I
racconti brevi di Giardino costituiscono una buona metà della sua bibliografia (in termini di titoli: se guardiamo alla mera quantità, il numero di tavole complessivo è invece certo molto inferiore a quello delle sue serie maggiori). Il problema è che la maggior parte non è mai stata ristampata in volume, ed è reperibile solo su rivista. E che di questa maggior parte, un'ulteriore porzione è inedita in Italia, pubblicata solo all'estero (in Francia, perlopiù). La difficoltà nel reperire gli inediti e la mancanza di bibliografie complete in rete rendono lacunosa la mia conoscenza, e ho difficoltà a dire quanti e quali siano esattamente i lavori di Giardino mai apparsi in Italia.
Ho più informazioni sui racconti pubblicati da noi, invece, anche se non li ho letti tutti.
Giardino inizia la sua carriera realizzando storie brevi (le
Storie da dimenticare e
La pratica AB ricordate nel mio primo post), ma dopo aver creato
Sam Pezzo e poi
Max Fridman, per un po' di tempo si dedica soltanto a queste serie. Inizia di nuovo a prenderci gusto fra anni ottanta e anni novanta, quando approda sulle riviste
Comic Art (dell'Editrice Comic Art),
Corto Maltese (di Rizzoli-Milano Libri), e infine
Il Grifo (Editori del Grifo, poi Edizioni Di; fra le ultime riviste di fumetto pubblicate in Italia).
I temi sono i più diversi. Vicende di gangster, di satira e costume, di ambientazione storica, omaggi ad altri fumetti (
A nord-est di Bamba Issa è un affettuoso ricordo di Barks; ma Giardino ne ha realizzati anche dedicati a
Terry and the pirates di Milton Caniff, a
Martin Mystere di Alfredo Castelli, a
Corto Maltese di Hugo Pratt), e perfino storielle autobiografiche, come la breve ma divertentissima
L'ultimatum, in cui l'autore si lamenta delle scadenze pressanti che all'epoca (ai tempi di
Orient Express) gli imponeva Luigi Bernardi.
Almeno un filone ricorrente però è possibile rintracciare: quello dei thriller, eventualmente (spesso) con venature erotiche. Per la loro omogeneità dal punto di vista dello stile (non degli intrecci: sono tutte vicende autoconclusive e indipendenti), sono state quasi le uniche storie brevi di Giardino ristampate in volume. In effetti, è piuttosto facile costruire un indice sul tema, visto che ne ha realizzate un discreto numero.
Questi piccoli racconti (non superano la ventina di tavole, ma spesso sono più brevi), per i quali Giardino talvolta ha lavorato in collaborazione con sceneggiatori terzi, sono tutti molto simili nell'impianto. L'atmosfera è generalmente piuttosto malsana (come detto, spesso vi sono inserti erotici), e l'ambientazione perlopiù esotica, anzi, vacanziera: le villeggiature di piccoli o medi borghesi, con gli armadi pieni di scheletri.
Alcuni sono dei gioiellini, altri sono molto piacevoli, tutti si meritano almeno una lettura, tanto più che sono realizzati con la consueta cura ingegneristica dell'autore. Certo, le priorità (in termini di recuperi) sono altre.
La raccolta più completa di queste storie è stata rappresentata - fino ad oggi - dal volume
Viaggi e miraggi, uscito nel 2008 in allegato a
L'Espresso, nell'ambito di una breve collana (4 volumi) dedicata a Giardino. E' l'unico tomo di quell'iniziativa degno d'interesse: gli altri sono tre ristampe parziali (di
Sam Pezzo, di
Max Fridman, di
Jonas Fink), a cui sono di gran lunga preferibili altre edizioni più complete.
Viaggi e miraggi raccoglie gli indici di tre precedenti antologie in un'unica soluzione:
Vacanze fatali (Editori del Grifo),
Viaggi inquieti e
Viaggi di sogno (entrambe Edizioni Lizard). Curiosamente vi è una storia - una sola - esclusa,
La giacca stregata (l'adattamento di un racconto di Dino Buzzati), leggibile soltanto in
Viaggi di sogno.
