (ritengo) giovane utente nel topic dedicato ad un recente numero di Topolino, contenente una storia di Vitaliano dove i Bassotti tornavano ad essere “cattivissimi”, tanto da arrivare a rapire Paperone e Rockerduck, scaraventandoli a calci fuori dalla loro baracca in montagna al gelo quando i loro riscatti non venivano pagati: in mezzo a tanti utenti che si complimentavano per il coraggio dimostrato da Vitaliano nel riportare i Bassotti alla loro mancanza di scrupoli vista in tante storie dei vecchi tempi, questo utente in particolare osservava che per lui i Bassotti erano dei simpatici bonaccioni e non spietati criminali. Ora, giro un poco la domanda posta poche righe fa: perché io vedo e voglio i Bassotti spietati mentre questo utente li considera dei bonaccioni?

                      La risposta è semplicissima, secondo me: perché io mi sono formato su storie dove i Bassotti erano perfidi, ossia quelle degli anni ’70-’80, mentre questo lettore si deve essere formato su storie successive, politicamente corrette, dove i Bassotti non hanno mai superato certi limiti. Se così però è, ciò significa che, per me e per tutti gli altri che chiedono a gran voce l’abolizione del politicamente corretto in Disney, i nostri personaggi preferiti possono avere questa vena dissacrante e satirica nelle loro storie, dal momento che così siamo sempre stati abituati a vederli. Ma chi è stato a darci storie dove i personaggi Disney rompevano sempre gli schemi, a volte più di quelli dei cartoni Warner? Guido Martina, ovviamente.

                      Ed è proprio perché egli ci ha fatto conoscere questo lato della Disney, sviluppando personaggi quasi perfidi nei loro atteggiamenti, che domandiamo ad Artibani, Faraci, Gagnor, Vitaliano e Ziche di tornare ad essere perfidi e cinici nelle sceneggiature come lo erano quelle di Martina tempo addietro. Un lettore che non conosce le storie di Martina non censurate (come penso sia quello che ho menzionato prima, ma smentitemi pure se ho preso una clamorosa topica) è portato d’istinto, invece, a ritrovare nei personaggi quelle caratteristiche di politicamente corretto che si porta dentro da quando ha letto le sue prime storie su Topolino mancanti di quella vena di cinismo alla quale noi siamo stati abituati, nel bene e nel male, dall’avere letto il fumetto prima di lui, quando gli autori come Guido Martina erano meno limitati. Certo, ciò non significa che ogni autore del Topo debba fare storie satiriche e perfide come le faceva Martina, tutt’altro. Cimino, Panaro e Sisti, per esempio, hanno meno la satira perfida nelle loro corde, ma non ce ne lamentiamo perché i personaggi Disney hanno talmente tante sfaccettature nel loro carattere che possono benissimo passare da una storia cattivissima e satirica ad una avventurosa, ad una gialla, ad una fantasy ecc, purché lo sceneggiatore colga queste sfumature, e non pieghi semplicemente i personaggi alla trama, appiattendoli caratterialmente sino a snaturarli, come scrissi in un mio post su Stefano Ambrosio.

                      Martina, quindi, sviluppò questo lato dei fumetti Disney più di qualsiasi altro autore, e di questo bisogna dargli atto: togliere agli autori la possibilità di essere scorretti (nei limiti della decenza, ovviamente) equivale a privare i nostri fumetti di una seconda eredità notevole lasciata da Martina, di una possibilità espressiva che improvvisamente viene meno senza alcun apparente motivo logico.

