Logo PaperseraPapersera.net

×
Pagina iniziale
Edicola
Showcase
Calendario
Topolino settimanale
Hot topics
Post non letti
Post nuovi dall'ultima visita
Risposte a topic cui hai partecipato

Visualizza post

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i post inviati da questo utente. N.B: puoi vedere solo i post relativi alle aree dove hai l'accesso.


Topics - Special Mongo

Pagine:  1  2 [3]
31
Le altre discussioni / Problema Classici di Walt Disney n. 2
« il: Lunedì 13 Feb 2017, 12:31:13 »
Buongiorno. Mi si è presentato un bel problema. Il numero 2 dei Classici di Walt Disney ho avuto modo di vederlo in una sua riedizione del 1960, e l'indice non combacia con quello presente in Inducks (che peraltro risulta dichiaratamente incompleto): https://coa.inducks.org/issue.php?c=it/CWD+++2
All'interno di questa "prima ristampa", infatti, vi sono in più un paio di tavole autoconclusive e addirittura, in chiusura, la storia "Paperino e la lotteria del pianoforte" di Jack Bradbury. Ora vorrei capire: l'indice arricchito che ho avuto modo di vedere, è lo stesso della primissima edizione del 1958? Perché se è così posso procedere tranquillamente alla correzione dell'indice originario.

32
Le altre discussioni / Ristampare Topolino "libretto" 1954-1965
« il: Lunedì 17 Mag 2010, 14:04:49 »
Questo non è un topic legato alle recenti ristampe allegate all'allegato del Corriere della Sera.
E' un topic in cui principalmente raccogliere le opinioni su un'eventuale inziativa del genere; poiché, come saprete, quello che stanno facendo recentemente, e che hanno fatto in passato, non è "ristampare Topolino libretto", dato che la Disney come massimo si sta fermando al numero 38, e questo grazie all'utilizzo di impianti che non sono di certo gli originali. Dunque, una fatica "minima", da parte della Disney Italia.
In passato, il grande Pichierri era arrivato fino al numero 80, e quindi c'è da rimpiangere per il fatto che non sia andato oltre, probabilmente non per volontà; quando i TL meriterebbero una ristampa almeno fino al 1965, ma se vogliamo, le ristampe doverose sarebbero quelle di tutti i numeri fino al 1959.
Apro questo topic principalmente per fare una domanda agli esperti, magari Alle o New_Amz sapranno darne un'opinione: come mai in altri Paesi europei le ristampe dei propri "pezzi forti" sono diffuse e regolari, anche Paesi in cui la produzione locale non arriva ai livelli di quella italiana? Nel mucchio, cito l'Olanda, che ha ristampato tutti i Donald Duck dal 1952 al 1959 (l'epoca d'oro, insomma), più il Festnummer del 1955 (anche se nella pratica non sono anastatiche ma sono dei volumi tipo i nostri Top, che probabilmente hanno un alto prezzo); la Germania (ha realizzato anch'essa dei volumoni in cui raccoglie i Micky Maus degli anni '50), che ha addirittura avviato, ai tempi, 2 serie: una più economica che è la Micky Maus Die Fruhen Jahre e un'altra decisamente più costosa che è la Micky Maus Reprint Kassette che ha persino incluso alcuni volumi Disney tedeschi dell'Anteguerra (non sia mai che qui in Italia ristampino gli Almanacco Topolino Anteguerra! Troppo comodo che solo gli studiosi possano permetterseli); persino la Svezia; ma soprattutto la Danimarca, che ha iniziato a ristampare i gloriosi Anders And & CO. nel 1999, partendo dai primi numeri del 1948 ed è arrivata, a tutt'oggi (ma sta continuando) al 1963, che non è certo un anno "Vintage", quindi gli albi sarebbero più facilmente reperibili, eppure anche il 1963 è stato incluso nelle ristampe! Ed è importante perché presenta le prime storie prodotte in Danimarca coi personaggi Disney, e mai ristampate nei decenni da nessun'altra parte! In ogni caso, mi pare che anche in questo caso si tratti di volumi molto costosi (purtroppo difficilmente reperibili dall'Italia), ma almeno la cosa si è fatta!
In sintesi, io mi chiedo come mai in Italia (ma volendo anche, stranamente, la Francia, che è sulla cresta dell'onda, non ha ristampato i suoi Journal de Mickey, e neanche gli Stati Uniti i suoi WDC o OS o US), in cui il TL è così importante, non ha goduto di ristampe anastatiche almeno fino al 1959. E' una cosa che ci servirebbe molto, vista la manomissione subita dalle storie nelle successive ristampe, ma non è solo per questo.
Quindi, è una domanda rivolta un po' a tutti gli esperti, e anche un modo per gettare uno sguardo su come si sono comportati gli altri Paesi con una faccenda del genere. Sperando (vanamente) che le mie parole convincano la Disney Italia ad avviarsi verso un'iniziativa del genere.

