Quello che posso dire è che sicuramente il blocco che hai copre quasi tutto il meglio di MM, se sei un amante del mistero "classico": in quegli anni non c'era internet e queste tematiche erano riservate a pochi appassionati. Argomenti oggi conosciuti da un pubblico tutto sommato ampio, all'epoca bastavano a metter su una storia che ti teneva incollato fino all'ultima pagina. E poi, banalmente, Castelli era all'apice della sua vena creativa. Il mix delle due cose era a volte eccezionale. Proprio il mese scorso riflettevo su questo alla fine della lettura de "Il dio che venne dal mare": lotti riprende nientemeno che il fenomeno dei cargo cult, fatti conoscere in italia (al relativamente grande pubblico dei lettori bonelliani) proprio da una storia di MM di Castelli di 30 anni fa. Pur essendo quest'ultima un what if slegato dalla serie regolare, il confronto tra le due è impietoso. La nuova è una banale storia avventurosa che fa un polverone ma non dice molto. Quella di Castelli fa una acuta riflessione su quanto l'evoluzione della razza umana sia legata al culto dei morti e quindi, metaforicamente, all'evidenza degli errori e all'importanza di riconoscerli ed elaborarli da parte di ognuno (è su uno dei primi almanacchi, recuperala, se hai modo, insieme a quelle degli altri della collana).
Il qualcosa in più che avevano le storie era proprio il non limitarsi a sfruttare l'input mysterioso per una trama avventurosa (c'è già zagor per questo), anche se a volte accade, ma appunto arricchirla con altro: mettere un vampiro in una storia è più che sufficiente per catturare l'attenzione e imbastire una trama che comunque si farebbe leggere senza problemi. Riscrivere il mito del vampiro mettendosi dalla sua parte e rielaborando le presunte implicazioni religiose è un qualcosa di diverso. E lo stesso si può dire per tante altre.
Il fatto è che, col tempo, lo stesso castelli ha trasformato martin, probabilmente a sua immagine, da una specie di indiana jones (o dottor mortimer) a un pantofolaio logorroico e dalla battuta finto-autocommisserativa. Lo spostarsi in italia era proprio il tentativo di dare una scossa, che è riuscito solo parzialmente (ricordo poche storie belle di quella fase).
Da allora ci sono stati di fatto due MM: quello di castelli e dei suoi, maldestri, imitatori (lotti, badino, recagno, etc...) e quello di morales. Morales, per me, è stato l'unico in grado di scrivere belle storie di MM dopo il suo periodo d'oro. Il motivo è che lui ha preso nettamente le distanze dallo stile di castelli, morales non scriveva di mysteri ma di persone, le sue storie erano belle non per il soggetto accattivante, ma semplicemente perché scritte bene.
La cura nella scrittura e nella trattazione dei personaggi emerge anche dal numero di protagonisti che ha creato e resi parte dell'universo di MM, tra uomini e donne, buoni e cattivi, me ne vengono in mente almeno una decina, forse più di quelli creati dallo stesso castelli.
Purtroppo con la sua morte, rimane il MM più fiacco e se non arriverà qualcuno di nuovo, penso che la serie continuerà a reggersi solo sui suoi lettori storici.
Ignoro i risultati della miniserie gestita da cajelli, ma non mi è parso di aver letto pareri entusiastici in giro e comunque lo stile di cajelli è quanto di più lontano ci possa essere da un personaggio come MM.
In definitiva, ottimi i primi 200: se ti piacciono, procurati anche gli almanacchi e gli speciali diciamo almeno fino al 2000, bellissimi anche i primi "zona x" (quelli con storie libere) e i giganti, almeno fino a Xanadu, che di fatto pone fine al MM di castelli.
Per la produzione recente, io ti consiglio almeno quelli di morales (una trentina di albi), se non dovessero piacerti prova con gli altri, se non ti piacciono nemmeno questi... hai mai letto Hellboy?