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Ricordo di fare ATTENZIONE chi non volesse leggere riferimenti sulla storia.
Sono tutti in grande spolvero in questa storia, tutti in grandissimo stato di forma a cominciare dallo scrittore (R. Cimino) e al disegnatore (G. Cavazzano). I protagonisti poi, è come se ciascuno di essi esprimesse il meglio di ciò che può dare quel personaggio in una storia con simile trama. Sotto il vignettone iniziale, Paperino ed uno dei nipotini sono ritratti in una posa dinamica che anticipa, lasciandolo presagire, il baluginare della sfida che nelle pagine successive vedrà impegnati i due rivali in una rincorsa alla moneta più rara e bizzarra. Poi un cameo di Archimede col suo curioso veicolo, l'incontro fortuito col dignitario del paese di Levantizia Aurea e l'irrompere di un Rockerduck quasi addirittura simpatico in questa storia. Ecco, a un certo punto gli sguardi timorosi dei due magnati davanti alla giuria sembrano aver perso la sicumera per la quale sono sempre stati riconosciuti, la sfida è iniziata!   Siamo cresciuti, diciamolo, quelli degli over quaranta (e non solo), immaginando che da qualche parte nel tempo e nel mondo, qualche stato abbia coniato gli austeri "Cucurbitoni di Casimiro", oppure i Catafurgi di Tamerlano dal nome così romanticamente orientale. E poi il "Decumbalione di Carlotta la racchia", come non pensare a una giovane ma bruttissima principessa zitellona, magari nordeuropea. La furbizia dei ministri di corte viene disinnescata da un Pico de Paperis quanto mai ispirato e così dopo le prevedibili peripezie alla ricerca del Balenione che può far vincere la gara, si arriva all'epilogo dove, allo scadere del tempo della sfida, il generoso ma sfortunato Paperino, suggerisce un lancio della moneta ai giurati. Catastrofe! Con sorpresa finale e pareggio che favorisce l'erario di Levantizia Aurea. Così dopo aver tanto aiutato lo zio, Paperino si rende conto, mentre sul suo viso si dipinge una formidabile espressione, che Paperone e Rockerduck concentreranno su di lui le frustrazioni e fugge inseguito dai due rivali, per una volta uniti dalla smania di vendicarsi  del poveretto!
Voto 7,8 e posizione 610 nel COA, mi sembrano francamente strettini per questa storia che, pur inserita in un periodo di perfezionamento e maturazione degli stili di grandi scrittori e disegnatori, rappresenta tuttavia  una vera chicca per appassionati un vero "momento nel momento" di quegli irripetibili anni fecondi.

Indimenticabile la 'puntura' di un narvalo fatta a Paperino, che sta 'personalmente' tappando una falla del battello. Donald in questa storia e, in generale, in quegli anni, è spesso vittima sacrificale di varie situazioni in cui sfortunatamente cade o ingenuamente si infila: in questa storia deve pedalare il battello affinché esca dal porto di Paperopoli senza far rumore; deve immergersi nelle profonde acque oceaniche fino al relitto per recuperare la moneta bucata; è preso di mira da una aggressiva balena che, con un colpo di coda, lo scaraventa fra le rocce dell'isola; è 'punto' da un narvalo che gli provoca un urlo fantozziano e, infine, è braccato dai due fantastiliardari che, dopo l'ennesimo violento litigio, si rendono conto di dover 'riunire le forze per colpire il vero nemico' (parole loro, anzi, di RK).
E' un Paperino ancora molto 'vittima', sebbene il suo alter ego vendicativo, Paperinik, sia comparso già da tre anni. Forse Cimino risente di una influenza martiniana nel delineare i rapporti tra Scrooge e nipote, anche se lo fa con toni più comici e leggeri  rispetto al collega più anziano; collega che aveva anch'egli alleggerito certi toni dagli ultimi anni sessanta, rendendoli più accettabili e divertenti anche se, rapportati al buonismo di questi ultimi tempi, appaiono sempre e comunque (ingiustamente) censurabili.

http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL++855-A

E' un Paperino ancora molto 'vittima', sebbene il suo alter ego vendicativo, Paperinik, sia comparso già da tre anni. Forse Cimino risente di una influenza martiniana nel delineare i rapporti tra Scrooge e nipote, anche se lo fa con toni più comici e leggeri  rispetto al collega più anziano

E' vero, infatti questa storia è proprio permeata da una leggerezza di fondo che emerge anche nei momenti più caldi, quando non viene a mancare la consapevolezza di quel profondo legame consanguineo che si mantiene, anche, nonostante l'inevitabile e volontaria fuga preventiva di paperino che si immola quasi a spegnere la sete di rivalsa dei due miliardari penalizzati dall'epilogo della sfida. Al di là di quelli che possono essere gli sviluppi dei prologhi e delle postfazioni dei vecchi classici, un finale che riservi la fuga per Paperino, resta sempre un miglior finale rispetto a quando egli raccoglie mazzate di ogni genere!

Aha, ecco dov’erano nascosti i famosi Catafurgi di Tamerlano !

Complimenti per questo appassionato commento che dimostra quanto tu ami davvero queste storie. Qualcosa di speciale questi anni ruggenti ce l’hanno per forza se è vero che anch’io, quando avevo dieci anni nel 1983, già preferivo i Classici di Walt Disney che andavano ripubblicandone le storie a Topolino a cui ero abbonato. Non che su quest’ultimo fossero brutte, tutt’altro, ma si sentiva che sfruttavano, in calando, l’ispirata magia delle precedenti.
Qui lo schema avventuroso papero classico ha le varianti del caso che sempre variano, intrigano, arricchiscono un canovaccio conosciuto che così è sempre nuovo e ci dona nuove e nuove emozioni :
-      all’inizio i nipoti paventano la mitica convocazione che tuttavia arriverà quasi a metà avventura
-      breve apparizione di Archimede come scintilla dell’idea iniziale (5 vignette)
-      breve apparizione dell’ esperto tuttologo Pico de Paperis (8 vignette), da notare com’è disegnato il suo cranio – variante ottimamente riuscita
-      occhiali di Rockerduck in via di ingrandimento anche se non ancora ai massimi livelli
-      disegno di Cavazzano superlativo ancora nei ranghi – e superlativo sarà anche con le iperboli fantasmagoriche degli anni successivi
Paperino qui è vittima ? Si lo ammetto, ma in molte storie coeve (ed anche precedenti) la situazione è diversa.