Questo è l'indice di
Viaggi e miraggi:
- Umido e lontano
- Sotto falso nome
- Candidi segreti
- Safari
- Fuori stagione
- Quel brivido sottile
- Il ritrovamento di Paride
- La terza verità (soggetto e sceneggiatura di Pierfrancesco Prosperi: forse la migliore storia della raccolta)
-
La rotta dei sogni
- Restauri (di questa storia esistono due versioni. Giardino la realizzò per una destinazione curiosa - la rivista di un istituto bancario - che aveva imposto un determinato numero di tavole. Tuttavia, l'autore aveva in mente fin da subito una vicenda più lunga, e così in occasione di una ristampa in volume - in
Viaggi di sogno - la ampliò affinché corrispondesse alle sue originali intenzioni. In questa sede è proposta la versione estesa)
- Il Maestro
- Isola del mito Dicevo "fino ad oggi", perché come sottolineato da V, Giardino ha annunciato un paio di giorni fa che quest'estate uscirà per i tipi di Lizard una nuova antologia (purtroppo incentrata sempre e solo su questi thriller, e non anche sul resto della sua produzione di brevi), che promette di essere la più completa.
Vale quindi la pena di aspettare per vedere l'indice.
La tentazione potrebbe essere di catalogare
Little Ego come un episodio minore della carriera di Giardino. Niente di più sbagliato. Intanto, questa breve serie (gli episodi tutti riuniti occupano in totale 46 tavole, la foliazione standard di un singolo albo
à la francese) è il fumetto di Giardino più tradotto (perfino negli Stati Uniti, straordinariamente poco ricettivi alla produzione europea), e in generale ne ha lanciato il successo all'estero; molto più di
Rapsodia ungherese, che raccolse inizialmente veri consensi solo in Francia (oltre che in Italia). E poi, è un'opera divertentissima, leggera e immagnifica: deliziosa. Fra i capolavori dell'autore.
La "piccola" (uhm...) Ego venne creata per
Glamour International, una raffinata rivista di fumetto erotico (non pornografico) patrocinata da Vincenzo Mollica, che ospitò lavori di Milo Manara, Ivo Milazzo, Andrea Pazienza, Tanino Liberatore; anche se raggiunse un ampio pubblico (
Glamour aveva una tiratura e un costo solo per
aficionados) solo quando Giardino la rilanciò su
Comic Art, rivista molto popolare con cui l'autore collaborò dal 1984 al 1993, realizzando molte storie brevi (anche slegate da
Little Ego).
Giardino è un grande amante del fumetto americano dell'epoca d'oro, quello cosiddetto
syndicated, pubblicato su quotidiani a strisce o a tavole. Parla spesso e volentieri di
Terry and the pirates di Caniff, di
Mickey Mouse di Gottfredson, e ovviamente di
Little Nemo di Winsor McCay, uno dei massimi capolavori del Fumetto mondiale. Come Nemo, in ogni episodio della sua serie Ego fa un diverso sogno, estremamente vivido, e alla fine si risveglia. Solo che se Nemo era un bambino che immaginava mondi incantati e principesse fatate, e che in conclusione di ogni puntata cadeva puntualmente dal letto, scatenando le sgridate dei genitori, Ego è una bellissima ragazza che fa sogni erotici, e che quando si alza si preoccupa di come lo psicanalista (!) interpreterà le sue fantasie. Il tenore di questi sogni? Beh, per esempio in un episodio Ego, insoddisfatta delle sue curve, acquista per corrispondenza una crema in grado di aumentare la dimensione del seno. Se la spalma, e con sorpresa si accorge che agisce istantaneamente. Solo che... non riesce a fermare l'effetto! Con due palloni ormai giganteschi sul petto, la poveretta si dispera e si chiede come potrà ancora uscire di casa, quando spunta un fotografo
hardcore che le promette di farla diventare una stella del porno. E a questo punto puf, fine del sogno.