33
Scusate, ho cercato tutto il pomeriggio ma non ho trovato un topic simile, nè ho trovato un post cui accodarmi per formulare la mia domanda.
Quello che vorrei chiedere é: esistono ancora pubblicazioni Disney esclusivamente da fumetteria/libreria? Come ai vecchi tempi?
Negli ultimi tempi informo che non ho trovato niente del genere nelle librerie e neanche nelle fumetterie: brulicano soprattutto di manga (parlo di Palermo).
3-4 anni fa, solamente mi sono imbattuto, alla Feltrinelli (ai tempi era Ricordi) nelle edizioni più colorate di albi come questo (in particolare, nell'edizione per libreria lo sfondo della copertina era blu).
Ma in fondo, albi come questi non possono mica considerarsi chissà cosa, e poi quello che chiedo io è appunto se esistono ancora pubblicazioni esclusivamente da libreria/fumetteria, come i gloriosi Gertie Daily, Special Mongo e New Comics Now, insomma materiale per collezionisti e fan duri e puri.
Forse gli ultimi esemplari di questa specie furono questi: http://coa.inducks.org/publication.php?c=it%2FBURF : ma qualcuno può confermarmelo?
Adesso esiste ancora qualcosa del genere, del tipo che ho citato?
Fatemi sapere.