                      Trovo spesso scritto, poi, che Martina fosse un po’ troppo ripetitivo nell’usare una caratterizzazione dei personaggi stereotipata, soprattutto per quanto concerne Zio Paperone, troppo spesso dipinto come un angariatore senza scrupoli. Non posso negare che questo aspetto di Zio Paperone fosse il prediletto di Martina, anche perché gli è servito come base per molte bellissime storie di Paperinik (nonché per la creazione di questo mito di eroe), ma fortemente erra, IMHO, chi ritiene che fosse l’unica sfaccettatura del carattere di Pdp presente nelle storie di Martina. Chi conosce, per esempio, Zio Paperone ed il segreto di Villa Mistero noterà come in questa storia di Martina lo zione non sia mai tirannico nei confronti del nipote e non tenga alcun comportamento disonesto o al limite nei confronti di nessuno, a parte il coinvolgimento forzato di Paperino in una caccia al tesoro davvero geniale nel suo dipanarsi. Addirittura, Paperone si rivolge al nipote chiamandolo “figliolo”, senza che mai alcuna violenta diatriba scoppi tra i due.

                      Prendiamo in esame, poi, il Topolino martiniano, troppo spesso visto come un perfettino infallibile detective, antipatico proprio per la sua perfezione. Ebbene, in tante storie Martina non ha esitato a far fare comicissime magre figure al nostro Topolino, servendosi dei lati più divertenti del carattere del personaggio. D’amblais mi permetto di citare nuovamente Topolino e l’alano dal potere strano, dove il nostro topo preferito si trova coinvolto in una serie di apparenti disavventure in stile Sansone, cioè in una caterva di disastri di matrice canina che non può evitare in alcun modo, con effetto risata assicurato. Ma, tornando al tema del detective perfettino, al di là dell’antipatia che Topolino in questa veste può suscitare appunto perché infallibile, le storie gialle dove il nostro deve dipanare una matassa scoprendo un indizio dietro l’altro erano proprio così brutte o insopportabili in sé? Sicuramente no, perché Martina conosceva a menadito i meccanismi ad orologeria che fanno funzionare un poliziesco con enigma finale, tanto da riuscire a costruire intrecci perfetti, quasi degni del miglior Ellery Queen, una vera pacchia per chi come me è appassionato di gialli alla Poirot! Ma, si badi, per quanto come persona in sé Poirot sia odioso, io adoro lui e le sue storie, perché rispondono alla perfezione ai canoni del giallo deduttivo. Così era per il Topo detective: con lui quasi odioso nella sua perfezione, ma protagonista di storie splendide e leggendarie perché perfette nel loro dipanarsi giallo (vedi le menzionate Topolino e lo strano caso del furgone scomparso e Topolino e i segreti di Casadiavolo).

                      Martina aveva quindi sviluppato alla grande il personaggio gottfriedsoniano di Topolino detective, e proprio questo suo essere investigatore aveva contribuito al successo del personaggio e del settimanale. Ora, nessuno ha notato che la crisi attraversata dal personaggio Topolino dopo gli inizi degli anni ’90 è coincisa esattamente con la cessazione della pubblicazione di sue storie autenticamente gialle deduttive, ossia dopo Topolino e l’enigma del faro di Silvano Mezzavilla e Giorgio Cavazzano? Per quasi tredici anni non è stata più pubblicata una vera e propria indagine di Topolino, relegato in storie avventurose, comiche o thriller (magari bellissime, beninteso), ma mai gialle, sino a che Casty non ha pubblicato la splendida Topolino e l’ingannevole gemello, che ha riaperto la via alla pubblicazione di ulteriori detective stories, seppure in numero estremamente limitato, sino all’ultima Topolino e il taxi fantasma di Carlo Panaro e Massimo De Vita (spero di averne ricordato il titolo esattamente).

                      Lo ammetto candidamente: a me il Topolino detective manca molto, come credo manchi a tanti utenti, per quanto “antipatico” il suo personaggio fosse quasi costretto a risultare in queste storie. Ma qualcosa vorrà dire se la crisi del Topo è avvenuta proprio quando il canone martiniano delle storie poliziesche è stato accantonato. Ben vengano quindi storie come Topolinia 20802, creando nuove situazioni per il nostro Topolino (che, a ben guardare, molto si avvicinano al filone poliziesco), ma non capisco proprio perché una così ampia parte del personaggio Topolino sia ancora così poco sfruttata, quando sono fermamente convinto che un ritorno in grande stile dell’“antipatico” Topolino investigatore, in puro stile martiniano, sarebbe apprezzato da una vastissima platea di lettori sulle pagine dell’omonimo settimanale (che, per me, dovrebbe avere su ogni uscita un numero uguale storie di paperi e topi).