La prima metà di episodi è composta di vicende slegate fra loro, di 2-3 tavole. A partire dal numero 50 di
Comic Art, e per i sei numeri di seguito, Giardino realizzò invece una piccola storia a continuazione (l'ultima della serie),
Beduini, in cui Ego e un'"amichetta" si recano in un'Oriente stereotipatissimo, fra harem, palazzi ed esotismo. Si tratta anche degli episodi che più omaggiano l'originale
Little Nemo: se la prima tranche era quasi interamente ambientata nell'appartamento di Ego, una scenografia normalissima, in questi la collocazione geografica "distante" permette all'autore di ri-tirare fuori le architetture immagnifiche partorite da McCay.
Tutti i volumi di
Little Ego disponibili in Italia racchiudono l'intera serie, come detto abbastanza breve (fonte tuttavia di infinite e maliziose riletture: Giardino non cavalca mai il pornografico, ma la sua protagonista è proprio bella...). Il migliore è l'album della collana
Secret Books of Glamour (sotto la copertina), che contiene una cinquantina abbondante di pagine di disegni e di contenuti extra (fra cui
storyboard di episodi mai realizzati), in un formato molto grande cartonato. Purtroppo, è anche un tomo piuttosto quotato (ne esiste anche una tiratura limitatissima, con serigrafia, ovviamente ancor più costosa). Le edizioni successive pubblicate da Editrice Comic Art e da Edizioni Lizard, pur buone, contengono unicamente il fumetto: quindi la "palma" per l'edizione al contempo migliore e più accessibile va al volume uscito in allegato al
Corriere dello Sport nel 2015, nell'ambito della collana antologica
Erotica - L'Eros a fumetti (tra l'altro, l'unico valido di quell'iniziativa). Contiene tutto
Little Ego, varie illustrazioni, le immagini del vecchio portfolio
Finestre (in realtà una sorta di mini-storia muta, in cui Giardino si raffigura come
voyeur di una vicina di casa che si sta masturbando), e l'unico episodio pubblicato di
Eva Miranda.
Dalle stelle alle stalle:
Eva Miranda, molto posteriore a
Little Ego - è del 2005 - è il solo insuccesso della carriera di Giardino. Realizzato per l'editoria francese, è anche uno dei pochi fumetti da lui non sceneggiato, ed è invece scritto dall'amico Giovanni Barbieri. È una storia molto divertente, anche se certo non all'altezza di
Little Ego e di altri capolavori dell'autore, e l'insuccesso commerciale è stato ingiusto; comunque, ha portato alla cassazione di quella che sarebbe dovuta diventare una serie vera e propria, rimasta ferma a quest'unico albo. Va detto che la natura episodica del fumetto non fa pesare l'incompiutezza, e si può benissimo leggere anche così.
Eva Miranda è una parodia grottesca delle
soap opera, con sentimenti e situazioni esageratamente estremizzate. La scelta, da parte del
Corriere dello Sport, di ristamparla assieme a
Little Ego è stata azzeccata: il tono piccante e le situazioni assurde le avvicinano in un certo senso, così come anche la divisione in piccole puntate (in questo caso "fittizie", però: non sono mai state pubblicate separatamente su una rivista). La critica alla società moderna è di grana grossa, ma di indubbia efficacia e divertimento. Per questo volume, Giardino ha sperimentato una colorazione particolarmente accesa e diversa dai suoi abituali standard, vicina - per la sua unione all'abituale linea chiara - a certe
bande dessinée degli anni ottanta francesi, come quelle di Yves Chaland o di Serge Clerc.
Le uniche due edizioni italiane di
Eva Miranda sono un vecchio volume di Edizioni Lizard, e appunto quello di
Erotica, il più consigliato.
La bellissima copertina qui sotto è dell'edizione spagnola di Norma Editorial, identica a quella del volume Lizard (che non ho trovato in rete - non con buona definizione).