Questo 2011 è l'anno di Tintin. Nella seconda metà dell'anno uscirà infatti nei cinema il film in mo-cap
Le Avventure di Tintin - Il Segreto del Liocorno diretto da Steven Spielberg, primo di una trilogia realizzata insieme a Peter Jackson. Sulla spinta di questo evento, la casa editrice italiana Rizzoli Lizard pubblicherà nei prossimi mesi una ristampa integrale delle storie di Tintin in grande formato e in una collezione completa.
Mi sembrava l'anno giusto per leggere qualche storia di questo personaggio, creato dall'autore belga Hergè (Georges Prosper Remi) nel 1929, e che io ho conosciuto e amato da piccolo grazie all'ottima serie a cartoni animati trasmessa da Rai Uno una quindicina d'anni fa.
Insomma, partivo già positivamente: da piccolo il cartone di Tintin era uno dei miei preferiti, con le sue storie avventurose e spesso esotiche, e con quei personaggi simpaticissimi e irresistibili sia come atteggiamento che come character design. Ma quello che ho trovato nel mio primo approccio di lettura è andato oltre ogni più rosea aspettativa.
Mi sono buttato sul volumetto uscito anni fa nella serie "I Classici del Fumetto di Repubblica", recuperato a Torino Comics a poco prezzo. A fronte di un formato veramente castrante per le tavole di Hergè, che costringe a rendere molto piccole le vignette delle storie contenute e a far perdere qualche diottria per leggere i balloon, il volumetto è una manna per il neofita del personaggio: ottima è infatti l'introduzione di Gianfranco Goria che in poche pagine analizza con competenza i personaggi, l'autore, il contesto e le storie presenti. E ottime sono le storie, che mi hanno fatto innamorare anche del Tintin cartaceo.
Si parte con
Obiettivo Luna e
Uomini sulla Luna, una bilogia in cui Tintin e il Capitano Haddock si prestano a un grande esperimento del professor Girasole, quello di capire qualcosa di più della luna e addirittura di andare sul nostro satellite. E questo anni prima del 1969, anno del primo allunaggio, dato che la storia è del 1950! Al di là di questo interessantissimo dato, comunque, l'avventura è quanto di meglio si possa desiderare: c'è scientificità, c'è azione, c'è spionaggio trattato in modo figo e c'è divertimento, tanto divertimento derivato soprattutto da Haddock (personaggi ottimone, incredibile, perfetto), dallo svagato e "duro d'orecchi" Girasole e dai pensieri di Milù, il fedele cagnolino di Tintin.
Si continua con
Tintin in Tibet, la mia preferita del volumetto. Il fascino esotico di quel lontano paese è descritto alla perfezione dall'autore, che cala il protagonista e Haddock alla ricerca di un amico di Tintin, Tchang, nome di un amico reale di Hergè tralaltro. In questa storia vediamo quanto l'animo puro di Tintin esca fuori in modo perfetto: tanta vontà d'animo estrema, sottolineata anche dall'introduzione, potrebbe divenire stucchevole, ma ecco che Hergè invece sa sempre smorzare i toni inserendo una gag formidabile o un momento di pathos o di azione che renda tutto accettabile. Tintin sa essere un personaggio assolutamente positivo e senza ombre e al contempo riesce a essere simpatico e credibile. L'avventura in Tibet è toccante e bellissima soprattutto grazie a come emerge il carattere del protagonista.
Il volume si chiude con
I Gioielli della Castafiore, dove ha la possibilità di emergere ancora di più l'ironia delle situazioni. E' questa infatti un'avventura casalinga, ambientata nella villa di Haddock, dove lui e Tintin ricevono quale "gradita" ospite la signora Castafiore, cantante lirica della Scala di Milano che Haddock mal sopporta. Questo sentimento unito al tormentone del gradino rende la storia una bomba comica, che si tinge di giallo dal momento che un furto di gioielli a danno della dama metterà in modo l'indagine di Tintin.
L'aspetto grafico delle storie è eccellente, e le tavole così ridotte non rendono assolutamente giustizia a tali bellezze. Un tratto tipicamente francese, non a caso Tintin è l'emblema stesso del fumetto franco-belga (e quindi del bel fumetto, del fumetto d'autore); la linea grafica è stata quindi ripresa da molti autori d'Oltralpe negli anni successivi ed è ormai un tratto distintivo. E' una gioia per gli occhi questo tipo di disegno, che unito all'altissima qualità delle trame rende le storie dei gioielli, vere e proprio gemme.
Le invettive del Capitano Haddock, comunque, sono tra le cose più divertenti del mondo
Detto questo, sarei tentatissimo di approfittare dell'imminente nuova edizione Lizard, che renderà merito all'opera sia per il completismo che per le dimensioni. Ma non credo di potermi permettere tale spesa nei prossimi mesi, avendo già altri lidi nerd con la precedenza perchè in attesa da tempo... ma chissà, magari col tempo me li procurerò. Di certo consiglio a chiunque legga questa mia recensione non non perdere l'occasione e di procurarsi quei volumi.