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« il: Venerdì 4 Ott 2013, 00:37:10 »
La nuova costa non dispiace nemmeno a me. In particolare ho apprezzato il contorno nero che rende molto più estetico il logo. Tuttavia qualche modifica l'avrei fatta: innanzitutto avrei lasciato la scritta "Disney" dov'era, non vedo il motivo di spostarla. Inoltre avrei del tutto rimosso la testa del topo, sostituita dal marchio Panini. D'altronde, se ben ricordo, la testa di Topolino prese il posto della A della Mondadori quando il giornale passò alla Disney, quindi ritengo che con questo nuovo passaggio di consegne sarebbe tranquillamente bastato il solo logo Panini.
Passando alle storie, almeno le due che ho letto finora...
Unknown se devo essere sincero non mi è piaciuta più di tanto. Ok, apprezzabili i rimandi all'attualità e il tipico tono adulto della serie, ma l'ho trovata un po' troppo populista, con gli attivisti buoni / pacifisti / ecologisti e le banche cattive / criminali / corrotte. Addirittura nel finale i furti milionari vengono coperti dai "buoni" solo perchè destinati ad associazioni ambientaliste... Insomma, troppo in stile "Siamo laggente, il potere ci temono" per i miei gusti. Anche dal punto di vista narrativo il finale è stato fin troppo telefonato. La roba di Paperino che va a lavarsi le mani si fa sgamare subito come un espediente messo lì per dargli modo di scoprire la verità, altrimenti sarebbe stato un passaggio talmente insignificante che non sarebbe stato di certo rappresentato. Ma quel che è peggio è il modo in cui DD la scopre la verità: un foglietto sporgente, un deus ex machina della peggior specie... Però dai, alla fine almeno una sufficienza gliela do. Alcuni disegni da rivedere, come la penultima vignetta di pag. 14 con una Kay-K troppo alta o un DD troppo nano...
Andiamo al cinema: il B-Movie invece mi ha deluso su tutta la linea. Questo perchè sono io un grande appassionato di B-Movies e mi aspettavo tutta una serie di rimandi a quei film degli anni '70 e '80, soprattutto considerate le recenti citazioni (da PaPierino Paperotto a Tomas Milian a Bud e Terence). Invece il tutto si è ridotto a una parodia dei film di fantascienza americani, giocando poi sempre sullo stesso argomento (la mancanza di budget) e spesso non cogliendone neanche gli aspetti più caratteristici.
Mi dispiace aver dovuto criticare così due storie di Bosco, che invece apprezzo molto, ma per questo numero è andata così... Sicuramente si rifarà molto presto...