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Guido Martina

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Myskin
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PolliceSu   (21)
    Re: Guido Martina
    Risposta #765: Giovedì 10 Set 2015, 00:07:06
    Salve a tutti. Ho letto con interesse molti dei commenti sui lavori di Martina (alcuni dei quali mi sono rimasti impressi nella memoria nonostante non li abbia ripresi fin da ragazzo, e non legga più Topolino libretto da circa 20 anni) e vorrei dire la mia.

    Ho trovato molte argomentazioni interessanti e puntuali nelle pagine scorse, ma mi sono un po' stupito di non aver trovato nessun riferimento a quello che per me è l'ambito più chiaramente assimilabile ai temi affrontati da Martina, ossia quello della commedia cinematografica all'italiana. Quindi Sordi, Totò, fino ai film di Tognazzi e Gassman, Monicelli e Amici Miei, Pietro Germi e così via. Questo tipo di cinema presenta moltissime somiglianze con i lavori del Professore: personaggi spesso negativi o comunque caratterizzati da tratti fortemente repulsivi, satira sociale, ferocia, humor spesso incentrato sulla fisicità. Restano però in massima parte opere estremamente godibili e talvolta dei capolavori, giustamente riconosciuti come tali. In parte perché sono spesso film diretti e interpretati da artisti eccellenti, in parte perché le gag sono tantissime e si susseguono con un ritmo che non dà respiro, e in parte secondo me perché li "sentiamo" nostri, culturalmente siamo (o almeno eravamo; ma secondo me siamo ancora) molto vicini a quel tipo di atmosfera disincantata, feroce. Credo che almeno in parte uno dei componenti fondamentali della nostra cultura nazionale sia la dissacrazione; e giustamente Monicelli, riferendosi a Vogliamo i Colonnelli (in cui tutti i protagonisti sono fascisti di idee e di modi) disse che per fare un film divertente non c'è bisogno di rendere i personaggi simpatici.

    Ecco, per me le storie di Martina sono sostanzialmente commedie all'italiana - che d'altronde non avevano nei personaggi Disney la loro sola concretizzazione fumettistica, pensate ad Alan Ford e allo Jacovitti soprattutto degli inizi, per esempio ne La Famiglia Spaccabue, con parenti che si prendono allegramente a mazzate e si trattano vicendevolmente a male parole. E da piccolo, avendo scoperto queste storie molto prima delle commedie all'italiana vere e proprie, le trovavo divertentissime. Non voglio allargarmi ad analisi, magari anche fondate, sulla differente concezione della ricchezza che c'è in Italia e negli USA (soprattutto perché mi sembra che la scorrettezza di Martina non prenda di mira solo Paperone, ma anche un proletario come Paperino, che come Fantozzi è una vittima ma non privo di tratti negativi). Ho però l'impressione che molti dubbi nei confronti delle storie di Martina - in generale: non dico necessariamente in questa discussione, anche se sicuramente i suddetti dubbi sono dietro molte delle sciagurate censure inferte all'opera del Professore - dipendano soprattutto da una errata concezione del concetto di emulazione. Come se, per il solo fatto che nelle storie di Martina ci fossero delle situazioni così negative e scorrette, automaticamente questo si dovesse tradurre nella diseducazione dei giovani lettori. Personalmente la trovo un'idea assurda. Non solo leggendo da bambino le storie di Martina non mi è mai venuta la vaga tentazione di comportarmi in modo censurabile, tentare speculazioni finanziarie o simili, ma nemmeno ho mai pensato che la morale di fondo di tante narrazioni martiniane - ossia che il mondo è dei furbi e dei disonesti - potesse mai tradursi per me in un ipotetica lezione di vita "e allora adeguati alla stessa furbizia e disonestà". Questo tipo di ragionamenti che pretendono semplicisticamente di spiegare come funzionano le influenze culturali mi sembrano forzati, un po' come quelle analisi da giornali pseudomoralisti o pseudomoralizzatori che vedono gli italiani come un popolo irrimediabilmente corrotto perché Alberto Sordi ha spesso interpretato personaggi molto disonesti ma amati.