34
Le altre discussioni / Discrepanza fra Idea/Scen. e Cosa Concreta/Dis.
« il: Domenica 11 Ott 2009, 21:10:52 »
Scusate se disturbo aprendo un topic di cui magari l'argomento non può interessare o può risultare infantile, ma vi assicuro che almeno per me non lo è: forse però non riuscirò a trasmettere l'importanza della faccenda, ma almeno ci provo.
Innanzitutto fino ad oggi non sapevo di poter aprire un topic, poiché credevo erroneamente che i Bassotti non potessero farlo.
So che questo è un luogo particolare in cui discutiamo di ciò che sentiamo dentro riguardo al fumetto Disney: ebbene, io vorrei parlarvi di un "problema" col quale sono venuto a contatto ultimamente. Certo, è un problema che molti tengono sottogamba, ma a me ha causato dei fastidi e mi ha spronato alla riflessione.
Nella vita, oltre ad alcuni compiti e lavori che mi ritrovo a dover fare, come passione ho quello di critico di Fumetti Disney (per ora non vi dico altro, tanto non è questo l'importante), e tutti i critici sono sensibili ai problemi che mi sono posto io, quindi spero di trovare comprensione.
Il problema l'ho riscontrato in storie come, ad esempio, Paperino e i drammi del sottosuolo e Paperino e la "pesca" del tacchino, non me ne vogliate: 2 delle migliore storie della sterminata cronologia di Rodolfo Cimino (quanto lo apprezzi lo avete constatato nell'unico post che ho scritto nel suo topic).
Dopo tanto tempo che faccio analisi accurate del Fumetto Disney, ho analizzato queste storie come di consueto e ho constatato che nella sceneggiatura raggiungono livelli altissimi e spesso ineguagliati. Ora, il problema sorge a questo livello: soffermandosi sui disegni e non sulla sceneggiatura, mi ritrovo inconsciamente a dover ridimensionare le storie. Mi spiego: è come se le 2 storie non raggiungessero il capolavoro solo perché i disegni - che magari non sono all'altezza delle linee guida dell'autore - fanno sì che la storia vada tenuta, se non sul piedistallo, un gradino in meno. Ho lottato con questo problema per tanto tempo (mi reputerete uno stupido ;D   ), ma non ho fatto a meno di pensare che il disegnatore italiano più maturo era ai tempi Romano Scarpa, e che se le 2 storie fossero state disegnate da Romano Scarpa non avrei mancato di introdurle senza indugio nel mio personale libro d'oro del fumetto Disney (forse un giorno vi parlerò di questo libro, che è concreto). Non fraintendetemi: non sto dicendo che i disegni di Bordini sono scarsi, anzi: forse è l'unico autore che mi trasmette ad alti livelli quell'aura intimista e familiare che ritrovo nelle antiche storie, un'aura di autenticità. Ma è proprio questo il problema: dovendomi basare sull'oggettività e analizzando "criticamente" le sceneggiature di Cimino - ma anche di altri autori, le 2 storie in questione sono solo un esempio - ho compreso come forse Bordini - a cui nulla tolgo! - magari ha interpretato col suo stile personale (dunque a suo modo!) la sceneggiatura che Cimino sicuramente avrebbe riconosciuto pienamente come sua se fosse stata disegnata da Scarpa, che avrebbe dato l'impatto epico giusto alla storia senza un eccessivo stile sommesso che invece usa Bordini (e che io adoro!, tra parentesi): devo aggiungere che Cimino, da qualche parte, diceva che proprio Scarpa era il miglior interprete delle sue sceneggiature!
