Altra cosa il recente libro-intervista su Cavazzano pubblicato Bonelli.
Altra cosa nel senso che quel libro è incentrato su Giorgio Cavazzano non solo come autore ma anche come persona, con capitoli interi sulla sua vita privata: infanzia, adolescenza, viaggi, amicizie, amori, moglie, figli... cosa che francamente mi ha interessato poco...
Io invece trovo che conoscere alcune traversie personali di chi si racconta sia utile per entrare in sintonia.
Un'empatia reale indotta da vicende in cui ci si può anche riconoscere, mentre ho trovato forzosa la ricerca di "essere empatica e simpatica" a tutti i costi messa in essere dalla De Poli utilizzando un modo di esprimersi a metà tra il prescolare e il "bimbaminkia-style" che sarebbe fastidioso anche se utilizzato da una quindicenne.
E poi la retorica del "dal primo lucidalabbra alla poltrona da direttore" e mille altre sfumature mi hanno reso il personaggio francamente indigesto.
Il vizio (tipico dei "direttori" di qualcosa) di non rispondere alle email e di negare un incontro perché (falsamente) "in riunione" esibito con un po' di autocompiacimento subito fatto seguire da un "non si dovrebbe fare" assolutorio.
E noi sappiamo che uno di quegli incontri negati sarebbe stato con Bruno Concina trattato con nessun riguardo, neppure con quell'educazione formale che (almeno quella) si sarebbe meritata.
Ma a certi rompipalle sul cui talento si sono fatti fatturati da capogiro quando chiedono qualche spiegazione è meglio rispondere che si è in riunione e non farsi più sentire.
Eh....lo so...non si dovrebbe fare....però dài Vale anche ai piumati con i piedi palmati può capitare di fare cose che non si dovrebbero fare...Pollice in giù a lei e al suo libro, almeno per quel che mi riguarda.