    Tanto più che, come ha giustamente notato qualcun altro, Martina non era solo "quello del Paperone carogna", esattamente come Fantozzi (quello di Luciano Salce: non parlo delle successive degenerazioni) non era semplicemente "l'impiegato sfortunato che prende le botte in testa". Per me la caratteristica dominante dell'opera di Martina era soprattutto la crudeltà, e non mi riferisco solo al tipo di umorismo: se mi sono rimaste in mente storie come Paperin Fracassa (con un Paperino mai così eroico, fra l'altro!) e la versione plutesca del Richiamo della Foresta è soprattutto perché Martina scriveva avventure caratterizzate da un'atmosfera spesso disperata, con personaggi che non sempre vivevano un lieto fine e che si congedavano anche in maniera malcontenta o dolceamara. Con uno spessore, cioè, che quasi nessun altro autore Disney ha dimostrato di saper implementare.

    Per quanto riguarda lo "snaturamento" dei personaggi, è un problema che non mi pongo. Anche se quando ero piccolo i nomi degli autori mi erano completamente sconosciuti, avevo senz'altro ben chiaro che ognuno degli scrittori di cui leggevo le opere aveva una sua personalità distinta e le storie non avevano legami o quasi l'una con l'altra (quante versioni diverse dell'ottenimento della Numero Uno ci sono state?) La continuity in pratica non esisteva e non ho mai trovato che i personaggi presentassero dei tratti caratteriali così distinti, tali da farmi pensare: questo va bene, questo no. Semplicemente non mi ponevo il problema, mi godevo le storie e sono sicuro che molti facessero lo stesso, sia tra gli autori che tra i lettori. Per lo stesso motivo non ritengo indispensabile rinvenire eventuali legami/difformità con l'opera barksiana, perché per quanto Barks sia stato un autore eccezionale non ho mai avvertito la necessità di stabilire un canone narrativo al quale gli altri autori dovessero inevitabilmente rifarsi, pena l'"andare fuori tema". Poi magari Martina, Cimino, ecc, conoscevano a memoria le storie di Barks e Gottfredson, ma secondo me al massimo ne erano ispirati però ci mettevano abbondantemente e disinvoltamente del loro. L'idea di una continuity più rigida e soprattutto di un "canone" (che per le storie di Paperone finiva per essere Barks) mi sembra una roba molto all'americana, non a caso è stato un americano, Don Rosa, a partire dal presupposto che le storie di Barks erano in pratica le uniche valide. Il che, per quanto apprezzi Rosa, mi suona comunque una forzatura, soprattutto perché trovo che molti autori italiani non siano stati da meno di Barks.
    « Ultima modifica: Giovedì 10 Set 2015, 15:27:03 da Myskin »

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      Re: Guido Martina
      Risposta #766: Giovedì 10 Set 2015, 12:09:17
      ......

      Amen [smiley=other_bow.gif]


      (..e ti quoto anche sul discorso di pippo nell'altro topic, bellissime riflessioni ;))
      «Éala éarendel engla beorhtast
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        Re: Guido Martina
        Risposta #767: Giovedì 10 Set 2015, 15:18:37

        Amen [smiley=other_bow.gif]


        (..e ti quoto anche sul discorso di pippo nell'altro topic, bellissime riflessioni ;))
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          Re: Guido Martina
          Risposta #768: Venerdì 22 Gen 2016, 12:49:24
          Pubblico anche qui un pezzo di un mio commento su una storia di Martina assente dalle edicole da 60 anni (a momenti). Da qui si parte per rintracciare una certa dose di occultismo nelle sue sceneggiature, che lo rendono - a mio parere - l'Autore più vicino allo spirito originario di Walt.
          Ovviamente dissento dall'opinione che una volta ha dato Sprea, e cioè che Martina sia lontano anni luce dal podio dei grandi Barks, Scarpa, Gottfredson, che sembrava basata più su quanto una storia sia "perbenista".



