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La saga di Paperon de' Paperoni

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Paper Calogero
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  • Paperino ??? Il migliore !!!
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PolliceSu
    Re: La saga di Paperon de' Paperoni
    Risposta #300: Martedì 1 Set 2009, 23:07:40
    storia bellissima :)

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    Pacuvio
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      Re: La saga di Paperon de' Paperoni
      Risposta #301: Martedì 1 Set 2009, 23:13:39
      Ehm... potresti evitare certi tipi di commenti inutili? Stai inondando la sezione...
      « Ultima modifica: Martedì 1 Set 2009, 23:14:32 da pacuvio »

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      SgrizzoPingo
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      PolliceSu
        Re: La saga di Paperon de' Paperoni
        Risposta #302: Sabato 26 Dic 2009, 23:05:43
        Ehm.. scusate l'ignoranza   [smiley=sigh.gif], ma queste storie, oltre che su Repubblica Serie Oro sono state pubblicate su altri albi, tutte insieme? E poi sono tutte legate tra loro, come trama?

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        Pacuvio
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          Re: La saga di Paperon de' Paperoni
          Risposta #303: Sabato 26 Dic 2009, 23:27:05
          Ehm.. scusate l'ignoranza   [smiley=sigh.gif], ma queste storie, oltre che su Repubblica Serie Oro sono state pubblicate su altri albi, tutte insieme? E poi sono tutte legate tra loro, come trama?
          Tutte le info che ti servono le trovi in questo topic:

          http://www.papersera.net/cgi-bin/yabb/YaBB.cgi?num=1181396129

          ... e sì, tutte le storie sono assolutissimamente legate fra di loro, a parte qualche capitolo bis/tris. ;)

            Re: La saga di Paperon de' Paperoni
            Risposta #304: Giovedì 1 Apr 2010, 15:12:27
            salve a tutti.
            Non sapendo dove fosse il topic di presentazione, ho cercato quello della mia storia disneyiana preferita ed eccomi qua a scrivere il mio primo messaggio. Mi chiamo Vincenzo e ho 16 anni.
            Devo ancora abituarmi ad usare un po' il forum, ma spero di riuscirci in breve tempo. Sono un utente anche di altri forum dedicati ai fumetti con un altro nickname.

              Re: La saga di Paperon de' Paperoni
              Risposta #305: Sabato 3 Apr 2010, 17:18:53
              salve a tutti.
              Non sapendo dove fosse il topic di presentazione, ho cercato quello della mia storia disneyiana preferita ed eccomi qua a scrivere il mio primo messaggio. Mi chiamo Vincenzo e ho 16 anni.
              Devo ancora abituarmi ad usare un po' il forum, ma spero di riuscirci in breve tempo. Sono un utente anche di altri forum dedicati ai fumetti con un altro nickname.
              Benvenuto :D
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                Re: La saga di Paperon de' Paperoni
                Risposta #306: Sabato 3 Apr 2010, 17:47:03
                A me è piaciuta molto (possiedo lo speciale numerato D.U.C.K. e il volume della serie oro) sia per il fatto che tutto funziona alla perfezione, la linea temporale non ha nessuna incongruenza, poi per il bellissimo e inconfondibile tratto del maestro don rosa,mio autore preferito, e per la totale differenza tra quest'opera rispetto alle altre, molto più adulta rispetto alle storie che potete trovare sul settimanale nostrano, ricca di momenti commoventi (la morte dei genitori di paperone, la povertà della sua famiglia e la storia di doretta doremi e paperone...chi ha letto cuori dello yukon può capirlo, insomma: il mondo dei paperi di don rosa è ultra realistico, tanto da farvi dimenticare che i protagonisti sono animali, perchè don rosa è riuscito a mescolare vita, morte, amore e persino sesso in un opera semplicemente geniale, che consiglio a tutti di leggere.

                Voi che ne pensate?