                      (Segue nel prossimo post)


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                        Re: Guido Martina
                        Risposta #520: Lunedì 30 Ago 2010, 14:32:07
                        (Continua dal post precedente)

                        Martina sapeva poi scrivere grandi testi, in un Italiano notevole anche se talvolta necessariamente piegato, essendo un fumetto, a qualche stortura linguistica tipica del parlato (da Paperinik e la scuola del krimen, Paperino: “Secondo me quei milioni se li sono presi…”, ove il pleonasmo enfatico del complemento oggetto posto avanti al verbo transitivo con ripetizione del pronome è sì scorretto grammaticalmente, ma usatissimo da tutti nel parlare).

                        Ora, qualcuno mi spieghi per cortesia (io proprio non lo capisco) che male ci fosse nell’usare qua e là frasi un poco più lunghe della media, comunque leggibilissime e scorrevoli, o nell’impiegare qualche termine che costringesse il piccolo lettore a prendere il vocabolario e ad imparare qualche parola nuova, arricchendo il suo lessico e la sua sintassi. Vogliamo credere che Topolino sarebbe andato in crisi di vendite perché questa funzione didattica (importantissima secondo me, e ve lo dice uno che ha imparato il significato di “fatiscente” leggendo Zio Paperone e la nube decolorante, storia tra le più scorrette di Martina ed assolutamente da spanciarsi dalle risate, a qualsiasi età) non era più apprezzata dai piccoli lettori? Non lo crederò mai.

                        Sta di fatto che, come ci insegna il buon Ambrosio, i testi su Topolino (salvo, forse, quelli di Cimino) devono ora rispondere al canone assurdo della massima semplificazione possibile, perché i bambini sono visti e trattati come dei decerebrati che non devono assolutamente fare alcuno sforzo per ampliare la loro cultura, fatta solo di cellulari e Playstation (ops… volevo dire Mousestation!). Non stupiamoci, però, se poi le giovani generazioni non usano un congiuntivo correttamente neanche a prenderle a colpi di battipanni, non riescono a mettere insieme due frasi in modo scorrevole, e neppure scrivono un periodo formato da una principale, una coordinata ed un paio di subordinate, riuscendo regolarmente a sbagliare concordanze, pronomi relativi, punteggiatura ed ortografia, né vogliono almeno provare a leggere qualcosa che sia un poco più “culturale” di Moccia (con tutto il rispetto per l’autore), perché comunque troppo complesso. Chissà se i piccoli lettori avranno colto il messaggio loro lanciato da Rodolfo Cimino nella recente storia di Paperino a caccia della bifora pisana, della quale ovviamente non ricordo il titolo esatto: “Il tempo passato sui libri non è mai sprecato.” Grande, Rodolfo: tu sì ancora conosci l’enorme funzione educativa che anche un semplice fumetto può avere un po’ per tutti!

                        Ah, tra parentesi, anch’io uso regolarmente cellulare e Playstation (tra gli altri adoro Marvel vs Capcom 2), ma credo di essermela cavata abbastanza bene con grammatica, ortografia e sintassi in questi post, o no? Come ho detto, ritengo che il Topolino di Guido Martina qualcosa di buono abbia fatto anche in tal senso…

                        Ed anche per questo trovo odiose, assurde ed incomprensibili le censure che regolarmente le vecchie storie di Martina subiscono, e che troppo spesso si traducono in deliranti semplificazioni di frasi che di difficile nulla hanno se solo si vuole fare un piccolo sforzo cognitivo. Già: io ritengo che una bella trama, come lo erano tante di martiniana memoria, sia proprio quello che serve ad un bambino per fare questo piccolo sforzo di cercare una parola sul dizionario, o comunque di capire una frase un po’ più complicata del normale, per arrivare a sapere come finisce l’appassionante avventura. Martina era un campione nel dosare parole e frasi “difficili” ad uso e consumo dei bambini: creava trame appassionanti che costringevano i piccoli, per seguirle, a mettere in moto il loro cervello, educandoli anche ad usarlo, cosa che al giorno d’oggi sembra assurdamente vietata ai piccoli, i quali devono sempre e solo trovare, come si dice qui in Lombardia, la pappa pronta. Poi però, ribadisco, non stupiamoci se la cultura media e la capacità di ragionare per risolvere semplici problemi sono in costante calo.

