Sempre a guardare il dito e mai la luna.
Perché la luna è
odiossa...
https://books.google.it/books?id=a2EelqLqirEC&pg=PT676&lpg=PT676&dq=gollum+luna+odiossa&source=bl&ots=pVQ7dEcXPK&sig=-BzVsiTHW8Qiz2AKh3XkwNbgGVs&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiciPyClcjOAhUJXRQKHeokACQQ6AEIIDAA#v=onepage&q=gollum%20luna%20odiossa&f=falseA proposito di coppie sceneggiatore/disegnatore, ho letto i primissimi numero di "X-Men" (Lee/Kirby), e devo dire che si sente davvero un "comune intento", cioè la voglia di dar vita allo stesso tipo di progetto, che può essere riassunto nell'aggettivo
Astouding, titolo di una storica collana di fantascienza.
Poi che il progetto in questione potesse essere portato avanti meglio è un altro discorso. Dal punto di vista della comunicazione fra i personaggi, del tempismo, della fisiognomica etc., credo che una lettura di Barks avrebbe giovato ad entrambi. Ah, già, Barks lavorava da solo. Lucky him.
Siamo "leggermente" OT, ma vedendo in giro delle tavole mi sembra che Kirby sia poi migliorato, anche in termini di dettaglio. Curiosamente, trovo che avesse un tratto simile ad Erio Nicolò, disegnatore famoso circa un millesimo di Kirby, ma con una maggiore delicatezza nei punti di raccordo del suo tratto prevalentemente a linee medio-brevi (come Kirby) e chine sottili, uno stile leggero, scorrevolissimo ma ciononostante assai espressivo quasi a livelli di ritrattista (e con un perfetto senso delle proporzioni, cosa che in casa Marvel a volte - dico a volte - farebbe bene
).
In numeri più recenti, in realtà, pur senza la scioltezza di Stan Lee e del suo fido compare, l'impressione di cui sopra si conferma abbastanza (sarà che i fumettisti statunitensi sono allevati appositamente per quel tipo di "progetto"?), e i disegni passano da capolavori di dettaglio a mostruosità scarabocchiate, per fortuna molto minoritarie. Disegnatori molto abili come Stuart Immonen o, ancor più, Adam Kubert, talvolta cadono un po' sui volti e sulle espressioni. Ma non credo sia solo una questione personale loro: credo che proprio il fatto che la mancanza di un asse "personale" con lo sceneggiatore, e invece piuttosto la presenza di un "ambiente generale" in cui prende vita il "progetto", impedisca una cura espressiva "caso per caso", e ci si riconduca spesso a espressioni e relazioni "fisiche" tra i personaggi (ivi compresa l aregia delle tavole) un po' sempre uguali (benché magari i disegni siano, nel dettaglio, curatissimi).
Non è un caso che una storia importante e celebre come "Avengers vs X-Men" sia stata sceneggiata da cinque persone e disegnata da tre. Un'impronta autoriale maggiore avrebbe forse giovato alla tenuta del tutto e avrebbe forse conferito maggiore "presa" di pensiero e di azione ad una saga che in alcuni punti pare un po' sprecata.
Addirittura, le sceneggiature di Brian Michael Bendis, uno dei factotum della Marvel, nonostante portino una firma sola, risentono di questo processo, nel senso che almeno io personalmente le sento un po' impersonali: non che manchino caratteristiche distintive, ma i dialoghi e le azioni sanno talvolta un po' di un rimbalzello che preferisce non risolvere del tutto praticamente nulla, come se aspettasse chissà cosa da chissà chi. E quindi l'impronta autoriale ne resta soffocata, sia nei testi che nei disegni che nell'intesa fra i due. Mi riferisco in particolare a
All-New X-Men. A volte sembra che il povero Immonen non sappia bene se dare ai personaggi un'aria decisa (finalmente succede qualcosa) o meno (ancora cinque numeri, dài...), con un risultato decisamente... strano.
Un metodo che nasce dall'esigenza di imporre al mercato del fumetto brand e personaggi (l'uomo ragno, superman, topolino, etc...) piuttosto che autori. Perché gli autori si possono sostituire, licenziare, e spesso e volentieri sottopagare. Mentre i personaggi non invecchiano, non chiedono l'aumento o i fondi pensionistici.
Concordo, anche alla luce delle impressioni di cui sopra.
Fodarsi sui personaggi anziché sugli autori non è sbagliato di per sé. Quanti conoscevano Barks, Walsh e Gottfredson ai loro tempi? Eppure hanno scritto quello che hanno scritto. Però c'è modo e modo di farlo. Di certo l'enfasi continua su qualunque cosa che la Marvel infila dappertutto non aiuta progetti intellettualmente completi e ponderati. Talvolta, peraltro, i personaggi contano più delle
storie, il che è già allarmante.