Credo che la domanda alla base di questa discussione, presentata come un aut aut tra due versioni differenti del personaggio, sia male impostata. In realtà personalmente credo che esistano almeno tre versioni di Pippo, che vengono usate disinvoltamente dagli autori a seconda delle necessità, anche se presentano dei contrasti l'una con l'altra (ma il bello della Disney italiana, almeno fin dove l'ho letta io, stava proprio in questa molteplicità di voci e di versioni dei personaggi).
Ovviamente c'è il Pippo disadattato, molto simile a Stan Laurel, in cui il personaggio non è stupido ma portatore di una logica tutta sua che potrebbe anche nascondere una saggezza quasi extraterrestre. Così come Stanlio nelle famose comiche riusciva ad accendersi il pollice come se fosse un accendino (e Ollio cercava di imitarlo senza riuscirci), Pippo è in grado di fare cose assurde che però paradossalmente gli riescono, e anzi danno l'impressione che tutto sommato sia l'unico sano di mente in un mondo assurdo. Questa versione, che probabilmente è quella che riesce a valorizzarlo meglio come personaggio "a solo", ha però un difetto: si presta troppo facilmente a farlo diventare deus ex machina delle storie, soprattutto quelle ambientate in situazioni fantastiche, per esempio I Signori della Galassia, dove ogni tanto (se ben ricordo... Non riprendo in mano queste avventure da 20 anni) se ne venivano fuori con qualche superpotere pippesco per risolvere la situazione.
C'è poi un Pippo sempliciotto, a cui Topolino guarda con un bonario paternalismo che però non è alieno da amicizia sincera: un rapporto, per dire, che ricorda molto quello tra Asterix e Obelix. Credo che nella maggior parte delle storie di Gottfredson Pippo si comporti in questa maniera, che poi è quella della classica spalla. Vorrei però sfatare un luogo comune sulla bontà di Pippo. Anche se nella maggior parte delle storie, specialmente recenti, si tende a rappresentarlo come un santo, in molte avventure topolinesche del periodo d'oro non era esente da comportamenti censurabili e egoistici, di solito motivati dalla sua pigrizia. Ci sono molte strisce in cui Pippo trova un modo per non lavorare, o lavorare poco, a volte anche con conseguenze negative su Topolino e chi gli sta incontro; e personalmente amo molto quella storia di cui non ricordo il titolo (credo anch'essa di Gottfredson) in cui Topolino diventa un regista di western e Pippo viene pian piano corrotto dalla sua stessa fama, che lo induce - prima del rinsavimento finale - pure a cacciare via in malo modo un suo vecchio zio dal set; così come un'altra storia in cui Pippo diventava un famoso cantante e si montava la testa, finché un'incauta operazione alle tonsille gli faceva perdere la sua voce fascinosa. Magari qualcuno penserà che queste storie "sporchino" l'immagine del personaggio, ma io non sono d'accordo: secondo me lo umanizzano, e credo che sia proprio per l'assenza di versioni "alternative" come queste che i lettori ormai tendono a preferire nettamente le avventure dei paperi, assai più umani di Topolino e Pippo.
C'è poi un Pippo proprio idiota, e anche qui non vedo niente di male nell'ammettere che sì, ci sono storie o anche singole gag in cui il personaggio si comporta in maniera così stupida da essere totalmente distruttivo nei confronti dei suoi amici, così come non trovo fuori luogo che Topolino sia a volte esasperato dalla sua stupidità. Giustamente in Topolino Giornalista a un certo punto il sorcio lo apostrofava con un "pezzo d'imbecille", mentre ricordo molte strisce in cui Pippo provocava direttamente o indirettamente un danno economico o fisico a qualcuno (anche se stesso) in conseguenza della sua sciocchezza.
So che qualcuno considera la versione di Martina come la più demente in assoluto: personalmente trovo che sia semplicemente un misto del Pippo "Stanlio" e "Obelix" portato agli estremi (con Pippo convinto di potersi svegliare restando addormentato e roba simile), mentre ci sono versioni del personaggio che personalmente trovo molto monocordi e noiose e assai più incongrue con tutte le sue caratterizzazioni classiche, specialmente le avventure di Super Pippo - un personaggio di cui non ho mai capito veramente il senso - e le storie con Nocciola, tutte incentrate su una sola trovata ripetuta allo sfinimento e in cui Pippo si dimostra, per me, solo ottuso e antipatico in maniera implausibile.
P. S. Comunque credo che la differenza fondamentale con Paperoga stia soprattutto nel fatto che il papero è animato da un entusiasmo incauto che a Pippo, più pigro e sedentario, manca; per questo motivo Paperoga è anche più distruttivo (anche se mi pare che il più delle volte siano altri a subire le conseguenze dei suoi gesti). Con Paperino, per dire, si comporta come Filini con Fantozzi quando lo coinvolge nelle sue iniziative. Forse Paperoga si presta meno bene di Pippo a essere interprete di storie "a solo", il suo ruolo è sempre quello di spalla combinaguai; d'altra parte grazie al cielo nelle storie di Paperoga manca quel buonismo irritante che invece è presente in tante storie di Topolino e Pippo, e che aveva superato il livello di guardia già quando ho smesso di leggere il topo vent'anni fa (per dire: Pippo dice una palese scemenza, e Topolino si mette a ridere a crepapelle come nel finale di una sitcom americana. Con Paperino e Paperoga questo non succederebbe mai).