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                  Re: La saga di Paperon de' Paperoni
                  Risposta #307: Sabato 3 Apr 2010, 18:35:13
                  Voi che ne pensate?
                  Che amo questa storia.
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                    Re: La saga di Paperon de' Paperoni
                    Risposta #308: Martedì 6 Apr 2010, 23:04:34
                    Io sono particolarmente affezionata alla Saga di Paperone perchè dopo quasi 25 anni di lontananza dalle pubblicazioni Disney ho trovato Paperdinastia in edicola per puro caso e in un impeto di nostalgia ho comprato il volume.
                    Per me è stato riscoprire un mondo pressochè dimenticato, cause di forza maggiore mi hanno allontanato dalle storie di topi e paperi che però hanno lasciato in me una traccia indelebile, visto l'immediato ritorno di fiamma.
                    Con Paperdinastia ho ricominciato da zero la mia collezione e oggi sono su questo forum a condividere i miei pensieri.
                    Ho apprezzato moltissimo le storie che ha creato Don Rosa (mi sono sempre chiesta quanto tempo ci avesse impiegato a inventarle e poi a riprodurle), ha saputo generare una cronologia spettacolare con delle trame incastonate alla perfezione.
                    Ci ho impiegato un pochino ad apprezzare i suoi disegni forse un po' legnosi ma in certe occasioni così espressivi da scoprirmi persa ad osservarli con grande attenzione.
                    La storia di Paperone che, legato alle ciminiere della nave di Soapy Slick, si arrabbia e distrugge tutto per me sarà sempre una pietra miliare, oltre ad avermi fatto ridere per non so quanti minuti mi ha dato una marcia particolare che mi ha permesso di ricominciare la mia vita da un punto che credevo ormai fermo.
                    Grazie Don.
                    Se i Giusti non si oppongono, sono gia' colpevoli.

                      Re: La saga di Paperon de' Paperoni
                      Risposta #309: Mercoledì 7 Apr 2010, 15:57:59
                      Io sono particolarmente affezionata alla Saga di Paperone perchè dopo quasi 25 anni di lontananza dalle pubblicazioni Disney ho trovato Paperdinastia in edicola per puro caso e in un impeto di nostalgia ho comprato il volume.
                      Per me è stato riscoprire un mondo pressochè dimenticato, cause di forza maggiore mi hanno allontanato dalle storie di topi e paperi che però hanno lasciato in me una traccia indelebile, visto l'immediato ritorno di fiamma.
                      Con Paperdinastia ho ricominciato da zero la mia collezione e oggi sono su questo forum a condividere i miei pensieri.
                      Ho apprezzato moltissimo le storie che ha creato Don Rosa (mi sono sempre chiesta quanto tempo ci avesse impiegato a inventarle e poi a riprodurle), ha saputo generare una cronologia spettacolare con delle trame incastonate alla perfezione.
                      Ci ho impiegato un pochino ad apprezzare i suoi disegni forse un po' legnosi ma in certe occasioni così espressivi da scoprirmi persa ad osservarli con grande attenzione.
                      La storia di Paperone che, legato alle ciminiere della nave di Soapy Slick, si arrabbia e distrugge tutto per me sarà sempre una pietra miliare, oltre ad avermi fatto ridere per non so quanti minuti mi ha dato una marcia particolare che mi ha permesso di ricominciare la mia vita da un punto che credevo ormai fermo.
                      Grazie Don.
                      Io se fossi in te lo scriverei direttamente a lui sul suo topic.
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                        Re: La saga di Paperon de' Paperoni
                        Risposta #310: Giovedì 28 Giu 2012, 15:40:52
                        Mi sembrava ingiusto e riduttivo verso questo capolavoro assoluto del fumetto Disneyano un commento “unico”, così ho pensato di commentare la mitica Saga capitolo per capitolo, considerandone ognuno come una storia a sé stante…
                              
