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Neil Young's Greendale

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Bramo
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PolliceSu
    Neil Young's Greendale
    Lunedì 9 Apr 2012, 13:22:43


    BAO Publishing ha fatto centro un'altra volta.
    Per due motivi in un colpo solo, peraltro: perché ha pubblicato una graphic novel di grande valore artistico, e per come l'ha pubblicata.

    Greendale è il titolo di un concept album del 2003, realizzata dal celebre musicista Neil Young. Il quale, così legato a quello che questo disco porta dentro di sè, ha deciso di produrre anche uno spettacolo teatrale e di girare un film per il cinema dedicati a Greendale, cittadina di fantasia al centro dell'album.
    L'ultima derivazione non poteva che essere, nel 2010, la versione a fumetti realizzata sotto l'etichetta Vertigo, che la BAO ha fatto uscire alla scorsa Lucca ma che io fui così sciocco da lasciare allo stand (dove Cliff Chiang, il disegnatore, faceva schizzi e dediche); ho provveduto al Cartoomics del mese scorso.

    La storia non è immediata, non è lineare, non è semplice: è allo stesso tempo la storia di una cittadina, di una famiglia e di una ragazza in particolare della famiglia, quella Sun Green che assurge a protagonista del racconto. Un racconto scritto con mano sicura e capace da questo Dysart, e in cui la giovane Sun attraversa un periodo in cui la sua vita si fa particolarmente turbolenta, non solo per quanto riguarda gli episodi della vita quotidiana con un nonno malato, un cugino problematico e un amore improvviso, ma per quanto sente avvenire nella sua testa e nella sua anima. Nei suoi sogni movimentati e inquieti, in cui rivivono i riverberi del passato difficile della dinastia Green, segnata dalla sparizione in strane circostanze di molte esponenti femminili.
    Il fumetto diventa allora la storia della difficile ricerca della verità da parte di Sun, e sullo sfondo la guerra d'Iraq (o seconda guerra del Golfo che dir si voglia) che nel 2003  partì con l'intenzione di deporre Saddam Hussein. E dico "sfondo" per modo di dire, perchè in realtà l'anima di protesta contro quella che era vista da molti come una "guerra del petrolio" diventa sempre più centrale man mano che la storia procede, così come era un tema centrale nel disco di Neil Young.
    In fondo, se il tema fantastico che sta alla base della storia e la permea dall'inizio alla fine è sicuramente quello portante, rimane così ambiguo che si può declinare in molti modi, anche in quell ben più concreto del conflitto in Iraq. D'altronde, il diavolo veste in molti modi diversi, e non è detto che si presenti solo con giacca rossa, cappello e armonica a bocca. Anzi, quella potrebbe esserne solo una rappresentazione, un avatar. Oppure la guerra potrebbe esserne un avatar. O le lobby del petrolio.

    Greendale è un'opera sicuramente complessa, che offre moltissimi spunti di riflessione. Ha una veste fantasy e con un mistero antico di generazioni da svelare, decisamente accattivante, ma al contempo ha una forte connotazione politica e sociale che parla direttamente al lettore, potenziale colpevole di indifferenza verso quello che succede nel mondo e che lascia impunentemente succedere. Sun Green fa vergognare il lettore per quello che non fa, ed è un gran bene.

    Una cornice così particolare, che fa del fantastico la sua bandiera immergendolo però nella concretezza della Storia recente, meritava un disegnatore decisamente all'altezza: Cliff Chiang è una delle migliori scelte possibili. Il suo tratto è meraviglioso, stupendo, ricercato nei dettagli, ricco di sfumature, realistico senza eccedere, più simile a un Charles Vess che a un disegnatore di supereroi. E questo è adattissimo alle atmosfere fantasy e bucoliche che si respirano per gran parte del fumetto. E mi ha fatto innamorare di Sun, che è disegnata in modo da apparire davvero di una bellezza disarmante senza essere la stragnocca che se la tira. Love.

    Infine, una menzione particolare merita la splendida edizione realizzata dalla BAO. Un'edizione così figa da farsi comprare solo per come è fatto il libro, praticamente, anche senza sapere nulla della storia. Un libriccino cartonato, con il bordo e il primo quarto di copertina in tela, le scritte impresse a caldo, e sopra un cartoncino per la figura della protagonista. [smiley=drool3.gif] E' davvero qualcosa di feticistico. All'interno, poi, albero genealogico della famiglia Green, introduzione di Neil Young in persona, breve ma interessante postfazione e le biografie degli autori coinvolti nel progetto.

    Un volume prezioso per il contenuto sopraffino e appassionante, di alta qualità per i temi, la sceneggiatura e gli ottimi disegni. Il tutto esaltato dalla sempre lodata BAO che racchiude il fumetto in uno scrigno.
    Abbiatelo. Subito.

     

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