A questo punto, il succo del discorso è che vorrei invitare molti di voi a fare dell'autocoscienza (come la faccio sempre io in questi casi): ovviamente non si tratta di problemi così gravi, ma sono cose con cui bisogna necessariamente fare i conti quando ci mettiamo seriamente ad analizzare un'opera d'arte, e chi non lo fa per me non apprezzerà molte cose fra le tante con cui entrerà in contatto: nel tempo, negli anni, abbiamo veramente dato agli autori quel che è degli autori, o ci siamo fatti condizionare dalla discrepanza tra sceneggiatura astratta e linea concreta?? E questa discrepanza esiste? E' colmabile? Come ci siamo comportati con essa?
Come facciamo a giudicare una sceneggiatura a prescindere dai disegni?
Il mio è forse un problema eccessivamente filosofico ;D   , ma vi assicuro che non è da niubbo, perché nasce da anni di studi sul fumetto Disney e di passione, e non è il solito discorso "Perego ha rovinato quella storia coi suoi disegni" (frase odiosa perché Perego è un grande disegnatore), ma è molto più profondo: voglio appunto trasmettere: abbiamo veramente capito l'arte che ci sta davanti? e come fanno a combaciare idea e azione?.
Per esempio (un esempio banale), se le storie di Scarpa come L'Unghia di Kalì fossero state disegnate da Perego, molti di voi sicuramente le avrebbero fatte scendere di qualche gradino: e, se fosse stato così, la reputereste una cosa giusta dare dei giudizi così affrettati?  
Mi piacerebbe sapere se qualcun altro di voi ha vissuto problemi così filosofici o se l'unico stupido sono io (forse sì :-/  ), ma almeno ho voluto sfogarmi (perché per me è stato un problema non da niubbi) per questi dubbi che mi attanagliavano (in definitiva sono problemi che vivo solo quando mi metto ad analizzare un'opera d'arte): mi rendo conto che non è l'orario giusto, dato che molti sono intenti a cenare ::)  .
Forse, però, è un problema che non ammette una risposta, perché troppo vasto filosoficamente, ed insolubile; forse l'argomento più filosofico che il Papersera possa aver conosciuto (ma non me ne prendo il vanto: è un problema che nasce da sé, non l'ho creato io).
Se è un topic troppo stupido, do' assoluta carta bianca ai moderatori: che spostino questo post in qualunque sezione adatta e che chiudano il topic.
L'ho aperto perché non sapevo se ci fossero topic similari.
Grazie in ogni caso di degnarmi di una minima attenzione ;)  .

35
Commenti sugli autori / Pier Carpi
« il: Venerdì 12 Feb 2016, 17:11:47 »
Con fumetti erotici e neri (spesso i 2 generi si univano), Pier Carpi ed Ennio Missaglia - anche autori disneyani, in passato - negli anni '70 lavoravano insieme.
I fumetti sexy di Ennio Missaglia erano veramente malati e trashissimi (anzi, se Andrea87 ritrova quel link che mi aveva mandato qualche tempo fa per dare agli utenti una squallida idea...).
Come accennato dallo stesso Andrea87, sì, almeno il "silente" disneyano Pier Carpi era un occultista ed esoterista, nonché iscritto alla P2. Pubblico qui un video in cui l'autore è intervistato da Enzo Biagi circa il suo nome incluso nella lista della P2 e la sua amicizia con Licio Gelli.