                        In più, trovo che cancellare quelle frasi, per quanto forti o politicamente scorrette siano, corrisponda a eliminare il ricordo di un pezzo della nostra storia, perché comunque esse sono testimonianza di un’epoca nella quale sui giornali, per bambini e non (io considero Topolino un periodico per tutte le età), si scriveva in un certo modo, gli autori avevano certe libertà che oggi non ci sono più, ed esse ci impediscono pure di fare concreti e proficui raffronti tra il presente ed il recentissimo passato della nostra società, tramite le pagine di un giornale che ad ogni modo si è evoluto nelle storie e nei contenuti partendo dal poverissimo immediato dopoguerra, attraversando il boom economico degli anni ’50 e ’60, le rivoluzioni culturali del ’68 (che comunque hanno influito anche su Topolino) e gli anni di piombo, restando sempre nelle mani di Guido Martina come autore principale, che non lesinava nel prendere spunto dalla realtà per le sue storie rivisitandola satiricamente, e dunque dando a noialtri lettori divertenti interpretazioni di certi fatti in particolare (vedi soprattutto Zio Paperone e le tribolazioni dell’austerity e Zio Paperone e la campagna elettorale).

                        Ma poi, dov’è che le frasi scorrette di Martina erano veramente offensive per qualcuno, ossia lesive dell’onore e del decoro di tale soggetto, come direbbe un avvocato? A ben guardare, non trovo che lo sia neppure la molto citata frase da Paperinik il diabolico vendicatore secondo la quale Paperino non sarebbe in grado di rubare ad un paraplegico con le mani legate dietro la schiena. Se però posso capire che quella frase sia davvero fortissima, per quanto non rinvenga estremi di offensività contro alcun soggetto (al di fuori di Paperino, ovviamente!), davvero non mi spiego perché, nella terza avventura di Paperinik scritta da Martina (e disegnata da Romano Scarpa), per come ristampata sul numero 1 di Paperinik ed altri supereroi, la frase “Mi gioco la testa che è stato quell’avarastro (…)”, sia divenuta, con errore di stampa annesso che cito testualmente, “Mi gioco la l’auto che è stato quell’avarastro (…)” con tanti complimenti al tizio che ha fatto il ritocco sulle tavole per l’attenzione prestata nel correggere la frase! Di nuovo chiedo lumi agli altri utenti perché sinceramente non capisco il motivo di questa censura.

                        Ma ancora queste “correzioni” (per usare un eufemismo) mi risultano sempre più inaccessibili nella loro logica intrinseca se mi guardo intorno e vedo cosa accade nella vita quotidiana. Paperino non può bere un boccale di birra né mangiare un panino al prosciutto (nella seconda storia ove Paperinik appare) perché è diseducativo per i bambini che tocchi un goccio moderato d’alcool e perché mangiare della carne suina potrebbe toccare la suscettibilità dei vegetariani o dei Musulmani (con tutto il rispetto per tutti, qui si è toccato il fondo della decenza e della stupidità, e non la suscettibilità di chicchessia), mentre in TV vengono trasmessi episodi della serie I Cesaroni con bollino verde, esplicitamente definiti da molti “intrattenimento per famiglie”, nelle quali il personaggio interpretato da Alessandra Mastronardi prima (scusate la franchezza) si porta a letto il suo fratellastro, e poi non sa neppure se sia rimasta incinta del fratellastro o di un altro ragazzo, ovviamente non sposato con lei!