                        CAPITOLO PRIMO – L’ULTIMO DEL CLAN DE’ PAPERONI



                        Dopo una simpatica introduzione in cui Paperone, al lettore che si chiede quale sia la sua storia, risponde: “E’ affare mio!”, entriamo subito nel vivo con uno splendido inizio ambientato nelle nebbiose brughiere della Scozia, e più precisamente Colle Fosco, dove si trova quel castello de’ Paperoni già visualizzato da Barks in “Paperino e il segreto del vecchio castello”, e dove il giovanissimo Paperone è istruito dal padre Fergus sulla storia del suo glorioso clan. I riferimenti alle storie di Barks si sprecano: si parla del capostipite, capitano McPaperon (da “Zio Paperone e la cassa di rafano”), del duca Quaquarone e del suo tesoro (sempre dal “segreto del vecchio castello”) e soprattutto della faida contro i Whiskerville (ripresi, con tanto di mastino, da “Il clan di Zio Paperone”); scopriamo poi che il giovane Paperone vive con due sorelle (Ortensia e Matilda), i genitori e lo zio Jake (ripreso da “Paperino e il ventino fatale”) e che guadagna la Numero Uno lustrando scarpe ad uno scavafossi all’età di dieci anni (informazione ricavata dalle storie “Zio Paperone e il disturbatore invisibile” e da “Zio Paperone e la noia da dollaro” di Fallberg e Strobl): significativo il momento in cui Paperone guadagna la monetina e, sapendo che non potrà spenderla perché americana, si ripromette di dimostrarsi “il più duro dei duri e il più furbo dei furbi” per “far quadrare i suoi conti” (e qui il Don si ricollega con "Zio Paperone e la disfida dei dollari"); “mi sa che è l’inizio di qualcosa di grandioso”, pensa il piccolo Paperone e… così sarà. Segue una sequenza molto affascinante con il nostro eroe che, nel castello di famiglia, è “ispirato” dallo spirito dell’avo Quaquarone: parte così per l’America in cerca di fortuna. Simpatiche le gag "di sfondo" sulla piccola Ortensia, e bellissima la tavola finale in cui Paperone, dopo aver ricevuto come portafortuna un orologio d’argento appartenuto all’avo McPaperon (che Rosa ricava da “Zio Paperone e l’orologio dell’eclisse”), parte per l’America chiedendosi se avrà successo, mentre tra le nuvole il Don ritrae le sue future avventure. Ottimi i disegni di Rosa, perfettamente a metà tra il tratto iper-barksiano degli esordi e quello legnoso e iperrealistico che assumerà in seguito. Un’ottima introduzione, direi, ma pur sempre un’introduzione: il bello deve ancora arrivare.

