Doppio ritorno, sulle pagine di Topolino 3515: quello di Casty come autore completo, dopo un'astinenza che dura da dicembre 2020; ma soprattutto, dopo sedici anni di attesa, ritorna ad insidiare la quotidianità di Mickey uno degli antagonisti più imprevedibili, inquietanti ed affascinanti che il Topo si sia mai ritrovato ad affrontare: il Magnifico Vito Doppioscherzo. La genesi di questo personagio risale all'ormai lontano 2004, quando un allora pressochè esordiente Casty gli fa calcare il palcoscenico del mondo topolinese per la prima volta in "Topolino e il magnifico Doppioscherzo". E si tratta di un debutto da prim'attore: un avversario temibile, con una vena di lucida follia, spinto più che dalla fame di ricchezze dal desiderio di vendetta nei confronti di Topolino. Casty ci propone un villain completamente inedito, miscelando e amalgamando con abilità suggestioni tratte da storie classiche: il pensiero corre immediatamente al Terribile Giocattolaio di Siegel, ma anche ai giocattoli assassini di Big Ben ne "Topolino e l'orfanello riformato". mentre le rime onnipresenti richiamano quelle della Spia Poeta, dalla celeberrima avventura di Walsh-Gottfredson.
Ma ritorniamo a Doppioscherzo: l'avevamo lasciato, regredito a uno stadio primitivo, ma memore del suo desiderio di vendetta, al termine di "Topolino e la neve spazzastoria"; lo ritroviamo questa settimana, nera ombra fuggevole e minacciosa, che incombe sui protagonisti fin dalla quadrupla iniziale di "Topolino e l'ipotetico Doppioscherzo".
Storia eccezionale, bellissima e inquietante: apprezzo moltissimo la maniera in cui Casty sa insinuare abilmente la tensione in situazioni apparentemente quotidiane e normali, procedendo poi in un crescendo di suspence,che culmina nelle scene spettrali ad Acapulco, nella tempesta e soprattutto nella surreale e onirica sequenza finale a Topolinia. La vicenda si ispira chiaramente a fumetti o a film come Inception, declinando il tema onirico in maniera coinvolgente e riuscitissima, sia sul piano grafico sia su quello narrativo. Mi hanno inoltre colpito le ottime interazioni tra i personaggi, delineati in maniera tridimensionale e con una personalità viva e sfaccettata. Voi cosa ne pensate di questa storia?
Per rispondere a un dubbio dell'Avvocato propongo una mia ipotesi:
idato che nello mnemorama la mente dell'individuo si estrania completamente dal corpo, mi aspetto cessino, o quantomeno si riducano al minimo, le necessità vitali e le funzioni del corpo, un po' come accade nel processo di ibernazione di molti film di fantascienza.