Questo è un dato che sfugge spesso nelle discussioni recenti: la grande abilità di riscrittura e invenzione. Gli apologeti di Rosa basano la loro difesa dell'autore sulla sua grande costanza e attaccamento all'opera di Barks, imponendo quindi come criterio di validità l'attaccamento alle origini. Di contro utilizzano come critica quello che viene visto come un merito dagli ammiratori di Martina (tra i quali mi annovero anche io) il suo essere essenzialmente un "battitore libero" rispetto alle storie americane. Questo introducendo un conflitto sostanzialmente inesistente tra i due, come fossero antitetici, e presupponendo l'esistenza di una organica e strutturata pianificazioni barksiana nella stesura delle storie. Rosa, invece, proprio in contrasto con quello che sostengono i suoi fans, ha dalla sua una straordinaria capacità inventiva (e non capisco perchè non venga più spesso sottolineata da chi vuole esaltarne l'opera) in quanto da quelli che sono spesso semplici cenni riesce a costruire (senza il prefisso ri-) una saga enorme e che è riuscita, a torto o a ragione, a imporsi come canone nell'immaginazione collettiva di tantissimi lettori.
Esatto. Per quanto io sappia
nessuno ha fatto un lavoro di
invenzione così complesso come Rosa nel mondo Disney. Non un prosecutore di Barks, ma l'inventore (furbo o geniale, a seconda di come la vediate) di un "mondo barksiano". Per me c'è solo da togliersi il cappello.
Ti chiedi come mai questa cosa non sia messa in evidenza da chi vuole esaltare l'opera di Rosa. Ma lo è, eccome! Solo che devi stare attento a distinguere bene gli apologeti occasionali e quelli sostanziali di Rosa. A costo di ripetermi, scusate, questa cosa voglio ripuntualizzarla.
Rosa ha avuto un successo di pubblico planetario che travalica il mondo degli appassionati di fumetto (Disney o meno). Cosa che non è successa a nessun altro, neanche a Barks (figurarsi poi Scarpa, Gottfredson, e gli altri).
Quando si parla di estimatori di Rosa va fatta distinzione tra due categorie:
1) una stragrande maggioranza di gente che ha letto la Saga come si legge un bel romanzo e ne è rimasta estasiata, ma che non va molto oltre quello dal punto di vista della fruizione fumettistica umoristica (cosa leggittimissima, massimo rispetto per questi lettori occasionali, è per loro in primo luogo che si producono fumetti...e contento anche per Rosa che ha avuto tanto successo, nonostante questo non gli abbia portato granché economicamente :
).
2) quelli che leggono fumetto con un occhio un po' più critico, e che sanno individuare i
veri motivi per cui il Don è un gigante: il ritmo funambolico, la finezza dei suoi meccanismi narrativi, l'umorismo a cavallo tra slapstick e commedia umana, un tizio che viene lanciato con tutta la vasca fuori dalla finestra nel bel mezzo di una rissa nel west etc. Non le cosette da bassa lega tipo Paperone che baciucchia Doretta o Paperone che rinuncia a una grossa pepita non mi ricordo più in quale capitolo della saga.
Se fai astrazione dei lettori di tipo 1) e guardi solo ai lettori del punto 2) tutto torna.
È come, che ne so, il fenomeno
Scarface. Film culto tra persone tutt'altro che cinefile: il "film preferito" di una mandria di gente che forse forse non sa nominare nessun altro titolo di un film di Brian de Palma. Ci sta, benissimo, ma la loro opinione non va presa poi tanto seriamente in conto quando si parla della filmografia di de Palma.
Comunque ora che Giunti la ristampa a poco prezzo me la leggo anche io questa
Storia e Gloria. Non vedo l'ora di parlarne male in questo thread.