                        CAPITOLO SECONDO – IL SIGNORE DEL MISSISSIPPI



                        “L’America chiamò un giovane scozzese di nome Paperon de’ Paperoni e questi rispose!” Paperone sbarca a Louisville, nel Kentucky (guarda caso, città di Don Rosa), e nel narrare la seconda parte delle sue avventure il Don si rifà soprattutto alla storia “Zio Paperone e la Regina del Cotone”: da qui trae due de personaggi-chiave di questo capitolo. Il primo è Angus “ManiBuche” de’ Paperone, zio di Paperone patito del gioco d’azzardo e proprietario del battello “Ciccio Dollaro”; l’altro è il suo acerrimo nemico Porcello Suinello, del quale avevamo già conosciuto il discendente nella storia di Barks. La storia ruota attorno al recupero (conteso fra ManiBuche e Suinello) del “Drennan White”, battello carico d’oro affondato nel Mississippi. E sarà proprio per battere ManiBuche nel recupero del “Drennan” che Suinello fonderà nientemeno che… la Banda Bassotti, i cui primi componenti sono Capitan Bassotto Cuorenero (il futuro Nonno Bassotto) e i suoi tre figli (tutti e quattro già visti in “Zio Paperone e la gara sul fiume”): storica la scena in cui i Bassotti indossano per la prima volta le mascherine, e geniale la scelta di non mostrarci i loro visi prima di quel momento. Invece i nostri eroi avranno dalla loro parte Cacciavite Pitagorico (anche lui apparso nella “gara sul fiume”), nonno di Archimede e anch’egli inventore. La storia è senz’altro avvincente e appassionante, colma di ottime trovate, memorabile senza dubbio, ma non presenta scene particolarmente epiche o “d’effetto” come gran parte dei capitoli successivi… a parte il pezzo in cui Paperone capisce per la prima volta come nella caccia al tesoro il gusto è tutto nell’avventura più che nel ritrovamento del tesoro stesso (“Non c’è soddisfazione se la fortuna ti casca in mano così!”), che però sarà approfondito meglio in seguito. Da segnalare anche il fatto che PdP cominci a prendere in considerazione l'idea di conservare i suoi soldi in un deposito, poiché questi rappresentano per lui la sua vita e le sue avventure. Ottime le gag, sia verbali (spassoso il tormentone “L’acqua del Mississippi è così fangosa che…”), che visive (il borseggiatore col coltello che deruba prima Paperone e poi Suinello, ManiBuche che “sistema”  gli avventori del saloon che cercano di fregargli le monete dal tavolo di gioco…). Un capitolo sicuramente memorabile, ma certo non uno dei migliori.

                        CAPITOLO TERZO – IL COWBOY DELLE TERRE MALEDETTE



                        Ogni capitolo un nuovo setting: dopo la Scozia e il Mississippi, ci spostiamo nel vecchio West. Il capitolo si apre con Paperone che, scrivendo una lettera ai genitori sul treno, incontra nientemeno che il professor Sentimento Cuorcontento di Sacramento che gli mostra le mitiche uova quadre: Don Rosa voleva omaggiare il capolavoro barksiano “Paperino e il mistero degli Incas”, ma toppa clamorosamente dato che il professore avrebbe dovuto essere morto appena uscito dalla Regione delle Nebbie (chi ha letto la storia se ne ricorderà), ma dato anche che questi non poteva conoscere le galline quadre, poiché queste sarebbero state scoperte solo da Paperino e nipoti molti anni dopo. Comunque, da segnalare che per la prima volta nella Saga Paperone incontra personaggi realmente esistiti, e che personaggi!: Jesse James e la sua banda, Murdo McKenzie e addirittura… il giovane Theodore Roosevelt (anche se si rivelerà essere lui solo nel Capitolo Decimo)! La trama di questo capitolo, memorabile anch’esso ma neanche questo uno dei migliori, vede Paperone, ora conosciuto come Buck, divenire cowboy alle dipendenze di McKenzie e recuperare un prezioso toro rubato da due ladri di bestiame. Fenomenale a tal proposito l’intera sequenza nelle Terre Maledette (riprese tra l’altro dalla storia di Barks “Paperino sceriffo di ValMitraglia”), un susseguirsi di gag paradossali che coinvolgeranno indiani, banditi, dinosauri (ovviamente fossili) e un orso inferocito. Degno di nota anche il finale, in cui Paperone lascia McKenzie per andare in cerca di avventure, illuminato dalle parole di Roosevelt: “Il benessere è più di una pila di contanti! Ciò che conta è la gloria di come li hai conquistati!” Lo ritroveremo a bordo del leggendario veliero “Cutty Sark”, ma questa, come si suol dire, è un’altra storia, che Don Rosa avrebbe narrato diversi anni dopo in “Zio Paperone - Il capitano cowboy del Cutty Sark”…