          In un Natale di 60 e più anni fa esce la prima avventura di Guido Martina con Topolino e Pippo viaggiatori spaziotemporali. A causa della "diavoleria" di un bis-bis di Pippo (il baule di Pippo il Navigatore), i 2 si ritrovano nella Cina del V sec. a. C. e di Confucio. In più Pippo acquista temporaneamente un'utilissima facoltà: riesce a capire la lingua cinese.
          Ma quella in cui sono finiti i nostri viaggiatori spazio-temporali è realmente l'antica Cina? Di primo acchito non sembrerebbe, ma le sorprese sono epifaniche e dietro l'angolo. Quindi Martina ricorre a una peculiare forma di fiction, la Secret history (o addirittura Fantastoria), atta a mostrare, con un susseguirsi di anacronismi, come la Storia non si sia sviluppata per come è scritto nei libri.
          Giuseppe Perego si dimostra un fine artista per quanto riguarda ambienti e monumenti, e ciò sopperisce all'espressione un po' monocorde tipica delle sue somatiche.                                                                                                                                                     Martina nelle questioni sentimentali ed etiche era un po' didascalico (vedi come spiega in quattro e quattr'otto i valori umani), ma risulta ugualmente efficace.                                                                                                    

          Abbiamo parlato delle caratteristiche il cui riconoscimento è immediato, ma nella storia c’è molto più di quanto si pensi.  Partiamo dalla seconda metà dell’Ottocento: la russa Helena Blavatsky, co-fondatrice della Società Teosofica e ritenuta colei che ha posto le basi per una moderna letteratura occulta, sosteneva di essere in contatto telepatico coi misteriosi Maestri del Tibet, luogo da cui verrebbe il suo libro Stanze dal libro di Dzyan (testo millenario di cui lei sosteneva aver avuto una visione). È nella “magica” e sibillina Cina che sono catapultati Topolino e Pippo nella storia di Martina, in quella antica per la precisione, in un periodo di tempo che risulta essere l’Età dell’Oro (ridate un’occhiata all’iscrizione sulla cassetta di pag. 4 per una conferma). Ebbene, la divisione esoterica del tempo del mondo si ripartisce in 4 età (o tappe o Yuga): Età dell’Oro (Krita Yuga), Età dell’Argento (Treta Yuga), Età del Bronzo (Dwapara Yuga) ed Età del Ferro (Kali Yuga, quella in cui ci troviamo). La prima età sarebbe quella della Verità e della Giustizia, valori massimi che Martina assegna al filosofo Confucio, il quale conosce Passato, Presente e Futuro. Nelle varie età successive si perde memoria dei fasti precedenti, e su questo gioca Martina mettendo a punto un’insospettabile, occulta antichità iper-tecnologica. Tutto ciò con la sua consueta ironia, è chiaro, come nella sequenza in cui Confucio fa la telecronaca del quiz (!) e in essa ricorda di rinnovare l’abbonamento alla televisione (è una citazione del programma Duecento al secondo, condotto da Mario Riva); e con la sua consueta visione beffarda e un po’ pessimista: Topolino e Pippo rischiano comunque di perdere la pelle per non disonorare la Legge. Per arrivare nella terra della Grande Muraglia – involontariamente, ovvio – Topolino e Pippo hanno configurato, con le scatole cinesi trovate nel solaio del secondo, una specie di obelisco (figura-cardine dell’ascesi alchemica ed ermetica, nonché massonica), dalla cima del quale Pippo solleva il dito verso il tetto (il dito che punta verso l’alto è un’altra manifestazione massonica, atta a indicare l’approvazione dell’individuo e la sua idoneità alla promozione al livello successivo). Importante poi il fatto che la parte decisiva della storia si svolga in un tempio (superfluo specificare quanto sia importante la presenza di un tempio per la massoneria), in cui 4 porte conducono o alla dannazione eterna o al proprio tempo presente. Mette un po’ inquietudine pensare che, imbroccando la porta sbagliata (cosa