                        Allora, se Guido Martina usa un’iperbole (figura retorica consistente nell’esagerazione di un concetto ai limiti dell’assurdo: lo dico per chi ha fatto la censura di “Mi gioco la testa”) evidente per chiunque, anche per un bambino che ha appena imparato a leggere (e che sta imparando ora ad usare una figura retorica come l’iperbole, si badi), la cosa è traumatica per il piccolo lettore che va abituato a non distinguere minimamente tra modi di dire e realtà, mentre vedere realisticamente una che definire sessualmente disinibita è troppo poco è perfettamente accettabile per il bambino, ed anzi dovrebbe passargli l’educativo messaggio secondo il quale il comportamento di questa tizia non è assolutamente sbagliato?!? Mi verrebbe da aprire un topic intitolato, alla Gigi Marzullo: “Ma sono io fuori dal tempo o è il mondo che sta andando a catafascio?” Per quanto la tentazione sia forte, sarà per la prossima volta, e mi scuso per il piccolo sfogo ai limiti dell’off-topic, ma spero conveniate che ci stava tutto!

                        In conclusione, a mio parere Guido Martina va annoverato nel novero degli eccelsi al pari di Disney, Gottfredson e Barks perché:

                        1) nessuno ha avuto una produzione vasta come la sua e spaziante indifferentemente dai topi ai paperi, seppure con parecchi alti e bassi nella qualità, mediamente comunque altissima;

                        2) se esiste una Disney Italia che ha sfornato storie capolavoro su vari grandi giornalini, e se Topolino come lo conosciamo adesso esiste (e resiste nelle vendite anno dopo anno), è cosa che dobbiamo in massima parte a lui;

                        3) era profondamente convinto del fatto che le sue storie comunque e correttamente potessero servire ad educare una classe di persone (e mi piace comprenderci tanti adulti) facendola familiarizzare con l’Italiano e con molte altre materie (quante avventure “storiche” ha saputo fornirci il buon Guido? Anche questa è cultura);

                        4) ha saputo sfruttare ogni sfaccettatura del carattere dei personaggi, pur avendone di predilette e più ricorrenti, creando storie di qualsiasi foggia e tipo e sapendo osare ben oltre i canoni del moderno politicamente corretto, ed è stato così influente che il suo modo di vedere i personaggi Disney è iscritto nel nostro DNA di lettori italiani di Topolino che, pur legittimamente criticando alcuni suoi cliché, ne chiediamo a gran voce il ritorno.

                        Un grandissimo dunque, forse il più grande. Punto.

                        Scusate la chilometricità del doppio post, qualora a qualcuno fosse sgradita (se mi leggesse qualcuno dei Pker, so che non sarebbe così): mi pare però di avere toccato ogni questione con completezza e con la massima obiettività possibile. Resto in attesa di ricevere i vostri commenti, le vostre opinioni e le vostre integrazioni, ovviamente anche se totalmente discordanti con quel che ho scritto sinora.

                        *

                        Nebulina
                        --
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                          Re: Guido Martina
                          Risposta #521: Lunedì 30 Ago 2010, 15:08:00
                          Bè...affrontare tutti i temi che hai toccato è davvero difficile e complimenti per la chiarezza con cui l'hai fatto, leggerti è davvero un piacere.
                          Dato che hai citato la storia della ritrovata cattiveria dei Bassotti sai benissimo che anch'io ho trovato molto bella e intelligente la caratterizzazione dei bassotti fatta da Vitaliano.
                          Per quanto riguarda il perchè noi desideriamo il non politically correct a mio avviso è oltre a ciò che hai detto te che mi vede del tutto concorde, perchè abbiamo voglia di realtà e anche i bimbi ne hanno bisogno.
                          Martina era un grande autore, riusciva a essere scorretto, ma ci rendeva Paperone simpatico e ridevamo, anzi basta con questo passato, ridiamo delle sue trovate e se da una parte c'è questa violenza dall'altra si capisce bene che siamo su un piano diverso...ma quello che oggi  purtroppo impera è l'ipocrisia di volere far vedere un mondo edulcorato, moderno, in cui la modernità annulla ogni minimo senso della moralità, come nell'esempio che tu hai citato....
                          Penso che ci vogliono ancora autori come Martina, che non si sentano autori di fumetti...si sentano scrittori che si esprimono attraverso i fumetti....le storie di Topolino di Martina potevano essere anche scritte in prosa o sceneggiate in un telefilm....
                          « Ultima modifica: Lunedì 30 Ago 2010, 15:09:55 da Nebulina »