[media]https://www.youtube.com/watch?v=qZLfEyA8Quw[/media]

36
Cinema, musica e letteratura / [Serie TV]Ash Vs. Evil Dead (2015-)
« il: Mercoledì 6 Gen 2016, 13:38:43 »
Dato che ha da sempre avuto a che fare col cartoon, questa non può mancare in questo forum.

La serie tv più attesa della Storia [semi-cit.] spiazza i fan posizionandosi tra le migliori del 2015 e secondo molti la migliore horror (hanno pure detto action) mai creata. I fan sfegatati (magari anche i più sempliciotti) erano pronti ad ammettere che la serie “avrebbe spaccato” appena dopo la visione del pilot, e hanno avuto ragione contro le aspettative di quelli come il sottoscritto (che si aspettavano niente di diverso da quello che si aspettavano, cioè un prodotto che avrebbe sufficientemente accontentato i fan delusi dal pomposo remake del 2013, con ammiccamenti vari). Certo, sin dall’episodio pilota – l’unico finora diretto personalmente dal creatore dei personaggi Sam Raimi – si notava che qualcosa di nuovo nel panorama delle serie tv era prepotentemente sorto: il bilanciamento perfetto tra ironia iconoclasta e horror, tra umorismo e dramma, tra cartoon e splatter, e lo spettatore non può mai dire “prima si rideva, ora si sta seri” o “prima c’era un elemento cartoonesco e adesso c’è la scena sanguinolenta quindi inorridiamoci", perché una cosa non comincia quando l’altra finisce (e l’altra quando finisce?). A ben guardare, questa è stata una novità nel campo delle serie tv, ma avrà spiazzato la frangia più pigra (cioè scarsa ricercatrice di nuovi stimoli) del fandom delle serie tv, poiché nel mondo del cinema questo perfetto amalgama si era già raggiunto, e da tempo: vedi Un lupo mannaro americano a Londra (1981) di John Landis (ah! Perché tutti lo ricordano solo per Una poltrona per due?), Re-Animator di Stuart Gordon (1985), e – per entrare nello specifico – con La Casa 2 (1987) di Sam Raimi, il secondo capitolo della saga di Evil Dead.
Venendo alla serie di recente uscita, si è riusciti a mantenere il tono del primo episodio (nonostante il continuo cambio di registi) e addirittura si è raggiunta un’escalation con l’apoteosi apocalittica dell’ultimissimo episodio appena trasmesso, il 10, che lascia a sorpresa sulla bocca un sorriso amaro (ma pur sempre un sorriso).
Ash vs. Evil Dead è un prodotto adulto (“Non ci sono zombi per fighette come in Walking Dead!” proclamò tra l’altro scherzosamente Bruce Campbell in anteprima) per gente con notevole senso dell’umorismo.
Nel primo La Casa (1982), lo scopo era quello della distruzione sadica di tutto e tutti in un parossistico (e nella seconda metà del film già cartoonesco) bagno di sangue; con La Casa 2 il terrore elementare ma efficace del primo, casereccio capitolo cade a favore di un’ironia che permea ogni cosa, facendo apparire il Male quasi come una forza gioconda anche se terribile, e chi ne cade preda dei grossi scemi, ma quasi incidentalmente viene toccato l’importante tema della circolarità senza scampo dell’universo, grazie alla beffarda rivelazione del destino dell’uomo comune Ash; L’Armata delle Tenebre, be’, Raimi ha ammesso che è un’evoluzione fuori dal personaggio (ricordiamo che Ash de La Casa 2 è al 10° posto nella lista dei migliori personaggi del cinema horror della rivista Empire), ma ha il suo stuolo di fan per la comicità esagerata e volutamente scema: la lezione cinematografica compie qui un passo indietro, perché effettivamente si privilegia la componente comica e quindi non c’è un bilanciamento dei registri; inoltre la comicità è spesso di grana grossa (a parte la comicissima scena della formula magica dimenticata) e programmatica; dà troppo l’impressione dell’abile regista che vuole fare lo scemo.
La serie tv Ash Vs. Evil Dead prende lo splatter del primo film e l’Ash del terzo. Quindi si sono ritenuti in obbligo di allacciarsi idealmente più al secondo capitolo della serie, La Casa 2, il più cinematograficamente originale di tutti. Bruce Campbell ha ammesso che sarà sempre il suo preferito, e il tributo a questo capolavoro viene esplicato mostrandone molte sequenze (da notare che in ottemperanza alle regole di Evil Dead, anche qui la fidanzata Linda è interpretata da un’altra attrice [è spoiler?]). L’Armata delle Tenebre non viene però direttamente citato essenzialmente perché appartiene alla Universal (alla Dynamite le continuazioni a fumetti) e non si hanno i diritti per farlo (per il momento). Dunque, la serie è un’avventura - accompagnata per tutta la sua durata da una colonna sonora rock d'epoca per intenditori - che va comunque vissuta perché è appagante. Il finale di questa prima stagione è in sintonia col personaggio. Raimi e i suoi hanno dimostrato di voler essere completamente fuori dagli schemi (è per questo che hanno scelto il canale Starz, gli altri non gli avrebbero permesso questa libertà): un eroe che non è un eroe, personaggi principali tolti di mezzo quando meno te lo aspetti, bambini che non ne escono bene neanche loro, battute razziste…
Insomma, divertimento libero con un Bruce Campbell che non pare invecchiato di un giorno (grazie alla passione per la vita a alla sua annosa esperienza di stunt-man), e dimostrazione di come si possa fare un prodotto teso e soddisfacente anche con soli 20 minuti di programmazione (quali sono quelli degli episodi dal 2 al 9). E in ogni caso fiondatevi immantinente a (ri)vedere La Casa 2 che è quello che sempre meriterà più di tutti data la sua importanza nel modo di fare cinema.
Di stagione ce ne sarà un'altra a Ottobre, a quanto pare, anche se finirla qui non avrebbe certo deluso. Ad ogni modo sembra che Raimi si sia voluto togliere di torno gli allacciamenti alla saga originale per poi esplodere in un tripudio di originalità (come ai suoi vecchi tempi) nella seconda stagione, che sarà forse un prodotto "nuovo" sotto tutti i punti di vista e meno autocitazionista. Insomma, la tv permetterà al gruppo una sperimentazione come il cinema ormai non gli permette più (ricordiamoci che Raimi è regista da milioni di dollari, ormani, e questo è castrante).