che Pippo teme stia per fare Topolino, infatti è disperato), i due verrebbero “cancellati” dalla Storia: cioè della loro fine si perderebbe memoria come si è persa memoria del prestigio raggiunto dalla Cina di Confucio. Veniamo alle 4 porte in sé: in massoneria il 4 rappresenta gli Elementi dell’iniziazione: Fuoco (energia creatrice e d’impulso), Acqua (energia di gestazione), Aria (energia equilibrante e combinatoria delle prime due, infatti Fuoco ed Acqua sono opposti e contrari) e Terra (energia di cristallizzazione e di fusione delle tre precedenti, infatti rappresenta il corpo). Nella storia disegnata da Perego, le 4 porte sono fatte ognuna di un metallo o minerale diverso, che rappresentano le qualità planetarie, e nel nostro corpo si troverebbero con polarità sia positiva che negativa. Ovviamente non possiamo dire che la massoneria abbia creato qualcosa dal nulla, tutt’altro: i metalli nei tempi passati erano visti come qualcosa di “magico” e chi riusciva a lavorarli un essere degno di riverenza: basti partire dalla mitologia legata all’Anello del Nibelungo per scendere fino all’Aneddu di Ancelica del folklore siculo; da qui viene poi il Signore degli Anelli, che andrebbe letto come summa di tutte le tradizioni precedenti e non solo come opera fantasy a sé stante (come troppo spesso si fa nel circuito più superficiale degli appassionati).                                     
          Tornando alla storia Disney del 1955, dobbiamo far notare che gli stessi Topolino e Pippo martiniani potrebbero vedersi come un’espressione del concetto di “Dualità” caro alla Massoneria (come Squadra/Compasso, Cielo/Terra, Sole/Luna, Orizzontale/Verticale). Tra i 2 eterni amici è riscontrabile una tensione: Topolino ha paura di Pippo quando le sue facoltà medianiche gli donano temporaneamente dei super-poteri, e Pippo ha paura di Topolino come asserisce a pag. 29: “Sei così furbo che mi fai paura!”. La situazione da cui sono appena usciti, in conclusione alla vicenda, è stata effettivamente di estremo pericolo, e ci voleva un’astuzia “mostruosa” per ottenere la salvezza, tipica del Topolino martiniano, che può definirsi un “super-uomo” iper-razionale. Ma ha comunque bisogno di un’anima candida che può entrare più facilmente in contatto con le forze segrete dell’Universo (che nella visione martiniana non si manifestano soltanto nella notte di Natale). Per questo è sintomo di ignoranza definire il Pippo martiniano uno stupido tout-court, come hanno sempre fatto i detrattori più perbenisti del Maestro piemontese.                                                         
          Per tirare le somme, ci siamo resi conto di come Martina fosse molto interessato a queste interpretazioni alternative della Storia dell’Uomo, forse da lui tenute in considerazione di più che come semplice espediente narrativo fantastico. Certo, nel campo accademico queste idee erano scarsamente tollerate (negli anni ’50 Julius Evola era uno dei pochi a permettersi di esprimerle velatamente nei suoi scritti), quindi il Fumetto – con la patina di svalutante prodotto per l’infanzia – risultava un ottimo canale di diffusione in tal senso. Indagare più approfonditamente sulle scelte che questo letterato (una personalità difficile, come dimostrò anche la sua ultima, reticente intervista) compì nella sua vita e nella sua carriera, è impresa che poter compiere con le proprie forze è dir troppo.                                                                                 
          Dopo tutti questi decenni, si può considerare forse Guido Martina come il più vicino allo spirito originario del creatore Walt Disney prima della svolta più rassicurante. Si pensi a Biancaneve, a Pinocchio, a Fantasia: pregni di gusto macabro, di inquietudine, di magia, si simbolismo, di esoterismo.         
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            Risposta #769: Venerdì 22 Gen 2016, 19:30:14
             