                        CAPITOLO QUARTO - IL RE DI COPPER HILL



                        Ultimo capitolo “modesto” e poi arrivano i capolavori. Per dare l’avvio a questa nuova avventura del giovane Paperone Don Rosa si ricollega con un aneddoto raccontato da Paperone nella storie di Barks “Zio Paperone e la disfida dei dollari”, e cioè che Paperone, dopo aver comprato un terreno apparentemente improduttivo, vi scopre una ricchissima vena di rame… un attimo prima che, con l’avvento dell’elettricità, si sparga la voce che tale materiale è indispensabile per la fabbricazione di cavi elettrici e scoppi una sorta di “febbre del rame”. Paperone troverà un alleato nel ricco Howard Rockerduck, padre di quello che diventerà il suo acerrimo rivale (curiosamente disegnato da Rosa con fattezze più vicine a quelle "italiane" che non a quelle barksiane) e che qui è già un ragazzino viziato ed antipaticissimo (ma sarà punito!): sarà proprio Howard a scoprire che nella sua proprietà si trova l’inizio della vena di rame su cui è stata costruita la ricchissima miniera di Copper Hill… che perciò diventa sua! Ma solo dopo una concitatissima scena in cui vediamo Paperone contendersi la concessione con una folla di avidi cercatori (bellissima la quadrupla con la rissa!) e mostrarsi nuovamente “il più duro dei duri e il più furbo dei furbi”.  Ancora una volta il Don infarscisce la trama di ottime gag (il gatto che prende la scossa fuori dal saloon, il giudice che legge i romanzi di ManiBuche). Bellissimo poi come Paperone cominci piano piano a rendersi conto di cosa sia la ricchezza, con i suoi pro e i suoi contro (suii cercatori che lo odiano perché è diventato ricco pensa: “Erano miei amici! Ma chi ha più bisogno di loro? Avrò i soldi!”): comincia un processo di “maturazione” che troverà il suo apice nei prossimi capitoli. Ma ora per Paperone è tempo di tornare a Glasgow, dove la sua famiglia è in difficoltà: e nulla sarà più come prima…

                        CAPITOLO QUINTO - IL NUOVO PROPRIETARIO DEL CASTELLO DE' PAPERONI



                        Arrivano i capitoli BELLI. Questo poi è spettacolare. È una notte buia e tempestosa a Colle Fosco e Paperone, tornato in patria, trova ad attenderlo i Whiskerville, più ignobili che mai, seriamente intenzionati a cacciare dalle loro terre di de’ Paperoni, ormai caduti in miseria. Riabbracciata la sua famiglia (nella quale troviamo un’Ortensia stranamente cresciuta un po’ troppo rispetto al tempo effettivamente passato), Paperone spende tutti suoi averi per pagare le tasse del castello di famiglia (da notare che sull’assegno campeggia la firma di Carl Barks!), ma i Whiskerville non ci stanno e il nostro eroe è costretto a sfidare a duello uno di loro… ma non è solo: ad aiutarlo c’è lo spirito del duca Quaquarone, l’antenato che più di tutti crede in lui e che l’aveva ispirato nel primo capitolo. Nonostante tutto, inaspettatamente, Paperone ha la peggio e… muore? Incredibile, ma così pare: giunto nel Paradiso dei de’ Paperoni, si trova davanti i suoi antenati (tutti tratti da storie di Barks, come “il segreto del vecchio castello”, “la cassa di rafano” e “il tesoro della regina”)in una delle scene più memorabili e significative di tutta la Saga. Sarà proprio Quaquarone, dopo aver letto sul libro dei de’ Paperoni il destino di PdP, a convincere gli avi a dargli una seconda possibilità… ma solo a patto che Paperone, per rendere onore al clan, diventi “il più spilorcio miserabile strizzarape avaro tirchioso della Terra”! Ovviamente tutto si conclude per il meglio: bellissima in tal senso la tavola finale, in cui Paperone, osservando l’arcobaleno dopo il temporale, decide di ripartire per cercare simbolicamente la pentola d’oro alla sua estremità. “E’ un bellissimo presagio: diventerò un cercatore d’oro! E se non lo troverò, non mi darò mai per vinto: c’è sempre un altro arcobaleno!” Applausi a scena aperta.