                          *

                          pkthebest
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                            Re: Guido Martina
                            Risposta #522: Lunedì 30 Ago 2010, 15:14:16
                            Sei grande davvero, Nubulina: riesci a dire in poche righe quel che io scrivo in due chilometri di post! Complimenti: non è da tutti avere il dono della sintesi come ce l'hai tu!

                            *

                            Mr. Bunz
                            Ombronauta
                            PolliceSu   (5)

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                              Re: Guido Martina
                              Risposta #523: Lunedì 30 Ago 2010, 16:42:48
                              Dico la mia su Guido Martina, dato che (allora peró non lo sapevo) é stato lo sceneggiatore di gran parte delle storie che lessi nella mia infanzia.
                              Pensando proprio alla mia infanzia, ricordo che allora (parlo del '66) ovviamente non conoscevo i nomi, ma ogni sceneggiatore era caratterizzato da alcuni punti fissi (solo Barks e Scarpa erano fuori categoria), Cimino dalle spedizioni improbabili e dagli svenimenti, Chendi da un certo umorismo surreale (da studio BiErreCi per capirci), e Martina per gli sguardi torvi, per Paperone che era incazzato con Paperino che era incazzato con Qui Quo e Qua, e per il Pippo piú demente mai concepito. Io non ho mai apprezzato piú di tanto Martina, non tanto per la violenza o il politicamente scorretto (anche se tempo fá parlai piú volte con Carlo Chendi e, in altra occasione, con Silvano  Mezzavilla e Giorgio Cavazzano, e tutti questi autori si lamentavano blandamente delle limitazioni del Codice Disney, non esprimendo molta nostalgia per i "Riot" martiniani), ma per aver troppe volte deformato e snaturato i "characters" disneyani.
                              Martina era un grande erudito prestato ad una delle arti piú pop, il Fumetto. Aveva una importante formazione Accademica e funzionava meglio nelle storie avventurose sulle pagine del Topolino Giornale e degli albi d'oro dopogerra e, al limite, del Corriere dei Piccoli (su quello pre-svolta metá anni '60 con il fumetto franco-Belga e Pratt). Infatti ció che preferisco di Martina rimangono ancora le cose tipo "I pensieri di Pippo" sui vecchi almanacchi estivi e natalizi (sempre Albi d'Oro dopoguerra), o tipo "Eulalia" e i bei testi ironici verso la scuola (si perché, anche se Accademico, non era un bacchettone) sui primi Topolino libretto. Sul testo scritto, dove il personaggio Disney non era che un pretesto per scrivere a ruota libera, Martina era davvero grande, e i suoi testi erano veramente divertenti (funzionano ancora dopo sessanta e piú anni). Onestamente, come asserisce pkthebest, non mi importa piú di tanto il fatto che Martina usasse talvolta termini desueti o infrequenti per il linguaggio codificato dei fumetti. Se voglio leggere letteratura mi leggo "I promessi sposi" o "l'idiota" e non "Storia e Gloria della Dinastia dei Paperi". Io apprezzo il fumetto principalmente perché mi fá divertire, ovvio che se é ben fatto tanto meglio, e lo apprezzo proprio per il suo linguaggio immediato (il che non vuol dire stupido !) che puó essere inteso a diversi livelli. Per concludere, essendo io un disneyano ortodosso, il mio problema principale é che i personaggi rimangano disneyani. Barks, Scarpa come sceneggiatore, Walsh, cosí come Casty, Chendi, e soprattutto Cimino hanno assolto splendidamente questo compito. Purtroppo, IMHO, Martina non del tutto.
                              Conosciuto anche come : Velodromo Vigorelli