            Dopo tutti questi decenni, si può considerare forse Guido Martina come il più vicino allo spirito originario del creatore Walt Disney prima della svolta più rassicurante. Si pensi a Biancaneve, a Pinocchio, a Fantasia: pregni di gusto macabro, di inquietudine, di magia, si simbolismo, di esoterismo.         

            Non concordo in pieno su certi riferimenti a massoneria e occultismo (ma parlando di certe cose è normale che sfugga un po' la mano perchè non si sa mai dove sia il margine della speculazione), ma mi pare azzeccata nell'individuare certi elementi di continuità nonchè di sovrapposizione di piani non perfettamente percepibili alla prima lettura. Bell'analisi!
            Detto questo, Martina-Perego coppia top!
            Ahimè! Così finisce una grande missione di cultura e di civiltà!

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            Special Mongo
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              Re: Guido Martina
              Risposta #770: Sabato 6 Feb 2016, 22:12:52
              Esistono interviste a Martina?
              Sono riportate sul web?

              Ne trovi qui: http://www.papersera.net/cgi-bin/yabb/YaBB.cgi?num=1364915188

              Poi sono sicuro che nel Papersera, in un altro topic forse (magari questo stesso in cui scriviamo), un utente aveva preso uno stralcio in cui Martina diceva che le sue storie/i suoi caratteri erano violenti perché non è mai stata sua intenzione dare una morale ai lettori. Credo l'avesse presa dal volume Guido Martina - Topolino, Pecos Bill e il Professore. Interviste a Martina le trovi lì.
              Disney Comic Guide - La guida ai fumetti Disney: https://disneycomicguide.wordpress.com/


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                Re: Guido Martina
                Risposta #771: Domenica 7 Feb 2016, 11:01:10
                Grazie!

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                El Brujo
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                  Re: Guido Martina
                  Risposta #772: Lunedì 15 Feb 2016, 09:56:38
                  Prendo spunto dalla firma di Special Mongo per porre una questione:

                  chi potrebbe davvero investire nella pubblicazione di una Omnia Disney Martiniana (il minimo sarebbe almeno il primo periodo fino al '61)?

                  Mi spiego: io non vorrei assolutamente una 'cosa' come l'Omnia di Scarpa che ritengo (dopo averci rimuginato e aver letto quasi tutti i volumi e pur ringraziando RCS-CdS e i curatori per l'iniziativa) una occasione persa che non rende del tutto giustizia all'importanza di Scarpa e alla qualità del suo lavoro mischiando i suoi capolavori con le opere più eminentemente 'alimentari' (e lascio perdere lo spazio sprecato per gli orrori pubblicati al fine di mostrare il suo lavoro come correttore di strampalate oscenità altrui).

                  Certo il caso di Martina è differente ma, come mostrato nel topic "Elenco correzioni a storie censurate", l'opera avrebbe necessità di un enorme lavoro di eliminazione censure e recupero filologico. L'unico modo di dare uniformità e dignità al lavoro sarebbe o una ristampa anastatica pura dagli albi originali oppure un lavoro come quello dei Capolavori Disney di Comic Art con pubblicazione in rigoroso b/n e ricostruzione di quanto eventualmente andato perso con le censure.
                  Inoltre, ci sarebbe davvero interesse da parte del cosiddetto 'pubblico generalista'? Io credo che si tratterebbe di un'operazione per collezionisti/cultori che né  RCS (o altri grandi gruppi) né temo Panini potrebbero/vorrebbero supportare come sarebbe necessario.

                  E quindi chi rimane? ANAFI? NPE (che vedo un po' come una IDW in piccolissimo ma nonostante le belle cose disneyane pubblicate non ha mai mostrato interesse per la ristampa di fumetti Disney)? Rizzoli Lizard (non ci faccio molto affidamento visto anche quanto combinato con i volumi Fantagraphics)? Altri soggetti?
                  « Ultima modifica: Martedì 16 Feb 2016, 09:05:55 da El_Brujo »
                  Mi sembra bifronte

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                    Re: Guido Martina
                    Risposta #773: Lunedì 15 Feb 2016, 13:30:32
                    Un tutto Martina sarebbe certo un'operazione più seguibile di un'accozzaglia di storie quale è stata il Tutto Scarpa (che però non poteva esser forse montato diversamente da così). Non che le storie di Martina siano così coerenti fra di loro, ma la loro successione permetterebbe di ricostruire - il minimo possibile, ovviamente - la mentalità di questo enigmatico personaggio del '900 italiano che stava un po' sulle sue, e che ha riversato nel mondo Disney - che ha preso in prestito - il suo immenso bagaglio culturale.
                    Non era uno scrittore goffo, anzi era consapevole di quello che elaborava.
                    Eh, be', dico sin da adesso che nessuno pubblicherebbe filologicamente la sua opera. Se almeno i Grandi Classici rimediasse con una ricostruzione certosina delle versioni originali delle sue storie sarebbe apprezzabile, ma non lo fa.
                    Anche l'Anafi è esclusa, di Disney pubblica ormai solo la produzione estera di vecchia data e inedita in Italia.
                    « Ultima modifica: Lunedì 15 Feb 2016, 13:33:11 da Sam_Spade »
                    Disney Comic Guide - La guida ai fumetti Disney: https://disneycomicguide.wordpress.com/


