Per me Le notti insonni di Manetta è una storia deliziosa.
Il connubio Mastantuono/Cavazzano dà vita ad una vicenda che rende l'ispettore assoluto protagonista della scena calando il personaggio nella situazione ben poco rosea di un cambio di domicilio imprevisto e che deve organizzare nel minor tempo possibile.
La sistemazione più decente che riesce a trovare, in linea con le spese che può permettersi di affrontare mensilmente, è rappresentata da un alloggio comune, privo di qualsiasi sfarzo e ben lontano dall'essere una reggia ma che comunque dona nuovamente al nostro ispettore quel minimo di stabilità di cui aveva bisogno.
Peccato che ogni notte il suo sonno sia puntualmente disturbato dalle acutissime grida della figlia dei coniugi Magagna (nomen omen) il cui pianto straziante priva Manetta del meritato riposo notturno, compromettendo in modo significativo il suo rendimento di poliziotto.
Ho apprezzato la sceneggiatura di Mastantuono e mi sono calato con gusto e coinvolgimento nelle sue dinamiche per tutto lo svolgimento della vicenda, dalle prime tavole che mostrano la complicità che intercorre tra il protagonista e il Commissario Basettoni alla risoluzione finale.
Seppur provato dalla mancanza di un adeguato sonno ristoratore, Manetta riesce a venire a capo di ciò che si nasconde dietro a quel piagnisteo di neonato fin troppo costante e ripetuto notte dopo notte e il barlume dell'idea che affiora nella sua mente circa la possibile magagna passata sottotraccia non mi ha dato l'impressione di risultare fuori luogo.
Piuttosto, ho gradito la valorizzazione del personaggio proposta dallo sceneggiatore romano nel renderlo capace di attenzionare alcuni dettagli che, sulle prime, non avevano destato più di tanto la sua curiosità ma che uniti l'uno all'altro costituiscono un unico fil rouge che il nostro è bravo a delineare nella sua mente prima di entrare in azione.
Il ritratto di Manetta che ne esce fuori è quello di un personaggio umano, alle prese con dinamiche e problematiche della vita di tutti i giorni dell'uomo comune (il desiderio di rilassarsi con un buon bagno caldo dopo una giornata di intenso lavoro, l'essere messo di punto in bianco di fronte ad una situazione che stravolge la sua serenità, l'incapacità di rendere bene in servizio a causa dell'insopportabile insonnia cui deve far fronte, il crollare all'improvviso nel momento meno opportuno...)
Ed è meritato il suo pronto riscatto, che lo riabilita a pieno titolo nel corpo di polizia e lo premia sul finale come meglio non poteva attendersi.
Altri elementi rimarchevoli della sceneggiatura si ritrovano nell'affiatamento che unisce l'ispettore al suo capo dopo tanti anni di servizio fianco a fianco, a come quest'ultimo riveli quanto sia importante averlo come spalla e nell'inserimento del personaggio di Piolo Dix, il nipote del governatore che, da giovane apprendista, anche grazie all'influenza del parente importante potrebbe fare le scarpe ad un Manetta degno di biasimo per la sua condotta inappropriata sul luogo di lavoro.
Scorrevole ed intrigante, la sceneggiatura di Corrado Mastantuono ha saputo attirare la mia attenzione senza farmi percepire alcun calo di tono nell'evoluzione del racconto, il quale trova nelle splendide matite limpide ed espressive del Maestro Cavazzano il partner ideale con cui mettere in scena l'appassionante vicenda poliziesca delle "notti insonni".