Molto, molto bella la copertina di questo numero. Bel disegno, ottima colorazione e "strilli" dedicati solo alle storie interne.
Tutti i milioni di Paperone - Il mio primo milione. Non so davvero come considerare questo primo capitolo della saga vitalianica. Con ordine. Come storia singola, beh, è davvero ottima: Fausto è a mio parere uno dei migliori sceneggiatori attualmente in Disney e forse il migliore dialoghista insieme a Faraci. Il ritmo è ideale, la narrazione è chiara, le trovate umoristiche fresche - alcune proprio geniali (il commissario della LUM che si "materializza" mi ha fatto morire). Il soggetto in verità non mi è sembrato solidissimo, lo scambio d'identità è leggermente forzato, ma se non una storia epocale, questa sarebbe potuta essere una di quelle belle storie ambientate in un "Klondike imprecisato" che farebbe sempre piacere ritrovare.
Ma questa non è solo una simpatica autoconclusiva: è l'inizio di una saga, che Vitaliano ha evidentemente - e come dice lui stesso - intrapreso per temerarietà, attrazione del proibito, o quello che vuoi. E il confronto con Don Rosa scatta automatico. Che sia o no in contraddizione con Barks e il discepolo non mi importa davvero, come dice Grrodon i capisaldi principali vengono rispettati e questo basta; ma sono la storia e l'ambientazione a perdere nel confronto. Perché, e mi dispiace dirlo, il setting di questo primo episodio è proprio soffocante, e "riduce" con sè i personaggi stessi: a fronte dei paesaggi sterminati dell'Agonia Bianca, con il Paperone "pragmatico sognatore" di Don Rosa che si adeguava alla grandezza stessa della storia narrata, qui abbiamo questo piccolo, opprimente paesino minerario, e un Paperone il cui obiettivo è racimolare un milione di dollari... entro una data scadenza. Don Rosa ci mostra un giovane sbalordito alla notizia di aver guadagnato il suo primo milione; Fausto ce ne mostra uno che, l'avesse raggiunto un giorno più tardi, non sarebbe stato soddisfatto. È un Paperone "piccolo" questo, anche un po' triste, e date le potenzialità del personaggio mi sembra un peccato.
I disegni di Mazzarello sono molto buoni, se non proprio originalissimi. Preferisco comunque dare il mio voto per la storia in sè; trattandola come "parte di una saga" si abbasserebbe. [7.5]
Paperinik contro i Twin Boys. Le considerazioni che ho fatto per la prima parte di questa serie restano, ma questo secondo capitolo, ben più del primo, mi fa dubitare delle possibilità di successo. Salati scrive una buona sceneggiatura (buona rispetto alla "richiesta", s'intende), ma questo soggetto è vomitevole, peggio del primo, con dei nemici che oltre a essere idioti irritano anche graficamente. E poi ci sono i disegni di Palazzi. Oltre al fatto che secondo me in questa storia non dà il suo meglio, uno dei motivi per cui reputavo positiva la collaborazione italo-tedesca era l'esportazione all'estero dell'innovazione "stilistica" italiana. Perciò, scegliere uno dei disegnatori più "classici", più da "art studio" americano che ci siano in Italia cancella anche questo motivo di conforto. Intini era molto più adatto ad aggiungere qualcosa. Un tonfo completo. [3.5]
I Bassotti e il nuovo covo. Simpatica! Davvero! E io amo Ubezio, chissà perchè ultimamente gli affidano solo storielle, dopo le glorie di un tempo. [6.5]
Paperino e le vacanze su misura. Parte come mille altre storie e sembrava sarebbe finita come altre mille. Invece l'autrice è abbastanza buona da concederci una variazione inaspettata sul finale, a salvare tutto il resto. Amendola nella media (positiva). [6]
L'avventura del moschettiere Cicciotte - Storia di cappa e spiedo. No, allora, questa è proprio da riscrivere. Compatisco il povero Marini che, avendo fatto cose eccezionali in passato, per due volte di seguito si ritrova a disegnare brutture con Ciccio. Questa storia è virtualmente illeggibile: a parte la trama sciocca, un viaggio sul quale si innesta una serie di episodietti senza ragion d'essere, i ritmi narrativi sono quanto di più sballato si sia visto da tempo in una lunga. Le vignette inutili e tappabuchi abbondano, ogni tanto con risultati grotteschi e un po' inquietanti (vedi l'ultima di pagina 115), i dialoghi sono "strani" e artefatti, le battute terribili ("Ho immaginato di tagliare a fette un salame di cioccolato"... ma perchè dovrebbe far ridere?). Ancora una volta, peccato per i bei disegni! [4]
Indiana Pipps e la laurea ad honorem. Una storia di Indiana Pipps scritta dal suo creatore! Partiva con i migliori auspici. Purtroppo, anche lo stesso Sarda, che ha inventato il personaggio proprio per dare "spunti di avventura" alle storie di Topolino, pare essersi rassegnato a usarlo per storie semi-umoristiche di poco conto, ambientate perlopiù a Topolinia. Sprecato, ma a parte questo la storia è leggibile. [6]
A costo di essere ripetitivi: Fausto, davvero, considerate l'idea di fare non dico una testata (non è tempo per testate, questo, decisamente, e l'idea IPNA non va presa sul serio
), ma una saga, o una serie di avventure "serie" (perdonate il bisticcio) su Indiana Pipps! Solo un paio di anni fa c'è stato il tormentone Codice da Vinci; l'anno prossimo, poi, uscirà il nuovo capitolo di Indiana Jones e si ripresenterà un'occasione "commerciale". Secondo me saltare sull'onda e rilanciare il personaggio con una serie di avventure condite di fanta-archeologia ed esoterismo - ovviamente con il solito "non prendersi troppo sul serio" - è fattibile. Lo vorremmo in tanti...