37
Non Solo Disney / Barnaby (1942-1952) di Crockett Johnson
« il: Martedì 10 Gen 2012, 19:37:24 »




Barnaby è una singolare striscia a fumetti americana realizzata da Crockett Johnson (autore e disegnatore di libri per bambini e per ragazzi), e Barnaby a quanto pare è il suo unico fumetto, da lui scritto e disegnato. Fece capolino nel 1942 e Johnson la disegnò fino al 1946. Impegnato coi libri per l'infanzia, dal 1946 al 1947 la striscia fu curata da un suo amico finché Johnson stesso ne riprese le redini per metterne a punto una degna conclusione (all'inizio degli anni '60 fu rilanciata, anzi riproposta: un disegnatore ridisegnò le strisce iniziali imitando il disegno di Johnson, però si concluse presto). L'autore non ha voluto stemperare la striscia in un'eccessiva serializzazione, quindi a distanza di decenni appare come una lunga storia in sé compiuta, una striscia di formazione e umoristica, in cui tutte quelle che sembrerebbero "digressioni" hanno una loro funzione. Barnaby mira al sorriso piuttosto che al riso, ed è comprensibile appieno, imho, da un pubblico più adulto che ne comprenda la sottile ironia delle situazioni (il tratteggio di personaggi e ambienti è poi estremamente essenziale - ad avere graficamente la maggior gamma di emozioni è Mr. O'Malley -, a dimostrazione di quanto conti più il testo). Barnaby è inequivocabilmente ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale (il padre di Barnaby è addetto a sorvegliare che le luci del quartiere siano tutte spente durante l'oscuramento). Barnaby è un bambino con genitori insipidi, al confronto dei quali appare al lettore decisamente più maturo. E' divertente vedere i tentativi di padre e madre di ribadire la loro vacillante autorità domestica, il loro ricorso a un banale analista che... sdottoreggia senza ascoltare le spiegazioni che il piccolo paziente dà di quello che ai genitori appare un problema. Ma perché i genitori portano Barnaby dall'analista? Per il fatto che, da una determinata sera in poi, in casa della famiglia Barnaby piomba il... Fato Padrino deputato alla protezione e all'aiuto del piccolo di casa, il simpatico, imbranato e sbruffone Mr. O'Malley. E da qui partono le irresistibili situazioni che vertono sull'incredulità dei genitori nei confronti del fatto. Bisogna dire che, a differenza di situazioni simili in prodotti simili, nella striscia di Barnaby questo Fato Padrino (una sorta di folletto con tanto di ali sulla schiena, modellato da Crockett Johnson - inconsapevolmente? - sul proprio aspetto) è perfettamente visibile da chiunque: gli stessi genitori di Barnaby arrivano a vederlo di sfuggita, scambiandolo ora per un uccello, ora per un bambino; alla stazione radio l'apparizione di Mr. O'Malley provoca un caos che verrà immediatamente coperto da un cover-up (proprio come i discussi casi ufologici!): anche i personaggi sui generis che il piccolo protagonista incontra tramite O'Malley (sua esclamazione solita: Cushlamochree!, alla lettera "Vena del mio cuore!")sono concreti e anzi hanno voglia di mettersi in mostra: un inaspettato cane parlante verrà portato da Barnaby di fronte ai genitori per mostrar loro la straordinarietà del nuovo compagno di giochi, ma l'indisponenza dei genitori di fronte a questa nuova "follia" del figlioletto farà tacere il cane ancor prima che questi possa confermare l'autenticità delle sue doti.
Ma Barnaby, oltre Mr. Malley, dovrà incontrare tutta una galleria di personaggi di tutti i tipi (tra questi la nuova bambina del quartiere, il già menzionato cane parlante, uno gnomo invisibile custode di tesori, un fantasma nervoso e anche un duo di contrabbandieri di caffè) che lo faranno sempre più appassionare alla lotta per la vita fino all'avvenuta maturazione e coscienza di sé: il giorno del suo sesto compleanno, che è anche il giorno in cui Mr. O'Malley lo lascia poiché adesso sarebbe di troppo.
Barnaby arrivò in Italia nel 1947 su Il Politecnico poco prima che questo chiudesse i battenti: troppo poco. Bisogna aspettare gli anni Sessanta per vederlo riapparire su Linus, che fu culla effettivamente di assurde beghe e faziosità, e in cui non tutti i buoni prodotti vennero subito riconosciuti dagli appassionati. Poi nel 1970 Barnaby venne degnamente presentato in 2 volumi nella collana Oscar Mondadori, volumi che raccoglievano un nutrito ciclo di strisce concatenate e che erano introdotti da Oreste Del Buono. Questi volumi ben riuscivano nell'intento di mostrare l'importanza e la peculiarità della striscia Barnaby (e qualcuno ricorda che in Oscar Mondadori vennero pubblicati anche volumi che raccoglievano il bellissimo Bristow?)
3 anni fa si annunciò che nell'Aprile dell'anno appena iniziato sarebbe partita una serie di volumi della Fantagraphics con l'obiettivo della ristampa integrale della striscia. Speriamo che arrivi, tradotta, anche in Italia, per farlo riscoprire al pubblico italiano.



Pagine:  1  2 [3]

Dati personali, cookies e GDPR

Questo sito per poter funzionare correttamente utilizza dati classificati come "personali" insieme ai cosiddetti cookie tecnici.
In particolare per quanto riguarda i "dati personali", memorizziamo il tuo indirizzo IP per la gestione tecnica della navigazione sul forum, e - se sei iscritto al forum - il tuo indirizzo email per motivi di sicurezza oltre che tecnici, inoltre se vuoi puoi inserire la tua data di nascita allo scopo di apparire nella lista dei compleanni.
Il dettaglio sul trattamento dei dati personali è descritto nella nostra pagina delle politiche sulla privacy, dove potrai trovare il dettaglio di quanto riassunto in queste righe.

Per continuare con la navigazione sul sito è necessario accettare cliccando qui, altrimenti... amici come prima! :-)