Ciao a tutti,
vi ringrazio davvero tanto per le belle parole che avete avuto verso le mie storie.
Per un autore, sapere di essere riuscito a trasmettere qualcosa rimasta nella mente e nel cuore di chi legge è la più gradita delle ricompense!
In questi anni di attività, dal 1985 in poi, ho sempre perseguito uno scopo: far "vivere" i personaggi, che io stesso amavo, mostrando oltre al lato ovviamente umoristico, quando la trama me lo permetteva, quel "pizzico di umanità" che li ricollega a noi tutti e che, in fondo, ce li fa più amare!
Rispondo ora alle vostre domande.
Anch'io ricordo con piacere
"Paperino e il mostro della palude" , una storia in cui ho cercato di fondere paura, sorriso e, come dicevo prima, umanità. Emblematica in tal senso è la vignetta che mostra con quanto affetto Paperino faccia scudo per proteggere i nipotini dal "mostro". Paperino... a volte fifone, refrattario ad ogni situazione potenzialmente foriera di pericoli (penso ai famosi viaggi al seguito dello Zio Paperone) ma che l'affetto rende un cuor di leone, proprio come capiterebbe ad ognuno di noi, per aiutare, proteggere una persona cara! Un concetto che ho riproposto, in chiave diversa, anche in altre storie.
Per quanto riguarda gli anni di Paperino Mese e Paperinik, quando cioè alternavo sulle due testate storie firmate con il mio nome ad altre in cui usavo lo pseudonimo di
Enzo Minà, non mi ha mai creato particolari problemi scrivere storie a tema (cosa che faccio su richiesta ancora oggi: ne è un esempio la saga dei Trofei).
All'epoca, parlo per me ovviamente, era sufficiente scrivere un soggetto di poche righe giusto per dare una traccia della trama. Le modifiche mi venivano fatte di getto, nel momento stesso della lettura, poi potevo passare subito alla sceneggiatura... per Paperinik, nel numero di tavole che credevo opportuno, per Paperino Mese, invece, c'era la lunghezza fissa di 30 pagine.
Concludo con una riflessione che mi viene spontanea, ricordando storie che mi sembra di aver scritto ieri e che, invece, risalgono a trent'anni fa, storie che apprendo con piacere, hanno aiutato alcuni di voi a trovare "una boccata di ossigeno" nei momenti difficili. La cosa, ve lo garantisco, è stata reciproca, perché anch'io, scrivendole, ho avuto modo di superare le difficoltà che tutti incontriamo nella vita!
Ricordando quelle storie, mi viene spontaneo pensare che, proprio come avviene per i disegnatori (per loro è più facile: basta confrontare i disegni dei vari periodi...), anche gli sceneggiatori cambiano un po' per volta, si evolvono con il passare del tempo: succede a tutti, anche agli stessi lettori, fra i quali mi ci metto pure io...
Perciò è del tutto normale che il Panaro ventenne o trentenne non fosse identico a quelli di oggi, cinquantenne, ma l'impegno, la passione, lasciatemelo dire, l'amore per i personaggi Disney, quello sì è immutato, così come la voglia di offrire il meglio di me, con tutto il cuore!
Grazie ancora a tutti e un grosso ciao!