Non ha molto senso parlare di religione in un mondo di animali antropomorfizzati. I paperi e i topi possono esprimere i nostri sentimenti umani più comuni, come l'entusiasmo, la gioia, la tristezza, la rabbia, eccetera. Nel mondo Disney si può parlare di amore o di antipatia; di avarizia o di accidia; di avventura o di quotidianità. Ma la religione, o senso religioso, è qualcosa che è oltre tutte queste cose, le comprende, le assimila e nello stesso tempo le supera.
Infatti, la religione parla del significato della vita e della morte, della presenza di un Dio creatore, della Risposta alla nostra Domanda. E' un elemento caratteristico solo dell'uomo, non dell'animale: per questo nel mondo degli animali Disney non ha molto senso inserire dei contesti religiosi come ha fatto Don Rosa. Non ha nemmeno senso inserire vecchiaia e morte, o un trascendente fatto di paperi sulle nuvolette. Il mondo Disney, per sua natura, è sempre perenne e al di fuori del tempo, quindi al di fuori di una prospettiva in cui si ha la coscienza delle cose che passano e l’esigenza di porsi delle domande al riguardo.
Il mondo Disney è un mondo fittizio, adatto per chi non vuole farsi certe domande, e quindi lì si vive nel modo più areligioso possibile, dove quello che conta è accumulare soldi, acquistare smartphone, tablet e altra roba sempre più qualificata, essere sempre alla moda, soddisfare i capricci delle fidanzate, catturare il cattivo di turno, prendere una moneta che ti arricchisce.
Un mondo dove, al posto della religione, c'è il suo aspetto più deleterio, o meglio la sua caricatura: la superstizione, tipica dei tempi pagani. Quindi, l'esistenza della fortuna e della sfortuna, gli amuleti, i gatti neri che attraversano la strada, la moneta numero uno portafortuna, la magia, eccetera.
Un mondo dove la scienza è vista in modo religioso perché tranquillizza e non richiede impegni particolari.
Un mondo dove gli uomini/paperi/topi vengono divinizzati: le statue a Paperone o a Cornelius Coot, e le azioni di Paperone che divengono leggenda eroica nelle storie di Don Rosa. Oppure il comportamento sacro dell’organizzazione delle Giovani Marmotte, vera chiesa umana con la loro Bibbia, il Manuale delle Giovani Marmotte, davanti al quale si prova profonda riverenza perché in Esso si trova la Risposta a tutto. I Templi del Sapere Umano nelle varie Biblioteche di Paperopoli, davanti ai quali si deve entrare con atteggiamento timoroso e solo per poco tempo. Il Sindaco visto come Massima Autorità Laica, e quindi capace di agire sia secondo la legge che al di sopra della legge, essendone Lui la fonte e quindi senza doverne rispondere a nessuno (tranne agli elettori, quando è il caso): i tiranneggiamenti del Sindaco verso Paperone sono frequentissimi al riguardo.
Non dico che si debba mettere la religione nelle storie disneyane: dico che non ha senso metterla. Sarebbe come mettere i cavoli a merenda. L’unica religione possibile nel contesto dei paperi e topi è la sua parodia, cioè, come ho detto, la superstizione o, in alternativa, la divinizzazione delle cose umane.