                        CAPITOLO SESTO - IL TERRORE DEL TRANSVAAL



                        Ripartito in cerca d’oro (e d’avventure), Paperone arriva in Sudafrica, nel Transvaal. Qui incontrerà per la prima volta, senza tuttavia sapere di chi si tratti, quello che molti anni dopo diventerà uno dei suoi peggiori rivali: Cuordipietra Famedoro. Paperone lo incontra legato a un bufalo inferocito (punizione per i ladri di diamanti), gli salva la vita e, fidandosi di lui, lo prenda come socio… ma nella notte questi lo deruba e se ne va, abbandonandolo nella savana. E qui arriva il bello: la scena di Paperone infuriato come una bestia che sistema, una ad una, tutte le belve della savana, è fenomenale, così come è da antologia la vignetta quadrupla in cui il suo scatto d’ira terrorizza tutti gli animali (tra cui una iena che perde le macchie e un elefante con un topolino spiaccicato sotto la zampa: le solite, esilaranti finezze donrosiane). Memorabile anche PdP che entra in città a cavallo di un feroce leone, e soprattutto lo scontro tra Paperone e Famedoro: “Furfanti di più nobile stirpe di te mi hanno reso cauto, ingegnoso e litigioso ma tu… tu mi hai fatto arrabbiare!” Cuordipietra avrà quello che si merita, ma il suo scontro con PdP non finirà certo qui… Paperone non riuscirà però a ricavare nulla in Africa, e perciò riparte per nuove avventure: prossima tappa, Pizen Bluff, in Arizona… ma questo il Don ce lo racconterà solo alcuni anni dopo in “Zio Paperone - Il vigilante di Pizen Bluff".
                        « Ultima modifica: Martedì 3 Lug 2012, 14:17:50 da Testaquadramento »

                        "Se mettessimo in fila tutti i bulloni prodotti negli USA dal 1937 ad oggi, otterremmo una fila di bulloni molto ma molto lunga." (Enigmi Paperi)

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                          Re: La saga di Paperon de' Paperoni
                          Risposta #311: Giovedì 28 Giu 2012, 15:53:05
                          Dubbio mio: in una scena del Capitolo Primo si vede il giovane Paperone che vende torba ai ricconi ("L'elite usa la torba per riscaldarsi!"), e mi sovviene una storia di Barks in cui PdP fa riferimento a questa sua attività giovanile (qualcosa del tipo "quando da giovane vendevo torba ai ricchi...")... ma non riesco a ricordarmi di che storia si tratti: qualcuno se la ricorda?

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                          PolliceSu
                            Re: La saga di Paperon de' Paperoni
                            Risposta #312: Giovedì 28 Giu 2012, 22:34:42
                            Dubbio mio: in una scena del Capitolo Primo si vede il giovane Paperone che vende torba ai ricconi ("L'elite usa la torba per riscaldarsi!"), e mi sovviene una storia di Barks in cui PdP fa riferimento a questa sua attività giovanile (qualcosa del tipo "quando da giovane vendevo torba ai ricchi...")... ma non riesco a ricordarmi di che storia si tratti: qualcuno se la ricorda?
                            Sicuro del riferimento proprio alla torba? Nel primo capitolo della Saga, nella vignetta immediatamente precedente a quella della torba, il giovane Paperone vende legna ai ricchi (prima dell'upgrade verso la torba, appunto). Nella barksiana Zio Paperone e il re del fiume d'oro Paperone ricorda proprio la sua attività di venditore di legna ai ricchi quando era un ragazzino, come ricorda anche la ristampa della Saga sul volume Paperdinastia ;)

                              Re: La saga di Paperon de' Paperoni
                              Risposta #313: Venerdì 29 Giu 2012, 10:26:49
                              Bel lavoro testaquadramento!! Continua così,ci mancava una recensione capitolo per capitolo! incredibile coincidenza proprio questo mese sto leggendo(dopo aver recuperato con molta fatica anche i capitoli extra) tutta la saga di paperone ed è MERAVIGLIOSA! sono arrivata al capitolo ottavo! ;D