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                      Re: Guido Martina
                      Risposta #774: Martedì 16 Feb 2016, 09:03:37
                      Eh, be', dico sin da adesso che nessuno pubblicherebbe filologicamente la sua opera. Se almeno i Grandi Classici rimediasse con una ricostruzione certosina delle versioni originali delle sue storie sarebbe apprezzabile, ma non lo fa.
                      Anche l'Anafi è esclusa, di Disney pubblica ormai solo la produzione estera di vecchia data e inedita in Italia.

                      È un peccato, un vero peccato soprattutto considerando gli sforzi amatoriali per strisce come Capitan Miki, Gim Toro, Kinowa e altre produzioni minori che, pur con tutto il rispetto, non sono paragonabili alla qualità e profondità dell'opera di Martina: ma non sono del campo quindi non so se i problemi di diritti siano in questo caso insormontabili per piccolissimi editori (ammesso e non concesso che ci sia interesse ovviamente).
                      Quanto ci manca Comic Art! :'(
                      « Ultima modifica: Martedì 16 Feb 2016, 09:06:38 da El_Brujo »
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                        Re: Guido Martina
                        Risposta #775: Martedì 16 Feb 2016, 13:01:21
                        Un tutto Martina sarebbe certo un'operazione più seguibile di un'accozzaglia di storie quale è stata il Tutto Scarpa (che però non poteva esser forse montato diversamente da così). Non che le storie di Martina siano così coerenti fra di loro, ma la loro successione permetterebbe di ricostruire - il minimo possibile, ovviamente - la mentalità di questo enigmatico personaggio del '900 italiano che stava un po' sulle sue, e che ha riversato nel mondo Disney - che ha preso in prestito - il suo immenso bagaglio culturale.
                        Non era uno scrittore goffo, anzi era consapevole di quello che elaborava.
                        Eh, be', dico sin da adesso che nessuno pubblicherebbe filologicamente la sua opera. Se almeno i Grandi Classici rimediasse con una ricostruzione certosina delle versioni originali delle sue storie sarebbe apprezzabile, ma non lo fa.
                        Anche l'Anafi è esclusa, di Disney pubblica ormai solo la produzione estera di vecchia data e inedita in Italia.

                        Alla fin fine la strada potrebbe essere far uscire un volume o qualcosa di dedicato, impegnarsi per la nascita di un interesse più organico per l'opera martiniana, magari anche offrendosi di collaborare con un eventuale opera e spingere poi sulle singole Case.
                        Ahimè! Così finisce una grande missione di cultura e di civiltà!

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                          Re: Guido Martina
                          Risposta #776: Martedì 16 Feb 2016, 14:09:43
                          I piccoli editori spesso ottengono i dovuti permessi dai "colossi" grazie ad amicizie consolidate tra membri appartenenti uno ai piccoli editori e uno ai "colossi".
                          Praticamente il "colosso" dall'alto del suo pulpito "chiude un occhio", altrimenti se dovesse richiedere le royalties per ogni pubblicazione, ridurrebbe i piccoli editori sul lastrico.
                          Allo stesso tempo - entrando nel merito del prodotto di cui discutiamo - la Disney Italia una volta e la Panini ora si tengono stretto il materiale senza il quale... come metterebbero su le varie testate? Per capire come non sia cosa facile, ricordiamoci, a mo' di esempio, che nel periodo dell'avvicendamento di Disney Italia e Panini, la seconda non prese affatto bene il fatto che la prima avesse appena dato il permesso per il Tutto Scarpa del Corriere della Sera. Perché il materiale all'interno del tutto Scarpa toglieva lettori (almeno) ai Grandi Classici, e Panini praticamente si stava trovando davanti una collana concorrente ad azienda appena comprata.
                          Disney Italia e Panini ci diedero il permesso per la ristampa di William Ward e poi per quella di Al Taliaferro perché si tratta di materiale che non lede in alcun modo, dato che non fa parte del loro parco proposte (ed è materiale su cui a mio parere sono ignoranti, aggiungo io che sono maligno). Ma come fanno a dare un permesso per le 700 e più storie disneyane di Guido Martina, che è una colonna dei Grandi Classici?
                          Disney Comic Guide - La guida ai fumetti Disney: https://disneycomicguide.wordpress.com/