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                                Re: Guido Martina
                                Risposta #524: Lunedì 30 Ago 2010, 16:57:25
                                -cut-

                                Uhm.
                                Non so da dove cominciare per parlarne, ma per prima cosa dirò l'opinione più scontata: purtoppo hai perfettamente ragione, e te lo dice una che non conosce ancora così tanto i prodotti Disney, pur tentando di aggiornarsi sulle glorie più imponenti e reperibili, e la differenza si fa notare, ma forse non così bruscamente (o almeno ai miei occhi, dato che, ripeto, non ho vissuto quasi nulla di ciò che tu dici, se non accorgendomi di qualche evidente cambio di stile da anno X ad anno Y, leggendo vecchie storie).

                                Il fatto è che ora come ora, nonostante il fumetto sia stato innalzato di un livello nella scaletta delle attività intelligenti, a differenza di anni fa (affermazione letta e copiata quasi identica dalle parole di un altro utente in un altro post di questo forum, ma in questo momento non ricordo né chi né dove), dato che ora attività molto più sciocche possono essere guardare una televisione quasi solo piena di spazzatura, e ridere a squarciagola di fronte a stupidissimi reality show, privi di qualunque vero valore, portatori di effimere realtà e squallidi esempi di successo, quale il fatto che una perfetta rincoglionita dopo aver eccitato tutti i concorrenti del reality e il resto d'Italia con un paio di tette abbia le porte aperte al mondo che l'aspetta (e scusate la finezza).

                                Leggere fumetti dovrebbe essere come leggere un libro, con la sola differenza che i fatti sono sicuramente meno seri (o quasi, dipende dal target del singolo libro e del singolo fumetto, no?), e il mezzo di comunicazione è differente, farcito di disegni e dialoghi, dal ritmo narrativo inevitabilmente più scorrevole e di più facile comprensione. Anche sulla facile comprensione avrei da ridire, in effetti, dato che molti bollano a priori un fumetto come una scemenza, e non colgono nemmeno a pagarli certe sfumature. ::)

                                Imho, adesso vedono più che mai il fumetto come una lettura prevalentemente "stupida", altrimenti non le avrebbero posto così tanti paletti... "stupida" (fra virgolette, eh) nel senso che sembra che meno cultura trasmette, meglio è. Infatti, come tu hai già ampiamente esposto, certi paletti sono pensati apposta perché i bambini non abbiano la minima difficoltà per la lettura e non si "traumatizzino" ( :-/ ), sembra insomma che la Disney si voglia precludere il più possibile ai bambini con l'ovvio scopo del guadagno, forse un riparo dal gigante fratello "manga", che negli ultimi tempi si è diffuso largamente nel mondo intero, disponendosi per buona parte verso un pubblico adolescenziale o addirittura adulto...

                                Come se quest'ultimo campo fosse stato definitivamente invaso e un pubblico adolescente non volesse più leggere classici Disney (cosa non del tutto vera, ed io ne sono una delle testimonianze), l'industriona vira il Topo verso i più giovani, cercando di rendere loro le storie più digeribili ed attuali che possono, o almeno rispetto alla realtà martiniana da te minuziosamente descritta...

                                Ehm, quanto a Martina io conosco quasi solo le storie con Paperinik, quindi non posso fare a meno di elogiare quelle, e purtroppo fermarmi qui. Di tutte naturalmente reputo la prima (e la seconda, ma di meno) le più geniali in assoluto; non avevo mai visto zio e nipote azzuffarsi e odiarsi tanto come nelle sue storie di Paperinik, come anche i rapporti fra gli altri personaggi sono incredibilmente aspri e crudeli, eppure davano un tono nuovo alla storia, divertivano e al tempo stesso erano fautrici di storie di qualità, munite di una crudeltà di certo non fine a sé stessa, dato il modo in cui dovevano svolgersi i fatti (d'altronde, il tema principale era la vendetta!).
                                Di certo il suo politically uncorrectness era qualcosa di unico.
                                « Ultima modifica: Lunedì 30 Ago 2010, 17:01:59 da Lyla_L »

                                 

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