Un po' mi stupisce il fatto che dal 2007 non ci siano nuovi commenti su questa storia, ma d'altronde dando una rapida occhiata su INDUCKS mi rendo conto che è stata ristampata poco. In ogni caso, penso che il grande formato del n. 8 di Almanacco Topolino renda molto bene la stampa della storia, soprattutto nella resa dei colori. Probabilmente per via dell'organizzazione delle 4 strisce per pagina sarebbe difficile pubblicarla su altre testate dal formato più piccolo come I Grandi Classici. Ad ogni modo, sono rimasto molto colpito dalla storia e ho pensato di lasciare un commento in questo topic.
Sebbene all'inizio si possa pensare che si tratti di una classica caccia al tesoro da parte di Zione e nipoti, in realtà la storia prende una piega diversa e va a raccontare una vicenda passata tramite l'espediente della spada che, una volta ricomposta, permette ai protagonisti paperi di assistere all'episodio dell'assalto al villaggio. Ammetto di aver sospettato che lo sceicco a cui si rivolgono i paperi all'inizio potesse in qualche modo rivelarsi essere l'antagonista della storia, similmente a come avviene in buona parte di queste cacce al tesoro: il fatto che commenti "Bah! Chissà cosa ci troveranno in quel ferrovecchio!" (riferendosi alla spada incompleta) mi ha fatto pensare che fosse capace di seguire i protagonisti fin sul luogo segnato sulla mappa. In più, quando la narrazione dell'attacco saraceno si interrompe per un breve tempo, Zio Paperone afferma "Ricordo, infatti, che qualcuno mi ha urtato!".
Comunque, dopo che i protagonisti arrivano sul luogo segnato sulla mappa e trovano la parte mancante della spada (forse con troppa facilità in quanto Paperino "ci si siete sopra", ma mi rendo anche conto che l'obiettivo della storia per Rota non era far arrivare i paperi al tesoro bensì raccontare le vicende di Paperdin), inizia la parte più suggestiva della storia. Viene presentato Paperdin, capo spietato dei pirati saraceni che non si fa problemi a distruggere il villaggio pur di trovare i suoi abitanti, assenti per via dell'avvertimento del maremoto. Tuttavia, nel momento in cui scova la papera con i nonni è amore a prima vista: Paperdin si trova così a rischiare tutto, la sua reputazione, il suo ruolo di capo dei pirati, la sua stessa vita per portare in salvo i tre abitanti dalla razzia del villaggio. La fuga rocambolesca che segue è forse il momento di massima tensione della storia, che culmina con la scossa di terremoto e il conseguente maremoto che si infrange sulla costa. I colori tendenti al blu scuro insieme a tutte le ombre innalzano a livelli decisamente alti la qualità della storia che soprattutto di notte riesce ad essere particolarmente suggestiva, e che dire delle tavole con l'onda gigante... semplicemente meravigliose.
La parte finale della storia è incentrata sulla dichiarazione di amore in rima di Paperdin e sulla sua volontà di cambiare vita dopo l'incontro con la ragazza. Di fronte a questa poesia Zio Paperone, che si aspettava invece di trovare il tesoro che cercava, se ne va deluso e imbronciato insieme ai nipoti.
In generale devo dire che Rota ha fatto davvero un ottimo lavoro, sia a livello di sceneggiatura e sia a livello grafico. Soprattutto il tratto appare molto dinamico: i personaggi possiedono grande espressività e i paesaggi sono sempre azzeccati e dettagliati, su tutti spicca la rappresentazione di Genova dall'alto. In più anche la gabbia delle vignette è molto variabile e va a valorizzare ancora meglio le situazioni della storia.