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                            Re: Guido Martina
                            Risposta #777: Giovedì 31 Mar 2016, 15:20:43
                            Ragazzi. Siamo in tanti sul Papersera e a bizzeffe scriviamo analisi e recensioni, anche complesse. Eppure Wikipedia continua ad essere scarna o zeppa di errori riguardo le voci disneyane. Io mi sono occupato della voce "Guido Martina" aggiornandola e migliorandola in modo significativo, aprendo anche la strada all'apertura di schede apposite per le sue storie più particolari. In pratica ho compendiato tutte le biografie sparse in giro sui libri, che prese singolarmente sono state quasi sempre scarne di dettagli.

                            https://it.wikipedia.org/wiki/Guido_Martina

                            Se lavoriamo insieme riguardo agli autori e ad altri argomenti disneyani, ne verrà fuori un buon lavoro. Certo, la particolarità di Wikipedia è che ci si deve attenere comunque a informazioni facilmente rintracciabili.
                            « Ultima modifica: Giovedì 31 Mar 2016, 15:22:22 da Sam_Spade »
                            Disney Comic Guide - La guida ai fumetti Disney: https://disneycomicguide.wordpress.com/


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                              Re: Guido Martina
                              Risposta #778: Giovedì 31 Mar 2016, 15:37:15
                              Allo stesso tempo - entrando nel merito del prodotto di cui discutiamo - la Disney Italia una volta e la Panini ora si tengono stretto il materiale senza il quale... come metterebbero su le varie testate? Per capire come non sia cosa facile, ricordiamoci, a mo' di esempio, che nel periodo dell'avvicendamento di Disney Italia e Panini, la seconda non prese affatto bene il fatto che la prima avesse appena dato il permesso per il Tutto Scarpa del Corriere della Sera. Perché il materiale all'interno del tutto Scarpa toglieva lettori (almeno) ai Grandi Classici, e Panini praticamente si stava trovando davanti una collana concorrente ad azienda appena comprata.
                              Disney Italia e Panini ci diedero il permesso per la ristampa di William Ward e poi per quella di Al Taliaferro perché si tratta di materiale che non lede in alcun modo, dato che non fa parte del loro parco proposte (ed è materiale su cui a mio parere sono ignoranti, aggiungo io che sono maligno). Ma come fanno a dare un permesso per le 700 e più storie disneyane di Guido Martina, che è una colonna dei Grandi Classici?

                              Però con Martina potreste avanzare la scusa che è spesso pubblicato un po' censurato, ancora adesso sui GCD, proponendo di pubblicare un'edizione critica senza censure di alcuni suoi pezzi storici, o cose così. Ma magari ci avete già provato. Non funziona eh?
                              « Ultima modifica: Venerdì 1 Apr 2016, 08:17:31 da Monkey_Feyerabend »

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                                Re: Guido Martina
                                Risposta #779: Giovedì 31 Mar 2016, 23:45:38
                                Però con Martina potreste avanzare la scusa che è spesso pubblicato un po' censurato, ancora adesso sui GDC, proponendo di pubblicare un'edizione critica senza censure di alcuni suoi pezzi storici, o cose così. Ma magari ci avete già provato. Non funziona eh?

                                Innanzitutto le poche associazioni amatoriali rimaste in Italia pubblicano solo gli inediti in Italia, o le storie da albi introvabili (non siamo più negli anni '70-'80 in cui c'era anche il Club Anni Trenta e tante altre associazioni simili).
                                E poi, Panini non darebbe certo il permesso per stampare una produzione che alienerebbe un certo numero di lettori dai ''Grandi Classici". Già all'epoca Panini non prese bene il tutto Gottfredson (che non avrebbe potuto comparire su nessun'altra testata), figuriamoci il tutto Martina.
                                Disney Comic Guide - La guida ai fumetti Disney: https://disneycomicguide.wordpress.com/


                                 

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