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                              Testaquadramento
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                                Re: La saga di Paperon de' Paperoni
                                Risposta #314: Martedì 3 Lug 2012, 14:21:42
                                CAPITOLO SETTIMO - IL LEGGENDARIO PAPERO DEL DESERTO D'AUSTRALIA



                                Dopo un periodo passato a Pizen Bluff, che Rosa salta a piè pari (già Barks ci aveva raccontato qualcosa a riguardo in "Zio Paperone e la miniera fantasma", e lo stesso Don ritornerà sull’argomento in “Zio Paperone – Il vigilante di Pizen Bluff”), troviamo l’ormai trentenne Paperone a cercare oro in Australia, e per la precisione a Kalgoorlie. Qui, il nostro eroe salva la vita al vecchio sciamano Jabiro Kapirgi, che lo conduce alla Sacra Caverna del Sogno di Bindagbindag, piena di dipinti rupestri dal significato misterioso, nella quale trova un enorme opale, che dovrà difendere da un bandito. Alla fine dell’avventura, Paperone scoprirà che nelle pitture della caverna si cela il suo destino, e ispirato da esse partirà per il Klondike. Altro capitolo stupendo, anche solo per l’inusuale e attraente ambientazione australiana e l’affascinante atmosfera “mistica” che lo pervade.  Bellissima tutta la scena ambientata nella Caverna, così come quella in cui Paperone, dinanzi alla prospettiva di impadronirsi del sacro opale, si trova combattuto per la prima (e non certo ultima) volta tra la brama di ricchezza e gli ideali di lealtà e onore ai quali vorrebbe rimanere fedele: alla fine prevarranno questi ultimi, e Paperone sarà premiato. Degna di nota anche l’inondazione, con vignette spettacolari che Rosa infarcisce delle sue tipiche finezze (tra i canguri in fuga notiamo anche un elefante e un dinosauro!). Affascinante il personaggio del vecchio sciamano, il cui ruolo sarà fondamentale per il futuro di Paperone: sarà lui a ispirare Paperone e a farlo partire per il Klondike… e il seguito lo conosciamo. E attenzione perché il prossimo capitolo sarà il capolavoro assoluto della Saga.

                                CAPITOLO OTTAVO - L'ARGONAUTA DEL FOSSO DELL'AGONIA BIANCA



                                Il periodo in cui Paperone si arricchisce partecipando alla corsa all'oro del Klondike è sicuramente, parlando della giovinezza dello Zione, quello che più ha ispirato gli autori disneyani di ogni generazione, che hanno contribuito, ognuno a modo suo, a definire nell'immaginario collettivo l'epopea canadese del Vecchio Cilindro (uno su tutti, Guido Martina, che addirittura sosteneva che Paperone fosse nato nel Klondike). Naturale quindi che il capitolo della Saga dedicato a questo argomento sia quello che più ispiri Don Rosa, spingendolo a partorire l'episodio più bello in assoluto della sua opera monumentale. Capolavoro assoluto del fumetto disneyano e uno dei punti più alti dell'intera opera del maestro del Kentucky, il capitolo è costruito sulle basi poste da due memorabili storie barksiane: "Zio Paperone e la Stella del Polo" e "Zio Paperone nel nord dello Yukon". Se dalla prima il Don ricava la splendida ambientazione della Valle dell'Agonia Bianca (e, ovviamente, l'immancabile Doretta Doremì), dalla seconda riprende il personaggio del subdolo Soapy Slick, il classico cattivo barksiano dalla faccia di porcello. La trama vede Paperone scoprire un ricchissimo filone d'oro nella Valle dell'Agonia Bianca e venire truffato da Slick, al quale la farà pagare amaramente. Paperone è caratterizzato divinamente: per dirla con le parole classiche, "il più duro dei duri e il più furbo dei furbi", un Paperone veramente "tosto" e temibile, insolito ma spettacolare. Incredibile poi come Don si sia divertito a infarcire l'episodio di scene epiche, spettacolari e profonde: una su tutte quella, impossibile da dimenticare, in cui Paperone, prigioniero sul battello di Slick e deriso dai suoi complici, viene a sapere della morte della madre, si infuria e spacca tutto (con le memorabili didascalie in stile epico del Don), uno dei punti più alti mai raggiunti dal fumetto Disney in generale; e se non bastasse, subito dopo, da pelle d'oca la sequenza in cui Paperone, un attimo prima di trovare la famosa pepita Uovo d'Oca che gli cambierà la vita, riflette sul vero significato della ricchezza ("L'aria fresca avrà un profumo migliore? I giorni di sole saranno più luminosi? Le notti stellate nasconderanno altri segreti? O perderò tutto questo? Ma io davvero voglio essere... ricco?). Applausi a scena aperta e tanto di cappello al Don. Prima di concludere, da notare poi come Rosa scelga di non toccare l'argomento "Doretta Doremì" (probabilmente per non mettere troppa carne al fuoco, difficile da gestire), al quale sembra essere molto legato: avrà luogo di approfondire a dovere il suo controverso rapporto con Paperone prima nel capolavoro "Zio Paperone in Cuori dello Yukon" e poi nella non troppo riuscita "Zio Paperone - La prigioniera del Fosso dell'Agonia Bianca". Ma questa è un'altra storia: tornando a noi, è tempo per Paperone di tornare a casa trionfatore...

