Accidenti: non credevo che avrei scatenato una discussione del genere! Volevo aspettare qualche risposta prima di reinserirmi... ma ce ne sono già veramente tantissime e bellissime.
Complimenti a tutti, ragazzi: questo novellino ha già capito quanto, pur nella diversità di opinioni, siate amanti del fumetto Disney e quanto sappiate essere critici costruttivamente, evitando le offese. Il Papersera è davvero un grande forum con grandi utenti.
Prima di procedere, mi permetto una piccola richiesta di aiuto: mi dite come fate la citazione di solo un pezzettino di un precedente post, per favore? Se clicco su "citazione" sul post che voglio quotare mi copia tutto il messaggio...
Comunque, vedendo di rispondere a varie risposte date, premetto che nella ristampa che avevo di Topolino e l'alano dal potere strano era menzionato proprio Guido Martina come autore... Sorry se la citazione era sbagliata! Posso riprendere a memoria un'altra storia che mi ha fatto spanciare, ma non ne ricordo il titolo: coi disegni di De Vita M., Topolino e Pippo devono trovare un fiore del deserto per una ricerca scientifica, ma una tigre se lo pappa e diventa buonissima. Figuracciona per Topolino, preso in giro proprio da Martina (lol su Topolino ai professori terrorizzati che vedono la tigre: "Tranquilli signori. Vi porto il fiore... dentro la tigre!).
In secondo luogo, non ho mai preteso che Topolino e Guido Martina facessero cultura di per sé (il Topo non varrà mai un romanzo come I promessi sposi), ma che contribuissero a farla era indubbio, posto che davano sempre spunti di approfondimento per chi li voleva e sapeva cogliere, quando non insegnavano loro stessi a farlo.
Quanto ai nomi modificati del tipo Mousestation, ben lo capisco quando fanno riferimento a nomi brevettati e marchi di fabbrica, ma proprio non lo comprendo con riferimento ad internet. Se ci può stare quando una cosa è nuovissima e si possono avere dubbi, ormai internet è un nome diffuso, che può essere impiegato senza problemi anche nelle storie Disney, essendo poi già stato sdoganato in PKNA 14 del dicembre 1997.
Venendo più strettamente alle critiche, trovo pure io che moltissime storie anni '50, di Martina e non, fossero sconclusionate, ma un dubbio mi rimane: all'epoca le storie piacevano perché così erano scritte, o non piacevano affatto? Chi ha il Tascabilone 1 (dicembre 1987), noterà come nell'introduzione si diceva che le storie riportate facevano spesso salti di sceneggiatura, perché all'epoca si faceva così: e molte storie erano di Carl Barks! Quindi, se è possibile che alcune storie appaiano a noi sconclusionate, può darsi altresì che tali non sembrassero in quel periodo, proprio perché i gusti dei lettori erano diversi.
A leggere oggi, per esempio, le primissime storie di Spiderman, potremmo vederle davvero come troppo semplicistiche, ma nel 1963 andavano così, e solo dopo le sceneggiature si sono evolute. Purtroppo, leggendo una storia degli inizi, dovremmo sempre riuscirci a calare nel periodo storico nel quale essa è nata, per avere i corretti parametri di valutazione della stessa, ma, per ovvi motivi non possiamo farlo...
Domando una cosa, che non mi è limpida, a chi taccia Martina di esagerare anche con la scorrettezza nelle storie: non vi piace questo stile di scrittura perché proprio non si confà secondo voi ai personaggi Disney, o perché Martina secondo voi era troppo anche a voler essere politicamente scorretti?
Quanto alla caratterizzazione di Zio Paperone fatta da Martina, sposo in pieno la tesi secono la quale Martina aveva fatto propria la prima versione del personaggio resa da Barks. Quasi abbiamo due Zio Paperone paralleli, a guardarli bene. Ma è un dato di fatto che, come in molte storie di Barks qui e lì Pdp arcigno faceva capo, in molte di Martina si rinviene un Pdp moderato, più in linea con il carattere più noto dello zione: Martina aveva questa fissa dello Zio parecchio arcigno, e credo dipenda solo dai gusti personali se la cosa piaccia o no.
Ma, al di là dei gusti, quel che volevo io evidenziare era un altro concetto, ossia quello per cui Martina sapeva muovere alla perfezione i personaggi nelle storie, seppur secondo la sua personale caratterizzazione.
Se prendiamo alcune storie di Ambrosio, come già accennai, il prode scrive trame dove i nostri eroi non hanno caratterizzazione alcuna, per quanto opinabile, non hanno una loro vera personalità, tanto che potrebbero essere sostituiti da personaggi diversi (anche extradisney), per quanto sono appiattiti nelle loro caratteristiche, o addirittura scambiarsi i ruoli senza difficoltà.
Se, però, c'era una cosa che non mancava mai nelle storie di Martina, era la personalità degli "attori" chiamati a recitare, dal primo all'ultimo. E da qui la grandiosità assoluta dell'autore Martina, che ci ha dato caratterizzazioni dei personaggi indimenticabili, per quanto esse siano opinabili secondo i gusti personali.