                                CAPITOLO NONO - IL MILIARDARIO DI COLLE FOSCO



                                Altro capitolo fondamentale, anzitutto perché mostra i primi approcci di Paperone con la ricchezza. L'epopea del Klondike è finita e ha reso il nostro eroe miliardario: è tempo perciò di tornare a casa, dopo ventidue anni in giro per il mondo... ma l'accoglienza non sarà certo trionfale come si aspettava. Per essersi arricchito, Paperone si trova odiato e malvisto dalla sua gente (in sintonia con quante accadeva nel Capitolo Quarto con gli amici cercatori) e riconciliarsi con loro sarà praticamente impossibile: di nessun aiuto è la partecipazione ai Giochi delle Highlands, nei quali Paperone farà una magrissima figura e concluderà di "non appartenere più a questa terra". Si trasferirà perciò con le sorelle in un terreno acquistato da un certo Casey Coot (nipote del celebre Cornelius Coot) nel Calisota, in "un piccolo insediamento chiamato Paperopoli". Tra le altre cose notiamo che Paperone "compra" in questo capitolo la sua storica palandrana (informazione che Rosa trae da "Zio Paperone e il vello d'oro" di Barks) e che ci viene mostrata una versione infantile di Piva, già visualizzato da Barks (o, perlomeno, un suo sosia/bandito) in "Paperino e il segreto del vecchio castello" come custode del castello de' Paperoni. L'episodio è assolutamente memorabile, sia per la parte dei Giochi delle Highlands (piccoli capolavori di umorismo in cui Don Rosa si diverte a mettere in ridicolo il suo eroe sfoderando la sua fenomenale vena comica), sia soprattutto per due scene veramente da pelle d'oca, che solo Rosa poteva inserire in una sua storia: la stupenda vignettona muta con Paperone al tramonto in piedi davanti alla tomba della madre (senza parole, per me una delle scene che da sole valgono tutta la Saga) e la morte del padre, narrata in modo garbato e molto poetico (giuro che mi è venuta la lacrimuccia!). Splendide le ultimissime vignette: la prima con i raggi dell'alba che illuminano il letto di morte di Fergus de' Paperoni e la seconda con Paperone che si lascia le spalle il castello di famiglia, proiettato verso un nuovo futuro. Poco da dire: grazie, Don.

                                (to be continued...)
                                « Ultima modifica: Venerdì 3 Ago 2012, 18:50:49 da Testaquadramento »

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